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Provincia Autonoma di Trento 
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Incontri tecnici in Valsugana e in valle di Non sulla sperimentazione agronomica in frutticoltura
POTATURA INNOVATIVA, 7 INCONTRI PER AGGIORNARE I FRUTTICOLTORI

Da martedì 9 a giovedì 18 dicembre si svolgeranno in valle di Non e in Valsugana una serie di incontri promossi dal servizio di consulenza della Fondazione Edmund Mach per aggiornare i frutticoltori sugli sviluppi della sperimentazione agronomica, in particolare per quanto riguarda la potatura innovativa.
La potatura è una pratica agronomica che incide in maniera determinante sulla produzione e sull’equilibrio del frutteto. Nel corso degli anni i criteri e le tecniche di potatura si sono evoluti e modificati adattandosi al diverso materiale vivaistico disponibile e alle nuove e diverse tipologie di impianto.

Nei prossimi giorni in Valsugana e in valle di Non Nicola Dallabetta terrà cinque incontri per presentare ed approfondire la tecnica di potatura “klik”. Sono in programma: martedì 9 dicembre con ritrovo ore 9.30 presso COFAV a Caldonazzo, martedì 9 dicembre con ritrovo alle ore 13.30 presso Az. De Bellat a Spagolle, venerdì 12 dicembre con ritrovo alle ore 9.30 presso la cooperativa CONTA’ di Cunevo, mercoledì 17 dicembre con ritrovo alle ore 9.30 presso la Bonifica di Mollaro, giovedì 18 dicembre con ritrovo alle ore 9.30 presso la SABAC di Brez.

Alberto Dorigoni e Franco Micheli terranno in valle di Non due incontri sui risvolti pratici della gestione in parete del frutteto, l’utilizzo della barra falciante e gli impianti biasse/multiasse: lunedì 15 dicembre con ritrovo alle ore 13.00 presso la COBA di Denno e martedì 16 dicembre ad ore 13.00 presso Maso Maiano a Cles. Tutti i frutticoltori sono invitati a partecipare.

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05/12/2014, 21:21
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A Concast e Latte Trento 2.186.000 euro
PRODOTTI LATTIERO-CASEARI: APPROVATI I PROGETTI DI PROMOZIONE

Per i progetti di commercializzazione del settore lattiero - caseario la Giunta provinciale ha destinato, per il 2014, la cifra complessiva di 2.186.000 euro. La delibera di approvazione dei progetti presentati da Trentingrana Con.Ca.S.T. e dal Consorzio Produttori Latte delle Valli Trentine (Latte Trento) è firmata dall'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola. Una quota del finanziamento (820.000 euro) è destinata allo sviluppo del Progetto "Montagna di Latte" coordinato da Trentino Marketing.

Il riparto delle risorse messe a disposizione dalla Provincia vede l'assegnazione di 900.000 euro a Trentingrana Con.Ca.S.T. su una spesa ammessa di 1.800.000 euro, e di1.286.000 euro a Latte Trento.
Il Progetto "Montagna di Latte" ha l'obiettivo di valorizzare i prodotti lattiero-caseari trentini stimolando occasioni d'incontro tra produttori e consumatori e rappresenta un'importante azione di promozione del territorio trentino. "Crediamo che tale iniziativa - spiega l'assessore Dallapiccola - possa avere maggiore impatto promozionale se viene integrata all'interno dell'attività di marketing dei soggetti rappresentativi del settore e in stretto collegamento con l'azione di coordinamento di Trentino Marketing. È per questa ragione che parte dei finanziamenti vengono vincolati allo sviluppo di tale attività".

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09/12/2014, 22:22
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Giovedì a San Michele incontro per viticoltori, tecnici ed enologi promosso dalla Fondazione Mach
7^ GIORNATA TECNICA DELLA VITE E DEL VINO, 11 DICEMBRE A SAN MICHELE

Giovedì 11 dicembre, dalle 8.30 alle 12.30, è in programma a San Michele la 7^ giornata tecnica della vite e del vino organizzata dalla Fondazione Edmund Mach per fare il punto sull’annata 2014 e fornire indicazioni tecniche a viticoltori, tecnici di campagna ed enologi per affrontare al meglio la prossima stagione.

Si tratta di un incontro tecnico di aggiornamento per illustrare l’andamento fitosanitario e proporre alcuni risultati delle attività di sperimentazione condotte dal Centro Trasferimento Tecnologico. Più precisamente, il primo tema che sarà affrontato, molto attuale, riguarda il Piano di Azione Nazionale e la viticoltura trentina dato è entrata in vigore la direttiva sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e i viticoltori trentini sono chiamati a prestare particolare attenzione alla formazione. Spazio poi alla distribuzione ottimale dei prodotti fitosanitari e alla riduzione del fenomeno della deriva in un’ottica di salvaguardia della salute dell’ambiente e dell’uomo, ma anche alla biodiversità del vigneto con la presentazione di un interessate studio condotto in valle di Cembra e Lavis sugli apoidei selvatici. Si farà il punto sul report climatico e fitosanitario 2014 per fare poi una valutazione della vendemmia 2014.

7° Giornata tecnica della vite e del vino
Giovedì, 11 Dicembre 2014 ore 08:30
Aula Magna - Fondazione Edmund Mach
Via Mach 1, 38010 San Michele all'Adige (TN)
PROGRAMMA
8.30 Registrazione dei partecipanti
8.50 Apertura dei lavori
Michele Pontalti - Dirigente Centro Trasferimento Tecnologico
9.00 Il Piano di Azione Nazionale e la viticoltura trentina
Renato Martinelli - Servizio Agricoltura PAT
9.30 Distribuzione dei prodotti fitosanitari nel vigneto e riduzione della deriva
Daniel Bondesan
10.00 Uno studio sulla biodiversità nel vigneto
Paolo Fontana
10.30 Coffee break
10.50 Report climatico e fitosanitario 2014
Maurizio Bottura
11.20 La vendemmia 2014: valutazioni e prospettive
Mario Malacarne, Luciano Groff
11.50 Dibattito
12.30 Chiusura
Moderatore: Michele Pontalti

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09/12/2014, 22:24
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L'assessore Daldoss anticipa al convegno "Il governo del territorio tra fare e conservare" le linee della futura nuova legge
"DALLA RIFORMA URBANISTICA IL PUNTO ZERO NELL'USO DEL SUOLO"

"Il punto zero nell'uso del suolo": l'assessore alla coesione territoriale, urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa, Carlo Daldoss, definisce così la prossima riforma delle legge urbanistica del Trentino, una riforma di cui ha anticipato oggi, intervenendo alla prima giornata del convegno "Il governo del territorio tra fare e conservare", le linee ispiratrici, i pilastri sui quali poggerà: risparmio del suolo, riqualificazione dei centri storici e demolizione degli "edifici incongrui". L'obiettivo è chiaro e dichiarato: rendere "bello" il paesaggio trentino, quello costruito e quello naturale; bello per chi ci abita, innanzitutto, ma bello anche per chi guarda a questa terra come meta delle proprie vacanze o come spazio attrattivo per investire. Un Trentino - ha affermato a margine del convegno il presidente del Tar di Trento Armando Pozzi - che presenta una situazione tendenzialmente virtuosa e positiva, sia per quanto concerne la capacità degli strumenti normativi, la legge provinciale urbanistica 1/2008 è una buona legge, e sia per quanto riguarda anche la gestione concreta del territorio attraverso l'attività di pianificazione degli enti locali, anche se non mancano episodi di non buon governo e da censurare".

Dopo aver ricordato come il Trentino sia stata la prima provincia italiana a dotarsi di un piano urbanistico (il primo Pup è del 1967, l'anno dopo la grande alluvione), e come la competenza primaria in materia di urbanistica, piani regolatori e tutela del paesaggio "ci dia una maggiore libertà di poter sperimentare, che è anche il germe della nostra specificità", Daldoss è entrato nel merito dei contenuti della riforma. Il tema del paesaggio, in particolare, è tornato più volte nel suo intervento.

"Prevederemo norme nuove e forti - ha spiegato l'assessore -, ad esempio i PRG non potranno più inserire un solo metro quadrato di terreno edificabile se non per bisogni veramente motivati." E' qui che si gioca l'opzione zero, sopra richiamata ed oggi resa più praticabile dai tempi che stiamo vivendo, nell'uso del suolo . "Un risparmio di territorio che si inserisce in un contesto di maggiore crescita equilibrata e di sviluppo, ma soprattutto di valorizzazione complessiva del paesaggio, non solo quello costruito per essere più attrattivi ma il paesaggio del bello, un valore che rende migliore la vita su questo territorio." Il paesaggio, dunque, inteso come "valore pubblico", bene comune da preservare anche attraverso "interventi coattivi nei confronti dei privati finalizzati alla demolizione di edifici incongrui o al ripristino di terreni incolti ed abbandonati". Un terreno scivoloso - riconosce l'assessore - ma che nondimeno deve precludere "la possibilità di qualche scelta coraggiosa in nome di un interesse generale".

Dopo aver ricordato come la stessa legge finanziaria in questi giorni in discussione in Consiglio provinciale preveda uno specifico fondo del paesaggio, e di come già oggi l'iter di approvazione dei Piani regolatori generali dei Comuni sia stato notevolmente accorciato (massimo entro 11 mesi pena la decadenza dell'atto) con "risultati positivi che già si sono visti in questi primi sei, sette mesi", Daldoss ha toccato un altro grande campo in cui la prossima riforma della legge urbanistica interverrà, vale a dire la riqualificazione urbana e dei volumi esistenti: "Gli interventi sui nostri centri storici devono essere di qualità, ma la qualità è figlia di buoni progettisti e di buoni committenti; riteniamo che con un giusto equilibrio tra fare e conservare ed anche con la costituzione di una terna di "grandi esperti" che possa dare non autorizzazioni ma, su interventi importanti, un proprio qualificato parere, di generare un nuovo approccio: dalla politica del "no, non si può fare" a quella del "sì, si può fare a queste condizioni".

Nuove modalità di rapporto tra amministrazione e cittadino, dunque, e in tale contesto la futura nuova legge urbanistica enfatizzerà anche l'aspetto del "demolire si può, a volte si deve", giacché l'investimento pubblico si giustifica a volte nel togliere piuttosto che nel costruire e nell'aggiungere. "La riqualificazione degli edifici sarà aspetto centrale della riforma, anche attraverso incentivi e penalizzazioni: oneri di urbanizzazione più costosi per chi costruirà sul nuovo, gratuità invece per chi interverrà sugli edifici esistenti, ma anche premi e crediti volumetrici per creare non più un mercato delle aree ma un mercato dei volumi. Su questo si innesta la possibilità di utilizzare i patrimoni edilizi esistenti, un modo per allocare in un giusto equilibrio nuovi volumi e nuovi bisogni."

Altro aspetto sarà la velocizzazione delle autorizzazioni (sburocratizzazione), ad esempio limitando il ritorno in commissione edilizia di progetti ogni qualvolta siano stati modificazioni. "Con la partecipazione del tecnico e del sindaco in commissione edilizia, ad esempio - ha detto l'assessore all'urbanistica -, un progetto non dovrà più passare una seconda volta in commissione, e dove la funzione urbanistica è gestita nel quadro di un'associazione tra Comuni sarà sufficiente una sola commissione edilizia. Una spinta forte verso i Comuni per ragionare insieme. Una strada, questa, dalla quale non si torna indietro".

"E' proprio sull'ultima variante al Pup del 2008 che ha messo al centro il tema del paesaggio - ha concluso l'assessore Carlo Daldoss - che si innesta questo percorso, avendo sempre ben presente che il territorio e il paesaggio sono valori che non sono delocalizzabili e che rappresentano la vera identità di un territorio. La riforma ha obiettivi ben definiti che vogliamo sperimentare anche in maniera nuova attraverso metodi partecipativi nuovi: ai tavoli di confronto avviati già da diversi mesi con le professioni tecniche e i portatori d'interesse, si affiancherà, tra pochi giorni, anche la nuova piattaforma informatica che consentirà a tecnici, avvocati, artigiani, imprenditori ed amministratori di concorrere alla stesura della riforma urbanistica."

In questo senso anche il convegno di oggi e domani - promosso dal Tar di Trento, dall'Università degli Studi, Provincia di Trento e Ordine degli Ingegneri - offrirà spunti utili e interessanti. La consultazione online partirà nei prossimi giorni, per concludersi a febbraio. Poi, valutate le proposte arrivate, partirà il confronto con le parti sociali, per arrivare a maggio con la presentazione del disegno di legge. Un altro passaggio, questo l'auspicio, che confermerà il Trentino quale laboratorio capace di sperimentare soluzioni innovative e utili per un Paese che, lo dimostrano purtroppo tragicamente i disastri di questi ultimi mesi, pare essersi dimenticato il territorio, le sue esigenze e il suo valore.

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18/12/2014, 21:34
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LATTE TRENTO LANCIA IL “LATTE TRENTINO DI MONTAGNA”

La qualità del latte di montagna sfida la caduta dei prezzi e l’imminente abolizione delle quote latte. Da domani sarà disponibile sugli scaffali il nuovo latte di alta qualità prodotto in 34 selezionate stalle situate ad oltre seicento metri di altezza. Tutta la genuinità del latte prodotto in montagna.
Il direttore di Latte Trento Sergio Paoli: “Il prezzo del latte è in picchiata, con la produzione di qualità legata al territorio montano vogliamo siglare un nuovo patto con i consumatori. Il latte non costerà di più di quello normale”.
L’assessore Dallapiccola: “gestire una stalla oggi richiede conoscenze pari ad un corso di laurea”.

La cooperativa Latte Trento ha selezionato tra i soci una trentina di stalle già certificate “Latte alta qualità” ubicate in zone di origine montana, più precisamente poste almeno a 600 metri di altitudine, per valorizzarne il prodotto con una speciale etichetta che ne riconosca la specificità. Il nuovo Latte trentino di montagna rappresenta l’eccellenza della cooperativa Latte Trento, al fine di sfruttare i profumi e i sapori dei pascoli d’altura essenza di fiori e di erbe dei luoghi oltre all’alimentazione delle mucche rigorosamente garantite da cereali no ogm che si trovano in luoghi oltre i seicento metri di quota.
Quel clima, quel fieno e quell’ambiente di cui beneficiano le mucche fanno alzare di molto la qualità del latte prodotto: da oggi questa qualità è riconosciuta e certificata con una speciale etichetta, “Latte trentino di montagna”. Tutta la genuinità del latte di montagna.
Stamani il nuovo latte, che sostituirà – allo stesso prezzo – l’attuale latte fresco di “Alta qualità”, è stato presentato nella sede della Provincia autonoma dai vertici di Latte Trento, alla presenza dell’assessore Michele Dallapiccola.
Attingendo alla personale esperienza professionale come veterinario, l'assessore provinciale all'agricoltura Michele Dallapiccola ha evidenziato quanta qualità ci sia nella filiera agroalimentare trentina: nei prodotti e nelle loro caratteristiche organolettiche e nutrizionali, nelle modalità produttive e nel benessere degli animali. Grazie al lavoro di tanti tecnici del settore i prodotti del Trentino sono salubri e di qualità.
"Oggi – ha detto l'assessore - gestire una stalla richiede un bagaglio culturale assimilabile a quello di una laurea, acquisita con l'esperienza pratica o con lo studio. Abbiamo davanti una sfida, quella della liberalizzazione della quantità di produzione del latte, che vogliamo affrontare infondendo nei consumatori sicurezza e fiducia sulla qualità dei nostri prodotti".
“Combinando l’alta qualità con la provenienza del latte dall’alta quota, si vuole valorizzare uno dei prodotti di eccellenza della filiera agroalimentare del nostro territorio” afferma il direttore Sergio Paoli. “Faremo dalle 7 alle 8 mila bottiglie al giorno, ed il prezzo rimarrà invariato rispetto al latte di alta qualità. Il nostro prodotto oltre che buono è sano genuino e salutare, senza additivi o conservanti. Con il prezzo del latte in picchiata, che non garantisce la copertura dei costi degli allevatori, e la prossima abolizione delle quote latte dal 31 marzo 2015, vogliamo dare un segnale di fiducia”.
Latte Trento da sempre punta a garantire ai propri consumatori la qualità dei propri prodotti ponendo attenzione a tutti i passaggi della filiera produttiva, attraverso analisi mirate sugli allevamenti e sui prodotti finiti”.
“L’obiettivo raggiunto oggi dalla nostra cooperativa – afferma il presidente Carlo Graziadei - è quello di offrire un latte che esprima tutta la genuinità del latte di montagna. Siamo convinti che la combinazione tra alta qualità e provenienza del latte ad alta quota sia il giusto approccio per la valorizzazione del Trentino inteso come identità unica e preziosa con un sapore pieno rotondo e con un profumo intenso”.

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22/12/2014, 21:09
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Con il contributo anche della Provincia autonoma di Trento
SULLA RIVISTA "SCIENCE" IL PUNTO SUL RITORNO DEI GRANDI CARNIVORI IN EUROPA

L'autorevole rivista scientifica americana "Science" ospita sull'ultimo suo numero un articolo dal titolo "Il ritorno dei grandi carnivori nei moderni paesaggi europei dominati dall'uomo", il quale traccia un bilancio positivo sul ritorno delle specie in questione (orso, lupo, lince e ghiottone).
I moltissimi dati raccolti da oltre 70 corrispondenti esperti da tutta Europa evidenziano, comparando la presenza storica con quella attuale, che in circa un terzo del territorio europeo è presente almeno una delle specie in questione, con popolazioni stabili o in crescita nella maggior parte dei casi. Le ragioni di questo successo di conservazione sono molteplici: normative di tutela, appoggio dell'opinione pubblica dominante, e tutta una serie di misure pratiche messe in campo dalle Amministrazioni per consentire la coesistenza tra grandi carnivori e uomo. L'esperienza europea evidenzia dunque che i grandi carnivori e l'uomo possono condividere lo stesso territorio, a certe condizioni.

L'articolo ha destato immediatamente l'interesse del grande pubblico, su scala mondiale, tanto che nella sola prima giornata di pubblicazione il sito della rivista (link sotto) ha registrato oltre mezzo milione di contatti su Twitter.
A questo grosso lavoro ha partecipato anche la Provincia autonoma di Trento, attraverso il personale del Servizio Foreste e Fauna, fornendo il proprio contributo per quanto riguarda in particolare la popolazione di orso presente sulle Alpi Centrali.
Ciò a conferma del respiro internazionale che da sempre contraddistingue l'operato dell'amministrazione provinciale in tema di grandi carnivori, a cominciare dall'orso, e della costante ricerca di autorevoli riscontri di livello scientifico. A questo riguardo va ricordato anche quanto è stato messo in campo recentemente nell'ambito della collaborazione tra Provincia e MUSE ed in particolare gli studi in corso volti ad approfondire i parametri demografici della popolazione di orso delle Alpi Centrali, che vengono condotti in contatto con i maggiori esperti internazionali della materia.
L'articolo è visibile sul sito della rivista "Science" al seguente link: http://www.sciencemag.org/content/346/6 ... 7.abstract

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23/12/2014, 21:58
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Al via la proposta formativa 2015 per operatori del settore florovivaistico su difesa e nutrizione
FLOROVIVAISMO, APERTE LE ISCRIZIONI AI CORSI 2015

La Fondazione Edmund Mach promuove per il 2015, con il patrocinio dell’Associazione Florovivaisti Trentini, una rassegna di corsi di formazione e aggiornamento per gli operatori del settore florovivaistico su varie tematiche: dalla difesa fitosanitaria alla nutrizione delle colture per arrivare a momenti dedicati alla coltivazione delle rose e alla gestione del tappeto erboso.
L’iniziativa formativa è promossa dal Centro Istruzione e Formazione e si svolgerà nelle aule e nei laboratori didattici di San Michele. Per i corsi sulla difesa fitosanitaria, che si articoleranno in tre giornate, le iscrizioni scadono il 23 gennaio 2015.

In particolare il 30 gennaio si parlerà di aspetti generali, nella giornata del 31 gennaio si tratteranno le principali problematiche e le relative tecniche di lotta integrata, infine venerdì 6 febbraio si approfondirà il tema dell’utilizzo degli insetti utili nelle produzioni in serra.

Durante le lezioni, che si svolgeranno anche nei laboratori di San Michele, si svilupperanno diversi argomenti: dai principi di entomologia e patologia vegetale generale ed applicata alle più recenti e diffuse avversità nel settore florovivaistico, con particolare attenzione ai sistemi di prevenzione e all’applicazione delle tecniche di lotta biologica e integrata. Dalla prevenzione alle tecniche di monitoraggio e riconoscimento precoce degli agenti di malattia all’utilizzo di tecniche colturali e applicazioni di difesa a basso impatto ambientale.
L’iniziativa si inserisce all’interno delle attività del Dipartimento istruzione post-secondaria ed universitaria ed è particolarmente rivolta agli operatori del settore: florovivaisti, operatori di garden-center, consulenti, addetti alla vendita di prodotti per la gestione delle colture.
Seguiranno altri interventi formativi che, attraverso corsi, seminari e giornate tecniche, svilupperanno i temi della nutrizione delle colture fuori suolo e della scelta e utilizzo dei substrati di coltivazione.
Si è pensato anche ad un momento formativo per i non professionisti, con i pomeriggi dedicati alle rose. Da febbraio a giugno in cinque appuntamenti, attraverso lezioni in aula, incontri con i vivaisti, visite a giardini tematici, si approfondirà la conoscenza storica e botanica delle rose, si imparerà a coltivarle e gestirle, si potrà capire come progettare nei giardini di casa, su terrazzi o balconi; infine, ci sarà l’occasione di ammirare giardini interamente dedicati al mondo della rosa.

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31/12/2014, 14:13
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Conferenza con Luigi Boitani - Università La Sapienza (in tele collegamento), Natalia Bragalanti - Parco Nazionale dello Stelvio e Carlo Maiolini - MUSE
TEMPO DI LUPI, INCONTRI AL MUSEO PER PARLARE DI FAUNA

Ripartono le conferenze del ciclo “Incontri al museo per parlare di fauna”, approfondimenti scientifici con cadenza mensile, legati al mondo degli animali e ad argomenti rilevanti relativamente alla conoscenza e conservazione della natura. Il primo appuntamento, mercoledì 14 gennaio alle 20.45 sarà “Tempo di lupi”, un momento di approfondimento sulla presenza del grande carnivoro, le sue caratteristiche, le azioni in programma per la sua gestione. La conferenza vedrà la partecipazione in telecollegamento di Luigi Boitani - Università La Sapienza e di Natalia Bragalanti - Parco Nazionale dello Stelvio e Carlo Maiolini - MUSE. A seguire visita guidata alla mostra “Tempo di lupi” a cura di Osvaldo Negra.

Mai come in questo periodo, i lupi sono alla ribalta della cronaca: stanno infatti facendo parlare di sé grazie ad alcune belle immagini e video realizzati in natura da alcuni addetti ai lavori particolarmente fortunati, ma anche a causa di alcune scorribande condotte a danno di capi di bestiame; sono i lupi che stanno tornando a popolare il nostro territorio. Si trovano perlopiù in Lessinia, - dove da una coppia di giovani la scorsa primavera sono nati sette cuccioli - sul Brenta e in Val di Non, dove ne sono stati avvistati due esemplari singoli.

Indicatori di un buono stato generale della biodiversità, i lupi non sono però sempre visti di buon occhio. Proprio per individuare le migliori strategie per assicurare una convivenza stabile tra il lupo e le attività economiche tradizionali, nel 2013 ha preso avvio il progetto LIFE WOLFALPS, di cui il MUSE è partner assieme ad altri 11 enti italiani e sloveni.
Nel corso della conferenza, grazie alla partecipazione degli esperti, sarà possibile ottenere aggiornamenti sulla situazione del lupo sulle Alpi, sullo stato di avanzamento del progetto LIFE WOLFALPS e sulle caratteristiche del predatore, spesso vittima di false credenze e superstizioni.
Appuntamento successivo: 4 febbraio 2015. Fridolin Zimmermann, coordinatore Gruppo Ricerca Conservazione Grandi Carnivori in Svizzera - KORA CH: Il monitoraggio della Lince in Svizzera.

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Presentato dal consorzio Trentinosalumi il "patto di filiera" sottoscritto da 23 allevamenti, 3 impianti di macellazione e altrettanti di sezionamento
SALUMI "QUALITÀ TRENTINO": FILIERA CERTIFICATA DALLA STALLA AL NEGOZIO

Carne salada, mortandela, luganega e speck: sono queste le specialità della salumeria trentina che possono fregiarsi, accanto ad altre produzioni agroalimentari d'eccellenza, del marchio "Qualità Trentino" e che, da oggi, possono presentarsi ai consumatori con una ulteriore garanzia, quella di una filiera certificata ISO 22005, dalla stalla al negozio, nata all'interno del progetto Origine Garantita Trentinosalumi e frutto di un anno di lavoro del Consorzio Produttori Trentini di Salumi con il coinvolgimento di 23 allevamenti, 3 impianti di macellazione e altrettanti di sezionamento. L'iniziativa è stata presentata oggi in Provincia da "Trentinosalumi". "I consumatori - spiega Loris Largher, presidente del consorzio - potranno scegliere in tutta sicurezza una carne nata e allevata in un territorio delimitato nonché macellata e lavorata solo in Trentino dalle nostre aziende consorziate". L'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola: "Un'iniziativa in cui la politica riceve giovamento dall'intrapresa privata e che aggiunge valore alla promozione dei nostri prodotti a marchio Qualità Trentino non solo nei confronti dei consumatori di casa nostra ma anche del sistema turistico".

Il "patto di filiera" che allevatori, macellatori e impianti di sezionamento della carne hanno stretto con il Consorzio Produttori Trentini di Salumi è stato verificato e accreditato da CSQA Certificazioni. Il certificato (n.36394 emesso l'11 luglio 2014) garantisce per il prodotto mezzene e tagli anatomici di carne suina, venduti sfusi o confezionati sottovuoto e identificati dalle diciture “carne per QT” o “carne destinata a QT” del Consorzio Produttori Trentini di Salumi, la conformità allo standard UNI EN ISO 22005:2008 Rintracciabilità nelle filiere agroalimentari.

Nata per rendere disponibile carne garantita per la produzione di salumi a marchio Qualità Trentino, la filiera Origine Garantita Trentinosalumi traccia 22 elementi significativi: gli allevamenti di nascita, gli allevamenti di ingrasso, l’ubicazione degli allevamenti, la sede e la data di macellazione, il numero e il peso dei suini macellati e il lotto di macellazione; sede e data di lavorazione e sezionamento, ubicazione dei macelli e dei centri di sezionamento, lotto del prodotto sezionato, data e sede di lavorazione, lotto e quantità dei prodotti; cliente destinatario, data, tipologia, quantità e lotto del prodotto finito.

“Crediamo fortemente nei valori dei nostri consumatori, valori che condividiamo – spiega Loris Largher – perché consideriamo noi stessi e le nostre famiglie i nostri primi consumatori. L’opportunità di poter offrire carni di ottima qualità e strumenti per poterle identificare e scegliere è un sevizio che abbiamo scelto di garantire, e con il marchio Origine Garantita Trentinosalumi diamo forma grafica all’impegno che da sempre mettiamo nel nostro lavoro.”

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20/01/2015, 21:08
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Soddisfazione dell'assessore Gilmozzi per una scelta che coniuga esigenze locali e profilo unitario
PARCO DELLO STELVIO: ACCORDO FRA LE PARTI PER UN PATTO DI FIDUCIA

Accordo raggiunto oggi a Roma fra le Province autonome di Trento e Bolzano, la Regione Lombardia, il sottosegretario agli affari regionali Gianclaudio Bressa e il sottosegretario all'ambiente Barbara Degani, accompagnati dai rispettivi staff tecnici, sul Parco dello Stelvio. La proposta scaturita dal tavolo di confronto riconosce la competenza in materia degli enti regionali e provinciali, in un'ottica di "rete" che guarda anche oltre i confini del Parco stesso - proiettata ad esempio verso la vicina Engadina svizzera - salvaguardando però la sua dimensione unitaria, di cui si farà garante lo Stato, attraverso il controllo dell'applicazione delle linee guida e degli atti di indirizzo elaborati ai fini della stesura del Piano del Parco e del relativo Regolamento attuativo. "Una proposta equilibrata e bilanciata - sottolinea con soddisfazione l'assessore provinciale all'ambiente Mauro Gilmozzi - che raccoglie e assimila i suggerimenti avanzati dallo stesso Trentino, basata sulla fiducia reciproca e in grado di sbloccare una situazione che obiettivamente, fin dalla fondazione del Parco, era rimasta largamente irrisolta. Siamo contenti di questo risultato e lavoreremo per renderlo al più presto operativo".

Una proposta, quella uscita oggi a Roma dal tavolo di confronto, capace dunque di trovare il giusto bilanciamento fra due esigenze: quella di trasferire alle due Province autonome e alla Regione Lombardia le competenze relative alla gestione delle parti di parco che insistono sui rispettivi territori, e quella di garantire la dimensione unitaria del Parco stesso, anzi, se possibile immaginando che si possa andare al di là di essa, in un'ottica anche transfrontaliera, che tiene conto delle altre aree protette esistenti in quella parte di arco alpino.
Alle Regioni dunque il compito di elaborare un piano complessivo per la gestione del Parco, nell'ambito di un tavolo a cui siederanno tutti i soggetti coinvolti, e a partire dagli atti di indirizzo e dalle linee guida concordati con il Ministero.
Lo Stato controllerà che le linee guida vengono effettivamente applicate nella stesura del Piano parco e nella sua applicazion, in un'ottica unitaria e tenendo conto delle relazioni che lo Stelvio può sviluppare nel contesto di una rete più ampia di aree protette. "Quella emersa oggi è una visione moderna e dinamica dei rapporti fra Stato e realtà regionali - sottolinea ancora Gilmozzi - basata sui principi della collaborazione e della fiducia reciproca, al fine di valorizzare pienamente una realtà importante sotto il profilo naturalistico, paesaggistico e naturalmente anche turistico".

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29/01/2015, 8:16
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