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Suino Macchiaiolo 
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Sez. Polli
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Eugenio ho letto l'articolo e ti posso dire che mi sembra molto carente di prove concrete.
Sarebbe molto più bello ed onesto dire che si vuole tentare di riformare la razza con materiale locale di origine sconosciuta che parlare di salvaguardia di razze in via di estinzione . Stesso vale per la Pecora dell'Amiata.

Sarebbe poi bello prima lavorarci una decina d'anni sopra e poi parlare di far uscire un articolo e non il contrario. :D :D :D

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Dobbiamo avere più coraggio di guardare la realtà, così ci farà meno paura. Alessio Z.

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22/12/2008, 11:48
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Quando scrissi il mio libro sull'allevamento biologico del suino e si parla di circa dieci anni addietro, feci una lunga e faticosa ricerca sulle razze storiche italiane. Consultai tutto il possibile, le associazioni allevatori .... ANAS .... commercianti ... istituti di ricerca ... amici veterinari ... amici carabinieri ... risultati deludenti oltre al disinteresse collettivo che aleggiava su questo argomento, l'interesse si è risvegliato improvvisamente solo qualche anno dopo. Il risultato fu il seguente, Mora Romagnola ancora allevata da un solo allevatore e qualche surrogato con il Duroc e cinghiale ... sparso per il mondo; Casertana quasi impossibile da trovare; Cinta tre allevatori storici con pochi soggetti e qualche nuovo entrato a cui si deve il vero recupero; la Sarda una popolazione mai così eterogenea che solo una grande fantasia potrebbe definire razza e per finire il Nero dei Nebrodi/Madonie ancora sufficientemente numeroso ma inquinato non dal cinghiale assente su quelle montagne, ma in procinto di essere inserito dalle associazioni venatorie a dispetto del parco, ma da altre razze suine bianche; per il resto il più assoluto nulla. Ricordo perfettamente di soggetti neri inviati dalla Sicilia in Toscana e in Emilia, di un verro Casertano in Emilia, non so per quale ragione ma niente di più. Quindi concludo che oggi le razze di moda sono quelle storiche e quindi per interessi vari rieccole, peccato che invece quelle vere continuano a rischiare, in fondo poca cosa se lo confrontiamo ai tanti misfatti che la storia ci racconta e il presente ci presenta, ognuno ha la propria etica e la ragione contro la "forza" non basta, vi posso dare solo la mia testimonianza diretta e con questo non rientro più su questo argomento, ciao, saluti, Mario


22/12/2008, 15:50
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Ma è possibile che un progenitore del macchiaiolo possa essere il nero casertano?
ciao

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I


22/12/2008, 15:56
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Eugenio, Mario per essere veramente realisti bisognerebbe partire dal presupposto che nulla e rimasto come allora comprese le razze storiche più diffuse.
Tutte indistintamente hanno subito pesantemente l'intervento di razze cosmopolite ,ma ora veniamo al punto.
Selezionare animali con caratteristiche simili alle razze storiche è possibile?
La risposta è si , molti caratteri sono tuttora presenti e vanno ricercati e fissati con pazienza( decine di anni di lavoro selettivo non giorni.....ore.... minuti....).
Non scandalizziamoci ma cerchiamo di lavorare alacremente con competenza.
Le razze Europee autoctone sono da tempo oggetto di recuperi ricostituzioni in Francia ;Germania , Spagna ecc.
I maiali non sono Panda fortunatamente. Unica osservazione: si a lavori ben fatti, no a lavori solo sulla carta o peggio truffe .
Poi un altra osservazione le razze le recuperano gli allevatori e non le Università.
Chi ha orecchie per intendere........


La Macchiaiola presenta sicuramente analogie con la Casertana come pure con Cinta,Cappuccia ecc.

Indici da osservare con attenzione sono le caratteristiche conformazionali del cranio, profilo frontonasale, diametri e circonferenze dello stinco, conformazione della coscia, dimensioni e portamento delle orecchie ecc.

Peccato che vedo nei vari lavori riportare in modo particolareggiato tanti caratteri distintivi che poi minimamente combaciano con ciò che vedo nei recinti.
Non è che una cosa è vera se la scrive un Professore è vera se effettivamente si è seguito un percorso giusto.
Ogni razza aveva peculiarità proprie o si comincia a studiarle, e di materiale sono pieni i libri, o si finisce per chiedersi come distinguo un maiale nero da un altro....


Saluti Alessio

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22/12/2008, 17:47
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Ecco due rappresentanti del suino Macchiaiolo toscano.
Datati 1925


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22/12/2008, 18:01
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Questa è la foto di una loro scrofa.Realisticamente nulla a che vedere con le precedenti da Alessio postate.

x Mario
in rete ho trovato un consorzio di allevatori della nera casertana.

ciao

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I


22/12/2008, 19:17
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Ciao a tutti,
io penso che un recupero delle razze autoctone sia una cosa positiva, ma naturalmente spesso quando si interviene il numero di capi che restano è molto esiguo, e anche volendo recuperala in purezza, questo non è possibile perché si andrebbe incontro ad una consanguineità altissima, quindi come dice Alessio si possono usare altre razze che hanno i caratteri che ci interessano, e con il passare del tempo fissarli sulla razza da recuperare.
Comunque penso che l'Università possa e debba svolgere un ruolo importante nel recupero di queste razze, perché spesso i costi iniziali sono alti e un privato non sempre se li può permettere, anche perché non c'è subito un ritorno economico, quindi l'ente pubblico deve fare da apripista, e poi essere seguito dagli allevatori, come è successo per la Cinta Senese, se ci si ferma al primo punto è come non aver fatto nulla. Durante il lavoro bisogna stare attenti e seguire con cura un piano di recupero altrimenti come dice Alessio si rischia di fare un maiale nero e non sapere che cosa è, anche perché il nero è dominante ed è molto facile fare un suino nero e dire che è una nuova razza o una razza recuperata, il macchiaiolo non sarebbe il primo maiale nero che risorge dalle ceneri.
Saluti Francesco

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- La morte non è niente - aveva affermato il 12 dicembre 1804, nello splendore della sua potenza. - Ma vivere sconfitti e senza gloria - aveva aggiunto - significa morire ogni giorno. (Napoleone)
Egli vive ancora.


22/12/2008, 20:43
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Mario
Cita:
Ricordo perfettamente di soggetti neri inviati dalla Sicilia in Toscana e in Emilia, di un verro Casertano in Emilia, non so per quale ragione ma niente di più.


Si Mario ho visto pure io uno splendido gruppo di suini Neri Siciliani presso un azienda della Forestale toscana. Peccato che tutto questo materiale fu disperso o macellato.
Erano presenti in questa azienda alcuni fenotipi suini ottenuti per varie ricombinazioni di suini reperiti presso ingrassatori.
In Emilia non sono mai arrivati suini Siciliani, ho avuto invece il piacere di vedere più volte il verro Casertano che citi nel 1998.
Questo ha avuto una larga progenie per circa tre anni e fu accoppiato con suini bianchi LW
Cinta senese, Duroc e ibridi goland.
Il carattere assenza di setole si rivelò dominante per cui era facile vedere i figli che servirono per lunghe sperimentazioni.
Anche il carattere tettole si rivelò trasmissibile ma non pienamente dominante.
Purtroppo i suini ottenuti non ebbero seguito presentando pesanti tare conformazionali,ingrassavano male ed erano molto grossolani come scheletro.
Il suino era del tipo Casertano di grande mole ,quello invece noto per finezza e scheletro fino è il medio ed il piccolo.

Il verro finì la sua carriera in piemonte per essere accoppiato con scrofe della sua stessa razza ma si rivelò purtroppo sterile non lasciando progenie.

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22/12/2008, 21:06
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Le parole di francesco mi hanno fatto venire in mente che oltre al nero dominante anche il bianco ha un comportamento simile nel suino.
Ecco alcuni principi da conoscere in generale:
http://rsagraria.altervista.org/zootecnica%20generale/mantelli.pdf

http://dsz.uniss.it/corsi/ValMF_APZ_2007-2008_pdf/14.tessuto_tegumentario_mantelli.pdf

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23/12/2008, 1:08
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