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CEFA - Il seme della Solidarietà 
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Regala UNA CAPRETTA SOLIDALE a un tuo amico o familiare per Natale!
Caro amico,
Il Natale inizia ad avvicinarsi, ed è sempre un'ottima opportunità per chi vuole pensare alla solidarietà in occasione dei regali di Natale!
Per il vostro amico o familiare più sensibile ai problemi del Sud del mondo, perchè non regalare IN SUO NOME una capretta a una famiglia in difficoltà in Kenya?
La capretta da latte produce 2-3 litri di latte al giorno e oltre a nutrire grandi e piccoli, una parte può essere venduto e diventa una fonte di reddito. Invieremo al tuo amico un simpatico attestato di solidarietà che spiega il tuo gesto!
Per chi ha già partecipato l'anno scorso alla campagna, ci sono novità!
http://www.cefaonlus.it/idee-solidali/n ... lidale.asp

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22/11/2012, 16:08
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Il CEFA – Comitato Europeo per la Formazione e l'Agricoltura è stato fondato a Bologna il 23 settembre 1972 per iniziativa di Giovanni Bersani e Padre Angelo Cavgna e da un gruppo di cooperative agricole legate al Movimento Cristiano Lavoratori.

I primi convegni internazionali promossi dal CEFA sotto la guida di Giovanni Bersani diedero significativi contributi al percorso intellettuale e politico che porterà all'articolarsi del grande accordo fra la Comunità Europea e i paesi associati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, nota come Convenzione di Lomè.

Membro della Federazione degli Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario (FOCSIV) e dell'Associazione delle ONG italiane, il CEFA è riconosciuto ufficialmente dal Ministero degli Affari Esteri, tramite il decreto di idoneità del maggio 1974, e dall'Unione Europea.

Dopo un primo progetto nel settore socio-sanitario e nella formazione promosso nella Repubblica Democratica del Congo (Zaire), il CEFA avviò la propria attività in Tanzania, nella provincia di Iringa, su indicazione del presidente della Repubblica tanzaniana Julius Nyerere. Nasceva il primo progetto di sviluppo rurale integrato, arricchitosi via via di iniziative che oggi formano un vasto programma regionale, autosufficiente nelle sue diverse componenti.
http://www.cefaonlus.it
In quegli stessi anni, il CEFA assunse l'orientamento di concentrare in modo prevalente le proprie iniziative nella regione dell'Africa dell'Est, soprattutto in Tanzania e in Kenya, predisponendo un'articolata tipologia di programmi rurali integrati, volti a coniugare interventi direttamente produttivi con azioni di sviluppo sociale favorendo contesti di partecipazione responsabile delle comunità locali.

Alla fine degli anni Ottanta, l'intensificarsi dei contatti internazionali portò ad avviare in Cile una nuova esperienza di cooperazione. La presenza in America Latina proseguì successivamente con un progetto di riforma agraria presso una popolazione indigena dell'Argentina settentrionale, ed è tuttora attiva in altre aree e paesi latinoamericani.

Dal 1992, col precipitare di tragici eventi in Africa e nei Balcani, in un contesto di epocali trapassi storici, il CEFA accettò di confrontarsi con situazioni nuove, intervenendo nella riabilitazione in Somalia, in Albania e nei territori dell'ex-Jugoslavia (Bosnia Erzegovina). Anche in contesti di emergenza, il CEFA ha sempre cercato di impostare i propri interventi in funzione del lungo periodo, creando le basi per un successivo impegno in veri e propri progetti di sviluppo caratterizzati da una duratura sostenibilità locale.

Nel 1998, in virtù di un'attenzione particolare ai problemi dell'area mediterranea e dell'immigrazione, il CEFA aprì il suo primo programma agro-zootecnico e sociale in Marocco, nell'area di maggiore provenienza dell'immigrazione marocchina in Italia, la provincia di Settat, dove è ancora oggi presente con programmi di sviluppo rurale ad alta valenza sociale.

Nello stesso anno, a seguito di una specifica attenzione al problema dell'infanzia, il CEFA avviò interventi di Sostegno a Distanza (SAD) in alcune aree in cui era già presenti programmi integrati di sviluppo. Si tratta di iniziative che si integrano con l'azione generale promossa dal CEFA sul territorio, trovando nel programma complessivo le condizioni per impostare un percorso di sinergia e sostenibilità per le specifiche azioni sui bambini.

All'inizio del nuovo millennio, nell'ottica di qualificare la propria presenza in America Latina nel campo della cooperazione rurale con le popolazioni indigene, furono avviati i primi progetti con le popolazioni Maya del Quichè, in Guatemala. Si aprì un vasto programma. ancora in atto, nel campo della produzione agricola, della commercializzazione, dell'organizzazione e dell'artigianato femminile, oltre al sostegno dell'organizzazione del catasto pubblico, strumento fondamentale per garantire concretamente il diritto alla terra e il suo rispetto.

Fin dalle sue origini il CEFA ha considerato un preciso dovere l'impegno nella promozione culturale, nella sensibilizzazione e nell'educazione allo sviluppo, sul territorio italiano ed europeo. Tale impegno si è articolato in iniziative di diverso tipo (mostre, seminari, conferenze, pubblicazioni, eventi), affiancate da specifiche azioni rivolte alle scuole e alle università.

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22/11/2012, 16:09
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E’ una bellissima notizia, significa che, anche grazie al tuo aiuto, da 40 anni portiamo acqua, cibo, salute a centinaia di migliaia di persone!
È nostra testimone YOM, donna 40enne di Rumbek in Sud Sudan: “I volontari CEFA ci hanno fatto capire che se avessimo coltivato in modo più ragionato avremmo vissuto meglio. Prima non riuscivamo a sfamare le nostre famiglie. Hanno proprio portato un cambiamento nella nostra comunità. Ora grazie a CEFA l’agricoltura è diventata materia scolastica, riusciamo a coltivare di più e ciò che avanza lo vendiamo al mercato! Poi CEFA ha portato un insegnante e materiale scolastico per i bambini!”. Yom è felice, lei e la sua comunità hanno raggiunto l’autosufficienza alimentare, è un progresso immenso.
C’è ancora una minaccia che incombe su Yom e la contea di Rumbek: la mortalità infantile è la più alta al mondo, e il motivo principale è che manca acqua pulita. Per questo la nostra attuale sfida è di costruire pozzi nelle scuole della contea. Non restiamo indifferenti alle parole di Yom: “senza pozzi di acqua pulita, nelle scuole le cuoche usano acqua raccolta da pozzanghere per cucinare!”
Questo il nostro appello ai sostenitori per Natale: se ti è possibile aiutaci a portare acqua pulita a tutti i bambini delle scuole di Rumbek: sarà la più bella notizia per far vivere anche a loro un lieto Natale!

Grazie, e un affettuoso augurio da tutti noi!

Clicca qui per donare
http://www.cefaonlus.it/dona-ora/natale ... -acqua.asp

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07/12/2012, 16:28
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LATTE E MOZZARELLA PER LA VITA

In un mese vengono lavorati alla latteria di Njombe circa 82 mila litri di latte crudo che vengono poi trasformati in latte pastorizzato (25%), yogurt (25%) e formaggio (circa 50%). La produzione maggiore di formaggio è la mozzarella da pizza (circa 3 mila kg) al mese. Si creano però anche diversi tipi di caciotta, ricotta e provolone che vengono venduti nella città di Dar Es Salaam e nelle isole di Mafia e Zanzibar a circa una trentina di ristoranti. Lo yogurt (20 mila kg al mese), invece, si vende soprattutto nella zona di Njombe, a Iringa e Mbeya. Il latte pastorizzato (quasi 9 mila litri al mese) si distribuisce nei punti vendita del CEFA (dislocati nei dintorni di Njombe) e la campagna "latte nelle scuole" rifornisce circa 60 scuole del distretto e arriva a circa 26 mila bambini la settimana (ad un prezzo calmierato e accessibile a tutte le famiglie.

http://www.africamilkproject.org/it/pro ... k-factory/

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07/02/2013, 20:30
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Rafforzamento istituzionale e sviluppo agricolo integrato nei comuni di Afourer e Timoullit

LOCALITÀ Regione di Tadla Azilal - Comuni di Afourer e Timoullit
TITOLO DEL PROGETTO Rafforzamento istituzionale e sviluppo agricolo integrato nei comuni rurali di Afourer e Timoullit
ENTI FINANZIATORI Commissione Europea (DCI-NSAPVD/2009/228-792)
ALTRI FINANZIATORI Regione Emilia-Romagna, Regione Sicilia, Associazione Sopra i Ponti, Associazione Mani
PERIODO DI IMPLEMENTAZIONE DEL PROGETTO marzo 2010- luglio 2012
DESCRIZIONE DEL PROGETTO E OBIETTIVI GENERALI
Il progetto si propone di perseguire due linee direttrici. Una vuole dare seguito al processo di decentramento amministrativo in corso in Marocco tramite la formazioni dei quadri municipali dei comuni pedemontani di Afourer e Timoullit. Questa azione verrà condotta in stretta collaborazione con l'associazione di secondo livello marocchina AMSED che vanta già un'esperienza pregressa in azioni similari. La seconda direttrice è quella maggiormente orientata alla società civile ed in particolare al tessuto associativo e cooperativo della zona. Questa direttrice, a sua volta, è composta da due linee di intervento. La prima è rivolta alla generazione di reddito ed al miglioramento dello standard di vita delle famiglie rurali. In questo caso si cercherà di lavorare sull'intera filiera delle olive da tavola con un processo che partirà dalla formazione degli agricoltori e confluirà nell'appoggio e creazione di due cooperative agricole che commercializzeranno il prodotto sui mercati locali. La seconda linea di intervento è invece quella destinata alle associazioni locali che, in un numero non inferiore a 10, verranno formate e preparate per la gestione integrale delle loro attività istituzionali (dall'analisi del bisogno sino alla progettazione, passando dalla gestione interna delle risorse umane e finanziarie).
Inoltre si continueranno a tenere corsi di alfabetizzazione femminile sul territorio dei due comuni sedi di progetto.
Il progetto avrà, in tutte le sue componenti, un focus basato sul superamento delle discriminazioni di genere e sulla creazione di possibilità per le giovani generazioni più facilmente attratte dall'idea di migrare.
L'obiettivo generale è migliorare le condizioni economiche e sociali della popolazione (in particolare donne e giovani) delle zone pedemontane svantaggiate della regione Tdla Azilal attraverso la creazione di attività generatrici di reddito e la realizzazione di azioni di rafforzamento istituzionale funzionale alla società civile e alle istituzioni.
OBIETTIVI SPECIFICI
Aumentare il reddito delle famiglie dei comuni di Afourer e Timoulilt e il capitale sociale della stessa zona attraverso la crescita istituzionale e della società civile con il fine di garantire servizi e possibilità diverse alla popolazione per uno sviluppo sociale ed economico all'interno di un percorso di partecipazione, conservazione ambientale e tutela della biodiversità produttiva.
BENEFICIARI
I beneficiari diretti dell'azione sono le donne ed i giovani agricoltori (circa 100) della zona di progetto, i funzionari pubblici/amministratori (almeno 30) dei comuni di riferimento, le piccole associazioni locali (almeno 10) e almeno 250 donne per i corsi di alfabetizzazione.
Beneficiari indiretti dell'azione saranno le famiglie di coloro che verranno inseriti nelle attività generatrici di reddito (circa 700 persone) e la popolazione dei due comuni (in totale circa 21.500 persopne) che avrà un migliore accesso ai servizi pubblici.
PARTNER LOCALI
Associazione di secondo livello AMSED. Questo progetto è cofinanziato dall´Unione Europea. I contenuti della presente pubblicazione sono sotto la sola responsabilità del CEFA e in nessuna circostanza possono essere attribuiti all´Unione Europea.

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04/07/2013, 11:10
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Il 2 agosto la città di Parma, nella persona dell'Assessore allo Sport Giovanni Marani, ha nominato Norberto De Angelis "testimonial della città di Parma".
Norberto, insieme alla campionessa Giulia Ghiretti, rappresenta "la tenacia, la costanza, la forza di volontà e di reagire al meglio alle prove più difficili della vita" ha ricordato l'Assessore Marani. "Il nostro obiettivo è rendere le persone protagoniste del cambiamento della città".
Un grande esempio, che speriamo possa essere raccolto soprattutto dai più giovani.
http://www.cefaonlus.it/news-&-events/n ... -parma.asp

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30/08/2013, 22:01
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Se vi è piaciuto il Pane della Solidarietà, avete tempo fino al 22 settembre per acquistarlo allo stand CEFA della festa dell'Unità. Se non fate in tempo e volete contribuire al nostro progetto in Sud Sudan, potrete comunque trovare il pane nei forni dei panificatori della città e della provincia che hanno aderito all'iniziativa fino al 16 ottobre, Giornata Mondiale dell'Alimentazione (GMA 2013).
Ecco l'elenco dei Forni: Forno di Porta Lame di Mafaro Francesco ( via lame 160 Bologna); Piron al furner ( via Nosadella Bologna); Venturoli Maurizio (via Ferrarese Bologna); Giardini e Mastellini (via Pontevecchio Bologna); Tosi Romano (via Papa Giovanni XXII San Lazzaro di Savena); Roberto Rubini (Calderara di Reno); Dalla Dante (Castel Maggiore).
Richiedi al tuo forno di partecipare all'iniziativa.


Allegati:
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19/09/2013, 17:06
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Gli economisti meno ortodossi lo hanno capito da molto tempo e da qualche decennio cercano di comunicarlo al resto del mondo, che purtroppo è molto lento nel concedere o nell’ammettere cambi di opinione o di ideologia: quel legame forte e diretto tra aumento del PIL di un paese e la riduzione della povertà dei suoi cittadini non esiste. Anche quella famosa mano invisibile smithiana che dovrebbe armonizzare il sistema economico non esiste. Se esiste, sta provocando danni ben visibili!

In questi tempi perversi in cui l’economia e la finanza hanno preso il sopravvento sulla politica e sull’etica, la vita di milioni di cittadini in Africa e in Kenya si fa sempre più difficile. Le prime vittime sono sempre le donne e bambini.

Il Kenya, così come molti altri paesi africani, si trova in un periodo di forte crescita economica. Una crescita mal gestita e non distribuita che sta provocando gravi diseguaglianze, tensioni sociali e danni irrevocabili all’ambiente.

A Nairobi, capitale del Kenya e una delle principali capitali del capitalismo internazionale, la miseria caratterizza il maggior numero dei suoi abitanti. A fianco ai grattacieli, alle ville, alle macchine di lusso e alle fortezze delle multinazionali, stanno dilagando le baraccopoli, dove il 60% degli abitanti di Nairobi sopravvive degli scarti di pochi nababbi. Migliaia di persone oppresse, escluse, invisibili e inutili perché non producono nulla per l’economia formale della loro società monetizzata.

Moltissimi bambini rischiano la loro salute e perdono la loro dignità cercando di guadagnarsi da vivere attraverso il lavoro. Un’attività lavorativa che spesso li trascina verso lo sfruttamento, in alcuni casi (per fortuna pochi) verso la schiavitù, e troppo spesso a costo della loro stessa vita.

Molti bambini sono cresciuti all’interno di discariche, scavando tutti i giorni per un po’ di cibo e di materiali (spazzatura) da rivendere sul mercato locale. Molte bambine sono invece costrette a vendere il loro corpo per portare i soldi a casa. Molte di loro diventano madri troppo presto e molte di loro pagano a caro prezzo il loro tentativo (illegale) di evitare una gravidanza. Le giornate di molti altri bambini, invece, sono scandite da un metronomo cinico e irregolare fatto dal martello che usano per spaccare le pietre in miniera. Giornate intere passate a raccogliere, rompere e trasportare pietre che servono alla costruzione dei nuovi centri commerciali, delle nuove scuole e delle nuove ville, dove loro non andranno mai.

Sono bambini che crescono in una realtà ingiusta, che li condanna per essere nati nel posto sbagliato. Le opportunità di riscatto nella loro società sono molto poche. Cercare fortuna in un nuovo posto, in un nuovo mondo rimane l’opzione dei più disperati. Disperazione che nei paesi “ricchi” ancora non viene compresa appieno, neanche di fronte a tragedie umane, come quella recente accaduta a Lampedusa.

Molti di questi bambini sono tentati a reagire a questa loro realtà ingiusta anche attraverso attività criminali. Il deterrente di finire in carcere o in un istituto di riabilitazione non è sufficientemente forte per prevenire la tentazione di guadagnarsi da vivere commettendo furti o altri crimini.

I più radicali nella ricerca di fortuna e giustizia vengono ammaliati dalle sirene della violenza. Una violenza che viene spesso mascherata con argomentazioni etniche o religiose, ma che in realtà ha radici nelle forti disuguaglianze e nelle profonde ingiustizie che caratterizzano la loro realtà. Tale violenza può esplodere molto facilmente in battaglie tra varie etnie o in scontri come quelli avvenuti durante le elezioni politiche del 2007/08, le cui immagini hanno sconvolto il mondo. Senza dimenticare il recente l’attacco terroristico al centro commerciale Westgate di Nairobi, avvenuto poche settimane fa e che ha lasciato senza vita oltre cento morti innocenti (di cui molti bambini).

IL CEFA E LA SUA LOTTA AL LAVORO MINORILE

Contribuire a spezzare questa spirale di violenza, povertà e ingiustizia è l’obiettivo a lungo termine dei programmi sociali del CEFA in Kenya.

Tali programmi cercano infatti, di combattere alla radice il problema del lavoro minorile e degli abusi che subiscono all’interno del sistema giudiziario.

Il progetto principale si intitola Building the Foundation for Child Labour Free Zones (Costruire le fondamenta di aree libere dal lavoro minorile) ed è iniziato nel 2011. Tale progetto coinvolge diversi attori della società civile e delle autorità locali, per realizzare un sistema comunitario e dei meccanismi che riescano a porre fine allo sfruttamento del lavoro minorile.

Dal 2011 il CEFA ha creato presso le aree più marginalizzate di Nairobi dei Comitati contro il Lavoro Minorile che sono stati formati nella prevenzione, l’identificazione e il soccorso di minori vittime delle peggiori forme di lavoro minorile. I protocolli di azione e le procedure che il CEFA ha contribuito a stabilire con il Ministero del Lavoro, il Dipartimento dei Minori e altri partners, hanno permesso di contribuire alla proposta legislativa che è stata presentata al governo keniota e che attende l’approvazione del parlamento. Una miglioramento dell’aspetto legislativo in grado di far rinascere la speranza a quelle migliaia di bambini e bambine che ad oggi non hanno una reale alternativa al lavoro e allo sfruttamento.

Oltre ad un programma formativo per i servizi sociali e le autorità locali sul territorio, il progetto del CEFA interviene sostenendo i genitori delle vittime nel rafforzare o iniziare attività generatrici di reddito. Molti genitori delle vittime di lavoro minorile sono ora in grado di gestire un businness che gli permette di mantenere i loro figli a scuola.

A molti ragazzi, che a causa della loro età avanzata non possono più andare a scuola, viene offerto un supporto psicosociale seguito da una formazione professionale e concluso con il sopporto nell’iniziare un micro-businnes. Tale intervento sta aiutando centinaia di minori a uscire da forme di sfruttamento e dalle peggiori forme di lavoro minorile.

Inoltre, attraverso un intenso lavoro nelle principali scuole primarie delle aree target, ai bambini vengono insegnati i loro diritti (e i loro doveri) e vengono sensibilizzati su tematiche come sfruttamento, diritto all’educazione, strutture di supporto ai minori e partecipazione attiva nella vita sociale delle loro comunità. Ad oggi in tutte queste scuole i bambini hanno iniziato dei progetti che generano reddito (orti, pollai, pescicoltura ecc) con i quali riescono a pagare i costi scolastici alle vittime di lavoro minorile, da loro stessi individuate. In ogni scuola, il CEFA ha infatti creato questi Club Dei Diritti Dei Bambini,i cui rappresentanti vanno a costituire un parlamento dei bambini che si riunisce regolarmente a livello locale, regionale e nazionale. Una struttura che intende dar voce ai più piccoli e dimostrare ai grandi le loro potenzialità e capacità.

Infine, la componente forse più delicata e ambiziosa del progetto intende riformare i servizi offerti all’interno delle strutture governative di soccorso e riabilitazione dei minori. All’interno di tali istituti vengono ospitati, o meglio, trattenuti, i minori che hanno commesso dei reati o che sono vittime di abusi. Occorre sottolineare, o rivelare ai non addetti ai lavori, che la maggior parte di questi minori non ha commesso alcun reato. Invece, la maggior parte di coloro che li hanno commessi, arrivano da realtà così misere che a fatica si riesce a comprendere se le responsabilità del reato risiedano in coloro che permettono (o causino) l’esistenza di tali condizioni di miseria e se invece le responsabilità risiedano nel minore, che cerca a modo suo di sopravvivere a tale miseria.

Le infrastrutture (ex galere dove venivano rinchiusi e torturati coloro che combatteva gli inglesi nella lotta per l’indipendenza) sono insufficienti, e a dir poco inadatte, ad ospitare un numero troppo elevato di bambini. Tuttavia, il problema più grave è che all’interno di questi istituti non vengono offerti i servizi minimi necessari per una assistenza psico-sociale ai minori.

Per la prima volta nella storia (breve) di questo paese, attraverso l’intervento del CEFA, all’interno di questi istituti sono stati introdotti servizi di base per l’assistenza ai minori. In particolare servizi di supporto psicologico, servizi educativi e di riabilitazione e servizi sociali per il rintraccio delle famiglie e il reintegro comunitario. Servizi che sono in grado di spezzare definitivamente quella spirale di ingiustizia che condanna i bambini alla povertà, al lavoro minorile, allo sfruttamento o alla delinquenza.

Il successo di questo progetto del CEFA è testimoniato dal fatto che donatori e i partner governativi si sono uniti in questa battaglia sostenendo l’estensione dell’intervento su scala nazionale. A partire da gennaio 2014 la componente degli istituti verrà infatti estesa da 5 a 26 centri, comprendendo appunti tutti gli istituti del paese. Tutto ciò è stato possibile grazie al team del CEFA a Nairobi, che con tanta determinazione è riuscita a raggiungere importanti risultati, ed anche grazie ai donatori come la Commissione Europea, la Provincia di Modena e la comunità Valdese che hanno creduto nell’iniziativa e messo a disposizione le risorse economiche necessarie.

Il ringraziamento ultimo e più importante va però dedicato ai minori che hanno avuto il coraggio,ancora una volta, di fidarsi degli adulti. Adulti che spesso li hanno traditi, sfruttati, abusati ma che in questo caso gli hanno cambiato positivamente la loro vita. Adulti che hanno ridato loro la speranza. Adulti che hanno saputo comprendere la loro voglia disperata di vivere e la loro impossibilità di vivere una vita dignitosa. Adulti ai quali hanno insegnato molto, in particolare a leggere e interpretare la realtà con occhi diversi. Adulti che,consapevoli di aver ricevuto da loro tanta ricchezza umana (e professionale) cercano di ripagarli anche tramite questo articolo e cercano di far emergere la loro voce e di far sentire il loro grido
http://www.cefaonlus.it/testi-newslette ... enyoti.asp

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26/10/2013, 20:09
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IL NERVO SCOPERTO DELLA GUERRA

A causa del conflitto in corso in Sud Sudan, che ha provocato circa 10mila vittime e 400mila sfollati,
la FAO dichiara che l’esiguità dei depositi alimentari sta mettendo a rischio la popolazione:
questo è il periodo della raccolta in alcune zone e della semina in altre. La situazione, per fortuna, dove CEFA
lavora, a Rumbek, è tranquilla: né guerra per il potere né scontri tra le due comunità Dinka (Rup e Quei)
a causa delle ruberie di bestiame.
Gli agricoltori di Matangai coltivano ortaggi locali in attesa di ricevere altre sementi.
Ad Atiaba, invece, gli agricoltori hanno riparato la pompa del pozzo, e ora irrigano il campo.
Sebbene le attività si siano ridotte per i minacciosi eventi suddetti, i nostri colleghi locali
continuano a essere sul campo ad incontrare gli agricoltori.

Sui rischi alimentari leggi tutto.
http://www.sudantribune.com/spip.php?article49564

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21/01/2014, 13:43
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QUANDO UN PUNTO VALE UNA SCUOLA...

Il 31 Marzo scadono i punti COOP! Mancano ormai solo pochi giorni per poterli donare a CEFA.
Come ogni anno puoi destinare i punti residui, senza spendere nulla, per aiutare il Sud Sudan, specificando alla cassa che vuoi destinarli a CEFA: con un gesto semplice e veloce potrai sostenere le scuole più povere della contea di Rumbek e garantire un pasto ai ragazzi che la frequentano.
Anche un solo punto è un aiuto importante e concreto. Passaparola!

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25/03/2014, 19:53
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