Più o meno mi sembra che lui faccia come te pedru, con la differenza però che non acceca il cordone ma lo lascia crescere in verticale

ciao a tutti,
visto che i primi vigneti potati con questo "nuovo metodo" (ormai da quasi 20 anni)sono proprio qui in Friuli (manzano,colline di Rosazzo) mi permetto di rispondere. Ho letto che parlate di tagli di ritorno... Beh questo metodo non li prevede proprio. Nel guyot le teste si allungano a destra e a sinistra (nel piano del filare) e nel cordone speronato verso l'alto. Ogni anno,non tagliando nemmeno su legno di 2 anni, la pianta si allontana 0.5, 1 cm verso l'alto o verso il lato (guyot). questo metodo, che comporta naturalmente un lavoro a verde obbligatorio, non lo hanno inventato ne Simonit ne Sirch ma era (a partire dagli anni 20 credo) ed è seguito in Francia in diversi comprensori viticoli. Purtroppo non è garanzia di immunità dalle malattie del legno (vedi mal dell'esca) ed è tutto da dimostrare che allunghi notevolmente la vita dei vigneti. Concordo quando si afferma che i sistemi linfatici sono piu conservati. L'aberello,come ho letto nelle risposte,(che si puo anche modificare in ventaglio e meccanizzare,qui il bravissimo Enzo Pontoni di Buttrio, Miani per capirci,lo ha adottato con ottimi risultati a Gramogliano alla "piramide") usato da sempre soprattutto nel centro sud, è sicuramente il sistema di allevamento piu rispettoso per la vite. Credo, ad ogni modo, che sia importante evitare di fare grossi tagli alle viti e cercare di mantenere le teste di salice senza farle "scappare". Una volta qui in friuli,visto che questo era la norma, per riportare le teste sotto al filo principale (cappuccina o doppio capovolto che dir si voglia) si piegava la vite da una parte evitando cosi grossi tagli di ritorno!;questi vigneti si possono per fortuna ancora ammirare tra le nostre colline. Ciao Ennio

condivido tutto, e ribadisco come il vecchio alberello sia uno dei metodi che permette una longevità della vite notevole

Sto facendo un corso su questo tipo di potatura e condivido pure io, volevo aggiungere solamente che tagli di ritorno, se necessari, si possono fare ma solo a condizione di allevare un pollone piuttosto vigoroso (con un diametro perlomeno di 1/3 rispetto al taglio grosso che stiamo per fare) e potare la parte "vecchia" che è scappata troppo in alto lasciando un moncone di lunghezza almeno doppia del diametro del taglio.
Questo moncone secca durante l'anno e l'anno prossimo si può provvedere ad eliminarlo con un taglio raso (magari con tagli successivamente più bassi nel caso non sia seccato completamente). Con questa procedura si riesce ad abbassare la pianta senza grossi danni all'apparato linfatico.
Ovviamente si tratta di un intervento abbastanza raro, se la ramificazione è stata impostata correttamente già in fase di allevamento è difficile che la pianta scappi troppo in alto.

vedo che ognuno ha un suo modo di fare anche se simili.
La strategia è tenere il cordone o il guyot a lunga vita e nel miglior aspetto possibile,giochi che si fanno con le corone e che i migliori potatori fanno da anni.
ciao

molto bene la potatura di marco77 sull'alberello.
E' una forma di allevamento molto affascinante.

Approvo quel che dici,però sono solo nuove teorie che non sono scientificamente dimostrate in quanto a longevità o miglioramenti vari.La potatura è sempre stata una cosa personale:prendi ad esempio gli alberi da frutta.
E penso che neanche possano essere giudicate proprio per i suddetti motivi.
P.S lasciare quel moncone enorme,se pari a due volte il diametro di taglio,penso sia buono ma esagerato perchè vorrebbe dire lasciare almeno 10 cm di moncone se hai fatto un taglio diametrale da 50mm. Brutto da vedere oltre che scomodo sotto il filo di banchina.Una cosa più equa è fare il taglio sopra l'intersezione ma di pari misura col taglio sul fusto/cordone.Ovviamente è solo un mio modo di vedere Dove lo stai facendo il corso?

Il corso lo sto facendo a Boca in provincia di Novara. Lo sta tenendo un signore veneto che ha aperto una scuola distaccata rispetto ai preparatori d'uva (mi sembra che prima ne facesse parte).
Che il moncone sia scomodo a volte in effetti è possibile, ma se devi abbassare la pianta di solito cerchi di prendere un pollone un po' basso per cui la maggior parte delle volte il moncone rimane abbastanza distante dal primo filo e poi questo moncone va tenuto solo il primo anno in modo che secchi. Il fatto che debba essere lungo il doppio del diametro è una "regola" empirica per dare un riferimento (su legno più vecchio di tre anni), non bisogna prenderla come una cosa fissa.
Comunque, ripeto, è una operazione molto rara se la ramificazione è stata impostata correttamente già all'inizio, infatti mi è capitata solo con piante potate da anni con il guyot diciamo "tradizionale".

io nel guyot quest anno ho fatto seguendo questo metodo...allora come tutti sappiamo è composto da un capo a frutto e uno a legno,quindi io ho speronato il capo a legno,poi il capo a frutto non lo tagliato tutto!quest anno durante la potatura verde come si sa,si eliminano le gemme che guardano a terra!io sul capo a frutto le ho tolte,lasciando la prima gemma che guardava a terra in modo che si è sviluppato un germoglio,quindi io quest anno taglio il capo a frutto e lascio questo germoglio basale che va a frutto per quest anno e cosi ho fatto un taglio di un anno

Leggendo i vostri messaggi vedp che la potatura è come la penso io molto personale e a volte intima che si ha col proprio vigneto, io essendo ancora giovane poto da anni e credetemi non faccio toccare i miei vigneti a nessuno perchè noto che sono punti di vista: chi crede di abbassare la pianta e fatagli enormi e ferite che non si chiudono o soggette a patologie, viti che dopo diversi anni passano oltre il primo filo portante del capo a frutto. Secondo me la potatura classica ad alberello e il guyot (fatto bene, 7 gemme capo a frutto e 2 nel lato opposto) non li batte nessuno. Vigneto da 45 anni potato ad alberello che ancora produce 4 kg per pianta. Magari tutti fossero così
La potatura è la chirurgia della vite bisogna essere primari prima di prendere in mano la forbici