Aspetto con interesse il racconto di Campesino, intanto ti dico la ia mia idea. Non è facile, anzi, molto difficile se vuoi affrontare il mercato per come ti si presenta. Cerca tra le pieghe di questo sistema la chiave per risalire la corrente. Mi spiego meglio: ad esempio se affronti il mercato del vino per quello che è sei spacciata. Numeri, produzione, contenimento dei costi...regole che già conosci. E che ti affossano. Prova a fare del tuo "poco" la tua ricchezza, la tua unicità, e vendi quella.
Prova a vendere il concetto che ha portato te e tuo marito ad avvicinarvi alla vita agreste attraverso i 20 ettari che hai. Non è filosofia, ma credo che oggi si venda bene il "sogno" della vita sana e tutto quello che soprattutto la può rendere reale. Le fattorie didattiche offrono possibilità interessanti, c'è spazio infinito per la tua fantasia applicativa.
Anche se però credo che la vera formula del successo ci sia, ma è ancora sconosciuta. C'è bisogno di inventarsi qualcosa. Sento che è qualcosa che colletta le persone che vivono in città e vorrebbero avere i tuoi ettari per mangiare sano, ad esempio. Si tratta di trovare il metodo di commercializzare NON il prodotto sano (e quindi rientrando nel mercatro della produzione con le drammatiche regole ben note...), ma la possibilità di "produrlo" a chi lo desidera per sè e la propria famiglia. Il vostro guadagno sta nel servizio, nella direzione dei lavori (

), sganciandoti così, pur restando nel settore agroalimentare, dal commercio diretto dello stesso. Secondo me le piccole aziende che vivono a ridosso di città di discrete dimensioni avrebbero delle grosse possibilità in questo senso.
Non so se mi sono spiegato....

.... mica facile...
PS Tutto è partito dal mio dentista. Mi ha chiesto se vendo i polli. Io gli ho risposto di no, perchè se li avessi dovuti vendere a un prezzo equo avrei dovuto chiedere 35 euro a pollo e chi l'avrebbe comperato, quando al supermercato li trovi a 4 già belli e cotti?
Sai che cosa mi ha risposto?
"io!"