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Riconoscimento, coltivazione ed impieghi delle piante aromatiche ed officinali
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Piante Officinali a reddito con Apicoltra

26/10/2017, 4:21

Buongiorno

Volevo se possibile un Vs consiglio.
Sto investendo su apicoltura ed a disposizione ho anche molti ettari di terreno (cui ho analisi) da coltivare.
L opzione Tartufaia purtroppo non è andata a buon fine e vorrei dirottare il mio investiment su piante officinali.

Il ns territorio gia ne ha molte e vorrei pero avere un Vs consiglio per capire se vale la pena investire in questo settore.

Secondo Voi avendo un budget alto per investire in oggi giorno in che tipo di Piante potrei investire tenendo conto che
le piante dovrebbero anche andar bene per ospitare le api per creare un miele particalre con piu varieta.

Zona confine tra lazio ed Abruzzo altitudine 750 metri. All interno della Riserva Naturale delle Duchessa.
disposizione 10\15 ettari terreno piu o meno argilloso.

ultima cosa, ci sono aziende multinazionali con cui fare accordi per vendere al loro direttamente il prodotto ?

Nel senso come la Ferrero che ti cede la piante di nocciolo e poi di prende il prodotto (cosi mi hanno proposto).

grazie a tutti delle attenzione ed attendo Vs feedback
MArco

Re: Piante Officinali a reddito con Apicoltra

26/10/2017, 10:48

In attesa di risposte di esperti nel settore, il contributo che per le mie conoscenze personali ti potrei offrire sarebbe solo di natura botanica, ricavato da dati relativi alla flora apistica italiana.
L'elenco delle piante officinali è piuttosto lungo perciò occorrerebbe intanto capire cosa intendi o per che fine vuoi investire, in quanto si va, per citarne qualcuna in ordine alfabetico, dall'assenzio alla camomilla al finocchio selvatico al lampone alla menta; in termine di famiglie botaniche dalle astaracee alle composite alle ombrellifere alle rosacee alle labiate.
Dal punto di vista apistico le più importanti famiglie botaniche appartengono invece a labiate, leguminose, rosacee. Dunque direi che per lo screening si dovrebbero incrociare tre aspetti: cosa meglio potrebbe crescere nel tuo fondo, per che tipo di coltivazione sei attrezzato o vorresti indirizzarti, che tipo di miele vorresti produrre (monoflora o altro; a tal proposito esiste un disciplina che si chiama melissopalinologia che studia l'origine botanica dei mieli sulla base del riconoscimento dei pollini in essi contenuti).
Ad esempio in un impianto di lavandula o di lavandino si avrebbe una fioritura all'incirca da giugno a luglio, è coltura fortemente bottinata dalle api e adatta a produrre miele monoflora; dal punto di vista commerciale notoriamente trova sbocco come olio essenziale per usi di profumeria. Laddove ci si indirizzasse sui piccoli frutti (gen. Rubus: oltre al lampone ci sarebbe anche R. ulmifolius - viene solitamente coltivato quello senza spine, e ci sono varietà sono precoci e tardive - adatto nell'area appenninica); evidentemente si tratta di una coltivazione del tutto diversa dalla precedente e con un proprio mercato, mentre dal punto di vista apistico ben difficilmente si potrebbe ottenere miele monoflora. Andando sulle leguminose, ad es. il gen. Trifolium, si entra nella logica delle piante foraggere con le relative pratiche colturali (qui la fioritura è più prolungata e si possono ottenere mieli monoflora e di lunga conservazione).

Re: Piante Officinali a reddito con Apicoltra

26/10/2017, 11:06

Ciao, come giustamente anticipato, bisognerebbe capire cosa il tuo terreno è idoneo a produrre, quindi aspetti morfologici, tipologia di terreno, clima...Le officinali sono varie, e spesso le tecniche colturali e le esigenze pedoclimatiche variano parecchio da specie in specie, quindi il primo punto di partenza è proprio l'analisi del luogo di impianto e determinare cosa potrebbe produrre...
Dopodiche capire di cosa disponi in termini di attrezzature ed esperienza e vedere se rientrano queste colture nelle tue possibilità/capacità...
Infine sul discorso apistico su cui non ho esperienza, capire se quella coltura è idonea e se il prodotto finale ha mercato!
Cosi' ad occhio le prime che mi vengono in mente sono origano, lavanda, rosmarino, zafferano...alcune di queste piu o meno facili da piazzare sul mercato, altre un po piu laboriose tipo la lavanda...
E' un bel settore, da cui poter trarre parecchie soddisfazioni anche dal punto di vista di crescita personale non solo economiche...Ma non farti ingannare pensando che il piu sia produrre...buona parte del lavoro consiste nel trovare sbocchi commerciali a prezzi onesti, le multinazionali di cui parli tu se esistono trattano tonnellate e tonnellate di prodotto a prezzi super stracciati e non di certo cercando l'azienda agricola magari biologica e magari neonata...!purtroppo in Italia la GDO guarda solo il prezzo, non necessariamente la qualita!
Ciao

L'aromatiKa di Enza Di Piazza

Re: Piante Officinali a reddito con Apicoltra

26/10/2017, 16:11

Alessandro1944 ha scritto:In attesa di risposte di esperti nel settore, il contributo che per le mie conoscenze personali ti potrei offrire sarebbe solo di natura botanica, ricavato da dati relativi alla flora apistica italiana.
L'elenco delle piante officinali è piuttosto lungo perciò occorrerebbe intanto capire cosa intendi o per che fine vuoi investire, in quanto si va, per citarne qualcuna in ordine alfabetico, dall'assenzio alla camomilla al finocchio selvatico al lampone alla menta; in termine di famiglie botaniche dalle astaracee alle composite alle ombrellifere alle rosacee alle labiate.
Dal punto di vista apistico le più importanti famiglie botaniche appartengono invece a labiate, leguminose, rosacee. Dunque direi che per lo screening si dovrebbero incrociare tre aspetti: cosa meglio potrebbe crescere nel tuo fondo, per che tipo di coltivazione sei attrezzato o vorresti indirizzarti, che tipo di miele vorresti produrre (monoflora o altro; a tal proposito esiste un disciplina che si chiama melissopalinologia che studia l'origine botanica dei mieli sulla base del riconoscimento dei pollini in essi contenuti).
Ad esempio in un impianto di lavandula o di lavandino si avrebbe una fioritura all'incirca da giugno a luglio, è coltura fortemente bottinata dalle api e adatta a produrre miele monoflora; dal punto di vista commerciale notoriamente trova sbocco come olio essenziale per usi di profumeria. Laddove ci si indirizzasse sui piccoli frutti (gen. Rubus: oltre al lampone ci sarebbe anche R. ulmifolius - viene solitamente coltivato quello senza spine, e ci sono varietà sono precoci e tardive - adatto nell'area appenninica); evidentemente si tratta di una coltivazione del tutto diversa dalla precedente e con un proprio mercato, mentre dal punto di vista apistico ben difficilmente si potrebbe ottenere miele monoflora. Andando sulle leguminose, ad es. il gen. Trifolium, si entra nella logica delle piante foraggere con le relative pratiche colturali (qui la fioritura è più prolungata e si possono ottenere mieli monoflora e di lunga conservazione).




Buon pomeriggio , grazie per il consiglio ed info utili.
Purtroppo non so ancora dove specializzarmi....comincerei con tanta voglia di fare e sarei dispsoto ad investire anche su attrezzature e tutto il necessario per rendere il progetto realizzabile.

Volevo capire e combinare le due cose ....cioe piante officinali , individuando quali sono le piu richieste e convenienti e che facciano piu reddito e combinarlo con l apicoltura....non ho le idee ben chiare ma avrei voglia di fare crescere un po di economia al mio paese e portare lavoro.

allego le analisi del terreno che avevo fatto per fare tartufaia e che purtroppo non è andata a buon fine.

grazie
Allegati
RP20171823-002.jpg
RP20171823-003.jpg

Re: Piante Officinali a reddito con Apicoltra

26/10/2017, 16:16

darko3sc ha scritto:Ciao, come giustamente anticipato, bisognerebbe capire cosa il tuo terreno è idoneo a produrre, quindi aspetti morfologici, tipologia di terreno, clima...Le officinali sono varie, e spesso le tecniche colturali e le esigenze pedoclimatiche variano parecchio da specie in specie, quindi il primo punto di partenza è proprio l'analisi del luogo di impianto e determinare cosa potrebbe produrre...
Dopodiche capire di cosa disponi in termini di attrezzature ed esperienza e vedere se rientrano queste colture nelle tue possibilità/capacità...
Infine sul discorso apistico su cui non ho esperienza, capire se quella coltura è idonea e se il prodotto finale ha mercato!
Cosi' ad occhio le prime che mi vengono in mente sono origano, lavanda, rosmarino, zafferano...alcune di queste piu o meno facili da piazzare sul mercato, altre un po piu laboriose tipo la lavanda...
E' un bel settore, da cui poter trarre parecchie soddisfazioni anche dal punto di vista di crescita personale non solo economiche...Ma non farti ingannare pensando che il piu sia produrre...buona parte del lavoro consiste nel trovare sbocchi commerciali a prezzi onesti, le multinazionali di cui parli tu se esistono trattano tonnellate e tonnellate di prodotto a prezzi super stracciati e non di certo cercando l'azienda agricola magari biologica e magari neonata...!purtroppo in Italia la GDO guarda solo il prezzo, non necessariamente la qualita!
Ciao

L'aromatiKa di Enza Di Piazza



grazie per le tue info molto utili.

è vero che le multinazionali cercano la quantita e non la qualita pero potrei anche adattarmi al loro sistema, terre da ma non mancano e budget disponibile per comprare attrezzature per la lavorazione è possibile.

i terreno sono in linea generale come le analisi che ho allegato.
zona ai piedi del Velino altitudine 750 metri.
clima freddo con nevicate di inverno e verso aprile capitano i ritorno di freddo (gelate).
grandiante occasionalmente sempre d estate
animali molti (cervi e cinghiali)
acqua disponiiamo di pozzi

se serve altro posso rispondere imemdiatamente.

un saluto

Re: Piante Officinali a reddito con Apicoltra

26/10/2017, 16:42

darko3sc ha scritto:Cosi' ad occhio le prime che mi vengono in mente sono origano, lavanda, rosmarino, zafferano

Correggetemi se sbaglio, ma lo zafferano pur essendo molto interessante come coltivazione da reddito, non ha alcun rapporto con l'attività apistica accennata da mtupone, questa coltivazione (oltre a non produrre granchè di nettare e polline) si basa proprio sull'asportazione dei pistilli floreali che le api, asportandoli per produrre zafferano, non visiteranno.

Re: Piante Officinali a reddito con Apicoltra

26/10/2017, 18:35

Dovendo investire denaro ed energie io comincerei a sentire la Federazione Italiana Produttori Piante Officinali http://www.fippo.org/index.php?menid=512" target="_blank" target="_blank" in modo da avere un primo orientamento e arrivare a restringere la scelta tra le colture (nel link ci sono anche tutta una serie di utili informazioni di come iniziare).
Come secondo passo è opportuno effettuare una analisi floristica con riferimento in particolare alle specie officinali che crescono spontaneamente nell'areale (occorre un botanico); darei anche un'occhiata alla Carta Fitoclimatica del Lazio che si trova nella pubblicazione "Fitoclimatologia del Lazio" (Blasi, 1994) (vd. foto). Per inciso la Flora delle Montagne della Duchessa comprende 1005 tra specie e sottospecie.
Dopodiché si restringe ancora andando a confrontare le piante selezionate con l'adattabilità a un terreno argilloso e sub-alcalino, e infine tra ciò che rimane si valuta quella/e di maggior interesse apistico (atteso che Mtupone non pone problemi inerenti alle attrezzature).

Metto un paio di link dove si fa un esame dell'argomento dal punto di vista di un novello imprenditore:
http://www.guidaconsumatore.com/imprend ... tiche.html" target="_blank" target="_blank"
https://www.aprireazienda.com/coltivazi ... fficinali/" target="_blank" target="_blank"

Poiché il tema è interessante non sarebbe male avere comunicazione degli eventuali aggiornamenti.
Allegati
Fitoclima Lazio - Nel cerchio Riserva Duchessa.gif

Re: Piante Officinali a reddito con Apicoltra

26/10/2017, 19:22

Aggiungo ancora qualcosa a titolo esemplificativo: semplicemente cercando in rete ho trovato che nella Riserva delle Montagne della Duchessa sono presenti almeno quattro piante officinali: genziana maggiore, valeriana, iperico, timo. Solo le ultime due si adattano però a terreno argilloso, e in riferimento al mercato l'iperico pare in flessione (a causa di sostanze nel seme di cui si sospetta una azione dannosa alla salute); del timo ho trovato solo informazioni buone ma datate di alcuni anni e riferite alla Valle d'Aosta.
Il timo è certamente bottinato dalle api e se ne ricava un miele particolare, detto appunto miele di timo che per gli antichi Greci era il migliore.

Infine ho trovato chi del tema della coltivazione di piante officinali nella suddetta Riserva se ne è occupato producendo una tesi di laurea dal titolo "Prospettive di diversificazione dell' agricoltura nella <<Riserva Naturale Montagne della Duchessa>> : il caso delle piante Officinali"; e che esiste una Cooperativa http://coopduchessa.it/progetti/piante- ... la-riserva" target="_blank
Allegati
miele-di-timo.jpg

Re: Piante Officinali a reddito con Apicoltra

26/10/2017, 22:38

ghigo85 ha scritto:
darko3sc ha scritto:Cosi' ad occhio le prime che mi vengono in mente sono origano, lavanda, rosmarino, zafferano

Correggetemi se sbaglio, ma lo zafferano pur essendo molto interessante come coltivazione da reddito, non ha alcun rapporto con l'attività apistica accennata da mtupone, questa coltivazione (oltre a non produrre granchè di nettare e polline) si basa proprio sull'asportazione dei pistilli floreali che le api, asportandoli per produrre zafferano, non visiteranno.


Lo zafferano non ha rapporto con l'attività apistica per motivi economici, e credo per motivi di lavoro delle api. Tempo fa mi ero interessato a questa cosa, non sapendo quasi nulla del settore apistico mi sono affidato alle conoscenze di alcuni apicoltori e ho scoperto che l'ape prima di arrivare alla produzione deve fare tot viaggi dal fiore all'alveare, e questo nella coltivazione dello zafferano è possibile solo se si ha una estensione importante coltivata e che duri più del ciclo cui normalmente impiega lo zafferano per l'inizio e la fine della fioritura. Gli organi che vengono asportati da essiccare come spezia, ovvero i filamenti rossi, non sono pistilli, ma è lo stimma formato da 3 filamenti, e per essere asportati bisogna cogliere tutto il fiore, rendendo impossibile l'impollinazione.

In aggiunta a quanto detto da Alessandro 1944 che è stato decisamente esauriente, posso riportare la mia esperienza personale che ho avuto chiacchierando con alcuni rappresentanti di grosse ditte italiane che si occupano di acquistare piante officinali per farmaceutica e cosmesi. Il settore delle piante officinali dal punto di vista agronomico non è tra i più semplici, e nemmeno dal punto di vista economico. Tra i grossi compratori si è formato uno standard di un certo livello, comprano da aziende che hanno una certa esperienza di coltivazione alle spalle e pretendono la certificazione biologica. Loro ti chiedono le quantità, la continuità, la qualità (ogni lotto deve raggiungere dei requisiti minimi in percentuali di principio attivo interessati per la coltivazione) e loro ti dicono il prezzo, non si fanno trattative. Un paio di aziende in particolare mi hanno detto che, oltre ad essersi assicurate che l'agricoltore che voglia cimentarsi con le piante officinali, abbia almeno una buona esperienza di coltivazione in generale, indirizzando il potenziale fornitore verso corsi specializzati sulla coltivazione, lavorazione e trasformazione delle piante officinali.

Lavorare con le piante officinali a questi livelli richiede grossi investimenti, con una certa mole di lavoro non si può pensare di utilizzare strutture conto terzi, quindi è necessario la costruzione, o ristrutturazione, o adattamento di un locale da adibire a laboratorio a norma e stoccaggio del prodotto, i costi lievitano ulteriormente se si parla di oli essenziali.

Non voglio scoraggiare, ma se si vuole puntare su questo tipo di attività solo perchè si hanno soldi da parte e si pensa che possa rendere parecchio, si rischia di perdere tutto, poi ovviamente ognuno si farà le sue ricerche e giungerà alla propria conclusione, ma purtroppo ho avuto modo di vedere esempi simili coi miei occhi.

Questo ovviamente non vuol dire che avviare un'attività simile sia impossibile, anzi, ma ci vuole tempo, anni, bisogna imparare anche se si è già esperti, nella mia zona (Sardegna) esistono diverse aziende che coltivano piante officinali e lavorano abbastanza bene, ma hanno scelto diversi canali commerciali economicamente più gratificanti, quali la vendita diretta con privati e/o altre aziende che rivendono i prodotti trasformati.

Io coltivo su terreni di famiglia da una vita, per anni ho lavorato come dipendente e da un paio d'anni gestisco una mia azienda, solo per il fatto di gestire un'azienda, seppur piccola, ha ridimensionato quelle che credevo fossero le mie capacità iniziali, con la giusta umiltà e apertura mentale si compiono grandi passi in poco tempo. Ora coltivo zafferano, verdure di stagione a Km0 e sto iniziando con le prime aromatiche lavorando sul fresco. Ho 33 anni, il mio obbiettivo nella mia vita è lavorare con le piante officinali ma per esperienza e preparazione, ora come ora non mi suiciderei mai bruciando le tappe con un investimento simile.

Io ero partito esattamente come te, e ancora oggi non smetto di ringraziare la persona che mi ha fatto tornare coi piedi per terra.

Re: Piante Officinali a reddito con Apicoltra

27/10/2017, 1:01

Juniper ha scritto:....Il settore delle piante officinali dal punto di vista agronomico non è tra i più semplici, e nemmeno dal punto di vista economico....Questo ovviamente non vuol dire che avviare un'attività simile sia impossibile, anzi, ma ci vuole tempo, anni, bisogna imparare anche se si è già esperti......Io ero partito esattamente come te, e ancora oggi non smetto di ringraziare la persona che mi ha fatto tornare coi piedi per terra.


Dunque gli esperti di settore finalmente si fanno vivi e ci permettono di scendere dal piano delle esercitazioni astratte ad uso forumistico a quello della concretezza economico-produttiva.

Del mondo agricolo io ho solo una conoscenza sostanzialmente riflessa e incentrata su un settore specifico (quello fitopatologico), ma caldeggio le raccomandazioni suggerite che collimano peraltro con i pochi casi che ho potuto osservare. Ho veduto infatti agricoltori (floricoltori) cercare strade diverse da quelle ereditate in quanto sempre meno remunerative: ma la base era una professionalità acquisita in campo e in ogni caso la partenza è stata in realtà di studio e piccole sperimentazioni delle nuove possibili colture; ho conosciuto tuttavia anche persone che, pur proveniendo da settori lavorativi (e formazione) non agrari, hanno incominciato per semplice passione, iniziando a coltivare hobbisticamente poche piante ma riuscendo infine nel tempo a darsi una dimensione aziendale.
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