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CCPB - Certificazione Biologica 
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I consumatori vogliono cosmetici a base di componenti di origine vegetale, meglio se provenienti da coltivazioni BIO, perché li ritengono più rispettosi dell’ambiente, sostenibili e maggiormente tollerabili per la pelle. Se ne è parlato venerdì 15 aprile a Cosmofarma Exhibition di Bologna, nel convegno “La sostenibilità e la dermocompatibilità del cosmetico biologico”, organizzato da CCPB e SISTE.

Il cosmetico naturale e biologico deve essere innanzitutto sicuro per il consumatore, e la farmacia è il canale che riesce a offrire ai consumatori questa richiesta di affidabilità. Come ricorda Marinella Trovato, presidente di SISTE “in assenza di una norma pubblica che definisca i cosmetici bio e naturali, i consumatori non sono pienamente tutelati e hanno pochi strumenti critici per distinguere un prodotto Bio da un altro che tale realmente non lo è”. “In questo contesto, una certificazione come NATRUE fa chiarezza al mercato” aggiunge Fabrizio Piva, amministratore delegato di CCPB: “NATRUE fissa delle regole, ad esempio il 95% delle materie prime dei cosmetici bio devono arrivare da agricoltura biologica, che sono riconosciute e apprezzate a livello internazionale e si stanno facendo conoscere anche in Italia”.

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18/04/2016, 15:30
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CCPB e Consorzio il Biologico sono a Cibus, Salone Internazionale dell’Alimentazione, 9-12 maggio a Parma.

“Il biologico occupa una posizione di primo piano nell’industria agroalimentare italiana” dice Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB “nessun settore ha avuto una crescita dei consumi del 20% nell’ultimo anno, il bio invece riesce ad aumentare il suo consenso e popolarità, a consolidare le aziende e il mercato e a presentare prodotti di alta qualità”.
“Con un fatturato per l’export di 1,4 miliardi di euro l’Italia si conferma il maggiore esportatore al mondo di prodotti biologici” ricorda Lino Nori, presidente Consorzio il Biologico, “il Cibus è una di quelle vetrine che le aziende del bio possono usare per presentarsi e stringere accordi commerciali”.

Per questo durante nello stand istituzionale (padiglione 5 C046), è presente vasta gamma di prodotti delle aziende nostre certificate:
Almaverde Bio, Bioitalia, Fiore di Puglia, Molino De Vita, Molino Sima, Oleificio Ranieri, Pastificio Andalini, Salumificio Falcone, T.M. Torrefazione dei Fratelli Morandini

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04/05/2016, 15:07
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Cosa cambierà per i consumatori e per le tante aziende italiane che esportano prodotti biologici nel Regno Unito? Una domanda figlia degli interrogativi e delle preoccupazioni che tutto il mondo si fa dopo il voto sulla Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

Dal momento che l’agricoltura bio è un metodo di produzione e un mercato normato da regolamenti comunitari, come organismo di certificazione lavoriamo ogni giorno con le istituzioni e le norme dell’Unione. Da questo osservatorio privilegiato possiamo dire per prima cosa che ci vorrà molto tempo. Secondo lo Statuto della UE l'uscita del Regno Unito diventerà operativa non prima di due anni, ma sono in tanti a ipotizzare che la discussione di tutti gli accordi politici e commerciali potrebbe impiegare molto tempo. Tanti fanno previsioni, sui media, sui social, nelle conversazioni quotidiani, ma è molto difficile avere un’idea precisa.

A questa incertezza è però possibile affiancare uno scenario più probabile, proprio sul biologico. Il Regno Unito verosimilmente stringerà con l’Unione Europea un accordo di equivalenza: prodotti bio certificati nel Regno Unito potranno essere commercializzati nell'Unione Europea e viceversa. Accordi simili sono già in vigore tra Europa e Stati Uniti, Giappone, Canada, Svizzera e molti altri paesi (qui c’è spiegato come funziona l’equivalenza con UE).

Per i consumatori italiani non cambierà molto: nelle etichette dei prodotti britannici che arriveranno nei supermercati e negozi italiani, non sono molti ad essere sinceri, si potrà leggere la provenienza, esattamente come già accade ora.

Allo stesso modo alle aziende, soprattutto quelle che esportano prodotti bio italiani nel Regno Unito, che sono tante, si ipotizza non verranno richiesti particolari adempimenti in più rispetto ad oggi. Anche Soil Association, la principale organizzazione di certificazione delle produzioni biologiche del Regno Unito, si è dichiarata “very disappointed” nei confronti della Brexit, e ha assicurato che lavorerà con il Governo perché quelle garanzie espresse nel regolamento europeo sia mantenute anche in futuro.

Se la vita di milioni di persone cambierà dopo il 23 giugno, per il mondo del biologico le novità saranno minime.

Per altre informazioni www.ccpb.it/blog/2016/06/27/brexit-agri ... -biologica

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27/06/2016, 20:02
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CCPB e Consorzio il Biologico partecipano a SANA, il salone internazionale del biologico e del naturale. L’edizione 2016 si tiene alla Fiera di Bologna da venerdì 9 a lunedì 12 settembre.

In primo piano ancora una volta i numeri della crescita dell’agricoltura e dei prodotti bio in Italia. I dati del Ministero per le Politiche agricole che saranno presentati durante la manifestazione vedono i consumi aumentare del 20,6% nei primi sei mesi del 2016, le aziende arrivare a 60mila operatori e le superfici coltivate o in conversione, salgono a 1,5 milioni di ettari, oltre il 12% della Sau (superficie agricola utilizzata).

“In un simile scenario il lavoro di noi organismi di certificazione assume ancora più importanza”, dichiara Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB: “il settore biologico nazionale ha saputo conquistarsi sia sul mercato interno che sul versante internazionale un patrimonio di credibilità, basato sul sistema di controllo e certificazione”.

“Cosa succede ora è molto semplice” spiega Lino Nori, presidente Consorzio il Biologico: “se la domanda cresce in questo modo, l’offerta deve seguirla, anzi anticiparla. A questo si dedicheranno le aziende del bio italiano nei prossimi anni. E devono farlo subito, per tre motivi. Il primo è che la materia prima deve essere italiana. Non per campanilismo, ma perché l’Italia è di gran lunga il primo paese esportatore di bio: se vuole tenere alta la sua qualità e la sua fama il Made in Italy deve essere italiano. Secondo motivo è che il biologico crea valore: una filiera agricola trova nel bio uno straordinario strumento di valorizzazione, di cui l’agricoltura convenzionale non può godere. In ultimo, ma non meno importante: dove c’è abbondanza di materia prima, c’è meno rischio di frodi: finora i casi, isolati, sono spesso imputabili alla difficoltà di reperire forniture sufficientemente tracciabili e sicure.

Per questa edizione di SANA CCPB e Consorzio il Biologico partecipano con due stand collettivi che ospitano oltre 20 aziende associate tra area food e cosmesi e all’interno Bio.it ristorante di prodotti biologici italiani. Sul nostro sito e in allegato il programma completo delle attività per l'edizione 2016

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24/08/2016, 16:31
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CCPB e Consorzio il Biologico saranno presenti a Macfrut 2016 con uno stand istituzionale (pad. D7 – stand 199). La fiera internazionale dell’ortofrutta sarà a Rimini dal 14 al 16 settembre.

Immagine incorporata 1“Ci sono molti modi per declinare la sostenibilità nelle produzioni agroalimentari” ricorda Lino Nori presidente di Consorzio il Biologico “uno di questi è chiaramente il biologico, che forte del successo di questi anni finisce per influenzare anche altri tipi di produzioni e la ricerca di ulteriori strumenti e strategie nel campo della sostenibilità”.
In un convegno a MACFRUT vogliamo proporne una rassegna di “Strategie per le produzioni sostenibili nel settore ortofrutticolo” che, più di tutti all’interno del panorama agroalimentare, può investire il suo sviluppo sull’idea di naturalità e sostenibilità. Appuntamento giovedì 15 settembre ore 10.30, sala Ravezzi 2.

“Quali sono queste strategie di sostenibilità” spiega Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB “l’LCA (Life Cycle Assessment) si è già affermata da diversi anni come metodo internazionale per l’analisi sul ciclo di vita di un prodotto, mentre la misurazione della qualità biologica del suolo e il calcolo del carbonio accumulato nel suolo (carbon off setting) possono essere in futuro le strade per raggiungere un livello di sostenibilità ottimale sia in termini di biodiversità che di riduzione delle emissioni di gas serra”.

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01/09/2016, 15:47
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“Il SANA si conferma punto di riferimento per il biologico italiano” commenta Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB in chiusura della quatto giorni di fiera bolognese “è il luogo perfetto dove i consumatori possono conoscere nuovi prodotti e aziende, informarsi sui valori e la certificazione del bio, e gli operatori posso incontrarsi, dialogare e fare affari”. “La buona riuscita di questa edizione di SANA riflette l’andamento del mercato del biologico” afferma Lino Nori, presidente di Consorzio il Biologico.

L’Osservatorio SANA registra anche per il primo semestre 2016 un aumento del 20,6% dei consumi, una crescita importante se paragonata al contemporaneo calo dell’1,2% gli acquisti agroalimentari generali delle famiglie italiane. Altri dati importanti sono quelli sul numero degli operatori: arrivati nel 2015 a 60.000 (+8,2% rispetto al 2014), e la superficie coltivata bio è arrivata al 12% della SAU nazionale (1.492.579 ettari, più 7,8% rispetto al 2014).

La crescita del biologico pone la sfida dell’analoga crescita della produzione in Italia. Con il convegno “Il biologico cresce … la filiera si incontra: il caso ortofrutta” ci siamo occupati di come un settore centrale per il bio può contribuire a suo ulteriore sviluppo. Nella sua relazione Silvia Zucconi di Nomisma ha spiegato come “il consumo di ortofrutta bio sia diventato di massa: a luglio 2016 le vendite hanno superato i 100 milioni di euro, +17,6% rispetto all’anno precedente, e che: il 74% delle famiglie ha acquistato frutta e verdura fresca biologica in almeno una occasione nel corso degli ultimi 12 mesi”. Gerald Herrmann di Organic Service ha presentato i problemi che dovrà affrontare il settore “la contrapposizione local e global, la stagionalità dei consumi e delle produzioni, gli impatti ambientali e l’utilizzo di risorse naturali, l’attenzione per l’etica e gli aspetti sociali del lavoro, la sostenibilità e il packaging”.

Tra i partecipanti della tavola rotonda Paolo Pari di Almaverde Bio ha spiegato come “nella grande distribuzione il biologico può fare di più, oggi spesso c’è ma non viene valorizzato a pieno, si sta cominciando ora con spazi e visibilità dedicati”. Secondo Claudio Mazzini di Coop Italia questo deve avvenire anche perché “il biologico porta valori importanti, ma la filiera della frutta ha due esigenze: essere credibile, fregature e danni ricadrebbero su tutti, e il prezzo, ancora troppo alto, ora possiamo iniziare a ragionare sulla riduzione dei costi”. Concorda Tom Fusato di Brio “sì il prezzo è un problema, tanto che la quota di mercato dell’ortofrutta bio in Italia è solo attorno al 3%, questo accade sia per inefficienza della filiera e per le rese ancora inferiori, possiamo migliorare su entrambi questi aspetti.” Gianmarco Guernelli di Conad “le garanzie sui prodotti e la loro qualità è sempre la prima richiesta dei consumatori, riuscire a comunicare la sicurezza della certificazione a punto vendita è una delle prossime sfide”. Alessia Colombani di Campina Verde “siamo una realtà appena nata per essere punto di riferimento del gruppo Rewe in Italia, il modello è la Germania e l’Austria dove l’ortofrutta bio ha una quota di mercato del 10/15%”.

L’impegno di CCPB è rivolto anche alla cosmesi biologica e naturale. Abbiamo organizzato il convegno Cosmetici biologici: questione di etichetta? con i principali esperti del settore abbiamo parlato di etichetta come luogo del marketing e della comunicazione e come strumento per offrire informazioni chiare al consumatore. Una nota lieta è la vittoria al Premio SANA Novità per un’azienda certificata CCPB: Bellezza BIO Montalto per la linea make-up BaciamiBio.

Per questa edizione di SANA CCPB e Consorzio il Biologico hanno partecipano con due stand collettivi che ospitano oltre 20 aziende associate tra area food e cosmesi e all’interno Bio.it ristorante di prodotti biologici italiani.

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11/09/2016, 17:19
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Per MACFRUT 2016, a Rimini dal 14 al 16 settembre, CCPB, ente di certificazione specializzato nel biologico, ha presentato il convegno “Strategie per le produzioni sostenibili nel settore ortofrutticolo”. Grazie ad esperti del settore CCPB ha proposto una rassegna di strumenti e strategie di sostenibilità legati al settore ortofrutticolo che, come afferma ancora Piva “è un mercato che ha bisogno di impegnarsi con certificazioni sulla sostenibilità e il basso impatto ambientale delle produzioni”.
MACFRUT 2016 si chiude con un accordo per la prossima edizione di maggio 2017: CCPB sarà partner per i contenuti di MACFRUT Bio, area dedicata all’ortofrutta biologica. “Il biologico cresce enormemente” commenta Fabrizio Piva amministratore delegato CCPB “solo nei primi sei mesi del 2016 ci sono 12000 nuove aziende bio, più 20% rispetto al 2015. Perché questo boom sia duraturo occorre informazione e divulgazione, e un appuntamento professionale come MACFRUT Bio, con convegni ed evidenze per il settore, può rappresentare una grande opportunità per l’ortofrutta biologica”.
Grazie mille, buona giornata e buon lavoro

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17/09/2016, 8:31
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18 e 19 gennaio sono i giorni di Marca 2017, il Salone internazionale sui prodotti a Marca del Distributore, organizzato da Bologna Fiere in collaborazione con l’Associazione della Distribuzione Moderna (ADM). CCPB è presente negli spazi di Consorzio Il Biologico, che propone un’esposizione di prodotti delle aziende associate al padiglione 18 stand E33/F34.

“Il biologico è una presenza fondamentale per la marca del distributore” dice Fabrizio Piva, amministratore delegato di CCPB: “secondo i dati dell’Osservatorio Marca nei primi sette mesi dello scorso anno il bio di marca privata è cresciuto del 9,5%, contribuendo considerevolmente al generale aumento dell’1,8% delle vendite dei prodotti della private label”.

Lino Nori, presidente di Consorzio il Biologico ricorda come “le nostre aziende associate, principalmente grandi aziende di trasformazione e distribuzione, soddisfano le richieste dei consumatori di prodotti sani, rispettosi dell’ambiente e della salute. E lo fanno anche attraverso la marca del distributore, che nei supermercati costituisce il 45% delle vendite in valore di prodotti biologici”.

Per ulteriori informazioni www.ccpb.it/blog/2017/01/11/biologico-marca-2017

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11/01/2017, 20:48
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Dal 15 al 18 febbraio CCPB sarà presente a BioFach – Vivaness, la grande fiera mondiale sul biologico di Norimberga. CCPB partecipa negli spazi di Consorzio il Biologico: un doppio stand collettivo di 1000 metri quadri con 60 aziende associate tra food e cosmesi e Bio.it un ristorante di prodotti biologici italiani.

“L’Italia biologica si trasferisce in Germania a Norimberga per incontrarsi, ma soprattutto per incontrare il mercato internazionale” commenta Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB: “il bio italiano ha saputo dimostrare come i suoi prodotti siano buoni ed apprezzati su tutti i mercati e come i suoi operatori sappiano rispondere alle sfide della competitività”.

Il nostro paese continua a giocare un ruolo importante: è facile stimare che a fine 2016 gli operatori italiani dediti al biologici abbiano raggiunto la cifra di 70.000 e che la nostra agricoltura abbia dedicato 1,6 – 1,7 milioni di ettari al metodo biologico incidendo sulla SAU (superficie agricola utilizzata), per un 14%. Il settore bio dal 2008 al 2015 ha aumentato le esportazioni del 408% ed il mercato interno del 94% toccando 1,65 miliardi di euro in export e 2,66 per la domanda domestica. Il tutto trainato da una domanda il cui tasso di penetrazione ha raggiunto nel 2016 il 74% con un aumento di famiglie acquirenti, rispetto al 2015, di 1,2 milioni.

Come ricorda Lino Nori, presidente Consorzio il Biologico: “Inevitabilmente da una grande crescita nasce una grande responsabilità. Il settore deve migliorare, o almeno mantenere, la qualità dei propri servizi, ma rivolgendosi a un pubblico molto più ampio. L’impegno principale è quindi quello di adeguare le strutture e l’organizzazione perché queste energie siano supportate e non disperse. Insomma, possiamo celebrare pochissimo, e continuare a lavorare”.

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08/02/2017, 22:27
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Il biologico non si ferma mai. La tendenza è sempre quella di una crescita costante e diffusa ovunque di consumi, superfici e aziende che propongono prodotti bio certificati. I numeri ufficiali, aggiornati a dicembre 2015, sono stati presentati a BioFach, la fiera mondiale del biologico di Norimberga.

Nel rapporto 2016 “The World of Organic Agriculture” pubblicato da FiBL e IFOAM si legge che:
• CONSUMI: 81,6 miliardi di dollari (circa 75 milioni di euro) di fatturato mondiale del bio (erano 60 miliardi di dollari nel 2010)
• AREE COLTIVATE: 43,7 milioni di ettari (più 7,2% rispetto al 2014)
• OPERATORI: 2,4 milioni di operatori (più 14,7% rispetto al 2014)
“Siamo abituati a numeri e crescita sempre positivi” commenta Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB: “dobbiamo però riflettere su cosa ci dicono i dati: il mercato cresce più in fretta della produzione, su questa quindi bisogna lavorare mantenendo alta la qualità dei prodotti e l’accuratezza del controllo e della certificazione”.

Lino Nori, presidente Consorzio il Biologico sottolinea: “Qui a Biofach si respira la vocazione internazionale del made in Italy bio, che viene esportato in tutto il mondo con grande successo. Le aziende guardano sia ai principali mercati europei, cresciuti in media del 13% nel 2015, e agli Stati Uniti, il più grande mercato bio con 36 milioni di euro di fatturato, con ben il 47% di quota sull’intero fatturato mondiale”.

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16/02/2017, 18:06
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