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Pacciamatura naturale e consociazione apistica 
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Iscritto il: 15/05/2016, 21:06
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Per pre-produzione intendo tartufaia non produttiva ovvero i primi 3-4 anni dall'impianto.
Conosco bene i periodi delle varie lavorazioni in base al tipo di tartufo , li ho studiati per bene , ma secondo me la sarchiatura nei primi anni di impianto non viene adeguatamente presa in considerazione in quanto potrebbe essere utilizzata con maggior frequenza ed avere effetti molto benefici per quando entrerà in produzione.
Comunque il vero problema "nostro" è che a livello di ricerca e sperimentazione le informazioni e i dati non vengono condivisi , tutti lavorano a comparti stagni , Sant'Angelo e Perugia lavorano su propri progetti , pochi per dire la verità in quanto non hanno molti fondi , ma ognuno si tiene dati , risultati e informazioni e quindi ognuno deve sempre partire da zero.....
Proverò a dare una letta con maggiore attenzione ai vari post del forum che hai gentilmente segnalato ma dai primi che ho guardato ho letto di esperienze simili a quelle proposte qui solo che perlomeno , a distanza di anni , gli eventuali risultati vengono condivisi e postati in modo da avere un riscontro valido utile a tutti cosa che qui purtroppo non avviene.
L'ignoranza da noi regna ancora sovrana , continuano ancora ad esistere e campare ditte pseudo farlocche che riescono a gabbare qualche povero ignaro sognatore rifilandogli piante a prezzi spropositati e che poi vengono abbandonate al loro destino in quanto chi le impianta non ha la minima idea di cosa fare e quando farlo e si affida ai loro tecnici che gli rifilano pozioni e polveri magiche ogni anno.
Come vedi anche qui appaiono e scompaiono utenti che fanno domande banali pensando che basta leggere qualche post e farsi consigliare da qualcuno per impiantare una tartufaia ma non è così semplice anche se , onestamente dopo il corso fatto e tutta la documentazione letta , non è nemmeno così complicato come qualcuno vuol farlo sembrare per farne un'attività personale proficua a suon di consulenze tecniche.


26/08/2017, 11:19
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scusami allora, aveco capito male. il primo anno io ho tenuto sarchiato il terreno per poi lasciarlo inerbito lavorando solo a ottobre la zona sotto la chioma delle piante. in teoria tenere arieggiato la zona intorno alla pianta in primavera nei primi anni potrebbe essere utile per far colonizzare prima gli strati di terreno alle piante, però c'è un contro, soprattutto per i carpini che sono quelli che hanno una crescita radicale più veloce e cioè che crescendo così velocemente magari posso avere il rischio di contrarre altri funghi (non è detto, ma può succedere). ed è per questo che dopo il primo hanno ho deciso di passare a lavorare solo il "pianello" a fine stagione in concomitanza con la somministrazione dell'inoculo sporale e del prelievo degli apici radicali per il controllo della micorrizazione.
in italia i risultati vengono poco pubblicizzati; è per quello che ti ho consigliato di leggere anche quel forum. devi iscriverti per vedere le sezioni non pubbliche dove puoi trovare l'esperienza di molti tartuficoltori e documenti di ricerche dell'inra e di altri enti. trovi anche discussioni sulle giornate di sperimentazione. ci metterai un po' a leggere le discussioni e a tradurle se non sei pratico di francese, però ti assicuro che ne vale la pene. loro si occupano solo di melanosporum, di estivo c'è poco, però certe tecniche sono interessanti e possono essere usate o adattate anche all'estivo.


26/08/2017, 12:45
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Ottimo grazie sono sempre in cerca di sapere ed esperienze !
Il francese non è un grosso problema anche se è da parecchio che non lo mastico sono figlio di immigrati e l'ho studiato alle medie , il senso di un discorso dovrei riuscire a capirlo. :D
Secondo me in tartufaia di scorzone è utile abbondare di inoculo fin dai primi anni , la materia prima si trova senza problemi a basso costo o di persona e sbagliare tipo di tartufo è praticamente impossibile!
Con il terreno zeppo di spore giuste le radici delle piante a crescita rapida dovrebbero incontrarle senza problemi mentre si sviluppano le radici.
Se tutto va bene la mia tartufaia di scorzone sarà 50% carpino e 50% roverelle che sono le due principali essenze che si trovano nei rari boschetti superstiti della zona in cui si trova il terreno.
Le idee su cosa e quando fare le ho già ben chiare almeno fino a quando si inizierà a raccogliere qualcosa. ;)


26/08/2017, 19:17
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Paolo sicuramente sono stato negli anni contradditorio perche anche io come te i primi anni mi sono abbuffato di cazzate sul web riempiendomi la testa di cazzate....poi nel andare avanti mi sono fatto un idea pratica....lavorando sulle mie tartufaie ( messe a dimora fino ad adesso 3500 piante diversi sesti e in diversi terreni) ho fatto errori per 20.000 euro quindi a costo zero cerco di non far sbagliare gli altri peccando ogni tanto mi rendo conto di presunzione....ma quando tocchi con mano le cose è completamente diverso....tutto qui...l estivo prima della produzione si sarchia a marzo ne settembre e tanto meno ottobre....! Saluti

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26/08/2017, 21:22
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Coliso sono d accordo in pieno con te....su tutto. È aggiungo ti farei vedere quanti del forum mi mandano analisi terreno e relativi consigli da quei tipi che si spacciano per tecnici e venditori di piante....dando consigli assurdi...come ***** puoi consigliare un impianto di uncinato a 10 km dal mare??? Te ne potrei dire ancora tante...e per quello che quando sento la parola tecnico mi si accappona la pelle....per capirci qualcosa con la tartuficoltura ho capito che non devi leggere (ovviamente le nozioni basilari si)....ma devi sporcarti le mani e perciò consiglio a paolo di rivedere un po tutto....cioè assimilare si ma prendendo tutto con le pinze e non essere convinti al 100%. riguardo ai francesi hanno tutto un loro areale non c entra nulla con il nostro e quindi i risultati ottenuti sicuramente non possono minimamente essere presi in considerazione...la spagna ancora un altra storia....e quindi ribadisco con noia che i metodi a senso unico non funzionano..o funzionano per qualche anno! La prima cosa che si deve sapere è la specie\tartufo....se sbagli quella ci vuole un miracolo poi la specie pianta anche questo se sbagli ti attacchi al tram...il sesto d impianto....e relative lavorazioni in base al clima ed esposizioni....poi la pianta....ma quello spero che si è capito che l 80% si può scartare....saluti angelo

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26/08/2017, 21:53
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tu certe cose le reputi cazzate io sperimentazioni.


27/08/2017, 11:16
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Paolo io Angelo lo capisco , non conosco nello specifico le sue precedenti esperienze ma essendo stato scottato a suon di guardare cosa faceva il vicino ora va "sul sicuro" applicando solo i principi base e facendo qualche piccola variazione in base alla situazione e le brutte esperienze avute in passato.
Purtroppo le sperimentazioni non sono affar nostro , tutti nutriamo la speranza di scoprire la pozione magica e trovarci sommersi dai tartufi ma le probabilità di successo non sono dalla nostra parte......
I pezzi grossi di questo settore possono permettersi un fallimento , hanno le spalle larghe e terreni a disposizione , per noi al contrario un fallimento significherebbe la fine del sogno ed è per questo che è meglio andare cauti , anzi la forza di volontà di Angelo per me è da ammirare in quanto anche dopo un fallimento si è rimboccato le maniche ricominciando da capo , ha analizzato gli errori commessi e correggendoli è riuscito ad ottenere risultati.
Pur essendo estremamente indietro sulla ricerca , le nostre attuali conoscenze consentono una probabilità di riuscita di una tartufaia delle specie più studiate estremamente elevata , ovviamente bisogna rispettare i principi fondamentali che ormai sono di pubblico dominio , l'unica incognita per ora rimane solo la quantità prodotta che però viene influenzata da diversi fattori su cui è difficile poter intervenire.


27/08/2017, 17:29
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le tecniche applicate sul melanosporum che vengono adottate in italia francia e spagna ormai da anni sono più di vani tentativi. poi liberi di pensarla come volete, ma la potatura verde, la pacciamatura, la sarchiatura, ecc sono tecniche ormai rodate. non ha senso andare avanti ancora con sesti per il melanosporum stretti con piante enormi. a meno che non si voglia fare brumale.


27/08/2017, 21:43
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Paolo quelle che citi tu sono lavorazioni studiate e collaudate di base , quello che sosteniamo io e Angelo è il rischio e l'efficacia tutta da dimostrare su larga scale delle cure colturali estreme tipo la potatura a bonsai , Angelo ci ha già rimesso parecchi soldini causa errori di gioventù e quindi non può correre rischi inutili.
Io sono ancora agli inizi se tutto va bene forse a primavera potrei mettere a dimora le piante e non ho intenzione di fare esperimenti ma andare sulle tecniche ormai collaudate che portano a risultati praticamente quasi certi , se poi nel frattempo ci saranno novità ampiamente sperimentate che portano a comprovati incrementi produttivi si potrà valutare la loro applicazione ma la cosa fondamentale , almeno per me , è che la tartufaia inizi a produrre altrimenti tutti gli investimenti e il tempo dedicati saranno inutili.
Come vedi comunque qualche idea personale fuori dagli schemi me la sono già fatta , come ad esempio quella della sarchiatura anche più volte all'anno durante i primi anni dalla messa a dimora prima dell'entrata in produzione che male non potrà sicuramente fare.


28/08/2017, 9:44
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non so cosa tu intenda su larga scala, ma posso assicurarti che questa tecnica è molto diffusa da parecchi anni. ovviamente per il melanosporum. i primi anni non saprei se conviene effettuare così tante sarchiature


28/08/2017, 13:52
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