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Agricoltura - Parlamento Italiano 
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CAMERA DEI DEPUTATI

On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico

COMUNICATO STAMPA

On. Cova: “Latte e caseari: arriva l’etichetta con l’indicazione di origine e di lavorazione. Tempi stretti per mettersi in regola”

Il Decreto su etichettatura del latte e dei prodotti lattiero-caseari è arrivato alla Camera, dove verrà espresso il parere delle Commissioni competenti. L’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, si dice soddisfatto del risultato raggiunto: “Si tratta di un passo avanti notevole e importante che era stato richiesto da anni dai produttori di latte – commenta –. Ed è un intervento strutturale sulla tracciabilità del prodotto e a garanzia dei consumatori. Questo Governo e questo Parlamento hanno fatto un grande servizio agli allevatori e ai consumatori, appunto, perseguendo questo obiettivo assieme all’Unione europea. Ora siamo vicini alla sua applicazione, dopo il parere della Camera e del Senato”.

Tecnicamente è previsto “un periodo di prova fino al 2019 ed entro 180 giorni l’industria di trasformazione deve mettersi in regola con il sistema di etichettatura”, sintetizza Cova.
Più nel dettaglio, l’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari prevede l’utilizzo in etichetta di alcune diciture: “Dovranno essere indicati il Paese di mungitura e il Paese di condizionamento o di trasformazione – spiega ancora il parlamentare Pd –. Nel caso in cui coincidano, basta scrivere ‘origine del latte’ e, accanto, il nome del Paese. Nel caso in cui le operazioni avvengano in più Paesi, bisogna indicare se fanno parte o meno della Ue”.

E per favorire una migliore informazione dei consumatori, “il Ministero delle Politiche agricole può fare campagne di promozione dei sistemi di etichettatura, ma soprattutto le indicazioni sull’origine devono essere indelebili e riportate in etichetta in modo da essere visibili e facilmente leggibili, cioè non devono essere in nessun modo nascoste, oscurate, limitate o separate da altre indicazioni. Insomma, la massima trasparenza alla base di tutto”, conclude Cova.

Roma, 25 novembre 2016

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26/11/2016, 15:38
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Vino: M5S, ok a Testo Unico? Prova che bicameralismo funziona

Roma, 28.11.2016 – “Il Testo Unico sul Vino, divenuto legge in soli due mesi e approvato all’unanimità, non solo fornisce una semplificazione a vantaggio di tutto il settore vitivinicolo ma ci dimostra che il bicameralismo funziona, quando c’è volontà politica, anche quando non si tratta di emergenza nazionali o di priorità imminenti per la vita del Paese. E pertanto non c’è bisogno di stravolgere la nostra Costituzione con la scusa di voler velocizzare i tempi di approvazione delle leggi”. Così i deputati del M5S della Commissione Agricoltura. “Per quanto riguarda in particolare il provvedimento, siamo riusciti ad inserire una buona dose di misure 5stelle – spiegano Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura, e i deputati 5stelle Silvia Benedetti e Paolo Parentela - E in particolare: all’articolo 5, la previsione di più tutele per tutti quei vitigni impiantati a scopo di ricerca e conservazione del patrimonio genetico autoctono; all’articolo 12, una deroga a quanto previsto per la detenzione delle fecce, prevedendo un periodo più lungo per i produttori di quantitativi inferiori a 1000 ettolitri l'anno; all’articolo 40, siamo riusciti a garantire una giusta rappresentatività dei protagonisti della filiera e dei soggetti inseriti nel sistema di controllo anche all'interno del consorzio per la DOP del vino liquoroso ‘Marsala’. E ancora: a ridurre da dieci a sette anni dell’arco temporale entro il quale un vino DOC può richiedere il riconoscimento DOCG e da 4 a 3 le campagne necessarie alla richiesta di cancellazione della protezione qualora le DOP e IGP non siano state rivendicate o certificate. O a uniformare la dicitura tra imballaggi e recipienti”. “Peccato che siano stati bocciati altri nostri emendamenti come quelli volti a garantire un sistema di rappresentanza più equo nei consorzi, prevedendo il voto individuale all’interno di fasce di produzione, o quello all’articolo 39 per evitare conflitti d’interessi all’interno del Comitato nazionale vini Dop e Igp, così come è stata cassata la nostra proposta per vitigni liberi da pesticidi, come già previsto dalla nostra mozione approvata alla Camera lo scorso ottobre”, concludono i pentastellati.

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28/11/2016, 19:08
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CAMERA DEI DEPUTATI

On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico

COMUNICATO STAMPA

On. Cova: “Ex Apa lombarde: l’assessore leghista blocca le risorse. A rischio un servizio utilissimo e di qualità”

È ancora scontro tra le ex Apa lombarde​, le associazioni degli allevatori, e l’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia. L’Associazione allevatori Milano-Lodi ha lamentato il mancato trasferimento di risorse da parte della Regione, costringendo a tagliare ​i controlli funzionali per la tenuta del libro genealogico e per la selezione​ genetica,​ proprio perché le risorse regionali non sono arrivate. “Inoltre, l’assessore è riuscito a far chiudere il servizio di assistenza tecnica agli allevatori – denuncia l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd –. Per Fava, però, la colpa è del Ministero delle Politiche agricole”.

Ma Cova precisa: “Niente di più sbagliato, considerato che già a giugno il Ministero ha emanato la circolare sul sistema di consulenza aziendale in agricoltura. Invece di attaccare il dirigente dell’Apa che ha denunciato pubblicamente la situazione, l’assessore avrebbe fatto bene a leggere la circolare e a provvedere a finanziare la consulenza aziendale”.

Inoltre, “la Conferenza Stato-Regioni ha stabilito un riparto di​ più di​ 6 milioni di euro – fa sapere ancora Cova –. Siamo passati da un riparto del 23% dei fondi con i governi di centrodestra al 28,2% dell’attuale Governo, mentre l’assessore ha fatto solo un’opera di ostruzionismo in Conferenza Stato-Regioni, opponendosi alle decisioni delle altre Regioni per un unico obiettivo: far chiudere il​ Sata, il sistema di assistenza tecnica delle Apa”.
Anzi, rincara il parlamentare Pd, “Fava si preoccupi di dare la quota regionale per i controlli funzionali e non trovi altre scuse. A meno che l’obiettivo sia proprio quello di far decadere queste associazioni lombarde così importanti per il mondo degli allevatori nostrani”.

Infine, un commento al modo con cui “l’assessore apostrofa il dirigente Apa, definendolo un ‘funzionario incauto’. Non è altro che un modo per intimidire chi sta facendo solo il proprio mestiere, per altro molto bene, da anni”.

Roma, 30 novembre 2016

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30/11/2016, 18:21
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Falso bio: M5S, Olivero confermi o smentisca dimissioni capo segreteria

Roma, 1.12.2016 – “Apprendiamo da fonti di stampa la notizia delle dimissioni di Enrico Maria Pollo dal ruolo di capo segreteria del vice ministro delle Politiche Agricole, Andrea Olivero, con delega al biologico. Un atto dovuto, che, se effettivo, arriva con ritardo dopo diverse interrogazioni del M5S che hanno portato Olivero in audizione in Commissione Agricoltura alla Camera per riferire sull’operato di Pollo nell’ambito dell’importazione di grano ‘falso bio’ dalla Romania, in base a quanto emerso da un’inchiesta giornalistica della trasmissione Tv ‘Report’. Il vice ministro Olivero confermi, o smentica, le dimissioni di Pollo e, nel caso di conferma, spieghi quali motivazioni ha addotto Pollo alla rinuncia dell'incarico”. Così i deputati del M5S della Commissione Agricoltura.

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01/12/2016, 22:41
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Agroalimentare: M5S, Governo affossa controlli anti frodi

Roma, 1.12.2016 – “Il Governo Renzi affossa i controlli anti contraffazione dell’agroalimentare Made in Italy. Secondo i decreti attuativi della ‘legge Madia’ il personale dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi (ICQRF) subirà un demansionamento, passando dai controlli sul campo e in azienda a quelli amministrativi nell'ambito dell’e-commerce e della vigilanza degli Organi di Controllo (OdC). La contraffazione non si combatte relegando gli ispettori dietro alla scrivania. Come riuscirà in questo modo il Governo a garantire la lotta alla contraffazione e a non disperdere le competenze del personale dell’Ispettorato?”. Lo chiedono i deputati del M5S della Commissione Agricoltura in un’interpellanza rivolta al Ministerodelle Politiche Agricole. “Il Governo e il ministro Martina non hanno ancora chiarito chi coprirà l’80% dei controlli sull’agroalimentare una volta che gli ispettori dell’ICQRF verranno demansionati, il che è molto grave dato il ruolo strategico che gioca questo settore per il nostro Paese – incalza il deputato 5stelle Massimiliano Bernini, primo firmatario dell’interpellanza - Secondo la relazione annuale del Piano nazionale integrato dei controlli, l’ICQRF svolge il 76% delle ispezioni, mentre il Corpo Forestale dello Stato, ora abolito e assorbito nell’Arma dei Carabinieri, e il Nucleo Anticontraffazione dei Carabinieri (NAC), coprono rispettivamente il restante 22 e 2%. Si tratta quindi di uno dei tanti fiori all’occhiello della Pubblica Amministrazione a difesa della salute dei cittadini e dei beni comuni, sul cui smantellamento il Governo è tenuto a rendere conto davanti all’opinione pubblica”.

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01/12/2016, 22:42
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Fondi Ue: M5S, Governo verifichi gestione Agea

Roma, 2.12.2016 – “Apprendiamo da fonti di stampa che le irregolarità contestate dalla Commissione Ue all’Italia nell’ambito dell’uso dei fondi europei PSR-FEASR sarebbero in buona parte riconducibili all’Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura. Nell’attesa di notizie ufficiali da parte della Commissione Ue e delle Autorità competenti, e visti i precedenti poco edificanti nella gestione dell’Agenzia, chiediamo al Governo di fare le opportune verifiche, rendendo pubblici i riscontri, sia sull’operato di Agea, che agisce appunto per conto dell’Esecutivo, sia sull’effettiva efficacia degli strumenti di cui questa dispone, a cominciare dal SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), che raccoglie i dati in base ai quali vengono predisposti ed erogati i fondi europei per l’agricoltura”. Così i capigruppo del M5S di Camera e Senato, Giulia Grillo e Luigi Gaetti.

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02/12/2016, 19:43
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Latte: M5S, ora origine in etichetta anche per altri prodotti

Roma, 6.12.2016 – “Una garanzia per i consumatori e per il Made in Italy arrivata in ritardo e che va subito estesa a tutti i prodotti agroalimentari venduti sul mercato italiano”. Così i deputati del M5S della Commissione Agricoltura commentano il voto favorevole allo schema di decreto che introduce l’indicazione dell’origine del latte in etichetta per i prodotti lattiero-caseari. “Solo qualche mese fa abbiamo proposto queste stesse misure in un emendamento alla proposta di legge anti contraffazione durante la discussione in Aula alla Camera ma sono state bocciate dalla maggioranza di Governo con la motivazione che è l’Unione Europea a decidere in materia di etichetta alimentare. Eppure – incalza la parlamentare 5stelle, Silvia Benedetti – già all’epoca abbiamo ricordato all’Esecutivo che la Francia invece era già riuscita a farsi valere in Europa imponendo l’indicazione di origine sui prodotti lattiero caseari. Cosa è cambiato da allora?”. “Ora tocca al grano affinché il consumatore possa poter scegliere tra la pasta che riporta in etichetta ‘100% grano italiano’ e quella fatta con delle miscele che usano varietà importate. Una proposta – aggiunge il pentastellato, Filippo Gallinella – già portata in Parlamento con un nostro ordine del giorno e che aspetta ancora di essere concretizzata secondo quanto annunciata proprio dal ministro delle Politiche Agricole, Martina”.

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06/12/2016, 20:12
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Salute: M5S, Stop a overdose zuccheri e acidi grassi

Inserire nell'agenda politica la riconversione dei sistemi produttivi verso un'alimentazione sana e sostenibile,
in grado di combattere obesità infantile e tutelare salute e ambiente

Roma,6.12.2016 –“Stop all’overdose di zuccheri e acidi grassi che le grandi corporation dell’industria dolciaria, e in generale alimentare, somministrano ai consumatori, in primis ai bambini, che, tra merendine e snack di ogni sorta, sono il bersaglio preferito del marketing aziendale. Una politica industriale alla base di obesità infantile e distruzione degli ecosistemi, come dimostra il caso dell’olio di palma, e che pertanto Governo e istituzioni sono chiamati a regolamentare al più presto in virtù del principio di precauzione e a tutela di ambiente e salute pubblica”. Così i deputati del M5S Massimiliano Bernini, Mirko Busto e Chiara Gagnarli a margine del voto della mozione 5stelle su un’alimentazione sana e sostenibile approvata in Aula alla Camera. “Con la nostra mozione impegniamo il Governo, questo o quello che verrà, a rispettare i limiti di zucchero indicati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità in una quota massima del 5% al giorno contro quella del 25% indicata dal ministro della Salute, Lorenzin. È ora d’inserire nell’agenda politica la riconversione dei sistemi produttivi verso un’alimentazione sostenibile in grado di combattere in Italia l’aumento di sovrappeso e obesità, soprattutto infantile (oltre il 23% dei bambini tra i 9 e gli 11 anni è in sovrappeso e il 13% è obeso), e tutti gli altri disturbi connessi (diabete, malattie cardiovascolari ecc.) legati al consumo eccessivo di zucchero e di carni rosse, soprattutto lavorate, dichiarate ‘potenzialmente cancerogene’ dall’Oms e l’uso di olio di palma. Tra le altre proposte 5stelle, sostituire progressivamente l’olio di palma, dannoso per salute e ambiente in quanto ricco di grassi saturi e contaminanti tossici derivati dalla sua lavorazione, con altri oli vegetali nazionali (semi di girasole, olio d’oliva ecc.); promuovere un'educazione alimentare a scuola e con spot pubblicitari; offrire la scelta di un menù vegetale nelle mense pubbliche e, in quelle scolastiche, pasti e merende a base di prodotti biologici e a Km zero (in primis frutta, verdura e cereali), ritornando così alla famosa piramide alimentare alla base della Dieta Mediterranea, patrimonio mondiale dell'Unesco”.

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07/12/2016, 8:34
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Ue: M5S, debito di 85 mln euro per Italia. Agea controlla suoi enti regionali?

Caso ex Arbea in Basilicata, da Ue sanzione di 86 milioni di euro a Italia per inadempienze e illeciti

Roma, 7.12.2016 – “Non si sa ancora nulla degli 86 milioni di euro che l’Italia dovrebbe pagare all’Europa per una sanzione da parte della Commissione europea dovuta alla cattiva gestione dei fondi europei in agricoltura da parte dell’ex Arbea, l’organismo pagatore regionale in Basilicata, sottoposta a indagine giudiziaria per i reati di falso e truffa”. Lo affermano in una nota congiunta Massimiliano Bernini, portavoce 5stelle in Commissione Agricoltura, e la parlamentare lucana del M5S, Mirella Liuzzi, che sull’argomento hanno presentato un’interrogazione al Ministero dell’Ambiente. “Le irregolarità contestate all’ex Arbea vanno da casi di persone che hanno usufruito dei fondi europei dichiarando di possedere dei terreni che di fatto non avevano oppure delle coltivazioni che non corrispondevano a realmente esistente – spiegano i deputati 5stelle – Chiediamo che il Governo chiarisca quale sua la situazione attuale sul debito di 86 milioni di euro contestato all’Italia dall’Unione Europea per le irregolarità dell’ex Arbea, l’organismo pagatore regionale in Basilicata; quali attività di controllo abbia svolto in merito Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura; che, in base a quanto previsto appunto dall'articolo 2 dal Regolamento (UE) n. 908/2014, dovrebbe supervisionare costantemente l’attività dei suoi organismi pagatori regionali e quali iniziative abbia assunto Agea nei confronti di tutte quelle pratiche afferenti alle frodi comunitarie, accese presso le diverse procure, e se risulti siano stati attivati presso gli organismi pagatori regionali e le Regioni i registri debitori con il relativo recupero delle somme indebitamente percepite. Il caso della Basilicata, viste anche le notizie di stampa di questi giorni sul caos dei fondi Psr Feasr 2007-2013, rischia infatti di essere solo la punta dell’iceberg. Eppure presso la Presidenza del Consiglio dei ministri esiste un ‘Comitato per la lotta contro le frodi comunitarie’. Quali attività svolge? Oltre che sull’attività di controllo di Agea, ci aspettiamo pertanto che il Governo rendiconti al più presto anche sui risultati finora raggiunti da quest’ultimo”.

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07/12/2016, 19:23
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CAMERA DEI DEPUTATI
On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico
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On. Cova: “Al mondo dell’ippica serve chiarezza sulle ipotesi di riforma e gli interventi del Parlamento”

Le questioni del mondo dell’ippica italiano sono al centro di un’interrogazione a risposta immediata, in Commissione Agricoltura della Camera, presentata all’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd. Con un decreto ministeriale del 2016 è stata ridefinita la nuova classificazione degli ippodromi italiani, redatta sulla base dei criteri individuati circa un anno fa dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ricorda Cova nel documento. “Questi criteri non furono sottoscritti dalle associazioni di categoria e dalle società di corse, mentre alcuni Comuni, proprietari degli ippodromi, presentarono anche ricorso al Tar di Roma”, precisa il parlamentare.

A luglio scorso, il Parlamento ha conferito una delega al Governo per il riassetto del settore ippico da attuare entro il 25 agosto 2017. “La nuova classificazione potrebbe, pertanto, inficiare il lavoro svolto dal Parlamento stabilendo criteri che sarebbero vincolanti anche dopo l’attuazione della delega sulla riforma del settore ippico e penalizzerebbe diversi ippodromi in termini economici ed occupazionali anche dopo l’attuazione della delega – fa presente Cova –. Numerose associazioni di categoria hanno sollevato rilievi e proteste su quella che si prospetta come una classificazione penalizzante in particolare per gli ippodromi che fino ad ora hanno avuto una buona partecipazione di pubblico e un’adesione qualificata nelle corse in programma”.

Classificazione che “non offre risposte alla richiesta del mondo dell’ippica di un intervento mirato e tempestivo del Governo sulla questione, anzi, al contrario la soluzione prospettata rischia di mettere una ipoteca sull'intera filiera produttiva non tenendo in alcun conto dell'indotto di alcuni dei più rinomati ippodromi”.

Per questo nell’interrogazione Cova chiede “quale sia la posizione del Ministero sulla questione e se ritenga opportuno modificare i criteri e il contenuto della nuova classificazione degli ippodromi nazionali, affinché ne scaturisca una nuova definizione che consenta di poter arrivare alla corretta applicazione della riforma del settore ippico italiano”.

Roma, 12 dicembre 2016

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