Autocostruzioni

Ispirato dai disegni di Obombo, dal lavoro di flightofthebumblebee e da una foto trovata su Google, ho realizzato la mia prima arnia trasparente. La parte in legno e' completamente fatta con con materiali di recupero (perline avanzate per il fondo ed assi da muratore per le pareti), mentre la ferramenta e' d'acquisto; il plexiglass e' anch'esso di recupero (infatti e' un po' rigato). Le doppie pareti trasparenti sono incassate nello spessore del legno e tenute ferme da viti da 3 mm, lunghe 25 mm, passanti nel primo foglio di plexi e filettate nel secondo (quello interno). L'ho messa in opera questa settimana travasando un piccolo nucleo, vedremo se le api gradiscono.

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Obombo ha scritto:In genere, per nido e melario si usano tavole di abete spesse 24 o 25 mm ance se c’è chi usa essenze pregiate per prolungare la vita dell’arnia, mentre per le parti più protette, come coprifavo e tetto, compensato o mdf. Per i telaini l’ideale sarebbe il tiglio, ma si usa sempre l’abete.

Ho trovato un bel po di tavole spesse 22-23, possono andare bene ugualmente?

Si costruiscono arnie anche con tavole spesse 20 mm, e questo in paesi con climi più freddi, quindi 22-23 credo che possa andare bene.

Ho realizzato anche io una arnia trasparente, a seguito di quelle di the.
Devi solo fare attenzione che la dilatazione del legno è nettamente inferiore a quella del plexi, in termini di velocità e di ampiezza.
Questo porta le viti a sopportare una buona pressione e spesso a rompere il plexi o peggio, allargare il legno e quindi aprire una fessura. Per porre rimedio ho deciso di incassare il vetro/plexi nel legno e poi fissando con una cornice esterna, senza forare il plexi. Spero vada meglio, vediamo la prossima primavera/estate quando metterò la cassa nuova in opera.
Ovviamente come la tua (fronte e retro) ho anche il c.t. (coprifavo trasparente).
Simone.

Alla dilatazione non avevo proprio pensato ! Ho controllato ed ho visto che questi materiali si dilatano di circa 0,07 mm per metro per grado centigrado, per cui un pezzo da 30 cm con un'escursione termica di 60 gradi si dilaterebbe di 1,4 mm ! In realta' l'assemblaggio e' stato fatto a 25-30 gradi, per cui avrei una dilatazione di 0,7 mm in estate ed un restringimento di 0,7 mm in inverno.

Il legno lungo vena non si dilata in modo significativo (le assicelle che circondano il plexi sono tutte lungo vena), ma non ho pensato che il plexi potesse dilatarsi tanto, altrimenti avrei lasciato piu' gioco attorno al plexi (1 mm) e avrei fatto i fori per nel legno per le viti un po' piu' grandi. Per ora e' al sole rovente da quasi un mesetto e non ha mostrato segni di cedimento: vedremo.

Mi ero preoccupato piu' per la condensa, che potrebbe presentarsi in inverno, per cui ho fatto in modo che il tutto possa essere smontabile alla bisogna.

Mi sono cimentato anche io coi coprifavi trasparenti, sia ad uno strato che a due, per ora nessun problema, vedremo anche qui se compare della condensa.

Il plexy si dilata 0,07 mentre il legno 0,009 ed il vetro 0,0010, il che ti da l'idea di quanto differenti siano i loro comportamenti sotto il sole e poi, in inverno, al freddo.
Io ho provato a fare lo scasso per inserirvi il plexy, poi lo fermo solo con le cornici legno legno. Dentro lo scasso ho lasciato circa 1cm di gioco per il plexy, riempendolo con silicone neutro ed alimentare.
Ti dirò la prossima estate se funziona, perché la mia trasparente fatta come la tua ha rotto sia il plexy che il legno lateralmente, probabilemnte perché troppo poco spesso e quindi ha ceduto al movimento del plexy che era fortemente avvitato al legno con il doppio delle viti che hai messo tu.

Simone.

Il problema non è costituito dalla dilatazione termica, che è ininfluente, vista la poca differenza tra la temperatura "di costruzione", presumendo che nessuno costruisca le proprie arnie in condizioni di clima estremo, e la temperatura minima e massima "di esercizio". Il vero problema è dato dalle variazioni dimensionali del legno dovuta alla variazione del proprio grado di umidità, questa sì notevole.

E' vero che il legno si muove molto di traverso la fibra al variare dell'umidita', per cui se si fa l'arnia con legno non stagionato, esponendolo al sole si ritira e puo' fessurarsi.
Io ho usato vecchie assi da muratore in abete (stagionate) e ho realizzato il frontale con 4 assicelle collegate con lamelli, con le fibre disposte come nel disegno (linee rosse), per cui dovrei avere minimizzato i problemi di ritiro/espansione del legno per umidita'. Le pareti sono fissate tra loro con viti. Niente silicone. Se ne faccio altre, usero' l'accorgimento descritto prima per tenere conto della dilatazione del plexi, ammesso che ce ne sia bisogno.

OK obombo, ma io ho modificato un'arnia della LEGA, arnie di ottima fattura e di legno stagionatissimo!
Nessun'altra arnia si è "mossa" o si è "aperta", e le mie arnie sono sotto il sole h24.
Quindi la colpa della rottura del plexy e dell'apertura del legno le imputo, purtroppo, alla differenza di dilatazione dei due materiali ma soprattutto perché ho fissato il plexy con viti autofilettanti al legno sottostante.

Le pareti delle arnie sono tipicamente fatte da assi di legno con fibra orizzontale incastrate tra loro e non dovrebbero muoversi piu' di tanto in quanto di materiale omogeneo. Se hai modificato un'arnia facendole un buco sulle pareti anteriore e posteriore, hai indebolito i tratti ai lati del plexi, che hanno la fibra in orizzontale ed essendo stretti sono piu' facili a fessurarsi se sottoposti a restringimento del legno (anche stagionato il legno assorbe e rilascia umidita', dilatandosi e contraendosi di traverso alla fibra) e/o dilatazione del plexi. La parete che ho fatto io e' assemblata, non forata, e dovrebbe essere piu' robusta da questo punto di vista.
Solo il tempo dira' se ho ragione :-)