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Confagricoltura 
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Albero caduto a Firenze, Confagricoltura: “Storia di un disastro annunciato”

Firenze, 21 maggio 2018 - “Per fortuna siamo a commentare un incidente che poteva assumere dimensioni ben più gravi. Questo però non ci esime dal dover constatare ancora una volta che stiamo diventando spettatori inermi di un disastro annunciato.” E' quanto dichiarato da Francesco Mati, presidente sezione prodotto florovivaistico di Confagricoltura Toscana che commenta così la caduta di un albero a Firenze oggi pomeriggio.

“Il problema degli alberi che continuano a cadere dopo ondate di maltempo è un segnale di un cambiamento necessario che dobbiamo attuare in termini di politiche pubbliche. Da troppo tempo – spiega Mati - stiamo vivendo di rendita per impianti al verde fatti fra la fine dell'Ottocento e la prima metà del secolo scorso. Purtroppo molte alberature stradali hanno raggiunto dimensioni notevoli e sono spesso sofferenti per incuria o per una progettazione non troppo corretta nel momento in cui sono stati impiantate, spesso troppo ravvicinate fra di loro e che obbligano ad investire molto denaro in potature che a loro volta indeboliscono pianta e limitano arco di vita e efficenza dal punto di vista della qualità dell'aria.”

“Diventa quindi sempre più importante arrivare quindi alla definizione di un piano nazionale di riqualificazione del verde pubblico. Sono anni – conclude Mati - che come Confagricoltura, anche con incontri ad hoc con il ministero, portiamo avanti questa necessità. E' questa una delle priorità che il nuovo Governo dovrà affrontare per attuare un piano, non più prorogabile, di sostituzione di un patrimonio arboreo ormai esaurito e che rischia di rappresentare un pericolo per tutti i cittadini.”

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21/05/2018, 18:17
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Confagricoltura Toscana: “Perdite ingenti per le nostre aziende”
Raccolto dimezzato per albicocche e pesca nettarina, danni per 12 milioni di euro

Firenze, 7 giugno 2018 - Sono le albicocche e le pesca nettarina ad aver risentito di più del freddo intenso dei mesi passati, facendo registrare un calo della produzione rispettivamente del 50 e del 40%. Gli effetti delle gelate, con temperature che hanno raggiunto anche i meno 10 gradi, si sono manifestati ora, a macchia di leopardo e in maniera più o meno intensa: per alcune varietà di albicocche, ad esempio, la produzione è praticamente azzerata. Coinvolti da questo drastico calo, secondo Confagricoltura Toscana, circa 2mila ettari di terreno destinati a queste coltivazione, per una perdita economica che si attesta intorno ai 12 milioni di euro del valore di produzione.

“Sono le zone interne della regione ad aver subito i danni maggiori, - spiega Antonio Tonioni, presidente della sezione di prodotto ortofrutta di Confagricoltura Toscana - Manteniamo alta l’attenzione sulle ciliegie, che sono nella piena fase di raccolta. Se continua questa pioggia ci saranno gravi danni al raccolto. Per adesso stimiamo un calo del 30%, ma per alcune zone ci potrebbe essere addirittura un dimezzamento della produzione”.

Le aziende che producono pomodori, insalate, meloni e angurie e, in generale, i prodotti che vengono raccolti in estate, stanno invece riscontrando un’altra serie di problemi. “Le piogge hanno fatto slittare la fase di trapianto, e di conseguenza il raccolto, a metà luglio - continua Tonioni - Molte aziende hanno perso già l’investimento fatto sull’acquisto delle piante. E’ presto per stimare i danni, speriamo che il tempo sia clemente e ripaghi delle perdite subite”

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07/06/2018, 19:49
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Confagricoltura “In alcuni casi andato distrutto raccolto per oltre il 50%”
Bomba d'acqua ad Arezzo, agricoltura in ginocchio

Arezzo, 13 giugno 2018 - “Dove ha colpito, soprattutto nella zona di Cortona, la bomba d'acqua di ieri ha messo in ginocchio aziende intere che hanno perso oltre il 50% del raccolto. Siamo in emergenza e ci appelliamo alla Regione perché si possano attivare da subito le misure di sostegno che possano permettere a queste realtà di sopravvivere” E' l'appello di Confagricoltura Arezzo all'indomani dell'ondata di maltempo che si è abbattuta nella provincia di Arezzo.

“I danni maggiori – spiega il direttore Gianluca Ghini – si sono registrati nelle colture di grano e di girasole. Sradicati anche alcuni muretti con casi di allagamento per aziende che oggi non sono più in condizione di lavorare. Stiamo procedendo nell'effettuare una stima complessiva di danni ma, anche alla luce di un 2017 e un inizio 2018 molto complicati, siamo tutt'altro che ottimisti.”

“E' evidente che l'agricoltura toscana sta attraversando una situazione di forte criticità – aggiunge Confagricoltura Toscana – in cui gli imprenditori che lasciano sono sempre di più rispetto ai giovani che vogliono intraprendere questo mestiere. Voglio ricordare come l'unicità del nostro territorio sia tale proprio grazie all'attività di chi lavora ogni giorno i campi. Ci appelliamo quindi al nuovo Governo, nella speranza che possa intraprendere un percorso di risanamento di un settore che non può più essere lasciato solo.”

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13/06/2018, 15:52
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La reazione dopo l’articolo sul blog di Beppe Grillo che parla del fenomeno come di una bufala
Olivi, Confagricoltura: “La Xylella non è una scia chimica”

Firenze, 5 luglio 2018 - “La Xylella non può e non deve essere trattata alla stregua delle scie chimiche o di chissà quale complotto. Non ci stiamo”. Reagisce così Francesco Mati, presidente sezione prodotto florovivaistico di Confagricoltura Toscana all’articolo pubblicato sul blog di Beppe Grillo sulla presunta bufala della Xylella che ha attaccato gli olivi in Puglia.

“Insinuazioni che hanno sapore politico più che tecnico scientifico e che danneggiano ulteriormente un settore che dà lavoro a 180mila persone in Italia - continua Mati - Solo in Puglia la Xylella ha portato al fallimento di almeno 15 aziende. Lo sanno questo i signori del complotto e della dietrologia spiccia? Parlare di bufala non è rispettoso e fa un danno materiale enorme al comparto agricolo”

La Xylella è un problema che a livello europeo è classificato come “da quarantena”. Ogni volta che viene identificata una pianta malata si attiva una profilassi dettagliata. L’ombra della bufala sul fenomeno ha generato molta confusione “che si è tradotta anche in un danno d’immagine ingente per il paese - precisa - Dal punto di vista fitosanitario, abbiamo persa la credibilità in Europa a vantaggio degli altri paesi nostri concorrenti. Per questo gioco al complottismo stiamo perdendo quote di mercato”.

“Se si tratta il problema senza un approccio o un confronto scientifico, senza informarsi su quelle che sono le direttive europee, si fa un danno agli italiani, alle famiglie dei lavoratori del settore - conclude - Mi chiedo perché non si intervenga nei confronti di una informazione che è sempre più fake news, sempre più sensazionalistica. A chi pensa che la Xylella sia una bufala, invito a confrontarsi con le aziende, anche toscane, che hanno subito perdite ingenti”

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05/07/2018, 15:26
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I vivaisti: “I soldi dei vitalizi? Al verde pubblico”

Il presidente nazionale dei florovivaisti di Confagricoltura: un segnale visibile per i cittadini e un modo per migliorare le nostre città

Firenze, 13 luglio 3018 – "I risparmi ottenuti con il ricalcolo dei vitalizi dei deputati destiniamoli al decoro delle nostre città, e perché no, alla riqualificazione del verde pubblico" è la proposta avanzata da Francesco Mati, presidente nazionale della federazione florovivaistica di Confagricoltura e Presidente del distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia, all'indomani della decisione della Camera di "tagliare" i trattamenti dei propri membri anche del passato col ricalcolo basato solo sui contributi versati.

"Usando quei soldi risparmiati per il verde pubblico - spiega Mati - daremo un segnale forte ai cittadini. Pensiamo solo all'effetto che farebbe una bella targa 'questo giardino è stato sistemato grazie ai soldi risparmiati dai vitalizi dei parlamentari'. Dall'altra avremmo risorse per migliorare le nostre città che oggi a causa delle casse sempre più esangui, Comuni si faticano a trovare".

Per Mati infatti "con i 40 milioni risparmiati ogni anno, come calcolato dal Presidente della Camera Roberto Fico, si può predisporre un piano di interventi pluriennale. La situazione del verde pubblico infatti oramai è al limite soprattutto nelle città del centro e del sud. Investire in questo settore quindi sarebbe un utile volano diretto per le aziende florovivaistiche e indiretto per il turismo. Dove i luoghi sono più curati non solo si vive meglio ma anche i turisti arrivano più numerosi"

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13/07/2018, 12:44
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Il presidente Neri “Quando finiranno finanziamenti europei, settore diventerà insostenibile”
Tabacco, la crisi colpisce la Toscana. Confagricoltura “In 3 anni chiuso il 10% delle aziende”

Firenze, 20 luglio 2018 - Le aziende toscane di tabacco non riescono più a sostenere i costi di produzione e la crisi che le sta decimando rischia di diventare irreversibile. A lanciare l'allarme è il presidente sezione prodotto tabacco Confagricoltura Toscana, Alessandro Neri. “Le nostre 400 aziende vivono una fase estremamente critica – dichiara - il comparto si è già ridotto del 10% negli ultimi tre anni perchè a fronte di costi di adeguamento sempre più alti, il prezzo del tabacco è rimasto fermo a 10 anni fa”.

“Stiamo producendo sotto prezzo da troppo tempo sia sul tabacco 'Bright' che sul 'Kentucky' – sostiene il presidente Neri – basti pensare che per produrre il primo dobbiamo investire circa 9.000 euro a ettaro e ne ricaviamo meno di 8.000. Per il Kentucky, cioè per il nostro sigaro toscano 'a tracciabilità totale', investiamo circa 13.000 euro a ettaro per riprenderne 9.000. Le aziende che hanno investito nel settore, insomma, non vedono riscontro economico: vendiamo il tabacco a 270 euro al quintale, dovremmo attestarci sui 320 euro per non andare in perdita”.

Il comparto della produzione di tabacco in Toscana è composto da circa 400 aziende – ma 40 hanno già chiuso negli ultimi anni -. e occupa ad oggi oltre 2.000 persone tra dipendenti e indotto. Le lavorazioni del tabacco sono complesse ad accurate, l'intera filiera è tracciata dal seme al prodotto finito. Tradizione e artigianalità sono i valori primari di questo tipo di eccellenza produttiva. “Per tutelare tutti i nostri lavoratori a fronte di queste gravi perdite, dobbiamo andare incontro a grosse esposizioni con le banche” sottolinea il presidente Neri che chiede “un maggior impegno della Regione nel sostenerci”.

“Ci sono molte aziende storiche del comparto che di fatto dovrebbero cessare l'attività ma non possono farlo finchè non si chiude il Psr 2010, perchè hanno vinto bandi pubblici e lavorano anche con finanziamenti pubblici – spiega ancora Neri – inoltre nel 2020 subiremo la riduzione del 70% del Pac, cioè del premio comunitario a ettaro grazie al quale l'Ue ci ha permesso di sostenere le produzioni”. La conseguenza è che “se l'abbassamento del Pac e l'aumento dei costi di produzione non sarà bilanciato da un adeguamento del prezzo commerciale, presto non sarà più possibile produrre tabacco in Toscana” conclude il presidente sezione prodotto tabacco Confagricoltura Toscana.

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20/07/2018, 14:57
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Il riconoscimento ottenuto grazie al contributo di Confagricoltura

“Spighe verdi”: Premio ai comuni più sostenibili, In Toscana 5 località hanno ottenuto la Spiga Verde

31 località italiane hanno rispettato i criteri. Il presidente Miari Fulcis “Vince la Toscana dell’agricoltura sostenibile”




Roma, 23 luglio 2018 - Castellina in Chianti, Massa Marittima, Castagneto Carducci, Fiesole e Bibbona hanno ottenuto la Spiga Verde 2018, il riconoscimento di FFE- Foundation for Environmental Education, arrivato alla terza edizione, che premia i comuni che riescono ad attuare strategie di gestione del territorio in grado di portare benefici all’ambiente e alla comunità, sia in termini di qualità della vita che dei livelli occupazionali.

L’FFE è impegnato in 73 paesi del mondo e gestisce anche l’assegnazione delle Bandiere blu, eco-label volontario assegnato alle località turistiche balneari. In Italia sono 31 le località che hanno ottenuto la Spiga Verde e la Toscana è la seconda regione italiana per numero di comuni vincitori, dopo le Marche con 6 località.

Sono dunque 5 i comuni toscani hanno rispettato pienamente gli indicatori che FEE Italia ha condiviso con Confagricoltura, elementi in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di sostenibilità. Eccone alcuni: la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata; la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano.

La Commissione di Valutazione si è avvalsa del contributo di diversi Enti istituzionali come il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo; il Ministero per i Beni e le Attività Culturali; il Comando Unità Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri; l’ISPRA, il CNR e Confagricoltura.

“Un importante riconoscimento, che premia la Toscana dell’agricoltura sostenibile - spiega Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana - La salvaguardia dell’ambiente è un investimento sociale ed economico di lungo periodo a cui contribuiscono in maniera determinante le nostre aziende agricole, accompagnate e supportate da una corretta politica dei territori delle amministrazioni pubbliche più illuminate. La nostra associazione è parte attiva in questo processo e continuerà il suo impegno affinché il prossimo anno siano sempre più numerose le aree rurali premiate”

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23/07/2018, 17:05
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Le stime di Agriturist: leggera flessione per l’estate 2018
Agriturismi, in Toscana calo del 5% nelle prenotazioni

Richieste last minute e maggiore impegno. Il coordinatore regionale Materozzi: “ Crescente richiesta di nuovi servizi”


Firenze, 13 agosto 2018 - Un calo del 5 per cento, con prenotazioni last minute e una minore capacità di spesa. È un’estate in salita per gli agriturismi toscani, così come emerge dalle stime di Agriturist – Confagricoltura Toscana.

Il pernottamento medio è di appena 3 notti, che scende a 2 se la struttura è nelle vicinanze di una città d’arte. Gli italiani tendono a prenotare all’ultimo minuto, di solito per il giorno stesso e nel corso della vacanza. Sul fronte degli arrivi, aumentano le presenze di europei, con in testa i francesi, olandesi, polacchi, cechi e a seguire svizzeri.

Oltre ad un andamento turistico non troppo vivace rispetto allo scorso anno, si rileva un altro fattore che incide direttamente sulle aziende agrituristiche “Stiamo notando la crescente richiesta e interesse degli ospiti di nuovi servizi e attività - spiega Fabiola Materozzi, coordinatore regionale di Agriturist Toscana Confagricoltura - che comportano investimenti, adattamenti e aumento di personale, chepossa gestire i cambi continui di camere, la vendita, i corsi di cucina, le attività didattiche e sia in grado di lavorare bene in un sistema di ricettività estremamente flessibile per orari e richiesta di servizi”.

Il settore, nonostante questa estate particolare, continua comunque ad essere uno dei migliori biglietti da visita della Toscana. “Malgrado questa leggera flessione stimata nell’andamento turistico - continua il coordinatore Agriturist - si dimostra vincente il connubio tra cibo, arte e paesaggio, sempre più al centro della strategia di promozione turistica della Toscana a riprova del fatto che l’agriturismo fa ormai parte del nostro patrimonio culturale”

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13/08/2018, 14:17
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Agricoltura, Mati (Confagricoltura) replica a Rossi “Vietare subito il glifosato vuol dire mettere a rischio centinaia di aziende”
“Ha la stessa presunta pericolosità del caffè e della carne rossa”

Pistoia, 13 agosto 2018 - “Dispiace che il Presidente della Toscana, Enrico Rossi, da sempre in prima fila per difendere il diritto e contro l'ingiustizia, subito dopo la sentenza Monsanto, emetta un editto vietando l'utilizzo del glifosato in Toscana. Dispiace soprattutto perché così si rischia di danneggiare irreparabilmente centinaia di aziende senza alcuna ragione, ma solo sulla base di una impressione. Ci immaginiamo che presto arriveranno editti simili per proibire anche il consumo della carne rossa e del caffè visto che entrambi questi alimenti fanno parte della stessa tabella di presunta pericolosità cancerogena del glifosato”. Così Francesco Mati, presidente sezione prodotto florovivaistico Confagricoltura Toscana, critica la decisione del governatore toscano di voler proibire l'uso del glifosato nei campi della Toscana.

“L'invito che vogliamo fare a tutti è di usare il buon senso - spiega Mati - ed evitare scelte irreversibili che potrebbero causare danni, diretti o indiretti, alle aziende florovivaistiche e agricole in genere. Perché non c'è alcun fondato motivo scientifico che giustifichi azioni del genere. Infatti l'elemento potenzialmente cancerogeno è un additivo e non il glifosato su cui sono state fatte migliaia di indagini e ricerche senza alcuna conclusione certa sulla sua presunta minaccia cancerogena”.

“Il danno più grave però – continua il presidente delle aziende flovivaistiche toscane - è questa tendenza a dare credibilità al complottismo e al “sembra quindi è vero” . Si tratta di un virus che si sta diffondendo, questo sì altamente inquinante almeno per le menti. E' un meccanismo deleterio che finisce per legittimare le credenze e le superstizioni ponendole allo stesso piano della seria e rigorosa ricerca scientifica finendo in un circolo vizioso che rischia di trascinare a fondo tutta la nostra società come la vicenda dei vaccini sta mostrando anche in questi giorni”.

Per Mati si può certo “invitare a un uso accorto, consapevole e limitato del glifosato”, ma non si può certo “vietarne l'utilizzo dalla sera alla mattina senza alcun a motivazione scientifica ma mettendo in ginocchio centinaia di aziende agricole e non”.

Tanto più, ricorda il dirigente di Confagricoltura, che dal 1971 il glifosato ha cambiato molti sistemi di produzione in agricoltura, e quindi, in mancanza di un valido sostituto, vietarne totalmente l'utilizzo significa concretamente obbligare a cambiare tutti i sistemi di produzione fin qui realizzati dalle imprese agricole, il che, concretamente, vuol dire obbligare le aziende a trovare risorse straordinarie e aggiuntive in un momento in cui il settore non è in gran salute economica.

“Serve raziocinio - è l'invito finale di Mati - e senso di responsabilità soprattutto da parte di chi ci governa a ogni livello altrimenti sarà una inarrestabile corsa senza fine a inseguire il titolo a effetto col risultato che ci troveremo sempre più di fronte a decisione prese sui “sentito dire” e non sui dati certi della scienza. Se si vuole evitare una nuova caccia alle streghe occorre che tutti, a cominciare da chi ha responsabilità collettive più importanti, evitiamo di raccontare che in giro ci sono nuove streghe anche se nessuno le ha mai viste".

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13/08/2018, 20:50
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Il TAR sospende il piano di controllo dei caprioli, Confagricoltura: “Situazione insostenibile. Vanificato ogni sforzo per tutelare agricoltori e ambiente”

Firenze, 24 agosto 2018 – “E’ una sconfitta per gli agricoltori la sospensione del TAR al piano della Regione che prevedeva l’abbattimento di femmine e piccoli di capriolo.” E' quanto dichiarato da Francesco Miari Fulcis, presidente Confagricoltura Toscana che commenta così la decisione del TAR di accogliere il ricorso presentato dall'associazione Urca: “Si vanificano così tutti gli sforzi fatti per dar seguito agli obiettivi della delibera di Giunta regionale che puntava a far fronte ad una situazione insostenibile per l’agricoltura toscana, la sovrappopolazione di questa specie danneggia in modo irreparabile il nostro sistema agricolo senza che ci possa essere una soluzione adeguata”.

“Quello che i fautori del ricorso contro la delibera regionale non hanno chiaro è che il piano di controllo doveva servire a riportare un equilibrio nella densità di questi animali, equilibrio che è necessario all’ecosistema ambientale. Siamo di fronte a una popolazione abnorme, a un numero spropositato di caprioli. Confagricoltura non ha un ruolo attivo sul prelievo degli ungulati ma ha a cuore la tutela della biodiversità e del paesaggio, per questo riteniamo che il piano di prelievo del capriolo debba essere rispettato”.

I danni arrecati dai caprioli interessano in particolar modo il settore vitivinicolo, soprattutto in un periodo delicato come quello della maturazione delle uve, come spiega Francesco Colpizzi, Presidente federazione vitivinicola di Confagricoltura Toscana: “Questi animali mangiano sia i germogli delle viti che i frutti creando danni di milioni di euro: non si tratta solo di registrare una diminuzione della quantità di vino, i viticoltori sono privati in questo modo, di un prodotto che non è replicabile (le uve di una stagione sono prodotti irripetibili) senza considerare i danni strutturali perché le piante private dei germogli vanno in sofferenza. Troviamo singolare che il ricorso al TAR sia stato promosso non dal mondo ambientalista, ma da Urca, un'associazione del mondo venatorio, che ha interessi nella commercializzazione della carni degli ungulati selvatici e non certo impegnata nella difesa dell'ecosistema”.

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24/08/2018, 19:54
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