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Produttori italiani di camomilla 
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Iscritto il: 11/05/2018, 9:54
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Buongiorno a tutti,

vi scrivo perché sto cercando da tempo dei produttori di camomilla e tiglio che facciano vendita all'ingrosso, possibilmente certificati bio europeo, in grado di preparare una spedizione per l'estero, ma pare impossibile: ho ricevuto offerte di chi lavora un prodotto raccolto nell'Europa dell'est, o piccolissime produzioni vendute in proprio, ma online non sono riuscito a trovare molto altro.
Mi sembra molto strano, e voglio per ora imputarlo alla bassissima propensione alla digitalizzazione, nonché all'inefficienza dei database delle associazioni di settore - o alla mia incapacità nel cercarli.

Qual è dunque la causa? E' una coltura lasciata ad altre nazioni meno costose, nonostante la richiesta che pare decisamente in crescita, oppure è principalmente un problema di organizzazione del sistema?

Grazie :-)


11/05/2018, 10:11
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Iscritto il: 28/04/2016, 0:33
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In parte è una questione di mentalità nel voler fare qualcosa di diverso, in parte come dici tu è un problema di organizzazione di sistema. A meno che non disponi di tutto il necessario (locali a norma dove stoccare, essiccare e confezionare il prodotto) per le nuove aziende l'investimento è abbastanza alto, per cui molti partono a piccoli passi, e credimi non è nemmeno semplice trovare chi si occupa di commercializzare il prodotto. Tieni anche presente che per chi sta cominciando o per chi ha iniziato da meno di 3 anni, c'è il periodi di attesa di almeno 3 anni di conversione da azienda tradizionale prima della certificazione biologica, per cui anche se io ti dico che da domani metto su 1 ha di camomilla, per le tue esigenze magari saranno fruibili fra 3 anni.
Insomma, come avrai capito, è tutto un mezzo casino, le spese e i tempi non aiutano e non incitano, almeno qua in Italia, la produzione e la commercializzazione delle piante officinali. Io lavoro con piccole quantità destinate ala vendita diretta e alla fornitura di piccole realtà. La prossima stagione mi piacerebbe proprio iniziare a lavorare con la camomilla, ma sempre in quantità ridotte, non posso ancora permettermi simili investimenti, e siccome non posso permettermi simili investimenti non posso nemmeno permettermi di accedere ai fondi comunitari per affrontare simili investimenti. Quest'ultimo è un altro degli aspetti malati del nostro ambiente di lavoro.


11/05/2018, 14:36
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Iscritto il: 11/05/2018, 9:54
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Ti ringrazio molto per la risposta, inizio a capire qualcosa in più.
Ne emerge un quadro in cui in teoria non è molto conveniente coltivare, e data la difficoltà nel reperire investimenti lo è anche effettuare attività a più alto valore aggiunto acquistando altrove la materia prima. Ne risulta un sistema sostanzialmente immobile.

Eppure, paradosso, dalle mie ricerche è stato invece molto, molto semplice trovare fornitori francesi che aggregano piccoli produttori locali e raggiungono massa critica.

Mi interessa molto capire qualcosa in più e se non ti disturbo presto ti scrivo in privato; anche perché dopo anni vissuti in una realtà molto dinamica, in cui l'investimento non è MAI un problema - l'unico impedimento piuttosto è la mancanza di idee, o l'incapacità tecnica nel realizzarle -, mi è difficile mettere insieme tutti i fattori.

Parlando di banche dati delle aziende produttrici: possibile non ce ne sia alcuno consultabile in maniera aggregata? Intendo senza doversi rivolgere a decine di associazioni iper-locali, una per una. Anche questo mi pare un punto spinoso, una priorità per gli enti governativi e le associazioni di settore.

Grazie ancora, a presto!


12/05/2018, 10:36
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Iscritto il: 28/04/2016, 0:33
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Località: Assemini (CA)
Formazione: Perito Agrario
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Coltivare può essere conveniente, ma dipende tutto dalle capacità imprenditoriali del singolo, non essendoci canali più semplici da trovare come un mercato all'ingrosso o la bottega cui proporre il tuo prodotto.
In Francia c'è un'altra cultura, specie in alcune zone, sulla coltivazione delle piante officinali. Qua invece qualunque cosa non sia una coltivazione da supermercato, anche se dicono di no e incitano a farlo, per le banche, associazioni di categoria, agenzie per l'agricoltura, rimani una piccola realtà di nicchia sulla quale non conviene investire, perchè l'italiano medio ha una cultura alimentare decisamente scarsa, la dieta mediterranea ormai lo è solo di nome, poichè è composta da alimenti che vengono da ogni parte del mondo e fuori stagione gran parte delle volte.

Paradossalmente, qua (almeno da me) non è la mancanza di idee che manca, ma lo spirito di comunità e la mancata propensione nel credere alle aziende delle piante officinali, come ho spiegato qua sopra.
Ti faccio un esempio. Nel mentre che sto scrivendo sono tornato a casa da poco, dopo 2 giorni di Fiera a Carbonia, lavoro con lo zafferano. Dalle mie parti le persone appena sentono la parola zafferano la ricollegano subito a 3 comuni: San Gavino, Turri e Villanovafranca, ostentando il solito ridicolo fatto che "eh, non ne producono molto perchè ne fanno poco e di qualità" quando invece a quanto pare altre aziende hanno certificato il proprio zafferano constatando un'eccellenza della spezia che non ha pari nemmeno in quei 3 comuni dove hanno istituito la DOP e l'unico utilizzo per il marchio di Sardegna. Un signore si avvicina e comincia a farmi il sermone sullo zafferano di San Gavino, la mia risposta secca in questi casi è sempre la solita: fino a quando non la si smette con questi stupidissimi classismi, in Sardegna con lo zafferano continueremo a fare la fame, spendendo 100 per la postazione e incassando 150 a fine fiera. Questo, è uno dei tanti motivi per cui è molto difficile creare aggregazioni di produttori e raggiungere la massa critica, cui anche io aspiro un giorno assieme ad altre aziende di zafferano.

Per quanto riguarda le banche dati dei produttori, credo che le uniche cui si possa fare riferimento sono quelle della camera di commercio, ma purtroppo anche quelle sono inaffidabili. Io per primo, che di certo non avevo le risorse per lavorare dall'inizio con le piante officinali, sono iscritto coi codici ateco degli ortaggi e della frutta oltre che delle piante officinali, così come tante altre aziende, ma di queste non si può essere sicuri chi abbia continuato o meno in maniera significativa la coltivazione di queste ultime.

Sentiti pure libero di scrivere pubblicamente, nessuna motivazione antipatica, ma magari il discorso che si sviluppa può essere utile a chiunque faccia una ricerca e finsica sul forum :)


13/05/2018, 23:34
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