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Pacciamatura naturale e consociazione apistica 
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A me pare che stiamo parlando la stessa lingua ma non ci intendiamo... :lol: :lol:
La moda bonsai di Angellozzi funziona solo nei suoi particolarissimi terreni e nessun tecnico che si possa definire tale la consiglierebbe mai.
Inoltre avendo a disposizione ettari e ettari di tartufaie ha un tasso di rotazione delle tartufaie da paura che può fare solo lui.
Da quello che ne so rendono bene 4-5 anni e poi toglie tutto e pianta giovani piante per ricominciare il ciclo produttivo , improponibile per un comuni tartufari come noi.. :D
Ho parlato , ascoltato e avuto la fortuna di conoscere persone molto preparate , ricercatori universitari , e nessuno ha mai suggerito nulla di drastico.
La sarchiatura non ha mai fatto male a nessun tartufo e questo è riconosciuto da praticamente tutti , poi sulla profondità ci sono varie idee e poi varia in base alla specie di tartufo.
L'inoculo sporale è fondamentale e deve essere fatto come si deve con attenzione massima specie nelle tartufaie di pregiato dove andrebbero controllati i carpofori uno per uno onde evitare di contaminare l'inoculo con brumale o altre varietà che potrebbero prendere il sopravvento nel caso si venissero a creare le condizioni a loro favorevoli ( vedi eccessiva umidità da innaffiatura)
Il discorso irrigazione è molto delicato in fase produttiva come scritto più volte in diversi post ed è estremamente variabile in quanto dipende da molteplici fattori , se fatta bene garantisce produzioni costanti se fatta male si possono fare danni seri e a volte irreparabili.
La potatura di indirizzamento e contenimento è quella più suggerita da tutti gli addetti ai lavori ( ovviamente anche qui devi avere un minimo di conoscenza su come potare le piante e non tagliare rami a caso).
Insomma non mi sembra di aver scritto nulla di diverso da quello che sostieni , in pratica non è da estremizzare nessuna cura colturale ma iniziare a farle regolarmente per poi tararle in base alla propria situazione e risultati per cercare di ottenere il massimo possibile.


21/08/2017, 23:44
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Buongiorno Coliso si infatti io sostengo che fare coltura è fondamentale ..però la differenza sta che io non lavoro perche è arrivato settembre...ma vedo il terreno.....posso dimostrarti che: In determinati anni....e determinate fasi...non lavorare il terreno sia piu importante di farlo. Ad esempio quest anno estremamente secco....l apparato radicale si è mosso pochissimo....( sono contrario ad irrigare prima della comparsa di qualche carpoforo) le erbacce non sono cresciute difatti non ho dovuto tagliare l erba da aprile quindi non ho costipato il terreno con mezzi....mi spieghi perche dovrei andarla a lavorare? Ti posso dimostrare che piante lavorate solo i primi 2 anni (sia fondamentale è obbligatorio) e poi lasciate a se stesse...sono cresciute di piu di quelle sempre lavorate...e hanno un pianello piu marcato e piu largo di quelle lavorate. I motivi ne sono due...uno perche lavorando si va ad eliminare i capillari superficiali...e che sono quelli che portano nutrimento alla pianta....e l altro perche avendo il terreno duro è arido ha permesso alla carica batterica di colonizzare l apparato radicale....! Coliso disintossicati dai tecnici e dal web.....che molti di loro non servono a una mazza...! Non stare sempre a stuzzicarla perche produrrai pochi tartufi...poi non dirmi che io non te l ho detto! Saluti angelo

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22/08/2017, 6:46
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la lavorazione del terreno serve proprio per evitare che il pianello si allarghi troppo effettuando così anche una potatura delle radichette. inoltre arieggiare il terreno consente alla sostanza organica di decomporsi rendendo il terreno più colonizzabile. i pianelli lavorati hanno mostrato bruciate più marcate.
il metodo angellozzi è seguito da molti, anche all'estero. interessante è soprattutto il discorso potatura verde. molte tecniche di angellozzi stanno allargandosi anche a coloro che non la seguono.


22/08/2017, 9:40
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Non ti preoccupare Angelo che io non sono uno di quelli che segue le mode del momento , a me piace raccogliere più esperienze ed informazioni possibili per poi riuscire a farmi un'idea personale di quello che potrebbe essere la cosa migliore in una determinata situazione.
Una pratica colturale che ha particolare successo in un determinato terreno non è detto che porti allo stesso risultato su un'altro purtroppo.
Ciò non toglie che se mai riuscirò a farmi la tartufaia sicuramente prenderò spunto dalle molte informazioni raccolte per poi vedere cosa è migliore nel mio caso.
Tornando un'attimo sugli argomenti più spinosi la sarchiatura è una pratica molto diffusa anche nell'agricoltura tradizionale nelle zone non irrigue e serve principalmente a far mantenere maggiore umidità negli strati di terreno sottostante , se fatta sul pianello potrebbe fare qualche danno ma se viene fatta fin dall'inizio e si riesce a far sviluppare l'apparato radicale superficiale della pianta qualche centimetro più in sotto direi che è tutto di guadagnato per le produzioni future.
Pensa ad una bella palla di qualche etto che si dovesse sviluppare affiorante , nel tempo che serve alla maturazione nella maggior parte dei casi verrà attaccata da insetti e subirà un deterioramento superiore a quello che potrebbe accadere se si fosse sviluppata completamente sotto terra.
Ovviamente in qualche tartufaia non ci sono problemi di animali o insetti mentre in altre avere tanti tartufi superficiali ed affioranti irrimediabilmente danneggiati porta ad avere un prodotto dallo scarso valore commerciale quindi inutile avere decine di kg di produzione per poi doverne scartare una buona parte secondo me.
Se analizziamo razionalmente il metodo Angellozzi ha un suo senso in quanto una potatura drastica porta la pianta ad uno stress increbile e per riuscire a sopravvivere cerca di ricacciare radici e rami in quantità nettamente superiori a quello che farebbe in condizioni normali e ciò può portare ad abbondanti produzioni ma la pianta si esaurisce in breve tempo.
Da quello che ho capito la tartuficoltura è un complesso equilibrio di diversi ambiti e richiede conoscenze agricole , selvicolturali , geologiche e climatiche insomma un bel caos! :D


22/08/2017, 10:06
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la sarchiatura serve anche per potare alcune radici e mantenere il pianello abbastanza circoscritto con un elevato numero di radichette. la potatura di angellozzi, fatta a fine primavera blocca un po' la pianta e consente la stimolazione di radichette, cosa che non fa la potatura invernale. stimolando queste radichette si aumenta l'apparato radicale micorrizabile. la potatura verde è molto importante e viene svolta in migliaia di tartufaie anche con mezzi meccanici. i risultati su melanosporum ci sono se no non si spiegherebbero così tante operazioni colturali per non aver prodotto. questo vale per il melanosporum per l'estivo la potatura verde sarebbe un po' più problematica non avendo piante a dimensione d'uomo


22/08/2017, 12:56
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Infatti quello che spieghi è un secondo fine della lavorazione applicato alla tartuficoltura.
Tornando sul metodo potatura bonsai così facendo spremi e stressi la pianta ottenendo produzioni abbondanti per 4-5 anni e poi appena cala la produzione da quello che ho sentito si estirpa e si ripianta la tartufaia ex novo.
Questi sono metodi per "professionisti" che vivono solo di quello e portano all'estremo i concetti di tartuficoltura portandoli ad essere una vera e propria "coltura intensiva" del tartufo che per noi comuni mortali è improponibile..... è già un impresa e un sogno riuscire a fare una tartufaia e farla entrare in produzione!
Ti immagini ricominciare da capo dopo tutte le fatiche e il sudore versati ogni 8-10 anni?? :lol: :lol:
Inoltre più di qualcuno ha cercato di applicare tale tecnica alle proprie tartufaie ottenendo ovviamente disastri.......
Un conto è se avere una tartufaia improduttiva e tentare un recupero disperato e un conto è averla produttiva e rischiare di rovinarla.
Detto questo con le attuali conoscenze e ricerche fatte rispettando rigorosamente poche ma chiare indicazioni , una tartufaia inizierà a produrre sicuramente entro 6-8 anni dal trapianto le uniche incognite saranno la resa e longevità produttiva.
Se entro il lasso di tempo indicato non inizia a fare qualche carpoforo sarà meglio indagare e capire il motivo in quanto sicuramente qualcosa è andato storto e difficilmente con qualche pozione magica o potatura potrà recuperare errori commessi in fase iniziale.
Se stiamo qui a scrivere è per cercare condividere conoscenza ed esperienza in modo da ridurre al minimo la possibilità di commettere errori gravi che possano compromettere irreparabilmente tutto il tempo , la fatica e i soldi che inevitabilmente vengono spesi per questa nostra passione ed hobby.


22/08/2017, 17:39
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durano di più le piante potate a bonsai. anche 20 anni. con la potatura verde non si stressano le piante. per avere risultati ovvimente bisogna sapere cosa tagliare e quando. potature energiche fatte in inverno sono ben più gravi e rischiano di bloccare la produzione per un certo periodo


22/08/2017, 21:10
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Mah..a me sembra una pratica troppo estrema per poter essere applicata su larga scala con risultati soddisfacenti.
Comunque ho parlato con alcuni tecnici che hanno visitato le sue tartufaie che mi hanno detto che la resa produttiva è sì buona ma praticamente funziona solo in quelle zone e la durata è brevissima e queste sono persone che ne sanno parecchio di tartuficoltura credimi.
Ho letto qualche articolo di manutenzione del verde che parlava di potatura di alberi e anche quella verde va fatta con cognizione di causa altrimenti i danni si rischiano anche con quella.
Comunque per fare un buon lavoro su una tartufaia urge un bel corso di silvicoltura! :lol:


22/08/2017, 22:27
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Paolo Emidio non ha una pianta di estivo ....poi le 3000 piante che un paio di anni fa ha dovuto estirpare perche? Se applichi la coltura del melano all estivo fai un macello....l estivo preferisce ombreggiature maggiori ma di un bel po....quindi capitozzarle a un paio di metri e da galera....se vuoi che rimanga il terreno fresco e con un ombreggiamento ideale del 60% tutto devi fare tranne che potarle...o solo ovviamente la potatura del allevamento nel terzo anno...e la ripulitura annuale dei polloni e rami basali in modo da alzare la pianta e quindi ogni anno hai da tagliare e di conseguenza stimolare l apparato radicale! Riguardo alle sarchiature non puoi eseguirle come il melano...perche l estivo è piu superficiale...e comunque entrambi si sviluppano nei primi 20 cm...quindi ragazzi occhio se vai troppo sotto ciao tartufi! Poi c e da dire che quando si fa la sarchiatura per il melano è in prossimità della ripresa vegetativa e quindi radicale...e hai tutta l estate per la crescita del apparato e la formazione dei carpofori, estivo invece le lavoriamo in settembre mi spieghi come fai a produrre piu tartufi se tu la metà delle radici l hai levate in settembre? Tu pensi che di inverno le radici sono attive? Quindi riflettete....e dovete capire che per ogni specie/ tartufo e situazioni le colture possono cambiare...io dico sempre che non c e un unico metodo ....cambia da caso a caso...e concordo con le riflessioni di Coliso! Saluti angelo

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24/08/2017, 21:20
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Ciao Angelo effettivamente non ci avevo ragionato sopra considerando lo sviluppo radicale nell'arco della stagione!
Però a pensarci bene la sarchiatura in fase pre-produttiva sull'estivo ce la vedrei comunque bene soprattutto per impostare l'apparato radicale di base della pianta un po più in profondità per trarne poi dei benefici maggiori quando entrerà in produzione.
Direi che nei primi anni di vita sarchiare in primavera come fanno sul melanosporum mi sembra una buona idea così spezzando qualche radichetta tutte le altre ricacciano sviluppandosi maggiormente che ne dici?
Poi all'entrata in produzione si verifica se e in quanto tempo il terreno tende a compattarsi ed eventualmente si fanno delle sarchiature mirate leggere appena finito il periodo produttivo.


25/08/2017, 9:02
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