Messaggi senza risposta | Argomenti attivi Oggi è 28/03/2024, 20:47




Rispondi all’argomento  [ 931 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1 ... 71, 72, 73, 74, 75, 76, 77 ... 94  Prossimo
Provincia Autonoma di Trento 
Autore Messaggio
Sez. Supporto Didattico
Sez. Supporto Didattico
Avatar utente

Iscritto il: 13/03/2008, 19:23
Messaggi: 67405
Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
Rispondi citando
Domani il primo incontro del percorso di qualificazione professionale promosso da Trentino Sviluppo e rivolto alle aziende dell’alimentare che puntano all’estero
I prodotti alimentari trentini sono sempre più apprezzati all’estero. Al via “FoodMarket”, per cogliere al meglio questa opportunità
L’agroalimentare rappresenta per il Trentino un ambito di punta. Rientra infatti, insieme a meccatronica, energia e ambiente e qualità della vita, tra le “Smart Specialization” del territorio, i settori identificati come strategici per lo sviluppo economico del territorio. Trentino Sviluppo promuove un percorso di formazione professionale destinato a chi opera nelle aziende del settore alimentare in Trentino, volto ad accrescere le loro competenze e rafforzarne la presenza all’estero. Domani a Rovereto il primo dei sei incontri in calendario. Le imprese possono iscriversi all’intero percorso o ai singoli appuntamenti, in programma fino al 29 novembre.

Perfezionare il prodotto, promuoverlo in modo efficace all’estero, crescere come professionisti e imprenditori. Prende il via domani il percorso di qualificazione “Food Market”: sei incontri promossi da Trentino Sviluppo per favorire l’attività di internazionalizzazione delle imprese attive nel settore alimentare. Il corso si svolgerà in Sala Meccatronica (c/o Polo Meccatronica-Via Zeni 8, Rovereto) in orario 8.30-12.30/14.00-18.00.
Il primo seminario, in programma domani, giovedì 28 settembre, sarà condotto dal professor Alberto Portioli (MIP-Politecnico di Milano Graduate School of Business) e sarà incentrato su “Migliorare per competere – Guadagnare produttività attraverso un processo di miglioramento continuo”, con focus sui requisiti tecnico organizzativi necessari per la vendita sui mercati esteri, con particolare riferimento a Germania e Stati Uniti. Il calendario prosegue poi, il 4 ottobre, con il primo modulo dedicato alla “Promozione efficace” tenuto da Stefano Mandato del Politecnico di Milano. L’incontro sarà incentrato sulla comunicazione con attività teoriche e pratiche. Il 18 ottobre spazio allo “Sviluppo prodotto” con il professor Venanzio Arquilla (POLI.design) e l’analisi del modello di business e portafoglio prodotti in una logica di internazionalizzazione. Le “Regole per esportare” sono il tema dell’appuntamento del 3 novembre con il professor Giuseppe de Marinis (Tupponi, De Marinis, Russo&Partners) con indicazioni tecnico-operative per l’import e l’export delle merci. Il 15 novembre è in programma il secondo modulo di “Migliorare le competenze”, dedicato alle certificazioni per il mercato estero, capitolo particolarmente delicato per il settore alimentare. I docenti saranno Roberto Pinton e Massimo Govoni di Accademia Bio. Conclude il percorso, il 29 novembre, il secondo modulo di “Promozione efficace” con Valentina Auricchio (POLO.design) dedicato ai diversi linguaggi della comunicazione, da quelli più tradizionali alle ultime tendenze.
Le imprese possono aderire a tutto il pacchetto di seminari o ad ogni singolo appuntamento. Per informazioni è possibile consultare il sito trentinosviluppo.it


Allegati:
Agrifood_imagefullwide.jpg
Agrifood_imagefullwide.jpg [ 70.06 KiB | Osservato 1442 volte ]

_________________
Segui Agraria.org anche su Facebook Immagine e Twitter Immagine!

Sei già iscritto all' Associazione di Agraria.org? ;)
27/09/2017, 21:22
Profilo WWW
Sez. Supporto Didattico
Sez. Supporto Didattico
Avatar utente

Iscritto il: 13/03/2008, 19:23
Messaggi: 67405
Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
Rispondi citando
Convegno oggi alla Fbk sugli effetti del riscaldamento globale in Trentino

Dalle temperature ai ghiacciai: la ricerca racconta un clima che cambia

Il clima cambia, anche in Trentino: dalle temperature alle precipitazioni, dalla neve ai ghiacciai, i dati scientifici raccolti in tutti gli ambiti connessi con questa problematica davvero globale, oltre che epocale, mostrano che anche qui, come nel resto delle Alpi, gli effetti del riscaldamento del pianeta si fanno sentire. Se ne è parlato questo pomeriggio alla Fbk, in un convegno promosso dagli enti che aderiscono all’Osservatorio Trentino sul Clima e che si occupano di ricerca e monitoraggio del territorio. Durante la conferenza, introdotta dall'assessora provinciale all'università e ricerca, Sara Ferrari, sono stati presentati i risultati dei principali studi svolti grazie anche al supporto del Fondo per la promozione dello sviluppo sostenibile e per la lotta ai cambiamenti climatici dell’Assessorato alle Infrastrutture e all’Ambiente. Un dato su tutti: nell'arco degli ultimi decenni la temperatura è cresciuta di circa un grado, che diventano due gradi se prendiamo come riferimento il periodo preindustriale. Due anche le evidenze principali rispetto ad altre fasi storiche. l'accelerazione del cambiamento e l'incidenza del fattore umano. Gli effetti principali si vedono nel ritiro dei ghiacciai, nell'anticipo delle fioriture, nella diminuzione delle giornate di gelo, ma anche altri ambiti, come quello dell'agricoltura devono fronteggiare fenomeni imprevisti, come l'arrivo di nuovi parassiti. Ferrari ha sottolineato la positiva collaborazione sviluppatasi fra i diversi attori scientifici e anche il Dipartimento protezione civile della Provincia. "Dobbiamo ora sforzarci di divulgare la conoscenza, rendere pubblici i risultati, valorizzare al meglio il patrimonio di competenze presente qui e farlo crescere ancora, guardando anche a Bolzano e all'Euregio. La grande mole di dati che abbiamo raccolto costituisce un patrimonio fondamentale per l'elaborazione delle politiche pubbliche, che devono poggiare su di un contesto chiaro, noto, concreto, condiviso. Questa di oggi costituisce dunque un'occasione preziosa anche per guardare al futuro delle politiche di adattamento degli impatti del cambiamento climatico sul territorio".
L’Osservatorio Trentino sul Clima è costituito dal Dipartimento Protezione Civile, che svolge il ruolo di coordinamento, dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, dalla Fondazione B.Kessler, dalla Fondazione E.Mach, dal Dipartimento Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica dell’Università di Trento, dal Museo delle Scienze e dal Comitato glaciologico della Sat.

Ai lavori ha portato i suoi saluti il dirigente generale del Dipartimento Protezione Civile della Provincia, Stefano De Vigili. "La Protezione civile, che dal 2010 coordina l'Osservatorio - ha detto - sarà chiamata sempre più spesso a governare gli eventi estremi, piogge eccezionali e alluvioni, frane, ma anche siccità ed erosione dei suoli. Disporre degli elementi di conoscenza più appropriati è fondamentale".
Annapaola Rizzoli, dirigente del Centro Ricerca e Innovazione della fondazione Mach e parte del nucleo originario di quello che è diventato un vero e proprio network di ricerca fra gli istituti del Trentino e un hub da cui aprire il territorio a tutte le collaborazioni internazionali sul tema, ha ricordato come le Alpi rappresentino uno straordinario laboratorio a cielo aperto per lo studio del fenomeno. "Noi siamo privilegiati perché viviamo in un sistema alpino che ancora apporta al clima dei benefici importanti in termini ecosistemici- ha ricordato - Ma anche qui dobbiamo fronteggiare cambiamenti importanti, che investono la stessa sfera economica. Pensiamo ad esempio all'arrivo di nuovi insetti che minacciano le colture. Dobbiamo quindi cercare di governare l'impatto di queste problematiche, ma al tempo stesso anche mettere a fuoco prospettive e opportunità che si aprovo sul versante pubblico e privato".

L’importanza dell’informazione sul clima

“Il clima sta cambiando con impatti significativi su tutte le Alpi e anche in Trentino ed è urgente un’azione responsabile da parte di tutti”. Così ha introdotto le relazioni della giornata Roberto Barbiero del Dipartimento Protezione Civile della Provincia autonoma di Trento, sottolineando il ruolo dell’informazione e della comunicazione sul tema e quindi l’importanza del contributo fornito dall’Osservatorio Trentino sul Clima. Dopo aver ricordato il percorso effettuato dalla Provincia in questi anni e le strategie adottate per affrontare il tema dei cambiamenti climatici Barbiero ha richiamato l’attenzione sulla necessità di un’ azione più efficace e rapida che coinvolga tutti gli attori, dall’amministrazione pubblica al mondo della ricerca, dalle imprese a tutti i cittadini.

Temperature e precipitazione

Le temperature anche in Trentino sono aumentate nell’ultimo secolo con un segnale che si è accentuato negli ultimi 30 anni, ha detto Emanuele Eccel della Fondazione Edmund Mach. In generale dal trentennio 1961-1990, periodo di riferimento per la climatologia, le temperature medie annue sono cresciute di circa +1,0°C con un contributo più marcato in estate e primavera.

Preziose informazioni giungono dall’analisi della serie storica delle temperature di Trento, ricostruita dal DICAM dell’Università di Trento grazie ad un prezioso lavoro di raccolta e analisi dati recuperati da archivi conservati presso le biblioteche. L'analisi della serie storica dal 1861 al 2016 ha evidenziato un progressivo aumento della temperatura media a Trento nei 200 anni, confermando la fase più intensa negli ultimi decenni. L’aumento di temperatura media annua rispetto al periodo pre-industriale 1850-1899 è di +1,9°C con contributi al riscaldamento in tutte le stagioni ma più marcato in estate e pari a +2.4°C.

Più in generale in Trentino sono aumentate le ondate di calore mentre il numero di giorni di gelo è diminuito, ma non il rischio da gelata, in quanto anche la vegetazione ha anticipato sensibilmente la fioritura. Le temperature massime sono aumentate in gran parte delle stazioni più delle minime e l'aumento di temperatura è stato più accentuato nelle stazioni di bassa altitudine.

Meno evidenti sono invece le modifiche del regime delle precipitazioni che negli apporti medi annui sono rimaste mediamente costanti mentre alcune modifiche emergono a livello stagionale: si osserva infatti un segnale di aumento in autunno e un lieve calo in primavera, mentre inverno ed estate non presentano trend significativi.

Neve

Si osserva una tendenza all’aumento della quota del limite delle nevicate che si traduce in un comportamento diverso nel tempo degli apporti tra le quote superiori e inferiori. Le precipitazioni nevose in quota non evidenziano infatti un segnale di trend, in coerenza con l’andamento delle precipitazioni invernali in generale, ma mettono in evidenza una maggiore variabilità degli ultimi 10 anni circa con i due evidenti estremi osservati nella stagione 2013-14 e 2008-09 risultate le stagioni più nevose degli ultimi 35 anni circa.

L’andamento delle nevicate a bassa quota è ben evidenziato dallo studio delle nevicate a Trento dal 1920 al 2017 presentato da Alberto Trenti di Meteotrentino. Dal 1920 ad oggi solo due inverni sono stati del tutto privi di neve in città, il 1923 e il 2002; mentre i più nevosi in assoluto sono stati il 1985 (230 cm in tutta la stagione), il 1978 (170 cm) e il 1947 (150 cm). La nevicata più copiosa è stata quella storica del gennaio 1985 quando in cinque giorni consecutivi sono caduti ben 165 cm di neve fresca, mentre il singolo giorno in cui è nevicato di più è stato il 28 gennaio 2006 quando sono caduti 65 cm di neve.

Dall'analisi climatica dei dati raccolti nell'ultimo secolo emerge chiaramente un sensibile calo della nevosità a Trento negli ultimi 30 anni, con una perdita di circa il 35% rispetto ai periodi precedenti. Questa riduzione è da imputarsi al fatto che la temperatura media invernale è aumentata di circa un grado mentre non è cambiata la quantità delle precipitazioni invernali, che in città si stanno quindi manifestando sempre più in forma liquida (pioggia) piuttosto che solida (neve).

I ghiacciai

Tra gli effetti più evidenti del riscaldamento in atto, ha spiegato Christian Casarotto del MUSE, emerge il progressivo ritiro dei ghiacciai in corso ormai sin dalla seconda metà del 1800, alla fine dell’ultima importante fase di avanzata dei ghiacciai nota come “Piccola Età Glaciale” (PEG).

L’attuale ritiro glaciale si è accentuato negli ultimi decenni e non sembra volersi attenuare. Oggi, in Trentino, l’estensione glaciale è di 32,2 km2, il 28,5% di quella presente nel massimo della PEG, pari a 112,8 km2. Da una riduzione percentuale media annua di 0,48 nel periodo PEG-1958, nel decennio 2003-2013 si è passati a perdere 3 volte il ghiaccio che si perdeva prima (1,79% annuo).

Il gruppo montuoso che ha fatto registrare la maggiore contrazione areale, rispetto alla superficie presente nel massimo della PEG, è stato quello delle Dolomiti di Brenta (-86,5%), seguito dagli altri due gruppi montuosi dolomitici delle Pale di San Martino (-82,1%) e della Marmolada (-74,9%). Quello che invece ha visto i ghiacciai contrarsi di meno è il Gruppo dell’Adamello (-64,7%).

E quest’anno? I ghiacciai per sopravvivere hanno bisogno di neve e di temperature estive sufficientemente miti per poterla conservare e permettergli di trasformarsi in ghiaccio; cosa che avviene in 3-5 anni. L’ultimo inverno ha portato sui ghiacciai una scarsa copertura nevosa, in media di 2 metri, che nella prima parte di un’estate ancora molto calda era già praticamente scomparsa. A stagione estiva ormai conclusa si registrano perdite di spessori anche di 5 metri di ghiaccio.

Il clima del passato e le implicazioni sull’ambiente

La comprensione dei cambiamenti climatici passa anche attraverso un’accurata conoscenza del passato tramite lo studio di preziosi archivi naturali, come raccontato da Antonella Cristofori della Fondazione Mach, impegnata nel progetto POLLiCE (POLLen in the iCE) che mira ad estrarre ed analizzare le informazioni relative a biodiversità e clima presenti nel ghiacciaio dell’Adamello. Nella carota di ghiaccio prelevata nel 2015 (5 m) sono stati trovati numerosi tipi pollinici, con DNA ben conservato e segnali stagionali con isotopi stabili. La perforazione del 2016 ha permesso di raggiungere una profondità di 45 m, e le attività di ricerca sulla carota estratta sono da poco iniziate. È in programma, al più presto, il carotaggio profondo (270 m) del ghiacciaio. L’analisi dell’intero spessore del ghiacciaio porterà a scoprire le relazioni tra variazioni di clima e biodiversità di buona parte dell’ultimo millennio.

Il patrimonio dei dati climatici e i servizi climatici

Il dato climatico è il punto di partenza per ogni studio e ricerca e costituisce quindi un patrimonio inestimabile. Una nuova piattaforma web, denominata Climatlas, è stata presentata da Cesare Furlanello di Fbk, che contiene le elaborazioni statistiche e grafiche dei dati climatici del Trentino provenienti in particolare dalla rete di monitoraggio di Meteotrentino.

Numerosi sono poi i servizi e applicazioni che i dati del clima consentono di fornire come ad esempio è il caso dei dati di radiazione solare ed eolici, descritto da Lavinia Laiti del DICAM –UNITN, che vengono utilizzati per la pianificazione dell’uso di energia rinnovabile.

CLIMATE – KIC

Alessandro Gretter ha concluso i lavori parlando della realtà di Climate-KIC, al quale hanno recentemente aderito la Fondazione Mach e HIT, Hub Innovazione Trentino, e dei possibili sviluppi futuri nel campo del partenariato di innovazione pubblico-privato incentrato sulla green economy e sulle tematiche legate ai cambiamenti climatici.

Altre informazioni sul sito: www.climatrentino.it

_________________
Segui Agraria.org anche su Facebook Immagine e Twitter Immagine!

Sei già iscritto all' Associazione di Agraria.org? ;)


05/10/2017, 18:06
Profilo WWW
Sez. Supporto Didattico
Sez. Supporto Didattico
Avatar utente

Iscritto il: 13/03/2008, 19:23
Messaggi: 67405
Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
Rispondi citando
Mercoledì 25 ottobre, alle ore 9, in aula magna FEM, incontro informativo FEM - AlpiBio

La “riscoperta” degli antichi cereali per un pane trentino di qualità

E' in programma mercoledì 25 ottobre, dalle 9 alle 12, presso l'aula magna della Fondazione Edmund Mach un incontro informativo sulle possibilità di coltivazione dei cereali antichi in provincia di Trento, in particolare per quanto riguarda frumento e farro. L'iniziativa è organizzata dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige in collaborazione con l'associazione Alpi Bio.

Nel corso dell'incontro, che vedrà intervenire alcuni panificatori locali che utilizzano farine con antiche varietà di cereali, si farà il punto sui progetti in corso alla Fondazione Mach di San Michele sia dal punto di vista tecnico che formativo.

Interverranno Marco Dal Rì, dirigente del Centro Istruzione e formazione, Angelo Giovanazzi, presidente di Alpi BIO, Federico Samaden, dirigente dell'Istituto di formazione professionale alberghiero di Levico, Enzo Mescalchin del Centro Trasferimento Tecnologico FEM, Mario Simoni della segreteria del Tavolo dell'Economia solidale Trentina e Giovanni Dinelli dell'Università di Bologna che da diversi anni si occupa di queste tematiche sia dal punto di vista agronomico che nutrizionale. (sc)

_________________
Segui Agraria.org anche su Facebook Immagine e Twitter Immagine!

Sei già iscritto all' Associazione di Agraria.org? ;)


19/10/2017, 21:39
Profilo WWW
Sez. Supporto Didattico
Sez. Supporto Didattico
Avatar utente

Iscritto il: 13/03/2008, 19:23
Messaggi: 67405
Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
Rispondi citando
La riorganizzazione del CTT-FEM è stata approvata dal CDA. Claudio Ioriatti al vertice dal 1° gennaio
Il nuovo Trasferimento Tecnologico FEM: più sinergia tra sperimentazione e consulenza per un maggior sostegno al territorio
Più sinergia tra sperimentazione e consulenza, come elemento strategico per intervenire sul territorio con maggiore efficacia e in forte partnership col mondo produttivo. In un contesto, quello attuale, che vede la necessità di rendere efficienti le strutture con meno risorse finanziarie. Sono gli elementi chiave e la cornice entro cui si inserisce la nuova riorganizzazione del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach, approvata nell'ultima seduta dal Consiglio di amministrazione.
La riorganizzazione del centro sarà operativa dal primo gennaio 2018, contestualmente al passaggio del testimone tra l'attuale responsabile, prossimo alla pensione, Michele Pontalti, dirigente da 22 anni, di cui gli ultimi 15 a San Michele, e Claudio Ioriatti, attualmente coordinatore dei Dipartimenti Filiere Agroalimentari, Sperimentazione e Servizi Tecnologici del Centro Trasferimento Tecnologico.
La ristrutturazione prevede, in particolare, tre dipartimenti, rispetto ai due attuali, orientati su tre grandi aree tematiche: agroalimentare, trasformazione e conservazione, agricoltura di montagna e ambiente, innovazione delle produzioni ortofruttiviticole. La parola d’ordine è sostegno al sistema delle imprese trentine ed i mezzi sono la sperimentazione, i servizi e la consulenza.

Il presidente FEM, Andrea Segrè, ritiene che la trasformazione avvenga nel segno della continuità. “La Fondazione Mach è al centro di un processo di sviluppo virtuoso, tanto più importante in un momento in cui i trasferimenti del Socio fondatore diminuiscono. È chiaro che la nostra capacità di aumentare il reperimento delle risorse all’esterno diventa altrettanto ineludibile. La costituzione del Centro Agricoltura Alimenti Ambienti (C3A), la riorganizzazione del Centro Ricerca Innovazione e del Centro Trasferimento Tecnologico vanno in questa direzione, con l’obiettivo che tutte le anime della Fondazione - ricerca, formazione, sperimentazione e consulenza – siano pronte a raccogliere le prossime sfide”.
Il direttore generale, Sergio Menapace, sottolinea la volontà di “dare maggiore attenzione all'agricoltura di montagna, alle colture minori, alla zootecnica e alla sostenibilità in generale, mutuando anche principi e comportamenti dal modello biologico, in modo trasversale, tra ricerca e sperimentazione” .
Il nuovo Centro Trasferimento Tecnologico risulta così composto:
Dipartimento alimenti e trasformazione. Con l’ausilio di moderne piattaforme tecnologiche indaga la composizione e l’origine degli alimenti e delle bevande, nonché le relazioni con le tecnologie di trasformazione e conservazione. Provvede ai servizi di consulenza di laboratorio e aziendali nel settore degli alimenti e bevande, con particolare attenzione all’ambito enologico, alla conservazione e lattiero-caseario. Svolge attività specifiche da Centro di Saggio per nuovi agrofarmaci con riconoscimento ministeriale.
Responsabile: Roberto Larcher
Dipartimento ambiente e agricoltura di montagna. Svolge attività di sperimentazione e consulenza a favore delle produzioni vegetali e animali con particolare attenzione alla loro sostenibilità ambientale, energetica ed economica. Promuove e segue la formazione di filiere di produzione tipiche, ma non esclusive dell’agricoltura di montagna che comprendono l’allevamento, la coltivazione e trasformazione di colture tradizionali e alternative e la gestione delle superfici destinate all’alimentazione animale ed integrate nel territorio montano. Fornisce supporto a quanti praticano agricoltura biologica attraverso attività di sperimentazione, dimostrativa e consulenziale. Persegue il mantenimento e il miglioramento della fertilità del suolo, il riutilizzo e la valorizzazione della sostanza organica, la crescita della biodiversità, l’utilizzo di risorse rinnovabili nell’ambito di sistemi agricoli organizzati a livello locale. Afferiscono al Dipartimento la piattaforma tecnologica agro-meteo e i sistemi informatici a supporto del Centro.
Responsabile: Enzo Mescalchin
Dipartimento innovazione nelle produzioni vegetali. Svolge attività sperimentale e di consulenza di base nel settore della protezione e della produzione delle colture agrarie e forestali. Realizza sperimentazioni inerenti la nutrizione delle colture e conduce attività progettuali mirate all’individuazione di tecniche gestionali e di conduzione degli impianti finalizzate al contenimento degli input, in particolare di natura chimica, al miglioramento qualitativo delle produzioni e alla loro sostenibilità, anche economica. Mette a punto e realizza disegni sperimentali mirati allo studio dell’architettura degli impianti frutticoli per favorirne la sostenibilità e ottimizzarne il grado di meccanizzazione. Provvede alla selezione, al miglioramento e al confronto dei materiali vegetali, con attenzione alla varietà tolleranti alle principali avversità. Divulga i risultati sperimentalmente validati delle attività realizzate. Effettua attività di supporto specialistico per aziende singole e associate a fini di mantenimento e conseguimento di varie tipologie di Certificazioni di Prodotto, di Sistema ed Ambientali nel settore agroalimentare. Svolge attività di consulenza specialistica alle imprese regolarmente iscritte alla piattaforma on-line dei servizi FEM.
Responsabile: Giorgio Nicolini

_________________
Segui Agraria.org anche su Facebook Immagine e Twitter Immagine!

Sei già iscritto all' Associazione di Agraria.org? ;)


23/10/2017, 20:47
Profilo WWW
Sez. Supporto Didattico
Sez. Supporto Didattico
Avatar utente

Iscritto il: 13/03/2008, 19:23
Messaggi: 67405
Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
Rispondi citando
Si è svolto oggi a San Michele con un'aula magna gremita l'incontro FEM - Alpi Bio

La coltivazione dei cereali in Trentino: una nuova opportunità per le aree marginali e di montagna

La coltivazione dei cereali potrebbe ritrovare oggi un suo piccolo spazio in Trentino. Sta emergendo, infatti, un certo interesse da parte degli agricoltori, soprattutto di montagna, come possibilità di recupero e valorizzazione dei terreni marginali, privi di irrigazione, e come integrazione di reddito, ma anche da parte di diversi panificatori, interessati a realizzare pane di alta qualità con farina locale, e dei consumatori, sempre più attenti ai prodotti alimentari di qualità, prodotti con sistemi di coltivazione sostenibili e a filiera corta.
In questa cornice e con queste premesse si inserisce l'incontro tecnico che si è svolto oggi, presso l'aula magna della Fondazione Edmund Mach: un incontro informativo sulle possibilità di coltivazione dei cereali in provincia di Trento. L'iniziativa è stata organizzata dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con l'associazione Alpi Bio.
Nel corso dell'incontro, che ha visto intervenire alcuni panificatori locali che utilizzano farine basate su antiche varietà di cereali, è stato fatto il punto sul progetto Alpi Bio per il pane trentino delle Alpi e sui progetti in corso alla Fondazione Mach di San Michele.

Sono intervenuti il direttore generale della Fondazione Edmund Mach, Sergio Menapace, il dirigente del Centro Istruzione e formazione, Marco Dal Rì, Enzo Mescalchin del Centro Trasferimento Tecnologico, Angelo Giovanazzi, presidente di Alpi BIO, Federico Samaden dirigente dell'Istituto alberghiero di Levico, Mario Simoni, della segreteria del Tavolo dell'Economia solidale Trentina e l'esperto Giovanni Dinelli dell'Università di Bologna che da diversi anni si occupa di queste tematiche sia dal punto di vista agronomico che nutrizionale.
Il direttore generale della Fondazione Edmund Mach, Sergio Menapace, ha spiegato che la coltivazione dei cerali rappresenta una ottima opportunità per il Trentino e la FEM si sta impegnando attraverso le sue attività di formazione, ricerca e trasferimento tecnologico per dare supporto e valorizzazione alla filiera. “Abbiamo attivato percorsi didattici sulla panificazione, collaborazioni con le scuole alberghiere, ma anche attività di consulenza tecnica e sperimentazione che hanno confermato i positivi risultati delle esperienze di filiera corta per i cereali in Trentino. Infine, infine, sul fronte ricerca, stiamo studiando gli effetti dei prodotti alimentari a base di cereali sulla salute”. Il direttore generale ha spiegato, anche, che la coltivazione dei cereali diventa un ottima opportunità di recupero delle aree marginali, ma anche di attrazione turistica.
Partire dai cereali per creare un pane trentino delle Alpi è l'obiettivo di Alpi Bio. Angelo Giovanazzi ha spiegato che “il progetto è portare al consumo e al turismo di qualità le esigenze della salubrità e della territorialità, per cui il recupero dei cerali antichi diventa fondamentale per dare valore, nuovo, a questa panificazione che è sempre più nelle attese dei consumatori”.
L'evento ha visto partecipare anche l'esperto Giovanni Dinelli dell'Università di Bologna che ha illustrato il progetto Virgo finanziato dalla regione Emilia Romagna, condotto per selezionare le migliori varietà di frumento tenero a taglia alta, per migliorare le relative tecniche di coltivazione , in accordo ai principi dell'agricoltura biologica/biodinamica e per assicurare un prodotto finale, il pane, caratterizzato da ottimali proprietà nutrizionali e salutistiche.
La Fondazione ha iniziato a interessarsi ai cereali nel 2011, grazie ad una convenzione con la Comunità Valle dei Laghi. L'obiettivo di questa attività è quello di reintrodurre la coltivazione di frumento, farro, orzo e segale in alcuni areali della provincia e dare vita ad una filiera corta che renda possibile per i panificatori locali e per i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS), particolarmente attivi in Trentino, avere a disposizione farine di qualità prodotte in Trentino. Dall'inizio di questa esperienza si è evidenziato come la produzione biologica fosse un elemento di qualità fondamentale per questo tipo di produzioni. Nel corso degli anni questa iniziativa ha coinvolto un numero crescente di agricoltori (oltre 50) e attualmente interessa una superficie di 30 ettari. Questa esperienza sta dimostrando che le filiere corte consentono produzioni di alta qualità e costituiscono una opportunità per l'agricoltura trentina.
Nell'ambito della formazione professionale FEM alcune classi saranno impegnate in un progetto che prevede di seguire la filiera del pane, dalla coltivazione del cereale antico fino alla panificazione inclusa la visita ad alcuni panificatori trentini che hanno intrapreso questa strada.
In occasione del convegno sono stati esposti dalla biblioteca della FEM fotografie, libri e documenti tratti dal Fondo storico dell'Istituto Agrario e stazione sperimentale.

_________________
Segui Agraria.org anche su Facebook Immagine e Twitter Immagine!

Sei già iscritto all' Associazione di Agraria.org? ;)


25/10/2017, 15:12
Profilo WWW
Sez. Supporto Didattico
Sez. Supporto Didattico
Avatar utente

Iscritto il: 13/03/2008, 19:23
Messaggi: 67405
Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
Rispondi citando
Più conoscenza sulla biologia dell'orso grazie alla ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica

Sequenziati i genomi di orsi europei, FEM nella ricerca pubblicata su PNAS

Anche la Fondazione Edmund Mach ha contribuito al sequenziamento e all'analisi di diversi genomi di orso bruno europeo. La ricerca coordinata dall'Università di Ferrara e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica PNAS, annovera tra gli autori italiani e stranieri anche i ricercatori di San Michele Omar Rota Stabelli, Cristiano Vernesi e Matteo Girardi.
L'articolo scientifico aiuta a comprendere la biologia dell'orso e a ricostruire la storia delle popolazioni in Europa. Le attività di ricerca FEM hanno riguardato il campionamento di un individuo sull'Adamello, l'estrazione e il controllo qualità di tutti i genomi e la costruzione dei relativi alberi filogenetici.
La pubblicazione è concentrata sulla storia dell'orso marsicano e sulla sua conservazione, mentre l'orso trentino (alpino-sloveno), greco, spagnolo e slovacco sono stati utilizzati per la comparazione genetica.

Omar Rota Stabelli ha effettuato le analisi filogenetiche cioè ha ricostruito le parentele tra i diversi orsi; Cristiano Vernesi e Matteo Girardi si sono occupati, invece, del campionamento dell'orso alpino, uno dei primi esemplari introdotti dalla Slovenia, delle estrazioni e del controllo di qualità del DNA genomico di tutti gli altri orsi (marsicano incluso) oggetto del presente lavoro.
Le analisi evolutive condotte in FEM raccontano due storie differenti e complementari per l'orso trentino: il genoma del nucleo indica un certo grado di parentela tra l'orso trentino/sloveno e l' orso greco. Il genoma mitocondriale, che è invece direttamente trasmesso dalla madre ai figli, indica che l'orso trentino è molto simile al Marsicano. Questo è dovuto molto probabilmente al fatto che mentre la femmina è più stanziale, il maschio si sposta con più facilità per cui il genoma nucleare, che è per metà di eredità paterna racconta una storia differente.

_________________
Segui Agraria.org anche su Facebook Immagine e Twitter Immagine!

Sei già iscritto all' Associazione di Agraria.org? ;)


26/10/2017, 18:20
Profilo WWW
Sez. Supporto Didattico
Sez. Supporto Didattico
Avatar utente

Iscritto il: 13/03/2008, 19:23
Messaggi: 67405
Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
Rispondi citando
Quarto incontro ieri alla Fondazione Mach per i 50 anni del PUP
Agricoltura elemento fondamentale per la cura del paesaggio
Tutti d'accordo. L'agricoltura è un elemento strategico e fondamentale per la cura e lo sviluppo del territorio e per la formazione del paesaggio. Un concetto emerso con forza dal dibattito che si è sviluppato ieri sera a S.Michele all’Adige, presso la Fondazione Mach, nel corso del quarto appuntamento con gli incontri dedicati ai 50 anni del Piano Urbanistico Provinciale. “Un’occasione per ricordare da dove si viene e per proiettarsi verso il futuro, ovvero verso un nuovo PUP – ha detto l’assessore all'Urbanistica Carlo Daldoss, aprendo la serata. “Per un territorio di ridotte dimensioni come il nostro, che ha saputo resistere allo spopolamento della montagna – ha evidenziato Daldoss – l’agricoltura potrà essere sempre più un elemento di differenziazione, soprattutto se saprà concentrarsi sulla qualità dei prodotti. Questa è la sfida che ci attende, anche se dobbiamo essere orgogliosi di quanto fatto in questi 50 anni. La cosa importante – ha auspicato Daldoss – è che al centro dei nostri ragionamenti ci sia sempre la persona, che vive e anima il territorio”.

In Trentino, in controtendenza rispetto al resto d’Italia, il numero di lavoratori agricoli è tornato a crescere negli ultimi anni, passando dai circa 10 mila degli anni novanta ai 13 mila attuali. Un dato che fa ben sperare per il futuro. “L’agricoltura e il territorio – ha detto lo storico Giuseppe Ferrandi – fanno parte della nostra “costituzione materiale” che dovrebbe essere più centrale nel dibattito sul futuro dell’Autonomia”. “L’agricoltura ha resistito alle mode – ha detto Paolo Castelnovi dell’associazione Landscapefor – ed è stata fondamentale in Trentino per ridurre l’abbandono della montagna e per trovare un equilibrio fra l’esigenze delle attività umane e la salvaguardia dell’ambiente. Il passo in avanti che dobbiamo fare – ha detto Castelnovi – è quello di considerare l’attività degli operatori del sistema rurale, insieme alla risorsa paesaggistica, come motore dello sviluppo economico complessivo”.

Un concetto ripreso anche nel corso del dibattito che si è sviluppato successivamente fra operatori del settore, come Nicoletta Foradori titolare di un’azienda agricola e Michele Odorizzi di Melinda e studiosi come Annibale Salsa e Pietro Nervi. Tutti concordi nell'affermare come l’agricoltura possa essere fondamentale per le trasformazioni del paesaggio e quindi sulla necessità di aiutare gli agricoltori in questo compito. Sostenendo il settore - è stato detto - non si lavora solo per un comparto, ma per tutto il Trentino. “Il PUP – ha detto l’assessore all'Agricoltura Michele Dallapiccola concludendo la serata – è stato fondamentale per codificare una modalità di convivenza fra territorio coltivato e territorio vissuto da madre natura. Dobbiamo gestire questo bene prezioso e renderlo fruibile alle future generazioni. Lo dobbiamo fare attraverso il concetto di sostenibilità. Tutto quello che produciamo deve avere una sua sostenibilità, ovvero che non faccia male a noi che consumiamo i prodotti, ma anche al territorio agricolo che lo produce. In agricoltura – ha concluso Dallapiccola – stiamo affinando le nostre tecniche, ma ogni cambiamento va programmato”.


Allegati:
20171027_203805_imagefullwide.jpg
20171027_203805_imagefullwide.jpg [ 56.87 KiB | Osservato 1146 volte ]

_________________
Segui Agraria.org anche su Facebook Immagine e Twitter Immagine!

Sei già iscritto all' Associazione di Agraria.org? ;)
29/10/2017, 9:59
Profilo WWW
Sez. Supporto Didattico
Sez. Supporto Didattico
Avatar utente

Iscritto il: 13/03/2008, 19:23
Messaggi: 67405
Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
Rispondi citando
Venerdì 10 novembre, alle 10, presso il Palazzo della Ricerca Conoscenza FEM
A San Michele il 1° corso nazionale periti agrari, domani la consegna degli attestati

Domani, venerdì 10 novembre, alle ore 10, presso il Palazzo della Ricerca Conoscenza della Fondazione Edmund Mach, saranno consegnati gli attestati ai primi 21 studenti che hanno frequentato il corso post diploma per periti agrari alternativo al praticantato.
Si tratta del primo corso a livello nazionale, frutto dell'accordo sottoscritto tra il Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati e il Centro Istruzione e Formazione FEM. Un corso innovativo, della durata di 800 ore, che fornisce una adeguata e solida preparazione tecnico-pratica ai diplomati in agraria, consentendogli di sostenere l'esame e abilitarsi come perito agrario, in alternativa ai 18 mesi di praticantato.

Alla cerimonia, che vedrà intervenire il direttore generale FEM, Sergio Menapace, e il dirigente del Centro Istruzione e Formazione FEM, Marco Dal Rì, sarà presente anche il presidente nazionale del collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati, Mario Braga,e il presidente del collegio di Trento, Mario Tonidandel.
Oltre alla consegna degli attestati prenderà avvio la seconda edizione del corso.


Allegati:
ARCHIVIO-FEM-G_Zotta-13_imagefullwide.jpg
ARCHIVIO-FEM-G_Zotta-13_imagefullwide.jpg [ 79.02 KiB | Osservato 1033 volte ]

_________________
Segui Agraria.org anche su Facebook Immagine e Twitter Immagine!

Sei già iscritto all' Associazione di Agraria.org? ;)
09/11/2017, 18:55
Profilo WWW
Sez. Supporto Didattico
Sez. Supporto Didattico
Avatar utente

Iscritto il: 13/03/2008, 19:23
Messaggi: 67405
Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
Rispondi citando
Oggi a San Michele consegna attestati e avvio 2^ edizione del corso periti agrari

Periti agrari, consegnati gli attestati del primo corso nazionale alternativo al praticantato

Sono stati consegnati oggi, alla Fondazione Edmund Mach, gli attestati ai primi 21 studenti che hanno frequentato il corso post diploma per periti agrari alternativo al praticantato.
Si tratta del primo corso a livello nazionale, frutto dell'accordo sottoscritto tra il Collegio nazionale dei periti agrari e dei periti agrari laureati e il Centro Istruzione e Formazione FEM. Un corso innovativo, della durata di 800 ore, che fornisce una adeguata e solida preparazione tecnico-pratica ai diplomati in agraria, consentendogli di sostenere l'esame e abilitarsi come perito agrario, in alternativa ai 18 mesi di praticantato.

Alla cerimonia è intervenuto il direttore generale FEM , Sergio Menapace, il presidente nazionale del collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati, Mario Braga, il presidente del Collegio di Trento, Mario Tonidandel, il dirigente del Centro Istruzione e Formazione, Marco Dal Rì, e l'organizzatore del corso, Andrea Panichi.
Il direttore generale Sergio Menapace ha espresso soddisfazione in relazione all'accordo, auspicando il rafforzamento della collaborazione con il Collegio dei periti agrari. “Questo accordo è un test di concretezza, che premia il saper cogliere le opportunità innovative in ambito formativo”. E rivolgendosi agli studenti ha evidenziato: ”Il settore agricolo e agroalimentare è di grande interesse e prospettiva. Sta a voi saper spendere nel mondo lavorativo le nozioni acquisite durante il percorso formativo”. Questa iniziativa formativa, secondo il dirigente Marco Dal Rì, permette di valorizzare le potenzialità formative dell'Istituto Agrario e nello stesso tempo di riconoscerne il ruolo di "mediatore professionale" con il mondo del lavoro.
Il presidente del Collegio nazionale, Mario Braga, ha definito quello della FEM un modello unico in Italia, per il forte legame tra scuola, ricerca, consulenza con il territorio e il mondo delle imprese. Ha spiegato che il perito agrario di oggi ha acquisito, rispetto al passato, una funzione di soggetto esterno che entra in relazione non solo con l'azienda agricola, ma con tutta la filiera, dalla produzione alla trasformazione per arrivare agli aspetti della sicurezza. “Occorre fare uno sforzo ulteriore- ha precisato- quello di collegare sempre più il territorio, inteso come impresa alla scuola, e cercare di accentuare questa osmosi”. Soddisfazione per l'accordo è stata espressa anche da Mario Tonidandel, presidente del Collegio periti agrari di Trento, che ha illustrato le novità della seconda edizione del corso, che ha preso avvio sempre oggi con 24 nuovi iscritti, i cui dettagli sono stati illustrati anche dall'organizzatore del corso, Andrea Panichi.

_________________
Segui Agraria.org anche su Facebook Immagine e Twitter Immagine!

Sei già iscritto all' Associazione di Agraria.org? ;)


10/11/2017, 17:14
Profilo WWW
Sez. Supporto Didattico
Sez. Supporto Didattico
Avatar utente

Iscritto il: 13/03/2008, 19:23
Messaggi: 67405
Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
Rispondi citando
Giovedì 16 novembre alle ore 16 in municipio, oggi la presentazione con l'assessore Daldoss e l'associazione Aiel

Biomasse legnose per il riscaldamento: un convegno a Cloz

Il Trentino si qualificherà sempre più per la sua capacità di farsi percepire come un territorio attento all'ambiente ed alla sostenibilità, e l'uso a fini energetici delle masse legnose rientra tra le azioni da promuovere. E' quanto ha ribadito oggi l'assessore alla coesione territoriale,urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa Carlo Daldoss annunciando il convegno, promosso da Aiel, Associazione Italiana Energie Agroforestali, dedicato all'impiego delle biomasse legnose che si terrà giovedì 16 novembre nel municipio di Cloz, in valle di Non.

La Provincia di Trento si è data l'obiettivo di aumentate del 30% la produzione di energia da fonti rinnovabili (FER) entro il 2020 e guarda alle opportunità offertedalle biomasse legnose per la produzione di energia termica in moderni impianti tecnologici a scala domestica e civile e alle reti di teleriscaldamento. Per sottolineare l’importanza di una strategia energetica che coinvolga le biomasse legnose e per informare i Comuni trentini e i cittadini sui benefici ambientali e socio-economici del corretto e sostenibile uso energetico del legno, AIEL organizza un evento informativo che si terrà giovedì 16 novembre alle 16 nella Sala Incontri del Comune di Cloz, in collaborazione con il Consorzio dei Comuni Trentini e con il patrocinio della Provincia Autonoma di Trento, del Comune di Cloz, della Comunità della Val di Non, dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento e dell'Azienda per il Turismo Val di Non.

Dopo una visita guidata all’impianto di teleriscaldamento a cippato che riscalda i locali pubblici del Comune di Cloz e 18 utenze private, saranno fornite informazioni pratiche sulla corretta realizzazione di impianti termici a biomasse legnose, sulla riqualificazione di impianti privati, sui relativi benefici energetici e ambientali nonché sulla redditività di questi investimenti. Sarà approfondita inoltre la pianificazione energetica della Val di Non, che presenta ampie porzioni non metanizzate nel suo territorio, ed il contributo offerto al territorio in questi anni dalle centrali termiche a cippato e dai produttori professionali di cippato forestale in Trentino.

I temi del convegno sono stati anticipati in occasione di una conferenza stampa tenutasi oggi nella sede della Provincia alla quale sono intervenuti, accanto all'assessore Carlo Daldoss, Aaron Turri vice sindaco del Comune di Cloz con delega al teleriscaldamento, Simone Santuari presidente della Comunità della Valle di Cembra, Lara Biasi del Comitato operativo gruppo produttori professionali biomasse AIEL e Valter Francescato direttore tecnico AIEL.

«Come Provincia e Consorzio dei Comuni Trentini - ha detto l'assessore Daldoss - abbiamo aderito convintamente a questa iniziativa che mette al centro il tema della sostenibilità dell'utilizzo di una risorsa energetica a km zero: oltre ad avere un impatto positivo sul bosco, lo sfruttamento delle biomasse legnose porta a meno emissioni, alla libertà dalla dipendenza dei fossili ma crea anche possibilità di lavoro, aumentando in definitiva il valore complessivo di un territorio. Il Trentino si qualificherà sempre più per la sua capacità di farsi percepire come un territorio attento all'ambiente ed alla sostenibilità, e l'uso a fini energetici delle masse legnose rientra tra le azioni da promuovere. Da un lato stiamo dunque agendo per spingere quanto più possibile sulle fonti energetiche rinnovabili, dall'altro abbiamo lanciato un vasto programma di riqualificazione energetica dei condominii e degli edifici pubblici. Ringrazio Aiel per aver promosso il convegno di giovedì a Cloz, dal quale potranno arrivare ulteriori stimoli e buoni spunti».

Attualmente in Tentino si consumano circa 500.000 tonnellate di legno per la produzione di energia termica. L’80% è consumato in forma di legna da ardere e di pellet negli impianti domestici (stufe, cucine, ecc.: circa 100.000 apparecchi). Circa il 20% del legno è consumato principalmente in forma di cippato forestale e industriale negli impianti di teleriscaldamento e in caldaie centralizzate a cippato nel settore civile e nell’industria del legno (autoconsumo) di prima e seconda lavorazione (oltre ai 26 impianti di teleriscaldamento, si stimano circa 300 impianti automatici con potenza > 50 kW). Dati recenti stimano una produzione annua di cippato forestale di circa 75.000 tonnellate (circa 270.000 metri cubi steri), una quantità superiore all’attuale consumo di tutti i 26 impianti di teleriscaldamento del Trentino. Questo segmento produttivo è composto da 15 imprese professionali dotate complessivamente di 8 cippatori industriali, 13 di queste aziende (il 90% del totale) aderiscono al Gruppo Professionale Biomasse di AIEL.

Gran parte del cippato prodotto in Trentino è tuttavia conferito fuori provincia. C'è spazio quindi per una maggior attenzione alla rinnovabile legno, tenendo presente che la Provincia di Trento è una di quelle in cui si preleva e si utilizza più legname, ma nonostante questo la crescita annuale del bosco è nettamente superiore al prelievo annuale dal bosco, perché le attività economiche legate alla lavorazione boschiva avvengono nel rispetto della risorsa naturale. La sostituzione di impianti termici alimentati da fonti fossili con impianti a biomassa tecnologicamente all’avanguardia è un passo necessario per il Trentino per potenziare l’economia circolare creata dalla filiera corta del cippato locale, contribuendo allo stesso tempo alla salvaguardia dell’ambiente grazie alla valorizzazione intelligente di una risorsa abbondante e a chilometro zero come il cippato.

I moderni impianti alimentati a legno cippato di origine locale, correttamente progettati e installati mostrano infatti bassissimi impatti sull’ambiente, in particolare sulla qualità dell’aria, e rappresentano la modalità più efficiente di valorizzazione energetica della rinnovabile legno in sostituzione dei combustibili fossili, responsabili del cambiamento climatico. Le biomasse legnose in Trentino possono giocare un ruolo di primo piano nella decarbonizzazione dei consumi termici, tenendo presente che a parità di calore utile prodotto le fonti fossili immettono in atmosfera circa 10 volte più CO2-eq rispetto alla rinnovabile legno.

«Il convegno - ha spiegato Valter Francescato, direttore tecnico di Aiel - è progettato per far conoscere le opportunità rappresentate dalle biomasse legnose di origine forestale per alimentare gli impianti di teleriscaldamento gestiti dalle Amministrazioni Pubbliche, come strumento non solo di innesco di filiere produttive locali legno-energia ma anche di contrasto ai cambiamenti climatici. Un aiuto all’investimento viene dagli incentivi a disposizione, in primis il Conto Termico, che si applica ad amministrazioni pubbliche, imprese, e anche ai privati, premiando fino al 65% dell’investimento. In Trentino si usano ancora 90 milioni di litri di gasolio ogni anno per produrre energia termica a fronte di una produzione di cippato forestale di 75.000 tonnellate, con importanti margini di crescita».

"L'impianto di teleriscaldamento di Cloz da 800 kW di potenza - ha ricordato il vicesindaco Aaron Turri - dal 2005, anno della messa in opera, riscalda gli edifici comunali e 18 abitazioni private con cippato di provenienza locale e in 12 anni di funzionamento senza guasti e interruzioni ha evitato la combustione di 756.000 litri di gasolio nonché l’immissione in atmosfera di 2.215 tonnellate di CO2 equivalente».

Anche l'abitato di Grumes si serve da anni di un impianto di teleriscaldamento a biomasse. «Il nostro impianto a cippato - ha spiegato il prtesidente della Comunità della Val di Cembra Simone Santuari - ha una potenza di 400 kW ed è in esercizio dal 2006, è gestito da parte dell’amministrazione locale stessa senza che si renda necessario un oneroso contratto di gestione esterna. Il cippato è prodotto da filiera corta e proviene dai boschi di proprietà comunale: la nostra è un’autonomia nell’autonomia! Con una rete di 1 km sono servite 7 utente pubbliche e 25 utenze private; queste ultime con la bolletta energetica sostengono al 100% l’impianto che quindi fornisce energia per il Comune a costo zero».

_________________
Segui Agraria.org anche su Facebook Immagine e Twitter Immagine!

Sei già iscritto all' Associazione di Agraria.org? ;)


15/11/2017, 8:12
Profilo WWW
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Rispondi all’argomento   [ 931 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1 ... 71, 72, 73, 74, 75, 76, 77 ... 94  Prossimo

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 8 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
cron
POWERED_BY
Designed by ST Software.

Traduzione Italiana phpBB.it
phpBB SEO

Informativa Privacy