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Chi ha salvato la cinta(che sarebbe meglio chiamare grigio)? 
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Grazie per le vostre risposte...non oso neanche immaginare, caro Mario, cosa pensi del presunto maiale nero reatino di Felice Caciotti http://www.arsialweb.it/cms/index2.php? ... Itemid=137 o di quello abruzzese della fattoria del tratturo o di quello che alleva Genoveffa Lanni alle Sciuccaglie o del presunto pugliese di Capitanata ...
Che peccato, i viaggiatori del Gran Tour restavano sbalorditi dalla incredibile diversitá suina del nostro paese 8forse si contavano tra i 28 e i 33 suini autoctoni, mentre oggi é la Spagna che é riconosciuto il paese che meglio ha saputo conservare la diversitá e la purezza delle proprie razze...un'altra storia di suicidio all'italiana. Reitero la domanda, nel ringraziarvi ancora per le risposte, sapete come si puó rintracciare via email il Bezzini? Grazie


17/09/2009, 14:27
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Mario se osservi bene questo suino ha l'intera faccia bianca e presenta balzane piuttosto alte .
Il gruppo di geni che codifica per questo particolare mantello è piuttosto diffuso in oriente e sembra che molte razze italiane abbiano ereditato questo particolare mantello da antichi incroci con questo:
Cavour Garlasco,Samolaco o Valtellina, Cappuccia con le sue varianti toscane Siciliano nella varietà facciola, la razza Marchigiana.

E vero che il fatto che ricompaia può essere legato a mutazioni, incroci ecc. ecc
Ma questo perchè deve essere vissuto in modo negativo.

Hai detto tu stesso che la variabilità genetica crea e non vedo nulla sbagliato se da questa si prenderà spunto per creare un nuovo _vecchio modo di allevare.
Tu stesso ne sei incentivatore nei tuoi libri.
Per cui come dicevamo in un una discussione analoga grande chiarezza sulla partenza e pure sul punto di arrivo.
Io credo che se un nutrito gruppo di allevatori lucani lavorerà alacremente su un gruppo di porcastri inselvatichiti il risultato non mancherà di lasciarci sbalorditi.

Se la Lucania avrà nuovamente bisogno di una Cavallina Lucana 2 si potrà senza dubbio riformare con pazienza, perizia, onesta e un pizzico di fortuna.
Volevo chiederti già che ci sono . Nella tua carriera ti è mai capitato di osservare da vicino suini Cappucci?

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Dobbiamo avere più coraggio di guardare la realtà, così ci farà meno paura. Alessio Z.

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17/09/2009, 16:10
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Vedete Mario e giuliano76 se vogliamo far sentire la nostra voce su questi argomenti a mio parere si deve entrare in particolari più tecnici e non limitarsi a dire no non è possibile .
Ad esempio il portamento delle orecchie dei suini riportati in foto sia nel Lazio che nella Basilicata non è compatibile con la forma ed il portamento delle orecchie dei suini Autoctoni peninsulari .
Questo è un primo punto per indagare sul fatto che incroci fra suini bianchi e cinghiali genera molte volte porcastri dal mantello nero ,rosso, lupino o giallastro con grandi macchie rotondeggianti nere.
Stesso vale per gli importanti chiarimenti di cui ci ha parlato Mario ripercorrendo il percorso di recupero della Cinta senese.
Pensate che in alcune aziende qualche sprovveduto a pensato pure di consigliare il suino Hampshire sulla Cinta senese coi risultati deludenti che potete certo immaginare!!!!!

Non parliamo poi del Duroc con geni recessivi del mantello rosso che riemergono a sorpresa in nidiate ritenute purissime sulla carta.
Questo è richiesto al tecnico .Indagare ,sondare, capire, risolvere, proporre .

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17/09/2009, 17:48
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Sono molto interessato al suino nero lucano, perché ho ereditato un piccolo podere presso Latronico e un giorno, chissá, potrei anche dare vita ad un allevamento brado. Questa casetta é circondata da boschi di cerri, e purtroppo so che non sono le ghiande preferite dai maiali, ma comunque il paesaggio boschivo non é cosí dissimile da quello estremeño (anche se é piú variegato rispetto alla dehesa, che presenta quasi solo querce). Mi domando come una terra cosí isolata come la Basilicata non sia riuscita a salvaguardare un tesoro cosí unico. Ma in effetti la maschera bianca in faccia caratterizza il tipo pugliese, vedi esemplari conservati presso il Compendio della consolazione...per ció che concerne le orecchie e il pelame, nell'iberico, e in parte nella casertana se non sbaglio, le orecchie sono cadenti e le setole quasi assente (da cui il nome pelatello, per la casertana). In piú le sciuccaglie, ovvero bargiglioni, si ritrovano nel casertano e anche in una sottorazza andalusa dell'iberico (chocallos in spagnolo). Se non é il casertano al 100%, ma un suino frutto di incroci, recuperare il colore sará stato facile, ma questa peculiaritá come l'hanno conseguita? Tema suini dal mantello rosso? Potrebbero inventarsi che hanno recuperato la razza rossa del casentino (di cui si parla anche nella guida del touring del 1931). Io sono sociologo e quindi non posso entrare nel merito della questione, quando si parla di questioni cosí tecniche e chiedo scusa se faccio osservazioni da neofita della materia..Mi interessa di piú interrogarmi sul perché di questo stillicidio, e sul perché la Spagna, meglio di altri, ha saputo conservare, uno straordinadio patrimonio genetico. Per esempio mi picerebbe capire il perché in Terra di Lavoro non hanno saputo mantenere una razza straordinaria, quale il maiale nero casertano...secondo quanto si legge in un libro pubblicato qualche anno orsono il suino iberico potrebbe essere persino una sottorazza dell'esemplare un tempo allevato nel Sannio e nell'ex Terra di Lavoro. Quello attuale quanto ha del patrimonio genetico del piú antico ed importante suino italiano?


17/09/2009, 18:24
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Per quanto riguarda Bezzini ne ho perso le tracce da tempo, ma cercherò di rintracciarlo, farò una ricerca, vado proprio questa sera in una azienda che alleva Cinte, non lontano dal suo storico allevamento e forse potrà aiutarmi. Purtroppo è proprio di questi giorni la notizia definitiva della chiusura dell'allevamento di Cattaneo.
Per Alessio, concordo pienamente con quanto scrivi, il recupero attraverso una ricostruzione trasparente guidata da tecnici senza grilli per la testa e poi un allargamento della base allevatoriale è la strada giusta, (ma senza parlare di ritrovamenti o peggio praticare incroci in modo clandestino e simulare altro come mi capita di osservare frequentemente), come sai, a parte il caratteraccio che ti distingue, sei una persona capace e veramente competente e sul piano professionale ti apprezzo molto ed è difficili non trovarsi concorde con quanto scrivi; ma per tornare alle tue domande: non ho mai visto il suino di cui parli, mentre invece ho visto suini nati dall'incrocio del Berkshire e il cinghiale Ungherese molto somigliante (per l'unica foto che ho visto) al maiale che hai postato, con orecchie dritte e conformazione simile, con arti e maschera bianca. Mi associo a quanto scrivi su l'uso improprio del Duroc o delle razze americane tra l'altro rischiosissime per gli effetti PSE e PSE simili. saluti, Mario


17/09/2009, 18:44
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Per Giuliano 76, in poche righe hai posto in ballo un gran numero di questioni che riguardano l'allevamento del suino e la sua storia, sarebbe bello affrontare tutte queste tematiche che risentono di molte variabili, alcune delle quali non centrano niente con il mondo allevatoriale. Sulla Casertana ci sarebbe da dire tantissimo e cosi su altre razza Italiane di prestigio, certo che, per gente come noi, risulta incomprensibile il tracollo di questa grande razza, che come saprai è stata usata saggiamente nelle Isole Britanniche per formare i Large White e altre razze inglesi, quindi il suo patrimonio genetico è presente in quasi tutti i suini, di grande importanza, allevati oggi perché poi i LW furono impiegati per migliorare altri ceppi e razze in tutto il mondo, ti risparmio l'elenco, saluti Mario


17/09/2009, 19:02
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Mario hai ragione ho proprio un caratteraccio. Ti devo dire che in realtà la cosa deriva come puoi comprendere dalle esperienze personali e professionali recenti,che portano magari ad avere un approccio sempre di punta.
La stima professionale è reciproca e so quanto hai lavorato con caparbietà contro le molteplici difficoltà che insidiano noi tecnici "fuori dal coro".
Leggo sempre i tuoi interventi e anche i tuoi libri , articoli ,lavori imparando sempre cose nuove.
Penso anche alla grande utilità di un luogo di incontro come questo dove le idee convergono con una velocità un tempo inimmaginabile.
Giuliano 76
Quanto hai esposto è molto stimolante e chiede un approccio articolato.
Provo a risponderti a punti

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18/09/2009, 11:05
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Mi domando come una terra cosí isolata come la Basilicata non sia riuscita a salvaguardare un tesoro cosí unico. Ma in effetti la maschera bianca in faccia caratterizza il tipo pugliese, vedi esemplari conservati presso il Compendio della consolazione...


Il discorso di non riuscire a conservare è legato al fatto del ciclo breve del suino ( molti lo ingrassano pochi lo riproducono)e della innegabile adattabilità e qualità dei suini bianchi che hanno eroso anno dopo anno per incrocio le popolazioni preesistenti.
Arrivavano al Sud vagonate di suini industriali che costavano poco e rendevano di più in peso senza bisogno di pascolo ma al chiuso.

Il tipo suino con maschera e balzana che citi è un po diverso dal suino originale Pugliese descritto
Li erano diffusi maiali neri, mascherini e bianchi avorio vedi atlante suini Agraria.org

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18/09/2009, 11:10
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Se non é il casertano al 100%, ma un suino frutto di incroci, recuperare il colore sará stato facile, ma questa peculiaritá come l'hanno conseguita?


Lavorando su animali impuri con sangue di Casertano spontaneamente riemergono capi con tettole e provvisti del carattere genetico assenza di setole.
Continuando la selezione si purifica per gradi il lotto di suini riportando in omozigosi alcuni caratteri.
Con l'assenza di setole si accentua anche la finezza dei lineamenti dei suini e lo scheletro diventa più leggero ,come pure le forme più armoniche e fini.

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18/09/2009, 11:19
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perché la Spagna, meglio di altri, ha saputo conservare, uno straordinadio patrimonio genetico. Per esempio mi picerebbe capire il perché in Terra di Lavoro non hanno saputo mantenere una razza straordinaria, quale il maiale nero casertano...secondo quanto si legge in un libro pubblicato qualche anno orsono il suino iberico potrebbe essere persino una sottorazza dell'esemplare un tempo allevato nel Sannio e nell'ex Terra di Lavoro. Quello attuale quanto ha del patrimonio genetico del piú antico ed importante suino italiano?


Il segreto del conservare stà nell'isolamento.
Anche le razze Iberiche sono comunque state sottoposte a recuperi molto simili a quelli vissuti in Italia.
I suini Iberici hanno affinità enormi con suini Italiani . Stesso gruppo stesse caratteristiche,certo che a noi mancano le estensioni di pascoli alberati a querce ed un marketing vincente.

I rapporti tra Borboni ed Italia sono i responsabili della presenza di razze suine molto simili in Italia e Spagna.

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18/09/2009, 11:26
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