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Relazione tra salute e selezioni in iper-tipo specie aviari 
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Le specie animali sono in continua evoluzione e modificazione. Questa variazione è data da due diverse spinte selettive, la selezione naturale per le specie selvatiche e la selezione operata dall’uomo per quelle domestiche.
Le specie selvatiche si adattano ai cambiamenti dell’ambiente tramite una selezione riproduttiva che tende ad adattare la specie in questione facendo sopravvivere e quindi riprodurre solo i soggetti più idonei. Non i più forti come molti ritengono, ma i più adatti a quello specifico ambiente.
Facciamo un esempio. Un falco che debba cacciare nel deserto in condizioni di caldo estremo e con poca disponibilità di cibo e prede rapide e molto leggere dovrà essere piccolo, scattante e molto veloce nella caccia. La stessa specie di falco che si sia adattata a climi freddi, volo in boschi innevati e prede più lente potrà sopravvivere solo se fornito di piumaggio abbondante, taglia maggiore per non disperdere il calore corporeo rapidamente e artigli molto forti per carpire prede più lente, ma più pesanti. Il caso descritto può essere quello del Falco Pellegrino presente in diversi areali e che si è naturalmente modificato assumendo taglie e pesi diversi a seconda della zona di provenienza.
Nella selezione artificiale delle razze domestiche i criteri di scelta dei riproduttori sono molto diversi da quelli naturali. Le specie vengono selezionate in razze che abbiano attitudini, morfologia, caratteri utili all’uomo.
Per esempio i galli e le galline domestiche derivano da specie selvatiche ancora presenti nelle loro zone di origine (Gallo dorato, Gallo di Giava, Gallo di Ceylon, Gallo grigio della giungla). Nella selezione domestica le specie selvatiche hanno subito una miriade di selezioni in razze diverse a seconda della specializzazione utile all’uomo, ad esempio razze di ovaiole che riescono a produrre un uovo al giorno contro una media in natura di 15/20 uova in un anno delle specie selvatiche, o ancora di polli da carne che possono pesare fino a 10 volte il loro progenitore selvatico. La selezione che ha esaltato il carattere di competitività dei maschi, unito ad un corpo atto alla lotta, ha ottenuto le razze di Galli da combattimento. La selezione delle razze di galliformi da bellezza ci ha regalato una enorme varietà di colori della livrea, le taglie più disparate, ciuffi, calze di piume, ecc. che a ben vedere assomigliano più alla capacità creativa di un artista rispetto al mero calcolo di un genetista!
Quanto detto vale naturalmente solo per i caratteri ereditari, ovvero i caratteri fenotipici (che noi possiamo osservare) che hanno la possibilità di essere trasmessi dai genitori ai figli.
Tutto questo è a parere dell’autore una possibilità molto bella che viene data agli allevatori da madre natura, perché permette loro di divertirsi a creare nuove razze e varietà di animali secondo criteri pratici o di personalissimo gusto estetico, ma mi sta a cuore fare una precisazione sui limiti che questa facoltà ci pone.
Nella selezione delle razze animali si può partire da specie con un pool genetico già abbastanza ristretto e che quindi non forniscono “molti colori per la nostra tavolozza”. Altre volte la specie in questione ha una forte ricchezza di espressione genica e ci permette di allontanarci molto nella selezione dai caratteri fenotipici del progenitore selvatico. A volte la razza domestica dopo alcuni decenni di selezione non assomiglia più neppure lontanamente alla specie dalla quale è derivata. Per tutti l’esempio della razze canine, chi direbbe che un piccolo cagnolino da compagnia come il Carlino o il Bulldog francese appartengano alla stessa specie del lupo che vive libero nei nostri boschi? E chi si sognerebbe di dire che un Canarino Parigino o Arricciato Gigante italiano appartengano alla stessa specie del Canarino selvatico presente in natura nelle Isole canarie? Eppure è proprio così, sono la stessa specie con una diversa espressione dei loro geni che ha appunto dato origine a diverse razze.
Quanto detto ci serve per fare la precisazione che a me sta tanto a cuore. Ovvero ci rendiamo conto che selezionando una certa razza stiamo prendendoci la responsabilità del risultato che vogliamo ottenere? Ci rendiamo conto che stiamo giocando a fare “il Creatore” che plasma le sue creature secondo un gusto proprio e quindi discutibile e opinabile?
Questo per far riflettere sul compito gravoso ed insieme molto eccitante che prende sulle sue spalle l’allevatore selezionatore. Sta creando o sta contribuendo alla creazione di qualcosa che prima non c’era e che poi esisterà grazie al suo ingegno, impegno e dedizione.
In questo senso diventa indispensabile porsi degli obiettivi etici e di benessere animale oltreché morfologici e selettivi.
Se si seleziona per avvicinarsi sempre più ad un obiettivo di standard senza tenere presente il benessere dell’animale si può andare incontro al fenomeno del così detto ipertipo. Ipertipo significa voler raggiungere le condizioni dello standard esasperando un carattere senza considerare le inevitabili conseguenze.
Ad esempio, se una certa razza di gallo, colombo, canarino o di qualsiasi altra specie viene selezionata per il gigantismo e quindi è gradita la taglia maggiore possibile, sarà semplice ottenere dei soggetti enormi semplicemente facendo riprodurre solo i soggetti di taglia maggiore. Ma insieme alla gigantizzazione della taglia spesso si selezionano caratteri indesiderati che dipendono dalla taglia “non più naturale”. E’ noto ad esempio che la gigantizzazione non controllata porti con sé riduzione della rusticità e della longevità, predisposizione ad anomalie trasmissibili delle articolazioni maggiori, cardiomiopatie ipertrofiche con soggetti cardiopatici in giovanissima età, ecc.
In questo modo ci stiamo prendendo la responsabilità di far nascere dei piccoli che avranno una possibilità di ammalarsi molto maggiore dei conspecifici di taglia inferiore e comunque più vicina a quella del progenitore selvatico.
Altro esempio è quello dei soggetti allevati per forma e posizione come le razze avicole con piumaggio abbondante, penne lunghissime sui tarsi, code e “cravatte” di piumino, ciuffi che coprono gli occhi. Il piumaggio è modificato in quasi tutte le razze di uccelli e permette di ottenere una bellezza eterea e artificiosa che difficilmente potrebbe essere ottenuta con la sola modifica della morfologia del corpo. Ma anche in questo caso è necessario allevare con rispetto per i nostri animali: un ciuffo troppo abbondante, come anche un collare di piume (Colombi Cravattati) può impedire la visione, la calza di penne e piume sulle zampe (Colombi Lahore) possono diventare ricettacolo di sporcizia e sede preferenziale per lo sviluppo di infezioni ed infestazioni a carico di parassiti. Il piumaggio vaporoso degli uccelli arricciati è sicuramente bellissimo come se avesse appena eseguito una messa in piega, ma è del tutto inadatto per proteggere l’animale dalle intemperie, dal freddo e dalla pioggia.
Le anomalie morfologiche sono poi fra le più varie. La riduzione dei diametri trasversi del muso di molti colombi ornamentali (es. Colombi Berlinesi dal becco corto, Ochetta viennese, alcune razze di capitombolanti e altivolanti) impedisce loro di imbeccare la prole (i colombi che imbeccano inseriscono tutto il becco nel gozzo del piccolo) e l’allevatore è costretto a far crescere i pulcini a delle balie con il becco normale.
I colombi e i galli con bargigli, creste e altre escrescenze carnose iper-sviluppate (Colombi Carrier) possono andare incontro a dermatiti e infestazione da acari di queste pertinenze cutanee, infezioni che poi possono estendersi anche ad altri distretti corporei. Queste escrescenze crescono per tutta la vita e nei soggetti di alcuni anni possono diventare smisurate e disturbare il soggetto e rendere difficoltoso anche nutrirsi e pulirsi il piumaggio.
Nei Colombi Trigani con il collo portato indietro sopra il dorso, nei Canarini Gibber italicus con la loro posizione degli arti iper-estesa e collo in avanti a formare una gobba, in tutte le razze selezionate per posture estreme, queste innaturali angolature delle articolazioni possono far sviluppare artrosi precoce e predisporre a problematiche sanitarie di varia natura.
Concludendo vorrei solo stimolare una seria e appassionata riflessione su dove vogliamo dirigere la nostra selezione. Ci accontentiamo di ottenere una coccarda ad una mostra ornitologica o lo sguardo di ammirazione di un collega oppure vogliamo contribuire seriamente alla selezione e miglioramento della razza che alleviamo?
Sono convinto che la maggior parte degli allevatori siano persone appassionate, preparate e di buon cuore. Nel mio lavoro di Veterinario per animali esotici (seguo uccelli, rettili, roditori, animali da zoo, ecc.) ho una casistica piuttosto ampia di casi e allevamenti e posso dire che la realtà italiana, tanto denigrata dai media, è data soprattutto da persone per bene che sacrificano i loro risparmi, i loro fine settimana e tutto il tempo libero per portare avanti la cultura animalista corretta, ovvero di gestione rispettosa del nostro patrimonio culturale di allevamento e selezione.
Perché il nostro mondo continui ad esistere, per il benessere dei nostri animali, per evitare critiche da parte di persone che non conoscono gli animali ma hanno molti spazi in televisione, in rete e sulla carta stampata, è indispensabile che in ogni piano selettivo mettiamo un dose di buon senso e di rispetto per la fisiologia e la salute dei nostri animali.
Solo così potremmo essere sicuri di allevare non solo per il nostro diletto, ma soprattutto per il bene degli animali e più in generale della natura.
Articolo a cura di :

dr. Diego Cattarossi

(DMV, PhD, Veterinario accreditato Fnovi per la cura degli animali esotici[*]
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Allevamento amatoriale avicolo " Il Giuncheto".

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10/04/2015, 22:05
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Grazie per le preziose informazioni.
Marco

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23/04/2015, 7:07
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Ciao, bellissimo articolo complimenti all'autore.
Sono d'accordo con tutto quanto scritto e sono il primo a ricercare nel mio modo d'allevare di ricercare prima di tutto nei miei animali rusticità, prolificità, adattabilità e salute. Aggiungo il caso del canarino spagnolo, diretto discendente del canarino selvatico, allevato con l'intento principe di ridurre la taglia all'inverosimile, per perseguire il famigerato standard. Ho visto l'anno scorso 3 femmine su 4 acquistate da allevatore pluripremiato morire in fase di deposizione per ritenzione dell'uovo, e le cose non succedono mai a caso.
Dr.Diego Cattarossi, scrivimi se ti fa piacere alla mail luigi.bugin@libero.it che facciamo 4 chiacchiere!
Buona giornata

P.S.: purtroppo la nostra linea di idee non paga e non trova sostenitori: in questo come in qualsiasi altro forum trovi milioni di risposte ad accese discussioni sugli standard più disparati, e uno scritto intelligente e propositivo come il tuo non trova seguaci. Il mondo degli allevatori è così, (a parer mio) purtroppo.

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LUIGI BUGIN

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30/04/2015, 11:24
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Località: Trebaseleghe PD
Formazione: Laurea magistrale Fisica
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Dr. Diego Cattarossi,
sono anni che non scrivo su questo forum e la ringrazio di tutto cuore per avermi fatto interrompere il silenzio, offrendomi una lettura inattesa e graditissima.
Sono solidale al concetto che esprime e la ringrazio per averlo espresso.

Grazie e a rileggerci presto

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Giacomo


30/04/2015, 13:32
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io penso che chi alleva per passione certe nozioni le conosca già.ecco perchè poca risposta.nel mondo dei polli possiamo parlare di selezione oltre che per standard,anche per vigoria(ma un allevatore con un po' di sale in zucca lo fa,non vuole allevare centinaia di animali per vedersene sopravvivere pochissimi e inadatti alla riproduzione,oltretutto animali malaticci e debolucci difficilmente riescono ad esprimere bene le prerogative di razza),ma non ho mai visto,tranne in un caso,delle aberrazioni mostruose come nel caso dei canarini,vedi gibber.


30/04/2015, 14:53
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Il gibber è la punta dell'iceberg, ma so di allevatori che con le oche di tolosa hanno un uovo fecondo su 10, allevatori che danno continuamente antibiotici a largo spettro in via preventiva per tenere in salute i propri animali, so di allevatori che per fare i famosi stamm riproducono per tre quattro generazioni di fila in stretta consanguineitá...non voglio generalizzare, ma queste cose esistono...

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30/04/2015, 21:18
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Salve a tutti, il sig. Diego Cattarossi purtroppo non è iscritto a questo forum, dato che l'articolo è stato realizzato su idea dell'allevamento "Il giuncheto".
Ma data la nostra collaborazione in merito, presto sarà online il sito dell'allevamento "Il giuncheto" dove saranno periodicamente pubblicati ( sia questo) che altri articoli.
Saluti.

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30/04/2015, 23:29
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l'affermazione su come un colombo nutre la prole è errata non è il genitore che introduce il becco in quello del piccolo ma il contrario.
A parte questa piccola inesattezza e facendo una riflessione,mi chiedo come sarebbero gli animali senza l'intervento selettivo dell'uomo?avremmo galline che produrrebbero 10-15 uova all'anno,polli di 500gr a crescita lentissima da tenere in gabbioni perchè altrimenti data la loro selvaticità volerebbero via,oche selvatiche inavvicinabili,solo lupi invece di cani ecc.ecc.le selezioni in ipertipo tratte da un diciamo difetto o mutazione genetica hanno portato ad avere un certa biodiversità che di per sè in natura non avrebbe potuto esistere,non avremmo sicuramente una vasta gamma di animali a mantello,pelle o piumaggio bianchi o albini perchè sarebbero prede visibilissime per i loro predatori quindi non avremmo anatre caroline o mandarine bianche,non avremmo rettili bianchi,non avremmo negli uccelli da gabbia o voliera con mutazioni di colore eccezzionali tali da renderli unici,l'uomo con le sue passioni,i suoi hobby e forse a volte anche con i suoi capricci è per fortuna non sempre un distruttore ma anche un creatore.


02/05/2015, 9:06
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mazza59 ha scritto:
l'affermazione su come un colombo nutre la prole è errata non è il genitore che introduce il becco in quello del piccolo ma il contrario.
A parte questa piccola inesattezza e facendo una riflessione,mi chiedo come sarebbero gli animali senza l'intervento selettivo dell'uomo?avremmo galline che produrrebbero 10-15 uova all'anno,polli di 500gr a crescita lentissima da tenere in gabbioni perchè altrimenti data la loro selvaticità volerebbero via,oche selvatiche inavvicinabili,solo lupi invece di cani ecc.ecc.le selezioni in ipertipo tratte da un diciamo difetto o mutazione genetica hanno portato ad avere un certa biodiversità che di per sè in natura non avrebbe potuto esistere,non avremmo sicuramente una vasta gamma di animali a mantello,pelle o piumaggio bianchi o albini perchè sarebbero prede visibilissime per i loro predatori quindi non avremmo anatre caroline o mandarine bianche,non avremmo rettili bianchi,non avremmo negli uccelli da gabbia o voliera con mutazioni di colore eccezzionali tali da renderli unici,l'uomo con le sue passioni,i suoi hobby e forse a volte anche con i suoi capricci è per fortuna non sempre un distruttore ma anche un creatore.


L'uomo creatore? Per l'amor di Dio, l'uomo non ha creato un bel niente, al massimo ha modificato ciò che già esisteva, riguardo alla mutazione dei colori o come hai sottolineato il produrre un maggior numero di uova, e' soltanto l'aver portato mutazioni\modifiche ad animali vari, strettamente per scopi personali ( magari per sopravvivenza o per capriccio ) ma di sicuro non ha creato nulla che già non esisteva.
Poi se nel bene o nel male e' un altro discorso.
Saluti

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02/05/2015, 9:55
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certo che l'uomo è un creatore è un dato di fatto,tutte le razze oggi in giro per il mondo sono state create per selezione quindi ribadisco che l'uomo è anche un creatore,perchè tutta questa biodiversità anche se creata a scopo d'interesse è pur sempre biodiversità che da sola non si sarebbe sicuramente creata.


02/05/2015, 15:49
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