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oliveto di montagna 
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Visto che l'ho citato sopra colgo l'occasione per segnalare il sito:http: //www.antoninodemaria.it/ è il bravo tecnico che sa moltissimo circa l'olivicoltura di montagna e che con grande slancio di volontariato mette a disposizione gratuitamente le tecniche di condotta e gestione dell'oliveto.
:D
Come non sarà difficile capire, io da buon bastiancontrario, non applico tutta la parte che riguarda i trattamenti, potatura, ecc, però bisogna dire che io gioco, invece lui lavora, quindi le possibilità di non riuscita sono per lui notevolmente più punitive che per me.
A parte questi piccoli dettagli, sulle osservazioni generali, trovo le sue, sempre molto interessanti e pertinenti.
Ho fatto la segnalazione di mia iniziativa, però l'amico Antonino non me ne vorrà di certo.
:P
La sua visione scientifica è la più rappresentativa del vedere l'argomento sotto il punto di vista delle conoscenze ufficiali (università) in materia, quindi indipendentemente se le si vuole seguire o meno, direi non si devono ignorare.


08/08/2016, 10:36
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:(
Primi danni da mosca ben evidenti, anzi peggio già fori di uscita, anzi peggio diversi fori di inoculo su: Ascolana tenera, Leccino, Piantone, Rigalese, ecc.
Il 2014 potrebbe ripetersi o essere imitato. :evil:

Per fortuna ho ancora un po' di olio ben conservato che dovrebbe permettermi di passare il prossimo anno, perchè quello che si presenta, mi pare un altro anno da olio "vermicello", e quantità ridotte.

Io non faccio alcun trattamento, per cui non non mi agito più di tanto, però continuo a ridurre le speranze di buon raccolto, che allo stato, non potrà che essere scarso e di qualità probabilmente mediocre. :|


27/08/2016, 11:03
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Se hai voglia-tempo....aggiornaci con qualche foto :D

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04/09/2016, 11:46
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mando alcune foto che illustrano un pochino il "dramma" che penso sarà inevitabile, viste le previsioni di tempo bello e temperature prossime ai 30 gradi per almeno altri dieci giorni, :| l'unico dubbio è se si batterà il record negativo del 2014. :?

Intanto alcuni segni inequivocabili che le mie olive sono a elevato rischio, anche se con un trattamento a base "dell'innominato" si potrebbero ancora salvare quasi tutte.

Io non tratto quindi :evil: sperimento la discesa agli inferi. :twisted:


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05/09/2016, 22:42
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Per ora sono perse tutte le Ascolana Tenera, veramente staranno su, ma saranno come emmental.
Tutte le Piantone di Mogliano, quelle cadranno rinsecchite prima del raccolto.
Moltissime Leccino cadranno dopo essere state bucherellate dalla Bactrocera e successivo conseguente attacco di rogna, almeno cadendo prima del raccolto non andranno a peggiorare la "qualità" dell'olio.
Confido come al solito su Frantoio, Pendolino, Piangente, Canino, Phicoline ecc più altre scampate che quasi sicuramente cercherò di raccogliere molto presto, perdendo in resa, ma almeno avere un po' di olio, seppur difettato.
Adesso un paio di foto di quelle ancora sane per ora ma quasi sicuramente tarlate prima del raccolto.

Ho voluto mettere queste foto perchè significative delle possibilità produttive del luogo applicando la regola delle tre A:
- Autonomia vegetativa, vale a dire non tagliare neppure un rametto per i primi 6/7 anni.
- Acqua di irrigazione a goccia.
- Azoto.
Mosca ovviamente che va trattata a parte, dico subito, che se avessi anche solo tagliato (potatura) alcuni piccoli rametti dalle piantine in foto, le olive che qui sono ben evidenti, sarebbero quasi del tutto scomparse.
Poi ognuno faccia come vuole. :mrgreen:


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05/09/2016, 23:03
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Una domanda Sergio: Ma i vecchi olivi presenti a Roceia fruttificano-fruttificavano? Se si era già presente la mosca? Sai, io credo che l'introduzione di cultivar da altre parti favorisca la diffusione dei parassiti.Un esempio: avevo un melo "antico" che produceva le solite meline che adesso sarebbero solo buone per marmellate o aceto ma che comunque noi, allora ragazzi, non disdegnavamo di mangiare e posso dire di non aver mai visto un verme all'interno di queste mele. Poi sono state piantumate nei dintorni le varie renetta, golden ecc. e con esse è arrivata la carpocapsa che sta praticamente parassitando tutte le mele, comprese quelle del vecchio melo selvatico.
Forse dovremmo rivedere il nostro modo di coltivare e ritornare alle poche varietà presenti da tempo in zona e che si sono adattate al clima e alle avversità di ogni tipo.
Ma forse è troppo tardi...
Per la cronaca io ho tagliato ieri i miei tre olivi perchè la lotta contro la mosca è impari. Il frantoio quest'anno non aveva un'oliva mentre pendolino e leccino na avevano una ventina a testa tutte, ma proprio tutte, con il loro bravo bruco all'interno e quindi...
Comunque ammiro la tua costanza.
Ciao.

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07/09/2016, 16:59
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Allora intanto una piccola precisazione geografica, la Roceja si trova sullo stesso versante della valle, con la stessa esposizione a Sud, ma più spostata verso Torino di circa 15/20 km.

Gli olivi plurisecolari del circondario di Susa stanno tutti nel raggio di una decina di Km dalla detta città.

Dopo analisi sul dna le antiche ceppaie appartengono sostanzialmente a due gruppi, uno Frantoio, l'altro Aglandaou, quest'ultimo tipico residuale delle alte quote oltre 600 mt slm, delle prealpi francesi.

Lo scorso anno ho visitato le vecchie ceppaie al periodo della raccolta, anche li vi erano olive col tarlo.
Da qui la santificazione del detto "dove resiste l'olivo resiste anche la mosca". :mrgreen:

Mele, prima di cominciare con gli olivi mi sono dilettato con mele e pere vecchie e nuove varietà.
Le vecchie alla fine, escluso alcune tipo Giachetta, Martin sec, e qualche altra, le ho sovrainnestate, perchè alla fine le buttavo a Primavera perchè non le mangiava nessuno. :lol:

Comunque anche con le mele ho sempre adottato il sistema delle tre A:
- Autonomia della pianta, con pochi interventi cesori.
- Acqua.
- Azoto.

Ovviamente nessun trattamento chimico di nessun genere, rameici compresi.
La carpocapsa non colpisce sempre, va ad annate, e a zone, faccio un esempio:
Avevo una delle prime Jonagold presso l'apiario di casa, mai una mela si salvò dalla carpocapsa per anni.
Piantai in altra località in un vallone di fondovalle sia le Jonagold che altre varietà recenti e storiche, ebbene in tale posizione il problema della carpocapsa è molto mitigato e i danni maggiori li fanno le ghiandaie, i ghiri, ecc.

Anche qui in Roceja ho mele di molte varietà recenti ma il problema principale restano le ghiandaie, i ghiri, tassi, a cui si sono aggiunti i calabroni.

Dopo che tutti si sono serviti il rimanente è per me, :lol: ad ogni modo raccolgo sempre più di quanto consumo.
Ovviamente essendo gli scampati sono quasi tutti bruttarelli e alcuni col baco, io mangio il commestibile ma nessuno le comprerebbe per se, noi siamo usi mangiare con gli occhi, :mrgreen: cosi a primavera i resti vanno sul compost.


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08/09/2016, 12:01
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Si, so che attualmente quasi tutti i frutti vengono parassitati da insetti o crittogame ma quello che mi piacerebbe sapere è se anche i vecchi olivi presenti nel tuo territorio, in precedenza (diciamo tra gli anni 50 e 60) venivano infestati dalla mosca. Non so se a tanto risalgono i tuoi ricordi ma qualcuno in zona meno giovane magari se lo ricorda. Ho portato l'esempio delle mele solo per riaffermare che solo qualche decennio fa tutte queste avversità non esistevano o, almeno, erano trascurabili.
A seguito di una "globalizzazione" scriteriata e l'uso massiccio di pesticidi (un plauso a te che non li usi)quante nuove malattie ci troviamo a dover fronteggiare da un paio di decenni a questa parte? C'è da rabbrividire a pensare a ciò che ci riserverà il futuro.
Fine dello sfogo...
Ciao.

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08/09/2016, 15:50
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Mi unisco alla domanda e allo sfogo, tuttavia mi è dura pensare che i tre olivi siano stati addirittura tagliati! Ce ne erano molti intorno?
Io mi sto convincendo, basandomi sul poco che vedo, che in generale il problema venga dalla monocoltura. Per esempio olivi sparsi e isolati sarebbero più difficilmente colonizzabili da parte degli aggressori? Riconosco che ciò andrebbe contro la "economia" della gestione moderna.
Mi sto un po' interessando alle food forest, alle consociazioni, all'equilibrio di bosco...
Bosco e olivo nella stessa frase? Beh qui i più belli e sopravvissuti (alla siccità, non tanto al freddo) sono quelli che hanno alle spalle la protezione termoregolatrice di una siepe o di un fronte di bosco!
Non parlo di mosca poiché i miei olivi sono piccini! Ah però il ghiacciolo e la nostrana di brisighella che hanno olive le hanno belle e intere! Sono solo loro due, in una radura nel bosco, vicini cinque sei metri per impollinarsi, e gli altri sono più in là di una trentina di metri, in una altra radura..
Attendo anche io la risposta a bieler, buona notte!


08/09/2016, 21:49
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Intanto mi pare di ricordare che la mosca dell'olivo sia comparsa nel mondo olivicolo nella prima parte degli anni 1800 o forse 1700 :| . Dovrei cercare la fonte ma al momento sono su altri argomenti e la mia stanca mente già a fatica fa una cosa alla volta. :mrgreen:

Di ricordi del passato lontano, :| io non mi ero occupato della mosca, quindi non ne ho.

Però qui in oliveto ho casi di Leccino quasi tutte le olive colpite, altri sempre Leccino, poco e ancora altri niente, per fortuna gli ultimi due casi sono la maggioranza.
Lo stesso dicasi per: Coratina, Frantoio e numerosa famiglia, Dolce D'Agogia, Phicoline, Pendolino, Maurino, ecc, quindi il fatto che qualche pianta in questa epoca sia poco molto o niente colpita nel raggio di meno di 300 metri non mi stupisce.

Il problema è che siamo a due mesi dal raccolto ideale e c'è tutto il tempo per fare il disastro su tutte o quasi.
Inoltre mentre al Sud il tempo bello e caldo diciamo sopra i 35° ha la capacità di bloccare lo sviluppo della Mosca, qui i più 30/33 di giorno la fanno riposare i 18/20° o appena più della notte le danno la birra e si sollazza. :(

Per fermarla per quanto da me visto, qui ci vuole la pioggia, e il fresco/freddo che porta con se qui in montagna, vedete delle nuvole? :?: Io per ora spero nelle previsioni che la danno verso il 15 Settembre, un mese dopo la media del luogo, ecco perchè più che dare la colpa allo sviluppo incontrollato della monocoltura, che non incoraggio certo, punto il dito sul clima.

Nella foto, in basso a sinistra, la macchia verde in mezzo al giallo in basso, Aglandaou, forse l'olivo più in alto delle Alpi circa 860 mt slm, abbarbicato alle rocce in un territorio aspro e inospitale, vero indomito eremita, :o almeno lo vorrebbe, ma la mosca, zac buca qualche oliva anche li. :|
Sotto la valle con le sue miserie e il suo smog, in lontananza dopo le montagne, Torino, sulla balza a destra la Sacra di San Michele, alla sinistra sopra al promontorio in centro alla valle, sulla continuazione della montagna, la Roceja, l'ombelico del mondo, he he he.


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Olivo di Cota Spa alt 860 slm.jpg
Olivo di Cota Spa alt 860 slm.jpg [ 41.64 KiB | Osservato 646 volte ]
08/09/2016, 23:42
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