Marco
Sez. Supporto Didattico
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Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente e della Vita Rurali Ufficio stampa 3489000276
Il primo lupo legalmente abbattuto in Italia, in provincia di Bolzano
Sconfitta del cartello animal-ambientalista.
Oggi brindiamo. Gli allevatori, le persone che animano la realtà rurale oggi brindano. La protervia animalista, che non si rassegnava alla rottura del tabù del lupo intoccabile, ha subito una prima sconfitta. Non sono bastati due ricorsi, al Tar di Bolzano e uno urgente al Consiglio di Stato. La decisione di abbattere un grosso lupo è stata difesa dalla giustizia amministrativa perché le valutazioni scientifiche su di essa spettano all’Ispra, organo che aveva fornito parere positivo. Non sono gli animalisti i depositari autoproclamati della scienza. Loro sono i depositari di un’ideologia integralista che frutta cospicue entrate che fanno leva sull’ingenuità e l’emotività di un pubblico disinformato, nutrito di Disney, Geo, Tozzi. La notizia che viene da Bolzano rappresenta la normalità, sono le notizie che vengono dalle altre regioni che dovrebbero scandalizzare per l’inerzia colpevole delle stesse di fronte all’emergenza lupi, per il disprezzo degli allevatori e dei cittadini che subiscono ogni giorno le incursioni dei lupi, non solo sui pascoli e nelle stalle, ma anche nei cortili e nei giardini di casa. Ispra ha fissato una quota di lupi abbattibili nel 2025 di 22 lupi in Toscana, di 17 in Piemonte, per citare solo le regioni al vertice della poco invidiabile classifica di predazioni e incursioni nei centri abitati. Quasi tutta la provincia di Grosseto e parte di quella di Siena, larghe aree delle province di Cuneo e di Torino, tutta la fascia della montagna veneta, Lessinia in primis, sono mappate dall’Ispra come “aree a rischio”, dove è sufficiente che un’azienda subisca almeno due predazioni in un anno per far scattare il parere favorevole dell’Ispra all’abbattimento in deroga. Ovvero allo stato attuale della normativa. Il declassamento, che viene pretestuosamente chiamato in causa da politici regionali ignavi, non c’entra nulla. Gli abbattimenti sono possibili, alle condizioni indicate, con il regime di rigida protezione. Sono possibili non solo anche a Trento, ma anche in Veneto e in tutte le regioni ordinarie. Infine ancora qualche considerazione: il lupo abbattuto legalmente in Val Venosta pesava 45 kg. Ci hanno sempre detto che il lupo “italico” pesava 30-35 kg, raramente 40, eccezionalmente 45. Ora, il primo che è capitato a tiro è, guarda caso, un esemplare di 45 kg. Difficile sostenere che, tutelando il lupo al di là di ogni ragionevolezza, si salva la biodiversità, la sottospecie del lupo appenninico. Quanto al significato dell’abbattimento del lupo, al di là del valore simbolico, esso non cambia nulla. In Francia, da anni, pur nel quadro del regime di rigorosa protezione si preleva il 20% della popolazione stimata. Si potrà parlare di gestione e di tutela degli altri interessi in gioco (economici, sociali, ambientali, paesaggistici, culturali) solo quando si potranno adottare piani di contenimento regionali tali da ridurre l’entità di una popolazione oggi fuori controllo (come dimostra la presenza dei lupi nelle città e sulle spiagge), mantenendola poi entro limiti sostenibili con prelievi di stabilizzazione.
Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente e della Vita Rurali
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