phoenixwood ha scritto:Io ho parecchi ettari ed immobili ex allevamento di mia proprietà vicino a Timisoara, vendo-affitto o valuto eventuali altre proposte.
Il problema, lo ripeto, dal mio punto di vista e dalla mia piccola esperienza, non è produrre, ma vendere, e per vendere ci vigliono oltre a dei canali e delle relazioni commerclali, ci vogliono dei "prodotti" che non siano delle banali commodity, ma che incorporino valori aggiunti sia rispetto al processo di manifatturazione / trasformazione del prodotto stesso, che rispetto ad altre funzioni "pregiate" come la logistica, il packaging, la comunicazione, l'immagine, la finanza, etc. Certo, ognuna di queste cose va rapportata alla sua scala di riferimento (ampiezza aziendale, quantità di prodotto realizzabile, lontananza dai mercati di sbocco, profilo della clientela, etc.) ma avere della terra a disposizione non vuol dire proprio nulla, anche perchè qui in Italia ci sono 1 milioni di ettari da coltivare e il problema è che non sanno cosa farsene. L'idea più "geniale" è quella di trasformarli in campi per impianti fotoelettrici o per agro energie, ma anche questo "business" si sta rapidamente esaurendo perchè si stanno riducendo gli incentivi. Un percorso alternatici che sta dando buoni risultati (anche se è ancora minoritario) è quello del recupero di vecchie cultivar collegato al tema delle produzioni / prodotti tipici, alla diffusione di metodi di coltivazione biologica e biodinamica, "all'invenzione" e all'introduzione di coltivazioni legati ai mutamenti climatici (es. zafferano), alla produzioni di "basi " per medicinali omeopatici, erboristici o della cosmetica.