Con l’ 8 dicembre si schiudono le porte a molte iniziative e attività in preparazione del Natale. Poiché qui ci stiamo interessando degli aspetti conviviali ed in particolare di quelli gastronomici, iniziamo dalla “a”di antipasti.
Una delle tradizioni più note e amate nel Salento è quella delle “pittule”.
le pittule sono deliziosi soffici pugnetti di impasto di acqua farina lievito sale, spesso condito in modo vario, fritti in olio fumante.
Si preparano così:
500 gr di farina, un cubetto di lievito d birra, acqua, sale.
Si impasta la farina con il lievito di birra ed acqua a sufficiente perché l’impasto sia omogeneo, elastico, morbido, non liquido ma non sostenuto come quello del pane o della focaccia. Insomma se lo tirate su con il cucchiaio il filo che scenderà non deve essere liquido ma…. Deve scendere!
Lasciate lievitare l’impasto in luogo tiepido per due tre ore.
In una pentola profonda si scalda l’olio finchè questo non “fuma”, si prende quindi un pugnetto di impasto e si lascia scivolare nell’olio. E’ n po difficile? In alternativa si può prendere l’impasto con un cucchiaio e tuffarlo nell’olio. Si rigirano le pittule nell’olio e quando verranno a galla e saranno dorate son cotte.
L’impasto si può arricchire con condimento alla pizzaiola (salsa, capperi olive) oppure con il tonno, la tradizione le vuole con il baccalà ma sono ottime con il cavolfiore, con le alici…qualcuno le ha provate con la mela e sostiene che sono squisite.
In ogni caso vi presento quelle preparate stasera dal mio sublime e che, come potete intravedere, sono state accompagnate con un inebriante rosato da negroamaro e malvasia.
Prosit!!!
anna
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