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Provincia Autonoma di Trento 
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Sottoscritto il programma di collaborazione tecnologica FEM- Consorzio Innovazione Vite

Accordo FEM-CIVIT per il miglioramento varietale viticolo

Al via la prima fase per la selezione di varietà di vite sostenibili

Fondazione Edmund Mach e Consorzio Innovazione Vite attivano un'importante iniziativa nel settore varietale viticolo: un ambizioso programma di collaborazione tecnologica finalizzato ad individuare nuove varietà di vite, con caratteristiche tali da poter essere avviate alla riproduzione e all’impianto primariamente sul territorio provinciale. Al momento il focus della collaborazione è l'attività di generazione di varietà con livelli di sostenibilità sempre crescenti, come le varietà tolleranti alle principali malattie, risultato del programma di miglioramento genetico.
Questa mattina il presidente della Fondazione Mach, Andrea Segrè, e il Presidente di CIVIT, Enrico Giovannini, alla presenza dei direttori Sergio Menapace e Lorenzo Gretter, hanno sottoscritto il relativo contratto di ricerca, sviluppo e cooperazione tecnologica nel campo del miglioramento varietale viticolo. “L 'accordo – ha sottolineato il presidente Segrè- è un ulteriore passo nella direzione della sostenibilità”.

Il programma si compone di diversi progetti: il primo è la selezione di varietà sostenibili
Il programma – che FEM e CIVIT si impegnano a condurre in un arco temporale di dieci anni – si comporrà di diversi progetti, che dovranno essere di volta in volta individuati di comune accordo dai due partner. Al momento il primo progetto elaborato e concordato riguarda la selezione di nuovi incroci di Vitis vinifera per la creazione di varietà tolleranti alle principali malattie, botrite, oidio e peronospora, riducendo cosi l'input chimico.
Inoltre sono in fase di selezione diversi nuovi genotipi con livelli elevati di adattamento ai mutamenti climatici, con fenologia caratterizzata da ritardi di maturazione per ambienti più caldi, da maturazioni precoci per poter coltivare zone agricole fino ad oggi non utilizzabili, e l’inserimento di timbri sensoriali particolari e nuovi. Un secondo progetto è in corso di negoziazione che si focalizzerà sulla selezione clonale nel settore viticolo.

Selezione di varietà sostenibili: quattro fasi di lavoro
Il progetto di generazione e sviluppo di nuovi incroci di Vitis vinifera è articolato in quattro fasi di lavoro: FEM si occuperà delle prime due fasi, consistenti rispettivamente nella pianificazione ed esecuzione degli incroci, nella selezione di primo e secondo livello attraverso impianto in campo sperimentale; CIVIT si occuperà invece delle restanti due fasi, ossia la selezione di terzo livello in più campi sperimentali, nonché la promozione e valorizzazione delle varietà ottenute. CIVIT, quindi, svolgerà anche il compito di agente di valorizzazione delle nuove varità di Vitis vinifera generate alla luce di tali attività.
In conformità a quanto prevede la normativa europea sui nuovi ritrovati vegetali, FEM e CIVIT saranno contitolari non solo dei risultati di questo progetto di cooperazione tecnologica e sviluppo, ma anche dei relativi diritti di proprietà industriale.
Con questo ambizioso progetto, CIVIT – società partecipata da FEM – assolverà alla principale mission per cui è stato costituito, ossia fungere da virtuoso “vettore” dei risultati di ricerca e sviluppo prodotti da San Michele nel settore viticolo verso il mercato attraverso una politica di azioni che miri in via principale al beneficio del territorio trentino e nazionale, senza però dimenticare le grandi potenzialità offerte dal mercato europeo ed internazionale in tale settore.

Andrea Segrè, presidente FEM
“Questo accordo è un ulteriore passo nella direzione della sostenibilità. Siamo stati i primi ad adottare la confusione sessuale, sia ormonale sia vibrazionale, per frutteto e vigneto, tecnologie che hanno ridotto e talvolta azzerato l’uso di insetticidi. Inoltre puntiamo molto sul biocontrollo, ovvero la lotta naturale a patologie e parassiti. Stiamo affinando le tecnologie di diffusione per ridurre la deriva e sperimentando architetture degli impianti che ci consentano l’adozione di un maggior grado di meccanizzazione. A tutti questi filoni, sviluppati nel Centro Ricerca e Innovazione e nel Centro Trasferimento Tecnologico, aggiungiamo l’innovazione varietale. La partnership con Civit è stata pensata proprio per potenziare il nostro operato in questi campi”.

Enrico Giovannini, presidente di CIVIT: “La firma dell'accordo è il coronamento di un percorso di collaborazione tra il vivaismo viticolo trentino e la Fondazione Mach. Questo accordo permetterà di accelerare il trasferimento delle conoscenze raggiunte dai ricercatori di San Michele verso gli utilizzatori finali, cioè i viticoltori attraverso il lavoro dei vivaisti viticoli trentini”.

Scheda Civit
CIVIT consorzio costituto da AVIT (Consorzio vivaisti viticoli trentino) e FEM.
AVIT rappresenta una delle più importanti realtà viticole nazionali e produce 10 milioni di barbatelle all'anno destinate al mercato locale e nazionale.

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22/09/2016, 20:16
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Giovedì 29 settembre alle ore 17.30 la presentazione a Palazzo delle Albere

Alla scoperta di parchi e giardini storici del Trentino

Monumenti verdi, in perenne tensione tra natura e artificio, parchi e giardini storici conoscono oggi un periodo di particolare attenzione negli studi e nelle pratiche del turismo culturale. In molti casi, tuttavia, queste architetture vegetali, parte integrante del nostro patrimonio culturale, restano ancora poco conosciute. Colma il vuoto il doppio volume "Parchi e giardini storici del Trentino: tra arte, natura e memoria", edito della Soprintendenza per i beni culturali a conclusione di un'ampia campagna di censimento e catalogazione. L'opera, che sarà presentata il prossimo giovedì 29 settembre presso Palazzo delle Albere, in via Sanseverino a Trento, si pone come un primo contributo multidisciplinare, completo di riferimenti storici, storico-artistici, architettonici, geografici, botanici e forestali, per la conoscenza d'insieme di questo fragile patrimonio.

Alla presentazione, organizzata in collaborazione con il Servizio attività culturali, interverranno i curatori e il Soprintendente Franco Marzatico.


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26/09/2016, 20:29
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In programma un cortometraggio di Stefano Liberti e Mathilde Auvillain e l'intervento del giornalista Fabio Ciconte

“Il lato oscuro dei pomodori italiani”, incontro domani a Mori

Quali dinamiche si nascondono dietro la raccolta dei pomodori italiani e, più in generale, quali fenomeni di sfruttamento coinvolgono i migranti in agricoltura? Se ne parlerà nell'incontro pubblico - nell’ambito della Settimana dell’Accoglienza - in programma domani, martedì 4 ottobre 2016, a Mori, intitolato “Il lato oscuro dei pomodori italiani”. Vi sarà la proiezione di un cortometraggio di Stefano Liberti e Mathilde Auvillain e l'intervento di Fabio Ciconte, giornalista, direttore dell'Associazione ambientalista Terra! Onlus e portavoce della campagna FilieraSporca contro lo sfruttamento del lavoro in agricoltura. L'appuntamento è presso il Teatro dell'Oratorio, con inizio alle ore 20.30.

Organizzano Comune di Mori, Cinformi, Parrocchia di Mori e Besagno, Gruppo Missionario di Mori, Caritas Parrocchiale di Mori, Mandacarù Onlus, Atas Onlus, Punto d’approdo, Centro Astalli e Brentegas. L'evento vede la collaborazione di Accoglienza Isera-Bangladesh, Amici del Sermig Mori, Associazione Marcolina Tutela Territorio No Tav, Comitato associazioni per la pace e i diritti umani Rovereto, Le Città Invisibili, Gruppo Masci Il Gelso, Masci S. Stefano Mori e Arci Mori. L'iniziativa ha inoltre il patrocinio di Comunità della Vallagarina, Comune di Ala, Comune di Besenello, Comune di Brentonico, Comune di Isera, Comune di Ronzo Chienis, Comune di Villa Lagarina e di Lavoroperlapersona.


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03/10/2016, 20:34
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Oggi la riunione del Comitato di sorveglianza sull'attuazione delle misure. Già emessi bandi per 24 operazioni che assorbono il 47% della spesa complessiva

Dal PSR più risorse per il biologico

Il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 del Trentino è arrivato a coprire un terzo del suo settennale percorso ed è già tempo di un primo bilancio. Il monitoraggio sull'andamento delle varie Misure attivate dalla Provincia autonoma di Trento è costante, ed è da tale attività di permanente e continuo controllo che emergono nuove necessità. Dopo il primo anno di attuazione del PSR - spiega l'assessore all'agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca Michele Dallapiccola, che già ieri ha accolto i rappresentanti della Commissione Europea e del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali - è infatti emersa la necessità di apportare alcune modifiche all'impianto originario approvato dalla Commissione europea per consentire una più efficace attuazione del Programma nonché un più efficiente utilizzo della spesa pubblica." Di questo si è parlato oggi nella Sala Belli del palazzo sede della Provincia che ha ospitato la seconda riunione del Comitato di Sorveglianza sull'attuazione del PSR. Momento centrale dei lavori la giornata di oggi, mentre ieri si è tenuto un incontro tecnico fuori Trento e la giornata di domani sarà riservata alla visita di due aziende zootecniche a Vigo e a Pozza di Fassa, che stanno investendo oltre 700mila euro la prima, per realizzare una nuova stalla per l'allevamento di capre, e 1 milione di euro la seconda per realizzare una nuova stalla; giovedì, infine, sono in programma visite al Muse e ai centri di lavorazione Melinda.

Fra le numerose modifiche proposte vi è lo spostamento di 4.382.000 euro dall’Operazione 10.1.1. che riguarda il miglioramento della biodiversità nei prati permanenti (1.858.000 euro) e dall’Operazione 10.1.2. relativa agli aiuti all'alpeggio (2.524.000 euro) a favore della Misura 11 “Agricoltura biologica” al fine di compensare, almeno in parte, l’insufficiente dotazione di spesa pubblica cofinanziata della Misura 11 (stimata in circa 9 milioni di euro).

L’aumento degli stanziamenti a favore dell'agricoltura biologica deriva dal notevole incremento delle domande presentate nel 2015, un aumento attribuibile in particolare a due motivi:

· diversamente dalla precedente programmazione la Comunità Europea incentivava lo sfalcio per le aziende senza UBA (unità bestiame adulto) solo per le imprese biologiche;

· per le annualità 2013 e 2014 i bandi sul biologico erano dedicati alla prosecuzione di impegni già assunti, mentre nel 2015 sono stati aperti bandi legati all’assunzione di nuovi impegni.

Altra modifica apportata al Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 del Trentino riguarda, per le misure a superficie, l’innalzamento della percentuale di anticipo, che sarà possibile erogare al beneficiario fino ad un tetto massimo dell’85% del premio rispetto all'attuale 75%.

Sono stati riformulati anche i criteri di selezione per alcune operazioni al fine di garantire una migliore articolazione dei punteggi nell'ambito delle graduatorie.

Dalla riunione del Comitato di sorveglianza è uscita anche una fotografia dello stato di attuazione complessivo del PSR. Dall’apertura ad oggi sono stati aperti i bandi di ben 24 Operazioni, per una spesa pubblica complessiva messa a bando (142.163.792 euro) che rappresenta circa il 47% della spesa pubblica dell’intero settennio (301.470.451 euro). Complessivamente sono state presentate poco più di 12.400 domande di cui risultano finanziabili, con le risorse messe a bando, circa la metà.

Nel corso della riunione del Comitato è stata data informazione anche rispetto al fatto che oggi è stato aperto il bando per l’Operazione 7.6.1 “Sostegno per studi/investimenti di manutenzione, restauro e riqualificazione del patrimonio culturale e naturale”, che rimane aperto fino al 31 ottobre, così come è stato fornito un aggiornamento sulla Misura Leader, rispetto alla quale entro fine ottobre verranno presentate le strategie definitive dei due Gruppi di azione locale selezionati.

Prosegue, infine, il pagamento dei premi in zootecnia. Entro la fine dell'anno si potrà delineare il quadro complessivo che terminerà questa stagione di ritardo portando i pagamenti in linea con il sistema ordinario. A fronte di tutto questo, va sottolineato il valore di una Pac che pure a fronte di una leggera riduzione della misura 13 "Indennità compensativa", risulterà ampiamente compensata da un aumento di corresponsione della Domanda Unica.

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05/10/2016, 15:36
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FEM e MUSE nella ricerca internazionale pubblicata su Science riguardante oltre 777 mila aree boschive della Terra, anche del Trentino

La biodiversità delle foreste aumenta la produzione legnosa

Che la biodiversità garantisse il benessere e la stabilità delle foreste già si sapeva. Che incidesse però sulla produzione legnosa - e di quanto - è scoperta di questi giorni. La prestigiosa rivista Science ha pubblicato oggi i risultati di una importante ricerca scientifica intitolata “Relazione positiva tra produttività e biodiversità nelle foreste a livello globale”.
Un team di studiosi provenienti da 90 istituzioni di tutto il mondo, tra cui Fondazione Edmund Mach e MUSE, utilizzando dati provenienti da oltre 777 mila aree boschive di 44 Paesi, in Italia, in Trentino e nel Friuli Venezia Giulia, ha scoperto un consistente effetto positivo a livello globale della biodiversità sulla produttività delle foreste.

Più specie di piante sono presenti in un bosco, maggiore è la sua produttività di legname. Che ora, per la prima volta, viene quantificata. Perdere la biodiversità vorrebbe dire perdere, a livello mondiale, qualcosa come un valore in dollari annuale che va da da 166 a 490 miliardi, ossia più del doppio del costo totale che sarebbe necessario sostenere se dovessimo conservare tutti gli ecosistemi terrestri su scala globale. Un risultato che evidenzia la necessità di rivalutare l’importanza della biodiversità anche dal punto di vista economico, così come delle strategie di gestione forestale e delle priorità di conservazione.
Per la Fondazione Mach hanno collaborato i ricercatori Damiano Gianelle e Lorenzo Frizzera del Centro Ricerca e Innovazione che hanno fornito i dati di 933 aree di rilievo provinciale e contribuito nella elaborazione dei dati a livello globale. Nelle aree di studio è inclusa infatti tutta la superficie forestale trentina che ammonta a 344.262 ettari, pari al 55 % del territorio complessivo. Per il MUSE ha collaborato Francesco Rovero, responsabile della Sezione di Biodiversità Tropicale, che ha fornito i dati raccolti nelle aree campione dei Monti Udzungwa in Tanzania (6 aree di un ettaro ciascuna), che fanno parte della rete pan-tropicale TEAM (Tropical Ecology, Assessment and Monitoring).
A livello mondiale la biodiversità sta lentamente riducendosi, soprattutto nei paesi tropicali dove, tra l'altro, l'utilizzo del legno della foreste costituisce un importante fonte di sostegno economico.
La ricerca segna il primo importante risultato del team, formalmente conosciuto come Global Forest Biodiversity Initiative (GFBI). Fondata nel 2016, la GFBI è un'organizzazione internazionale, interdisciplinare, di ricerca collaborativa che mira a una migliore comprensione su larga scala dei modelli e processi associati a quattro miliardi di ettari forestali presenti nel pianeta. In tale organizzazione è presente Damiano Gianelle di FEM e Francesco Rovero del MUSE.


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14/10/2016, 22:14
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Un centro di competenze Euregio dedicato ad ambiente, alimentazione e salute

A San Michele all'Adige studi su dieta e malattie metaboliche

La creazione di un centro di competenze targato Euregio con sede a San Michele all'Adige dedicato ad ambiente, alimentazione e salute. E' questo l'obiettivo del progetto “Environment, Food & Health” proposto oggi dai tre presidenti dell'Euregio. Si tratta di uno strumento pensato per affrontare le sfide socio-economiche relative all'invecchiamento della popolazione e al sovrappeso.
La Fondazione Edmund Mach, primo centro italiano One Health, in collaborazione con le Università di Trento, Bolzano, Innsbruck e Hall, le Aziende provinciali per i servizi sanitari di Trento e Bolzano, l'Eurac e il Centro di sperimentazione Laimburg, ha proposto questa iniziativa che permetterà di valorizzare alcuni dei punti di forza di Tirolo-Alto Adige-Trentino come un'assistenza sanitaria pubblica eccellente e una diffusa produzione di alimenti che proteggono contro le malattie legate ad obesità e vecchiaia.

Un'assistenza sanitaria pubblica eccellente, uno stile di vita relativamente sano rispetto al contesto nazionale ed europeo, un contesto ambientale di valore, la presenza di qualificati enti di ricerca e, non ultimo, una diffusa produzione di alimenti che proteggono contro le malattie legate ad obesità e vecchiaia. Sono questi alcuni degli elementi che caratterizzano i tre territori dell'Euregio. Caratteristiche che sono il punto di partenza del progetto “Environment, Food & Health” portato avanti dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con le Università di Trento, Bolzano, Innsbruck e Hall, le Aziende provinciali per i servizi sanitari di Trento e Bolzano, l'Eurac e il Centro di sperimentazione Laimburg.
Da un lato sarà elaborato uno studio di fattibilità per comprendere come la dieta e gli stili di vita agiscano sul rischio di malattie metaboliche e in particolare sull'obesità. Contestualmente si punterà alla valorizzazione dei prodotti locali ad elevata funzionalità nutrizionale ed all'educazione alimentare.
Il progetto prevede, in un’ottica trans-regionale, l'organizzazione di un ciclo di seminari rivolto ai decisori dei territori sulla prevenzione delle malattie croniche e la creazione di una scuola di dottorato. Infine, sarà costituita una commissione scientifica che avrà il compito di elaborare una strategia specifica per l’Euregio sulle misure di contrasto alle conseguenza socio-economiche collegate all'incremento dell'obesità ed all’invecchiamento della popolazione.

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19/10/2016, 20:21
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Alle ore 11 in Sala Fedrizzi con i rappresentanti della Provincia autonoma di Trento

Fiera Agriacma, lunedì la presentazione dell'ottava edizione

Sarà il quartiere fieristico di Riva del Garda ad ospitare quest'anno, dal 28 al 30 ottobre 2016, la Fiera AGRIACMA, la più completa rassegna (biennale) di macchine agricole specializzate dedicata sia all'agricoltura che alla zootecnia. Filo conduttore dell'edizione 2016 sarà il rispetto dell'ambiente, con la presenza delle ultime novità tecnologiche.

Lunedì 24 ottobre, alle ore 11, nella Sala Fedrizzi del Palazzo della Provincia, in piazza Dante 15 a Trento, la presentazione dell'ottava edizione.


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24/10/2016, 7:20
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L'appello dell'assessore all'agricoltura alla presentazione dell'ottava fiera Agriacma del 28-30 ottobre a Riva del Garda

Agricoltura, filiera rispettosa dell'ambiente e della salute anche grazie alle nuove macchine agricole

"Siamo, ognuno, un ingranaggio della catena agroalimentare: produttori, consumatori, istituzioni, agenzie che tutelano la salute del cittadino, un insieme collettivo che alla fine garantisce un prezzo giusto per alimenti giusti. Dobbiamo proseguire sulla strada intrapresa per connotare sempre più le nostre produzioni nel segno della salubrità, spiegando ai nostri 500 mila residenti trentini, e ancor più ai 5 milioni di visitatori annuali che frequentano il Trentino per le loro vacanze, che i nostri prodotti sono di qualità non solo perché nascono in montagna e sono certificati, ma perché sono l'esito finale di una filiera fatta di tanti ingranaggi virtuosi che concorrono, ognuno per la propria funzione e ruolo, lavorando in sinergia, a qualificare il Trentino come un territorio sano e giusto". Così l'assessore all'agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca Michele Dallapiccola, intervenuto oggi alla presentazione dell'ottava edizione di Agriacma, la fiera biennale trentina specializzata in macchinari agricoli di montagna, che si terrà dal 28 al 30 ottobre al quartiere fieristico di Riva del Garda, nuova location per una manifestazione fieristica che, ha spiegato il presidente di Agriacma "vuole fare un salto di qualità" .

Al fianco dell'assessore, a rappresentare la filiera agroalimentare di qualità trentina sono intervenuti stamane, alla conferenza stampa di presentazione di Agriacma, Roberto Odorizzi presidente del consorzio Acma Servizi, Massimo Caldera di Confcommercio Trentino, Ennio Magnani presidente di Apot, Giovanni Laezza direttore di Riva del Garda Fierecongressi SpA e Dario Uber dirigente medico dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari.

Momento centrale dell'edizione 2016 di Agriacma, il cui filo conduttore è rappresentato dalla presenza di macchinari innovativi rispettosi dell'ecosistema alpino, sarà, nella giornata inaugurale di venerdì 28 (ore 14.30) il convegno dedicato all'"Evoluzione tecnologica in frutticoltura per il rispetto dell'ambiente e della salute"; al seminario, che verrà aperto dall'assessore Dallapiccola, interverranno tra gli altri anche alcuni esperti del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Mach.

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24/10/2016, 21:24
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Oggi alla FEM produttori ed esperti al 7° seminario internazionale di marketing del vino

Vino e mercati esteri, il punto oggi alla Fondazione Mach
"La percentuale del vino italiano che viene venduta all’estero è in crescita e per molte aziende ha oltrepassato la soglia del 50% della produzione. Questo implica che all’interno delle azienda vitivinicola ci siano delle persone con delle competenze specifiche per seguire il lavoro di vendita e promozione sui mercati esteri”. Steve Kim, direttore di Vinitaly International, ha moderato oggi il settimo seminario internazionale di marketing del vino organizzato dalla Fondazione Mach e centrato sui nuovi modelli per l'export.
L'evento, rivolto ad esperti di marketing del vino, produttori e studenti, si inserisce all'interno del percorso formativo di eccellenza “Wine export management” che forma gli specialisti dell'export vini, professionisti in grado di supportare le aziende del vino nel complesso processo di internazionalizzazione. Oggi, al termine del seminario, si è svolta anche la consegna degli attestati a 24 nuovi manager del vino.

“Abbiamo analizzato quali sono queste competenze, i mercati storici del vino italiano, ma soprattutto quelli nuovi e la Cina in particolare, dove l’Italia del vino non è ancora riuscita ad affermarsi come hanno fatto i cugini d’Oltralpe, ma si stanno facendo enormi sforzi per recuperare terreno” ha detto Steve Kim, l'esperta coreana a capo del braccio strategico internazionale di Vinitaly, e impegnata ad utilizzare i canali innovativi per comunicare e celebrare "il vino italiano" all'estero - con un'enfasi creativa sui social media - sempre con un occhio di attenzione per aiutare i produttori italiani a vendere di più di una semplice bottiglia di vino.
L’export vitivinicolo italiano è fortemente cresciuto in quest’ultimo ventennio a dimostrazione del grande appeal internazionale della nostra vitienologia. E’ cresciuta però anche la concorrenza sui mercati internazionali, sono aumentate le problematiche organizzative, si sono fortemente modificati i sistemi distributivi e la stessa rete di importazione si è decisamente evoluta in quest’ultimo quinquennio. Grandi evoluzioni che stanno obbligando le imprese enologiche italiane a grandi sforzi organizzativi e ad aumentare fortemente la loro capacità di gestire la loro presenza sui mercati internazionali. “Occorre puntare sulla qualità del vino, ma anche creare marchi in grado di esprimere uno stile di vita. Se riusciamo a fare questo le opportunità sono enormi” ha detto Matteo Lunelli, presidente di Cantine Ferrari nonché direttore dell'International Wine and Spirits Competition IWSC, intervenuto assieme ad Antonio Rallo, Presidente di Unione Italiana Vini e titolare della cantina Donnafugata, Emilio Pedron, amministratore delegato di Bertani Domains, Raffaele Boscaini, responsabile Marketing Masi, Francesco Ferreri, presidente di Assovini Sicilia, Matilde Poggi, presidente Fivi e titolare di Le Fraghe, Roberta Crivellaro dello studio legale Whiter.
A conclusione della tavola rotonda si è svolta la consegna degli attestati ai 24 nuovi export manager del vino, provenienti da varie regioni italiane e selezionati da una commissione che ha valutato oltre 70 candidature. Intanto è tutto pronto per la prossimo corso: il 31 dicembre scadono i termini per iscriversi alla quinta edizione del corso di wine export management.

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05/11/2016, 11:14
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Si chiude a Trento il convegno internazionale sulle specie aliene invasive

Specie aliene, più conoscenze per adeguate strategie di controllo

Si chiude il sipario sulla conferenza internazionale dedicata alle specie aliene che dal 7 al 9 novembre ha riunito, a Trento, più di cento esperti esperti mondiali nel campo dell’ecologia, dell’epidemiologia e della modellistica di specie invasive come zanzare tigre (Aedes albopictus) e Drosophila suzukii.

L'evento, organizzato dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento, FBK e MUSE, è stata l'occasione per illustrare alla comunità scientifica i risultati principali del progetto LExEM, finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento e coordinato dalla Fondazione Edmund Mach.
In particolare, sono state messe in luce le nuove conoscenze ottenute sull'ecologia, sulla distribuzione e sulla dinamica di popolazione di zanzare vettrici di agenti patogeni responsabili di importanti malattie da virus quali Zika, Dengue e Chikungunya. Sono stati mostrati i risultati riguardanti la previsione del rischio d’introduzione e diffusione di queste malattie di origine tropicale sul territorio provinciale ottenuti attraverso l’applicazione di modelli matematici che sono stati utilizzati anche per la valutazione di possibili strategie di controllo tenendo conto del rapporto costi/benefici dei diversi tipi di intervento.
Sono stati presentati, inoltre, i risultati ottenuti su Drosophila suzukii e in particolare i nuovi modelli di sviluppo delle popolazioni di Drosophila sulla base delle variabili ambientali e la loro potenzialità di applicazione pratica per la valutazione precoce del rischio ed il supporto alle decisioni di tecnici ed agricoltori. Come nel caso delle zanzare i modelli sono anche in grado di stimare l’impatto che alcune strategie di difesa in fase di sviluppo possono avere sulle popolazioni del fitofago. Particolare attenzione è stata infine posta alle prospettive di utilizzo di nuovi metodi di controllo biologico con parassitoidi indigeni e quelli che si basano sulle nuove conoscenze genetiche, genomiche e microbiologiche.
La conferenza scientifica internazionale dal titolo “Facing the invasion of alien arthropods species: ecology, modelling and control of their economic impact and public health implications” ovvero “Affrontare l’invasione di specie invasive di artropodi: ecologia, modellistica e controllo del loro impatto sull'economia e sulla salute pubblica”ha affrontato il tema delle implicazioni sanitarie, economiche e sociali legate alla loro introduzione e progressiva diffusione nell’ ambiente.
“Il convegno di Trento – ha spiegato Annapaola Rizzoli, dirigente del Centro Ricerca e Innovazione FEM - è stata un’occasione unica per un confronto internazionale in cui sono stati condivisi risultati, esperienze e casi di studio tra ricercatori, tecnici e operatori delle principali realtà impegnate nella lotta alle principali specie invasive. La ricerca scientifica su questo tema è essenziale per mettere a punto strategie di controllo e prevenzione sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico”.

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