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Federica Bertocchini scopritrice del bruco mangia plastica è la Prima Donna 2017

Premio Casato Prime Donne 2017 alla biologa Federica Bertocchini e ai giornalisti Pietro di Lazzaro, Stefano Pancera e Vannina Patanè
Federica Bertocchini 49 anni biologa molecolare di Piombino ha scoperto il bruco che mangia la plastica. Una scoperta capace di risolvere grossi problemi ambientali, soprattutto in mare dove c’è un’isola galleggiante di rifiuti grande come il Texas. Nonostante la scoperta, a causa della mancanza d’investimenti nella ricerca Federica, da qualche mese, è disoccupata.
A Federica Bertocchini e al mondo scientifico, generoso e attento all’ambiente che lei rappresenta va il Premio Casato Prime Donne 2017 per decisione unanime della giuria presieduta da Donatella Cinelli Colombini e composta da Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione.
Insieme a lei, nelle sezioni giornalistiche e fotografiche, riservate a chi ha meglio divulgato Montalcino e i suoi vini, vincono Pietro di Lazzaro per il servizio televisivo dedicato al 50° anniversario del Consorzio del Brunello del TG3 RAI, Stefano Pancera per il pezzo intitolato Il futuro del vino italiano nelle mani dei giovani trasmesso da Mattino 5 Mediaset e Vannina Patanè per l’articolo Montalcino acqua e vino pubblicato in “In Viaggio” di Aprile 2017. Ad essi si aggiungerà l’autore della migliore foto dei territori dei vini Brunello e Orcia che verrà scelto nel mese di agosto fra 5 finalisti da una giuria popolare attraverso il voto online.

FEDERICA BERTOCCHINI
La Prima Donna 2017 Federica Bertocchini è l’esempio della difficoltà che vivono gli scienziati della ricerca pura, quella che non produce brevetti o applicazioni industriali. E’ anche la prova che le scoperte possono ancora avvenire fuori dai laboratori come in passato è successo a Galilei e a Newton.
Federica Bartocchini studia le cellule embrionali dei vertebrati; le sue 20 pubblicazioni scientifiche, tutte in inglese e su riviste scientifiche importanti, riguardano uccelli e rettili nelle prime fasi di vita. Vent’anni trascorsi nei laboratori di New York, Londra e Santander in Spagna finché, nel 2012, pulendo un alveare, a Santander, dove vive attualmente, si imbatte nel bruco della cera –Galleria mellonella- e si accorge che mangia la plastica cioè rompe il legame chimico del polietilene.
La scoperta fa il giro del mondo e Federica Bartocchini insieme ai colleghi Paolo Bombelli e Chris Howe biochimici dell’Università di Cambridge la pubblicano su “Current Biology” ancora prima di capire se la molecola della plastica viene rotta dal bruco o da un batterio ospite del suo intestino. La cosa importante è che il polietilene viene degradato in particelle più piccole. Ovviamente la sfida vera << è di riprodurre la molecola in laboratorio e non certo fare scorta di bachi per combattere l’inquinamento>>. Ma per raggiungere questo risultato c’è un problema: dal 18 aprile 2017 Federica Bartocchini è disoccupata. Il suo contratto di ricerca con il CNR spagnolo è scaduto e lei vive con un assegno di disoccupazione in attesa di trovare chi, credendo nel suo talento e nella scoperta che ha fatto, le dia la possibilità di tornare in laboratorio. Il Premio Casato Prime Donne 2017 vuole lanciare un appello in favore di lei e di tutta quella “ricerca orfana” che non produce redditi immediati ma forse, proprio per questo, non può essere lasciata senza finanziamenti.

PREMIO CASATO PRIME DONNE

La cerimonia del 19° Premio Casato Prime Donne avrà luogo domenica 17 settembre 2017 alle 10,30 nel Teatro degli Astrusi di Montalcino.
Il Premio valorizza quanti scrivono fotografano e divulgano, in modo particolarmente efficace, il territorio e i vini di Montalcino. Valorizza inoltre i nuovi profili femminili e le donne che costituiscono un modello per tutte le altre. Ognuna di loro lascia una dedica che rimane esposta in modo permanente al Casato Prime Donne, la prima cantina italiana con uno staff di sole donne che finanzia il premio.



Vincitrici passate edizioni
2004 – Kerry Kennedy diritti umani
2005 – Congregazione delle Missionarie del S. Cuore di Gesù
2006 – Volontarie del Telefono Rosa
2007 – Frances Mayes, scrittrice
2008 – Josefa Idem, atleta olimpionica
2009 – Ilaria Capua – virologa Deputata al Parlamento italiano
2010 – Samantha Cristoforetti, astronauta
2011 – Carla Fendi, stilista e mecenate della cultura
2012 – Maria Carmela Lanzetta, ex sindaco di Monasterace e attuale Ministro degli affari regionali
2013 – Linda Laura Sabbadini Dirigente ISTAT autrice di indagini sulla violenza sulle donne
2014- Sandra Savaglio astrofisico di fama internazionale rientrata in Italia per insegnare all’Università di Cosenza
2015 – Giusy Nicolini Sindaco di Lampedusa e Linosa in prima linea nell’accoglienza dei profughi
2016 - Chaimaa Fatihi attivista contro il terrorismo

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Il Premio Casato Prime Donne alla biologa molecolare Bertocchini scopritrice del bruco mangia plastica

Servono 450 anni per degradare una bottiglia di plastica mentre il bruco scoperto dalla ricercatrice italiana rompe le molecole di polietilene in poche ore
A questa scoperta fondamentale per l’ambiente va il Premio Casato Prime Donne 2017. Premiati anche i migliori contributi alla valorizzazione di Montalcino e dei suoi vini: di Pietro di Lazzaro, Stefano Pancera e Vannina Patanè. Negli anni il Premio Casato Prime Donne ha scelto vincitrici emblematiche di grandi argomenti e del contributo femminile a una società che cambia: il contrasto al terrorismo di matrice religiosa, l’accoglienza dei profughi, i cervelli in fuga che decidono di tornare, la violenza sulle donne e quest’anno l’ambiente e il contributo della ricerca scientifica alla soluzione di un problema globale come l’inquinamento causato dalla plastica.
La giuria presieduta da Donatella Cinelli Colombini e composta da Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione ha scelto una vincitrice 2017 che è un esempio degli effetti dei tagli alla ricerca: Federica Bertocchini , la scopritrice del bruco mangia plastica.

VINCITORI 2017: PIETRO DI LAZZARO, STEFANO PANCERA, VANNINA PATANE’
Nelle sezioni giornalistiche del Premio, che ha lo scopo di valorizzare i migliori contributi alla divulgazione di Montalcino e del Brunello i vincitori sono due giornalisti televisivi e una giornalista di turismo.
Vince il Premio sul tema “Io e Montalcino” Pietro di Lazzaro per il servizio televisivo dedicato al 50° anniversario del Consorzio del Brunello trasmessi dal TG3 RAI. Un racconto breve ma incisivo e a tratti provocatorio, di un anniversario che celebra la folgorante ascesa del vino Brunello da eccellenza per pochi estimatori a star dell’enologia internazionale.
Stefano Pancera con il servizio televisivo intitolato “Il futuro del vino italiano nelle mani dei giovani” trasmesso da Mattino 5 di Canale 5 vince il Premio Consorzio del Brunello sul tema “Il Brunello e gli altri vini di Montalcino”. Pancera è uno degli artefici del progetto “Barolo Brunello” nel quale i due grandi vini rossi vengono presentati insieme ai wine lover italiani e esteri. Anche nel servizio televisivo, Pancera ha messo in parallelo più denominazioni per capire come il vino italiano si rapporta ai giovani consumatori.
Premio “Montalcino la sua storia, la sua arte e il suo vino” per opere a firma femminile a Vannina Patanè per l’articolo intitolato “Montalcino acqua e vino” pubblicato in “In Viaggio”. Si tratta di uno spettacolare itinerario fra il termalismo, i centri d’arte e i piaceri enogastronomici che presenta il distretto agricolo a Sud di Siena come una meta privilegiata anche per il turismo fuori stagione.
Il vincitore del Premio per fotografie sul tema “Genti e terre dei vini Brunello e Orcia” viene scelto da una giuria popolare attraverso una votazione online. I 5 finalisti 2017 fra cui verrà scelto il vincitore, sono Andrea Rontini, Johanna Ekmark, Alberto Ragnoli e Guido Cozzi con due foto.

FEDERICA BERTOCCHINI E LA SUA SCOPERTA IMPORTANTISSIMA PER L’AMBIENTE
Federica Bertocchini ha alle spalle 20 anni di ricerche nei laboratori di Londra, New York e Santander in Spagna sugli embrioni dei vertebrati e una ventina di pubblicazioni in riviste scientifiche internazionali. Si tratta dunque di una biologa molecolare di grande capacità, nata a Piombino che, grazie alla sua passione per l’apicoltura, ha fatto una scoperta capace di risolvere il gravissimo problema dell’inquinamento da plastica. Il bruco della cera –galleria mellonella - è in grado di rompere le molecole del polietilene come nessun altro. Esistono infatti dei batteri scoperti nel Kyoto Institute of Technology che << distruggono 0,13 milligrammi di PET per centimetro quadro al giorno>> mentre il baco scoperto dalla Bertocchini degrada <<una quantità quasi doppia di PE ogni ora>>. Se teniamo conto che ogni anno, nel mondo, vengono usate un trilione di borse di plastica e che queste si accumulano insieme a bottiglie, scatole e altri oggetti di polietilene (PE) formando montagne immense nelle discariche e persino isole galleggianti nell’oceano, ci rendiamo conto di quanto sia importante e urgente finanziare gli studi di Federica Bertocchini per individuare l’enzima o il batterio che riduce il polietilene in molecole più piccole e più degradabili.

PROGETTO PRIME DONNE
Il progetto Prime Donne inizia nel 1988 quando Donatella Cinelli Colombini lascia l’azienda di famiglia, fra quelle storiche e importanti del Brunello, per crearne una tutta sua partendo da due proprietà da ristrutturare: il Casato a Montalcino e la Fattoria del Colle a Trequanda. Per aiutarla nello start up la madre da a Donatella delle piccole quantità di vino destinato a diventare Brunello 1993,94,95, 96 e 1997. Per trovare un cantiniere che accudisca le sue botti, lei cerca un cantiniere alla scuola di enologia di Siena ma le dicono che bisogna prenotare, i migliori studenti, con anni di anticipo. E’ solo quando chiede una enotecnica che le rispondono di si, perché le buone cantine non assumono donne in posizioni importanti. Da questo episodio nasce l’idea di un progetto audace per dimostrare l’assurdità di una discriminazione con radici storiche lontanissime ma che risulta anacronistica nell’epoca della meccanica e dell’elettronica.
Nasce il PROGETTO PRIME DONNE: una cantina con un organico interamente femminile, un Brunello selezionato da un panel di assaggiatrici donne (la Master of Wine Rosemary George, l'esperta di vino tedesca Astrid Schwarz, una delle migliori sommelier italiane Daniela Scrobogna e la Pr italo-americana Marina Thompson), un premio che valorizzi l’apporto delle donne nella società e un percorso meditativo con i messaggi di queste donne.
In 19 anni la cantina Casato Prime Donne ha allargato la sua rete commerciale a 35 Paesi del mondo, i suoi vini e soprattutto il “Progetto Prime Donne” hanno giudizi eccellenti da parte dei maggiori critici internazionali. Il Premio si è guadagnato un posto di rilievo fra le iniziative che valorizzando il territorio di Montalcino e l’universo femminile infine le dediche delle vincitrici e le istallazioni artistiche che le accompagnano costituiscono un elemento di unicità che ha trasformato la cantina Casato Prime Donne in una wine destination sempre più visitata.


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23/08/2017, 18:32
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Selfie nella donna che guarda Montalcino con accanto la dedica di Federica Bertocchini la vincitrice del Premio Casato Prime Donne 2017 per aver scoperto il ‘bruco mangia plastica"

Alessia Bernardeschi crea una cornice da selfie per gli amanti del Brunello nella prima cantina italiana con uno staff femminile e la intitola “Donna che guarda”. Arte che rinnova e arricchisce di significati il paesaggio di Montalcino e si propone come un motivo in più per andare a visitarlo.

Ancora una volta, il percorso con le dediche delle vincitrici del Premio Casato Prime Donne stimola giovani artisti a mettersi alla prova in universi creativi nuovi. Ancora una volta il risultato crea qualcosa di inedito e contestualizzato al territorio di Montalcino. L’istallazione artistica 2017 (acciaio 130 x 95 cm ) si intitola “Donna che guarda”, nome quanto mai appropriato per la prima cantina italiana con un organico tutto femminile, ed è stata creata da Alessia Bernardeschi nella forma di una cornice che si compone e si scompone giocando con chi vuol farsi un selfie davanti alle vigne di Brunello. Un rapporto attivo con il pubblico che diventa quindi coautore dell’opera e una nobilitazione, in forma artistica, degli scatti fotografici che vanno più di moda.
La cerimonia del Premio Casato Prime Donne avverrà domenica 17 settembre 2017 alle 10,30 nel Teatro degli Astrusi a Montalcino e avrà come vincitori la biologa molecolare Federica Bertocchini, scopritrice del bruco mangia plastica e i giornalisti Pietro di Lazzaro, Stefano Pancera e Vannina Patanè, oltre al fotografo scelto dalla giuria popolare fra i finalisti Andrea Rontini, Johanna Ekmark, Alberto Ragnoli e Guido Cozzi.
La “Donna che guarda” accompagna la dedica di Federica Bertocchini all’universo femminile
<<Queste parole sono dedicate a ogni singola donna che abita il nostro pianeta, e alla Toscana, questa terra di un valore inestimabile che ha deciso di celebrarle. Le donne son un compendio di passione per quello che danno, e di forza in tutto quello che fanno . Ciò che una donna può raggiungere lo vediamo intorno a noi, in ogni settore della nostra società.
Del loro valore e di ciò che apportano al nostro mondo, non possiamo e non vogliamo fare a meno, sarebbe una perdita irreversibile per l’umanità>>

DONNA CHE GUARDA DI ALESSIA BERNARDESCHI
Alessia Bernardeschi, classe 1974, ha studiato all’ Accademia di Belle Arti di Carrara laureandosi in pittura per poi dedicarsi a Winetrade agenzia creativa del vino e della gastronomia che condivide con il marito Simone Nannipieri, la mente digitale della coppia che è anche sommelier e direttore di corsi FISAR. Winetrade, nata nel 2005 in prossimità di Livorno, si è rapidamente affermata grazie all’unione fra l’attività grafica tradizionale, quella digitale e il marketing web oltre che, ed è questa forse la carta vincente, per un approccio che mescola artigianalità e innovazione in modo sempre diverso.
Quando Donatella Cinelli Colombini si è rivolta a Alessia Bernardeschi chiedendole di creare una cornice che fosse insieme un’opera d’arte e un “oggetto da selfie” lei si è spaventata per un impegno che le sembrava troppo grande, <<perché io?>> è stata la risposta, ma poi è arrivata al Casato Prime Donne con una cartella piena di suoi disegni <<ormai ho poco tempo per dipingere, l’agenzia assorbe il mio tempo e persino il mio spazio>> ha spiegato mostrando le sue opere.
Donatella rimane affascinata da alcune figure di donna che sembrano ninfe dai lunghi capelli <<se hai dentro questo mondo fantastico parti da qui>> le dice. E Alessia crea una cornice fatta di tre parti che si ricompongono solo stando di fronte. Raffigurano una donna che guarda lontano mentre la sua chioma fluente forma una cornice dove azzurri, gialli e bianchi giocano fra il decorativo e l’informale.
La scelta del punto in cui piazzare l’istallazione è stata oggetto di 3 sopralluoghi. Escluso l’effetto cartolina la ninfa di Montalcino ha alle spalle una collina di vigneti e boschi. Un paesaggio essenziale ma tipico del Brunello che trasformerà ogni selfie in un capolavoro d’arte e di natura.
Nella realizzazione della “Donna che guarda” Alessia Bernardeschi si è fatta affiancare da Simone Nannipieri e dalla restauratrice Elena Perelli.
Anno dopo anno gli artisti popolano le vigne e le cantine del Casato Prime Donne di istallazioni che arricchiscono il paesaggio di significati nuovi e di contributi alla riflessione. Fra loro Marco Pignattai, Rossana Mulinari, Bruno Bruchi e Giovanni Senatore, Alessandro Grazi, Orlando Orlandini, Stefano Carlucci, Jeff Shapiro, Michael Austin Latka, Liberatori & Romualdi Architetti Associati, Carlotta, Giuditta e Annibale Parisi, Piero Sbarluzzi, Igor Vazzaz, Roberto Turchi.
Nel complesso, le opere d’arte del “Percorso delle Prime Donne” offrono suggestioni e spunti all’apprezzamento del paesaggio e del vino: c’è il calendario perpetuo che testimonia la storia aziendale e le stelle del Brunello, c’è la vacca Ardita che incorpora il paesaggio nel suo corpo e poi le fotografatissime sedie-carrette-donne e il tabernacolo dedicato a Carla Fendi, la grande donna che ci ha lasciato pochi mesi fa.
Un contributo creativo di artisti pieni di talento, che arricchisce la visita al territorio di Montalcino e, da quest’anno, coinvolgerà ogni turista chiamandolo a un selfie che lo trasformerà nel coautore di un paesaggio che l’arte trasforma e arricchisce.


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Casato Prime Donne un premio nel segno della Valdorcia
Protagoniste due Donne di Livorno la biologa molecolare Federica Bertocchini e l’artista Alessia Bernardeschi

Una festa sul tema “Ricchezza e povertà della Valdorcia” per i vincitori del Premio Casato Prime Donne 2017: Federica Bertocchini, Pietro di Lazzaro, Stefano Pancera, Vannina Patanè, Andrea Rontini e Alessia Bernardeschi
Il territorio e l’ambiente protagonisti come non mai nel Premio Casato Prime Donne che è stato consegnato a Montalcino, nel Teatro degli Astrusi, domenica 17 settembre. Una bomboniera settecentesca che ha ospitato la premiazione di Federica Bertocchini, livornese di Piombino, scopritrice del bruco-mangia plastica e dei migliori contributi alla valorizzazione di Montalcino e dei suoi vini: Pietro di Lazzaro, Stefano Pancera, Vannina Patanè e Andrea Rontini. La foto di Rontini è stata scelta fra 5 finaliste da una giuria popolare che ha votato on line. La sua immagine della Valdorcia -fra realismo e fantasy- introduce il tema della festa in onore dei vincitori che si è svolta alla Fattoria del Colle di Trequanda e ha celebrato la rinascita di questo territorio dalla miseria del passato al successo enologico e turistico di oggi.
Il Premio Casato Prime Donne ha una crescente notorietà come vetrina dei nuovi modelli femminili e delle azioni più incisive nella divulgazione dei territorio in cui nascono i vini Brunello e Orcia. Deve molta della sua reputazione al rigore della giuria che sceglie i vincitori, essa è presieduta da Donatella Cinelli Colombini ed composta da Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione.
Quest’anno ha scelto come personaggio emblematico dell’universo femminile: Federica Bertocchini la microbiologa italiana che ha scoperto un bruco contenente l’agente capace di degradare la plastica dando una soluzione all’enorme inquinamento di questo materiale.
Nelle sezioni giornalistiche del Premio hanno vinto Pietro di Lazzaro per il servizio televisivo dedicato al 50° anniversario del Consorzio del Brunello trasmessi dal TG3 RAI. Stefano Pancera con il servizio televisivo intitolato “Il futuro del vino italiano nelle mani dei giovani” trasmesso da Mattino 5 di Canale 5 che ha avuto il Premio Consorzio del Brunello sul tema “Il Brunello e gli altri vini di Montalcino”. Premio “Montalcino la sua storia, la sua arte e il suo vino” per opere a firma femminile a Vannina Patanè per l’articolo intitolato “Montalcino acqua e vino” pubblicato in “In Viaggio”. Il vincitore del Premio per fotografie sul tema “Genti e terre dei vini Brunello e Orcia” è Andrea Rontini, con l’immagine Val d’Orcia dicembre 2016.
Inaugurata anche la dedica di Federica Bertocchini, che rimarrà in modo permanente al Casato Prime Donne, la cantina che organizza il premio, accanto all’istallazione artistica creata appositamente da Alessia Bernardeschi, di Livorno e intitolata “Donna che guarda”. Una cornice da selfie che si compone e si scompone invitando i visitatori a immortalarsi davanti ai vigneti di Brunello nello splendido territorio valdorciano.
I centocinquanta ospiti della premiazione hanno festeggiato i vincitori alla Fattoria del Colle di Trequanda ospiti di Donatella Cinelli Colombini e suo marito Carlo Gardini. Il tema “Cucina povera e cucina ricca della Valdorcia e della Val d’asso – Storia di un territorio a tavola” è stato sviluppato con l’assaggio di 22 specialità gastronomiche e 4 grandi vini fra cui il Brunello “Prime Donne” 2012. La chef del ristorante della Fattoria del Colle Roberta Archetti è stata affiancata da artigiani del gusto che lavorano sulla cucina povera del passato e quella ricca del presente del meraviglioso territorio Valdorciano: il campione del mondo di pasticceria Rossano Vinciarelli che ha recentemente aperto un punto vendita a Montalcino, il pane e i prodotti salati da forno del Panificio Menchetti ottenuti con gli antichi grani Verna e Senatore Cappelli, la minestra di pane con le erbe spontanee dell’Osteria di Pian delle Mura del Vivo d’Orcia”, i salumi e i formaggi al tartufo –dell’azienda agricola Mencarelli Edi e l’Azienda agricola Fior di Montalcino della famiglia Chironi -che interpretano la grande vocazione tartufigena di Montalcino in piccole produzioni artigianali.

MOTIVAZIONE DEL PREMIO A ANDREA RONTINI
Valdorcia fra realismo e fantasy, a metà fra l’immaginario pittorico e la fedeltà fotografica, questa l’interpretazione che Andrea Rontini ci offre della campagna a Sud di Siena dove nascono i vini Brunello e Orcia.
Un paesaggio talmente famoso e talmente fotografato da risultare prevedibile e che invece lui riesce a rinnovare creando uno scenario inedito. La sua immagine raffigura una serie di colline che, al calar del sole, trasfigurano dal rosso del primo piano, fino all’azzurro dell’orizzonte. Un angolo di campagna come tanti se non fosse per l’armonia dell’insieme, la tavolozza particolarmente ricca e una serie di immagini che appaiono come ombre solo con un’osservazione più attenta. Ecco che il richiamo a Sassetta e a questa stessa campagna, dipinta nel Quattrocento, costituisce un precedente non trascurabile e nobilita un’immagine piena di mistero e magia.
La foto di Andrea Rontini intitolata Val d’Orcia Dicembre 2016 è stata scelta dalla giuria popolare, che ha votato on line, fra le 5 finaliste e vince il Premio Casato Prime Donne 2017


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Donne del Vino in Parlamento per diventare wine manager


Il presidente Commissione Agricoltura della Camera Luca Sani tiene a battesimo i corsi sul wine marketing a misura di donna e sui Consorzi di tutela per accrescere la presenza femminile nei CDA



Luca Sani, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, apre le porte di Montecitorio alle Donne del Vino per presentare il calendario delle prime sei master class destinate alle wine manager. Corsi intensivi di 7 ore incentrati sulla comunicazione commerciale e i Consorzi di tutela; qualcosa di mai fatto prima, che porta un vento nuovo nel mondo del vino e punta «a trasformare l'alto livello di formazione delle donne presenti nel comparto enologico in una carta di sviluppo immediatamente spendibile» ha detto l'onorevole Sani.
Due gli obbiettivi principali: aumentare le donne nel CDA dei consorzi di tutela, che attualmente sono meno del 10%, e potenziare il marketing del vino puntando sullo storytelling.
La crescita di una classe dirigente femminile parte dunque dalla formazione e dalla consapevolezza che uomini e donne hanno cervelli diversi, che comunicano in modo diverso: lui per obiettivi, lei creando relazioni, come recentemente sottolineato da Vincenzo Russo dell’Università IULM. Circostanza che può essere trasformata in un punto di forza, «uno stile femminile di vendere il vino che usa meno i contenuti tecnici e più il racconto dei luoghi e delle persone cioè lo storytelling» dice la presidente delle Donne del Vino, Donatella Cinelli Colombini.
Oltre ai corsi sulla comunicazione ci sono quelli sui consorzi di tutela, cioè le organizzazioni che gestiscono DOC e DOCG sui territori. Si tratta delle prime master class mai realizzate in Italia per formare chi aspira a fare parte della leadership del vino.
Le donne dirigono il 28% delle cantine con vigneto e il 12% delle cantine industriali, il 24% delle imprese che commercializzano vino al dettaglio e il 12,5% di quelle all’ingrosso (dati Cribis- Crif) eppure nei posti dove viene decisa la politica del vino, come i CDA dei Consorzi di tutela, scendono sotto il 10%. Una circostanza che dipende principalmente dalla scarsa propensione delle donne a candidarsi.
I corsi, che stanno per iniziare, hanno anche lo scopo di motivare una maggiore partecipazione. Avere donne nei CDA dei consorzi, vero cervello delle denominazioni, dovrebbe suscitare un trascinamento in alto delle carriere femminili nell’intero comparto enologico.

Possono partecipare ai corsi sulla comunicazione produttrici, ristoratrici, sommelier, enologhe, giornaliste, wine blogger, responsabili di marketing e comunicazione di aziende vinicole. I corsi sui consorzi sono invece destinati solo a chi lavora nelle cantine.
L’invito a iscriversi va, in prima battuta, alle 770 socie delle Donne del vino e si allarga a tutto l’universo enologico femminile.
Classi di 25 persone al massimo per giornate full immersion, dalle 10-18 con una piccola pausa per un light lunch.

MASTER CLASS SULLA COMUNICAZIONE DEL VINO
I docenti arrivano da WinePeople-WineMeridian una delle migliori agenzie italiane sulla formazione dei manager enologici: Lavinia Furlani, counselor filosofica e coach aziendale, esperta di comunicazione e di percorsi identitari. Andrea Pozzan, esperto di risorse umane e di percorsi di vendita.

Gli argomenti dei corsi:
• La comunicazione della propria azienda passa dalla creazione della propria identità: come essere riconoscibili?
• Il personal branding di una donna del vino: come costruire una immagine efficace
• La vendita: come passare dal “fare il venditore all’essere un venditore”
• Costruire un percorso di riconoscibilità aziendale per affrontare il mercato in continuo cambiamento
• La comunicazione come strumento di vendita
Date e luoghi dei corsi di Comunicazione
23 febbraio, Nord Veneto Cantine GIV Verona
11 maggio, Centro Toscana Tenuta Il Corno San Casciano Val di Pesa (Firenze)
26 ottobre, Sud Puglia
MASTER CLASS SUI CONSORZI
Saranno tenute da Fabio Piccoli, direttore responsabile di Wine Meridian, esperto di marketing del vino e di comunicazione internazionale. Stefano Campatelli, esperto di gestione e direttore di Consorzi di tutela.


Ed ecco gli argomenti del corso:
• Le normative nazionali e comunitarie per la produzione dei vini italiani
• Il funzionamento dei Consorzi dei vini italiani
• Le produzioni di vino e i mercati del vino in Italia e nel mondo
• La valorizzazione e la protezione dei marchi collettivi dei vini italiani
• Come costruire una identità territoriale e come comunicarla

Date e luoghi dei corsi sui Consorzi:
27 aprile, Nord Cantine GIV Verona
22 giugno, Centro Toscana Tenuta Il Corno San Casciano Val di Pesa (Firenze)
30 novembre, Sud Puglia

COSTO DEI CORSI:
Il costo per le non associate è di 200 euro più iva, per le Donne del Vino è di 150 euro più iva.
Il costo per la seconda persona della stessa azienda è di 100 euro più iva
È inoltre richiesto un contributo di 15 euro per il pranzo.
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: formazione@winepeople-network.com

CHI SONO LE DONNE DEL VINO
Le Donne del vino sono un’associazione senza scopi di lucro che intende promuovere la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nata nel 1988, conta oggi 770 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Altre info sul blog: www.ledonnedelvino.com

Associazione Nazionale Le Donne del Vino
02 867577, www.ledonnedelvino.com, info@ledonnedelvino.com


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Dopo la cerimonia, un talk show alla Fattoria del Colle di Trequanda per parlare di donne e società
DOMENICA A MONTALCINO IL PREMIO CASATO PRIME DONNE 2019 AD ALESSANDRA PAOLA GHISLERI, LA “SIGNORA DEI SONDAGGI”

Marco Rossetti, Francesca Topi, Riccardo Lagorio e Eleonora Cozzella i vincitori dei premi giornalistici


Sarà una domenica interamente dedicata all’universo femminile e al Brunello di Montalcino, quella del prossimo 15 settembre che incoronerà la sondaggista e politologa Alessandra Paola Ghisleri come Prima Donna 2019. Alla “signora dei sondaggi” è infatti dedicata la 21esima edizione del Premio Casato Prime Donne organizzato dall’omonima cantina totalmente in rosa di Donatella Cinelli Colombini, che contestualmente vedrà protagonisti anche i vincitori dei premi giornalistici scelti dalla giuria presieduta dalla stessa Donatella Cinelli Colombini e composta da Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione. Si tratta di Marco Rossetti e Francesca Topi per la puntata del programma RAI “Geo” intitolata Val d’Orcia sul tema “Io e Montalcino”, di Eleonora Cozzella per l’articolo Le vie del vino pubblicato nel quotidiano “La Repubblica” nella sezione “Montalcino la sua storia, la sua arte e il suo vino” per opere a firma femminile e di Riccardo Lagorio per l’articolo I giorni della vendemmia, pubblicato nel mensile “Dove” sul tema “Il Brunello e gli altri vini di Montalcino”.

Sarà invece la giuria popolare a decretare, domenica mattina, il vincitore del concorso fotografico che quest’anno ha visto la partecipazione anche di “concorrenti” internazionali: la scelta sarà tra le cinque immagini finaliste scattate da Alberto Flammia, Hamish Scott-Brown, Alexander Brookshaw, Luca Giustozzi e Rita Foldi.


Sarà al femminile anche l’installazione della tradizionale opera d’arte presso la Cantina di Montalcino, da affiancare alla dedica - quest’anno particolarmente simbolica e contestualizzata al momento storico attuale – che la vincitrice ha lasciato al Premio e “a tutte le donne affinché imparino ad essere sinceramente egoiste nel dimostrare quanto valgono”. L’autrice dell’opera che l’affiancherà nel percorso tra le installazioni artistiche, è infatti anch’essa donna: la pittrice fiorentina di fama internazionale Elisabetta Rogai, la cui particolarità risiede nella tecnica di pittura utilizzata, l’EnoArte ovvero con il vino, per realizzare quadri che invecchiano con il tempo esattamente come il Brunello. Una splendida tela, che porta come titolo "DiVINitá" ed è la sintesi perfetta dell’incrocio tra i concetti di arte ed enologia, del parallelismo fra vino e donne, fra materia e natura che – facendo attenzione all’equilibrio compositivo - si combinano dando vita ad un’opera che “vive” nel tempo, ed invecchia di pari passo con l’eccellenza custodita nelle bottiglie, passando dal rosso porpora all’ambrato.

Tra riferimenti al ruolo della donna nella società e alle motivazioni che ogni anno sostengono l’assegnazione del predetto Premio a rappresentanti dell’universo femminile - che si siano particolarmente distinte per comportamenti etici e meriti scientifici, sociali e sportivi - la giornata sarà una importante occasione di riflessione e dibattito, oltre che di valorizzazione del territorio del Brunello e si aprirà al mattino con la premiazione al Teatro degli Astrusi a Montalcino, per poi proseguire alla Fattoria del Colle di Trequanda, dove nel pomeriggio è previsto un talk show in cui la Prima Donna Alessandra Paola Ghisleri traccerà – supportata dai propri strumenti di lavoro, ovvero i sondaggi – l’identikit della donna italiana nel suo rapporto con la politica, attiva e partecipata.

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12/09/2019, 16:50
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Premiata a Montalcino la Prima Donna 2019, il cui profilo è più che mai attuale

LA POLITICA DEVE CONQUISTARE LE DONNE:
I SONDAGGI DI ALESSANDRA GHISLERI AL PREMIO CASATO 2019

Chi interpreterà il pensiero delle donne vincerà le elezioni
Al Teatro degli Astrusi la cerimonia che ha coinvolto anche i vincitori dei premi giornalistici e del concorso fotografico


Le donne italiane non amano la politica, tantomeno i dibattiti e, quando possono ne prendono le distanze rinunciando anche ad informarsi direttamente sull’attività politica corrente, perché poco concreta e per lo più non rivolta a facilitare con strumenti idonei l'organizzazione della vita familiare e professionale del genere femminile. L’identikit dell’universo femminile nel rapporto con le istituzioni e prima ancora con la politica è stato tracciato oggi da Alessandra Paola Ghisleri, sondaggista fondatrice di Euromedia Research e politologa, al talk show che l’ha vista protagonista in occasione della consegna a lei medesima del Premio Casato Prime Donne a Montalcino, promosso dall’omonima cantina tutta al femminile di Donatella Cinelli Colombini.

Nel quadro che ne emerge, spiccano alcune informazioni che vanno a meglio delineare il sentiment del genere femminile nei confronti della politica, riservando anche qualche dato curioso. Ad esempio, che le donne pensano principalmente che i valori della democrazia poggino sui principi di uguaglianza prima che sulla libertà; probabilmente perché si sentono a loro volta discriminate e percepiscono che, nonostante gli sforzi, gli sviluppi e i traguardi raggiunti negli ultimi anni, il gap tra uomini e donne è ancora forte. Dato ancorché interessante è che quasi il 70% pensa che neppure all'interno dell'Unione Europea questa parità sia stata raggiunta.

Ciò premesso, la domanda che molti si pongono è: ma la politica, invece, ama le donne?

“Analizzando dati più specifici – ha puntualizzato Alessandra Paola Ghisleri – emerge che il 73% delle donne considera l’ascesa del genere femminile al potere come un potenziale miglioramento dei fenomeni di corruzione e, ancora più sorprendentemente, che un 48% della popolazione intervistata affiderebbe fondi pubblici ad una donna. Percentuale che sale quasi al 60% quando a rispondere sono le donne stesse. Ma tutta questa “fiducia” nel gentil sesso non viene poi nei fatti ripagata dalla politica sui temi del lavoro e dell’organizzazione di servizi per la famiglia. Garantire l’accesso ad esempio ad asili nido gratuiti – ha aggiunto - può essere un primo passo, ma non sufficiente a colmare il gap se non si accompagna ad altri interventi strutturali”.

Così come nel mondo del lavoro, anche in politica il ruolo della donna non si è mai sganciato dal pregiudizio e ancora oggi si vede spesso l’elezione di una donna sindaco o la nomina di un ministro femmina come un fatto straordinario quando invece dovrebbe essere considerata una cosa del tutto normale.

“Quest'anno per la prima volta il Premio Casato Prime Donne – ha commentato Donatella Cinelli Colombini – affronta il tema della politica. Fra le donne e la politica c'è un rapporto difficile, lo dimostrano l'affluenza al voto inferiore a quella maschile e la poca propensione alla partecipazione alla vita politica. Eppure la Toscana è stata fra le prime nazioni del mondo a concedere il voto alle donne - ha affermato Donatella Cinelli Colombini -votavano fino dal 1849, avevano un voto passivo e quindi non potevano essere elette, avevano molte limitazioni … ma votavano. Con il plebiscito del 12 marzo 1860 la Toscana scelse l’annessione al Regno di Sardegna e le donne persero il diritto di voto. Ci furono poi alcuni tentativi, brevi e circoscritti finchè nel 1946, ci fu il suffragio universale e persino le prime elette. Da allora le donne hanno fatto pochi passi avanti nel mondo della politica italiana – intesa come gestione della cosa pubblica. Molti meno che in altri Paesi ma forse qualcosa sta cambiando, dall'incontro di oggi escono messaggi positivi: uno che le donne sono una risorsa per il mondo politico, l'altro che esse devono avere il coraggio di mostrare quanto valgono. Appuntamenti come il Premio dimostrano una nuova consapevolezza in uomini e donne". appuntamenti come il Premio Casato Prime Donne 2019 dimostrano una nuova consapevolezza, in uomini e donne".

Alessandra Paola Ghisleri ha affermato: "Le donne costituiscono molto spesso l’ago della bilancia nelle consultazioni elettorali; rappresentando la quota maggioritaria degli indecisi – circa il 60% - in un simile contesto a fare la differenza nel loro orientamento saranno i soggetti politici che offriranno loro maggiori garanzie sui temi della famiglia e della parità di genere nel mondo del lavoro. In sostanza, quella parte politica che dimostrerà di “amare” le donne, non solo con le intenzioni ma con fatti concreti, sarà anche quella che con molta probabilità vincerà le elezioni".

Il talk show, che si è tenuto alla Fattoria del Colle di Trequanda con il giornalista David Taddei nei panni di moderatore, è stato preceduto dalla cerimonia di premiazione al Teatro degli Astrusi a Montalcino a cui hanno preso parte oltre alla Prima Donna 2019 altresì i vincitori degli altri riconoscimenti attribuiti nella 21° edizione del Premio Casato Prime Donne dalla giuria presieduta da Donatella Cinelli Colombini e composta da Francesca Colombini Cinelli,presidente onorario, Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione.



Si tratta di Marco Rossetti e Francesca Topi per la puntata del programma RAI “Geo” intitolata Val d’Orcia sul tema “Io e Montalcino”, di Eleonora Cozzella per l’articolo Le vie del vino pubblicato nel quotidiano “La Repubblica” nella sezione “Montalcino la sua storia, la sua arte e il suo vino” per opere a firma femminile e diRiccardo Lagorio per l’articolo I giorni della vendemmia, pubblicato nel mensile “Dove” sul tema “Il Brunello e gli altri vini di Montalcino”, quest’ultimo premiato direttamente dal Presidente del Consorzio Brunello Fabrizio Bindocci. Poco prima della premiazione è avvenuta anche la scelta del vincitore della sezione fotografica del Casato Prime Donne fra i cinque finalisti designati dalla giuria. 50 persone, prevalentemente residenti nel territorio, hanno votato senza conoscere l’autore delle immagini né il luogo in cui sono pubblicate. Una scelta che riguarda dunque solo l’interpretazione artistica dei meravigliosi distretti agricoli in cui nascono i vini Brunello e Orcia. Il vincitore 2019 è Alberto Flammia. Al femminile anche l'opera d'arte da affiancare alla dedica della vincitrice, ambedue si potranno ammirare nella cantina del Casato Prime Donne a Montalcino. La pittrice Elisabetta Rogai ha realizzato la tela "DiVINità", sintesi perfetta del l'incrocio tra i concetti di arte ed enologia.

La festa nel bosco della fattoria del Colle era dedicata ai territori antichi e un po' magici della Toscana del Sud: Valdorcia, Crete Senesi, Valdichiana e Montagna amiatina; quattro buffet a tema segnalati da pannelli dipinti hanno permesso agli invitati di scoprire zone vicine nella geografia e lontane nella storia e nella cultura materiale. La giornata di festa finisce con la torta preparata dal campione del mondo Rossano Vinciarelli e Alessandra Paola Ghisleri che brinda con 250 i invitati.

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15/09/2019, 22:52
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Dopo il lockdown, Donatella Cinelli Colombini indica i primi elementi per l'enoturismo in tempo di Covid -19

IL TURISMO DEL VINO RIPARTE CON LA "TERAPIA DEL PAESAGGIO", TREKKING NELLE VIGNE E DEGUSTAZIONI CON PANORAMA

L'accoglienza della cantine diventa sempre più green, più cantine aperte nei weekend ed in pausa pranzo, prevalentemente su prenotazione, per non perdere nessuna occasione di godere al meglio la vacanza da winelover

Sarà un’occasione per ripensare il modo di fare turismo del vino, più organizzato e meno last minute. Ma certamente non meno emozionante. L’emergenza Covid-19, secondo un’indagine condotta dal Movimento Turismo del Vino in Italia, ha picchiato duro contro il turismo enogastronomico, ed in particolare con le cantine, che nell’87% dei casi si sono dichiarate molto danneggiate soprattutto in termini di vendita (91%) e di presenze dirette in cantina. Il settore enoturistico dunque, appare come uno dei più colpiti (84%), con gran parte delle cantine (77%) che ha già messo in conto di dover compiere enormi sforzi per rientrare in carreggiata.

Tuttavia ripartire è possibile, con qualche novità che potrebbe portare ad una rivalorizzazione di aspetti fino ad oggi ritenuti secondari. Donatella Cinelli Colombini, ideatrice della giornata Cantine aperte e del Movimento del Turismo del vino, per riportare il sole sul settore, ha in mente una ricetta ben precisa: “Più sport all’aria aperta – sostiene - più panorami e meno botti nella wine hospitality al tempo del covid. I wine lovers si dovranno abituare a prenotare la visita nelle aziende di produzione ma, probabilmente, ne troveranno molte di più aperte nel week end e all’ora di pranzo”.

La proposta di un turismo alterativo e diretto a luoghi verdi, poco affollati, dove praticare sport all’aria aperta dovrebbe anzi essere il nocciolo di un’alleanza fra istituzioni e imprese, capace di innescare la ripartenza dei viaggi in Italia. La trasformazione dell’offerta turistica enogastronomica, che ha nelle cantine la sua punta di diamante, nel locomotore della ripresa dei viaggi degli italiani è un’impresa difficile ma non impossibile.

Fino a poco tempo fa, le denominazioni TOP avevano un’attenzione soprattutto da parte di turisti provenienti dall’estero; oggi diventa necessario riorganizzare completamente e velocemente i sistemi di prevenzione, i percorsi di visita, gli assaggi ed i punti vendita. Dovrà essere garantita l’apertura nei giorni festivi e in coincidenza con il pranzo, rinunciando all’orario “impiegatizio” che ha finora caratterizzato l’apertura delle cantine.

“Un grosso sforzo organizzativo e economico – sottolinea Donatella Cinelli Colombini - che potrebbe, con il sostegno istituzionale, calamitare visitatori al punto da rianimare l’economia dei territori interni del nostro Paese. Allo scopo quindi, servirà un impegno concreto da parte dell’ente pubblico, al quale viene demandato di mettere in campo la comunicazione sulle radio e televisioni pubbliche, oltre ad una riorganizzazione del sito Italia.it ed il raggiungimento di accordi con i grandi players del turismo on line come Expedia, Google, TripAdvisor, affinché promuovano l’enogastronomia come attrattiva di viaggio".

Ma cosa troveranno i winelovers nelle aziende del vino in questo scenario post Covid, è tutto in divenire. Donatella Cinelli Colombini, enuncia i principali elementi che dovranno caratterizzare questa fase, premettendo che – almeno per un periodo - la visita fra botti e tini sarà pressoché impossibile: “È dovere dei titolari salvaguardare la salute di visitatori e dipendenti, quindi le aree per il turismo e la produzione enologica dovranno essere rigorosamente separate. Questo anche perché l’igienizzazione delle cantine è difficile senza usare il cloro che attaccherebbe al vino il pestilenziale odore di tappo”. Gli ambienti sotterranei o raffreddati con impianti a ricircolo d’aria, devono essere riservati solo al sonno del vino.

Tuttavia le possibilità di vivere una esperienza rigenerativa in mezzo alla natura, dopo i lunghi mesi di lockdown, ci saranno e si riveleranno più che interessanti. Infatti la buona notizia riguarda la possibilità di scegliere fra centinaia di destinazioni enoturistiche in ogni parte d’Italia, basta consultare il sito del Movimento Turismo del Vino per trovare molte delle più organizzate e prenotare la visita.

“È auspicabile – continua Donatella Cinelli Colombini - che l’emergenza coronavirus e la prospettiva di riattivare la vendita diretta, spinga molte cantine ad arricchire la propria proposta turistica con trekking nei vigneti, picnic, degustazioni all’aperto, safari fotografici, pranzetti a base di salumi e formaggi tipici magari di fronte a un bellissimo panorama”.

Tutte proposte che coniugano l’assaggio del vino con il godimento degli scenari naturali. Quella “terapia del paesaggio” che viene indicata come un vero rigenerante del sistema nervoso, ma che gli esperti di Science of selling wine considerano anche uno strumento di maggior apprezzamento del nettare di bacco. Circostanza confermata dagli studi di neuromarketing; in altre parole, davanti a un panorama incantevole il vino sembra più buono. “Una rivincita dei panorami – aggiunge Donatella - che tornano protagonisti e devono offrire ai visitatori esperienze emozionanti da vivere, fotografare e ricordare”.

Da parte sua, il turista wine lover, dovrà quindi abituarsi a prenotare la visita; l’accesso nelle aziende agricole verrà infatti contingentato per impedire affollamenti e dunque, chi non vuole fare lunghe attese fuori dai cancelli, dovrà prendere l'abitudine di prenotare anticipatamente ogni tappa del proprio viaggio. Nessun problema invece per lo shopping in cantina: il vino, per la sua componente alcolica e per la presenza di resveratrolo, è assolutamente esente da coronavirus. E sull’imballaggio, non sopravvive che poche ore; per essere tranquilli sarà sufficiente “tenerlo in quarantena” un giorno prima di toccarlo senza precauzioni.


***** Donatella Cinelli Colombini, è stata la prima ad intuire il potenziale turistico dei luoghi del vino e su questo ha sviluppato l’idea di Cantine Aperte, la giornata che dal 1993 celebra l’enoturismo. Dal 1998 è al timone del Casato Prime Donne a Montalcino – dove produce Brunello – e della Fattoria del Colle a Trequanda, con cantina di Chianti e complesso agrituristico: entrambe detengono il primato di essere le prime due cantine in Italia con un organico interamente al femminile.
Vincitrice nel 2003 dell’Oscar di miglior produttore italiano, Donatella Cinelli Colombini ha ottenuto importanti riconoscimenti di valore per il suo lavoro: il Premio Internazionale Vinitaly nel 2012 ed il titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana nel 2014. Dal 2016 è Presidente Nazionale delle Donne del Vino, mentre dal 2001 al 2011 ha ricoperto l’incarico di Assessore al Turismo al Comune di Siena, ideando in tale frangente una nuova forma di turismo sostenibile e salutare come il Trekking Urbano.
Donatella Cinelli Colombini ha nel suo curriculum anche importanti pubblicazioni, come il Manuale del turismo del vino, Marketing del turismo del vino e Marketing delle Cantine aperte ed è docente in varie Università italiane e relatrice a convegni sul tema dell'enoturismo e del turismo del vino.

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26/05/2020, 12:38
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L'Associazione Nazionale Le Donne del Vino presenta il primo corso per la prevenzione del sessismo sul lavoro. La conferenza stampa sarà lunedì 7 Marzo alle 13, a Palazzo Madama (sala Caduti di Nassirya), con la Ministra delle Pari Opportunità Elena Bonetti, il presidente della Commissione Politiche UE Dario Stefàno e la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini.

Le donne sono minoritarie, nei numeri e nei ruoli, in vigna e in cantina, ma dominano i nuovi settori delle imprese enologiche: commerciale, marketing, comunicazione e turismo. Da questo le Donne del Vino hanno tratto spunto per far conoscere in Italia il primo corso per la “prevenzione del sessismo” cioè di quelle parole, gesti e immagini che creano un ambiente di lavoro poco libero e professionale. Un corso che la giornalista ed esperta Laura Donadoni sta elaborando partendo dal “Sexual Harassment Prevention Training” obbligatorio in California.

Sarà l’occasione per presentare anche le Giornate delle Donne del Vino 2022 (1°-14 marzo), organizzate in occasione dell’8 Marzo, per trasmettere un messaggio di pace e di speranza per il futuro. Le donne saranno unite da un messaggio e l’hashtag #coltiviamoilfuturo: "Le Donne del Vino coltivano il futuro e la pace, la bottiglia come simbolo e contenitore dei messaggi diretti alle nuove generazioni: "senza pace non c'è futuro". Si svolge per la prima volta contemporaneamente in 11 Paesi del mondo: Argentina, Australia, Austria, Cile, Croazia, Francia, Georgia, Germania, Nuova Zelanda, Perù e Usa.

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02/03/2022, 20:44
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Il 30 maggio scade il termine per le iscrizioni

GIOVANI TALENTI CRESCONO, CON IL PREMIO CASATO PRIME DONNE


Per la prima volta, nell’edizione 2022 del Premio, alla valorizzazione delle donne e del territorio di Montalcino si aggiunge un ulteriore obiettivo: quello di diventare incubatore di giovani talenti. In corso la selezione per pasticceri e orafi toscani sotto i 30 anni



Montalcino, 16 maggio 2022- La ventiduesima edizione del Premio Casato Prime Donne, organizzato e promosso dall’omonima cantina di Donatella Cinelli Colombini che si terrà a Montalcino il prossimo 17 settembre settembre, sarà più che mai un inno al talento. Non sarà più infatti soltanto un’occasione di valorizzazione di una figura femminile capace di distinguersi ed incarnare un esempio positivo per le altre donne nella ricerca, nel lavoro e nella società civile, ma di un'intera generazione. Diventando una fucina di giovani talenti, in particolare nel campo dell’oreficeria e della pasticceria.

Dopo due anni di pausa a causa della pandemia, il Premio istituito da Donatella Cinelli Colombini amplia dunque i suoi obiettivi e sceglie di ripartire, in tutti i sensi, da quei giovani che rappresentano il futuro, offrendo loro l’opportunità di effettuare nuove esperienze formative in cambio di nuovi stimoli ed opportunità professionali. E lo fa coinvolgendo appunto giovani talenti dell’arte orafa e della pasticceria, nonché studenti di lingue e di agraria sotto i 30 anni in un progetto ambizioso che comprende altresì collaborazioni con l’Università di Siena - Dipartimento di Scienze della Comunicazione e con due scuole senesi.

Al progetto possono partecipare tutti i pasticceri ed orafi che alla data di candidatura siano in possesso dei requisiti previsti nel bando di selezione, ovvero età inferiore ai 30 anni e la residenza in Toscana da almeno 5 anni. Ai candidati per la selezione del miglior giovane pasticcere o pasticcera della Toscana, è richiesta la creazione di una torta nuova dedicata alle donne e l’invio della relativa foto con la ricetta (senza le dosi degli ingredienti) all’indirizzo info@cinellicolombini.it entro il 30 maggio 2022, insieme a qualche nota biografica. Il pasticcere prescelto da una giuria composta dalla giornalista enogastronomica Marzia Morganti, Helle Poulsen Tesio autrice di 16 libri sulla cucina italiana e dalla chef Doriana Marchi della Fattoria del Colle, eseguirà la torta (oppure le torte) - che verrà naturalmente pagata - per 80 persone e servita in occasione della premiazione, che si terrà il prossimo 17 settembre al Teatro degli Astrusi di Montalcino. Oltre a godere della visibilità mediatica collegata al Premio.

Ai partecipanti alla selezione del miglior giovane orafo o orafa della Toscana, è invece richiesto di disegnare un gioiello inedito da donna che abbia un costo di esecuzione (materia prima + mano d’opera) inferiore a 300€ + IVA, fotografarlo e inviare l’immagine accompagnata da descrizione all’indirizzo info@cinellicolombini.it entro il 30 maggio insieme al proprio curriculum. Il giovane orafo prescelto dalla giuria composta dalle giurate del Premio Casato Prime Donne e da Donatella Cinelli Colombini - che per anni ha studiato oreficeria medioevale - consegnerà i monili alla giuria e alla vincitrice durante la cerimonia di premiazione sabato 17 settembre a Montalcino ed avrà una visibilità mediatica nazionale grazie alla comunicazione del Premio Casato Prime Donne su vari canali.

Il Premio Internazionale Casato Prime Donne. Immutata per il resto la formula tradizionale dello storico Premio, con la Prima Donna 2022 che sarà ancora una volta un simbolo di femminilità che guarda al futuro affrontando nuove sfide. Ed i tradizionali premi giornalistici, volti a valorizzare ed accrescere la fama del territorio di Montalcino, il suo vino, le sue genti attraverso articoli, servizi radiotelevisivi e scatti fotografici ad esso dedicati. A selezionare la Prima Donna 2022, nonché i vincitori dei premi giornalistici, sarà ancora una volta la prestigiosa giuria composta da Donatella Cinelli Colombini, Rosy Bindi (ex ministro, esperta di politiche sanitarie) Anselma Dell’Olio (giornalista, autrice e critica cinematografica), Anna Pesenti (giornalista enogastronomica) Stefania Rossini (giornalista cultura e società) Anna Scafuri (giornalista televisiva) e Daniela Viglione (docente e giornalista economica). A cui si affiancano il Sindaco di Montalcino e Presidente della Provincia di Siena Silvio Franceschelli ed il Presidente del Consorzio del Brunello Fabrizio Bindocci.

Il Progetto Prime Donne. Il Premio Prime Donne è parte integrante del Progetto Prime Donne, che comprende la selezione del Brunello Prime Donne con un panel di 4 assaggiatrici internazionali e il “percorso delle Prime Donne”, ovvero un itinerario meditativo con le dediche delle vincitrici del Premio e le opere di artisti toscani. Due elementi costituenti la parte permanente del Premio, che ogni visitatore può apprezzare a Montalcino nella cantina del Casato e nei vigneti circostanti. Dove trovano collocazione le espressioni artistiche di Marco Pignattai, Rossana Mulinari, Bruno Bruchi e Giovanni Senatore, Alessandro Grazi, Orlando Orlandini, Stefano Carlucci, Jeff Shapiro, Liberatori & Romualdi Architetti Associati, Michael Austin Latka, Carlotta, Giuditta e Annibale Parisi, Piero Sbarluzzi, Igor Vazzaz, Roberto Turchi, Alessia Bernardeschi, Elisa Boldi ed Elisabetta Rogai.

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17/05/2022, 15:10
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