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Giornata della Suinicoltura - 12 maggio 2017 Montichiari BS 
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12 maggio 2017
Hotel Garda Montichiari (BS)
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Ore 9.30

Bologna, 7 marzo 2017 - Biosicurezza e salute animale, le nuove frontiere della prevenzione in suinicoltura.
Con questo titolo torna la Giornata della Suinicoltura organizzata da Expo Consulting srl, società di Bologna che gestisce e sviluppa format convegnistici innovativi offrendo servizi per fiere, eventi e l’internazionalizzazione delle imprese.
Dopo il successo ottenuto il 30 novembre 2016, in occasione della prima edizione della Giornata della Suinicoltura, è confermato il 12 maggio 2017 un nuovo appuntamento, che si terrà presso l’hotel Garda di Montichiari (BS), per approfondire il sempre più attuale e cogente tema della biosicurezza e della salute animale in suinicoltura, con un focus particolare sulla prevenzione, che rappresenta lo snodo cruciale per una corretta e produttiva gestione della porcilaia moderna.
Il programma prevede gli interventi degli esperti più illustri, che in questa occasione parleranno di biosicurezza, virologia, benessere animale, con un occhio sempre rivolto a cosa accade all’estero, in quei Paesi europei dove la suinicoltura rappresenta una delle voci più importanti dell’economia agrozootecnica. Non mancherà poi una case history con l’intervento di un allevatore che nella recente realizzazione dei suoi siti produttivi ha adottato i più moderni e innovativi sistemi di allevamento, sfruttando al massimo ciò che la tecnologia propone in un’ottica di razionalizzazione e sostenibilità aziendale.
In buona sostanza, la Giornata della Suinicoltura in programma il 12 maggio 2017 a partire dalle ore 9.30, intende ancora una volta fornire agli operatori del settore le informazioni più aggiornate, gli approfondimenti più accurati, gli spunti più interessanti per favorire quel costante miglioramento produttivo oggi così importante per competere nel mercato globale.

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07/03/2017, 19:02
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Per info: www.giornatadellasuinicoltura.it
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07/03/2017, 19:03
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26 maggio 2017
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Ore 9.30

Bologna, 16 marzo 2017 - Gentile collega, per ragioni tecniche la Giornata della Suinicoltura inizialmente prevista per il 12 maggio 2017, è stata posticipata al 26 maggio 2017.


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16/03/2017, 18:37
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26 maggio 2017
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Ore 9.30

Bologna, 27 marzo 2017 – “Quello che in allevamento arriva come problema sanitario non può essere affrontato senza coinvolgere la biosicurezza”.
Così Loris Alborali, responsabile della sezione Diagnostica presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna con sede a Brescia.
Un tema, quello della biosicurezza e della salute animale, che continua ad alimentare il dibattito scientifico e del quale si occuperà la prossima edizione della Giornata della Suinicoltura organizzata da Expo Consulting srl, società di Bologna che gestisce e sviluppa format convegnistici innovativi offrendo servizi per fiere, eventi e l’internazionalizzazione delle imprese, in programma il 26 maggio 2017 a Montichiari (BS).
Il titolo dell’evento, che si terrà presso l’hotel Garda a partire dalle ore 9.30, è “Biosicurezza e salute animale. Le nuove frontiere della prevenzione in suinicoltura”.
“Il miglioramento del livello di biosicurezza in porcilaia è un vero e proprio investimento dell’allevatore nei confronti della sua azienda – prosegue Alborali – e riguarda più la parte gestionale e organizzativa che non quella strutturale. Negli ultimi tempi stiamo assistendo a un positivo aumento della sensibilità da parte degli operatori riguardo questo argomento; molto però resta ancora da fare, soprattutto se pensiamo agli automezzi per il trasporto degli animali e agli ingressi delle persone in azienda: due casi emblematici di come, senza accurate adozioni di disinfezione dei mezzi e accorgimenti adeguati per evitare di entrare in contatto diretto con gli animali, si possa spianare la strada all’ingresso di patologie che infettando l’intero allevamento possono compromettere inevitabilmente la redditività aziendale”.
Quindi la prevenzione, termine che ben definisce il corretto approccio. “Esattamente – continua Alborali – è proprio la prevenzione lo strumento di lotta contro le principali malattie infettive, la strategia vincente testimoniata dai risultati ottenuti nelle aziende che negli ultimi hanno investito in questa direzione. Parlare di profilassi significa impostare in allevamento un programma e un piano di lavoro che diano priorità alla conoscenza continua della condizione sanitaria aziendale e che permettano di prevenire un problema sanitario. Non è un percorso difficile, bensì possibile grazie alle indagini cliniche e di laboratorio pianificate e costruite sulle esigenze aziendali, capaci di orientare l’allevatore verso scelte di terapia e profilassi che non contemplano continue emergenze e/o cambiamenti terapeutici. Questo approccio ha dimostrato di possedere risvolti di sanità pubblica molto importanti, perché previene l’insorgenza di malattie contagiose che possono avere un peso considerevole nella commercializzazione nazionale e internazionale dei suini, permette un maggiore controllo delle infezioni cosiddette zoonotiche, limita l’utilizzo emergenziale di presidi terapeutici come gli antimicrobici alla base del problema legato all’antibioticoresistenza. In buona sostanza – sottolinea lo scienziato – l’applicazione dei principi di igiene zootecnica, benessere animale e biosicurezza mette l’allevatore nella condizione di poter lavorare con suini più robusti e recettivi agli interventi terapeutici, con il risultato di ottimizzare e ridurre i costi”.
In questo contesto è evidente che per ogni azienda diventa indispensabile elaborare e implementare un programma di biosicurezza ad hoc. Esattamente il principio che l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Brescia sta portando avanti di concerto con il ministero della Salute e la Regione Lombardia, al fine di valutare l’impatto che i sistemi oggi riconosciuti e la normativa vigente possono avere. Le buone quotazioni che da circa un anno registrano i suini italiani sul mercato delle contrattazioni inducono gli operatori a un cauto ottimismo per il futuro. Tra i non pochi effetti che la perdurante crisi attraversata dal settore ha provocato, uno tra i principali ha riguardato la forte contrazione del numero di scrofe presenti negli allevamenti italiani. Riguardo un ipotetico aumento che potrebbe essere dettato proprio dalle mutate condizioni economiche del comparto, Loris Alborali nutre qualche perplessità. “Credo che oggi l’orientamento sia maggiormente indirizzato verso l’efficienza produttiva anziché un incremento numerico dei riproduttori – è il suo pensiero conclusivo – Efficienza produttiva che nella biosicurezza e nel miglioramento gestionale e di management trova i suoi punti cardine. Senza questi pilastri sarà difficile, se non impossibile, riuscire a ridurre il consumo del farmaco in allevamento, che rappresenta uno degli obiettivi più importanti da raggiungere ed è strettamente legato alla rigorosa applicazione della biosicurezza e delle norme sul benessere animale”.
Per info: www.giornatadellasuinicoltura.it

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27/03/2017, 14:52
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26 maggio 2017
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Ore 9.30

Bologna, 18 aprile 2017 – Vaccinazioni e biosicurezza. La prevenzione in allevamento non può prescindere dalla messa in pratica di questo binomio.
Alla prossima Giornata della Suinicoltura che si terrà il 26 maggio 2017 a partire dalle ore 9.30 presso l’hotel Garda di Montichiari (BS), il tema legato alla biosicurezza e alla salute animale in un’ottica di prevenzione sanitaria sarà al centro della Tavola rotonda. Il titolo infatti è “Biosicurezza e salute animale. Le nuove frontiere della prevenzione in suinicoltura”. L’evento è organizzato da Expo Consulting srl, società di Bologna che gestisce e sviluppa format convegnistici innovativi offrendo servizi per fiere, eventi e l’internazionalizzazione delle imprese.
“I vaccini hanno sempre avuto un ruolo molto importante nell’allevamento suinicolo – spiega Stefano Fioni, veterinario libero professionista che sarà tra i protagonisti della Tavola rotonda – soprattutto nelle scrofaie dove i suinetti costituiscono i soggetti maggiormente esposti all’attacco delle malattie. Direi che oggi l’importanza dei vaccini è ancor più evidente se pensiamo che l’obiettivo da raggiungere è quello di una progressiva e costante riduzione di consumo del farmaco”.
Prrs, Aujeszky, Mal Rosso, Parvovirus, Mycoplasma, Pleuropolmonite, Influenza, sono tutte malattie nei confronti delle quali sono disponibili dei vaccini ad hoc in grado di contrastarne la diffusione in allevamento, che diversamente causerebbe gravi perdite economiche all’azienda.
“In base alla mia esperienza – continua Fioni - posso dire che i suinicoltori italiani dimostrano da sempre molta attenzione nei confronti di questo aspetto della loro attività, consapevoli che è molto meglio investire alcune migliaia di euro in vaccini, anziché ritrovarsi con ripercussioni economiche aziendali di ben altra portata. Ma le vaccinazioni degli animali possono perdere in parte la loro efficacia se in allevamento non vengono adottate le migliori pratiche di biosicurezza, un termine che racchiude in sé tutto quello che un allevatore deve fare per difendere da un punto di vista sanitario il suo allevamento. Quindi grande attenzione all’igiene, alla disinfezione, alla movimentazione degli animali, all’ingresso di visitatori perché è proprio attraverso la biosicurezza che si riduce drasticamente il potenziale rischio causato dall’ingresso in allevamento di malattie infettive. Dare seguito a queste azioni con le vaccinazioni non fa altro che diminuire le potenzialità di un’epidemia dagli esiti disastrosi”.
In questo processo finalizzato alla riduzione del farmaco, non deve essere sottovalutato l’aspetto legato al benessere dell’animale derivante anche da uno stato sanitario ottimale, elemento che depone per un tipo di allevamento sostenibile ancorchè intensivo.
“Il compito di ogni veterinario – conclude Stefano Fioni – e quindi anche il mio, è in ogni caso quello di personalizzare il Piano vaccinale in base ad ogni specifica realtà aziendale. Un processo che può avvenire dopo aver svolto uno screening scrupoloso che tenga conto della tipologia di allevamento, se a ciclo chiuso o aperto, della sua storia clinica, delle dimensioni strutturali. Tutte le più importanti Case farmaceutiche dispongono di una produzione di vaccini consolidata e ultimamente c’è anche chi si sta concentrando sulla realizzazione di un prodotto destinato sia alle scrofe che ai suinetti finalizzato a combattere i coli, che nella nidiata spesso provocano gravi forme di enteriti causando un’impennata dei tassi di mortalità. Al momento si tratta di una diffusione limitata – conclude Fioni – credo però che nel giro di poco tempo questa tendenza si invertirà e anche la vaccinazione contro i coli, verosimilmente, entrerà a far parte a pieno titolo dell’elenco già esistente”.

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18/04/2017, 10:58
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26 maggio 2017
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Ore 9.30

Così la Danimarca applica la biosicurezza in allevamento

Bologna, 3 maggio 2017 – La prima forma di prevenzione sanitaria in allevamento è l’applicazione scrupolosa della biosicurezza.
Lo sanno bene in Danimarca, dove da una quarantina d’anni ormai, gli allevatori di suini non eludono alcuna procedura che possa scongiurare l’ingresso in porcilaia di malattie infettive in grado di azzerare la redditività delle loro aziende.
Frede Keller è un veterinario danese, specializzato in suiatria e molto noto a livello internazionale. Il suo nome figura nell’elenco dei relatori che il prossimo 26 maggio, presso l’Hotel Garda di Montichiari (BS), a partire dalle ore 9.30 parteciperanno in qualità di relatori alla Giornata della Suinicoltura il cui titolo è “Biosicurezza e salute animale. Le nuove frontiere della prevenzione in suinicoltura”. L’evento è organizzato da Expo Consulting srl di Bologna, società che gestisce e sviluppa format convegnistici innovativi offrendo servizi per fiere, eventi e l’internazionalizzazione delle imprese.

- Dottor Keller, quarant’anni di biosicurezza negli allevamenti suinicoli danesi a quali risultati hanno portato?
“Può sembrare una risposta scontata ma è proprio così: ottimi. Il livello sanitario dell’allevamento ricopre un ruolo fondamentale per sfruttare al massimo il potenziale genetico dei suini in termini di accrescimento giornaliero, indice di conversione alimentare, longevità degli animali. Obiettivi che non potrebbero essere centrati se non si partisse da una scrupolosa applicazione delle norme di biosicurezza previste e che in Danimarca sono sottoposte al controllo sanitario da parte di Spf Sus, un ente indipendente, e per questo affrancato da qualsiasi interesse commerciale, che mensilmente manda i suoi veterinari in ogni allevamento del Paese per le verifiche del caso”.
La Danimarca, all’interno degli Stati europei a più elevata produzione suinicola, detiene la leadership in uno dei valori più importanti per il settore: quello del tasso di suinetti/svezzati/scrofa/anno che secondo le elaborazioni condotte dal network Interpig supera attualmente il livello di 31 unità, a fronte del dato italiano che non va oltre un più modesto 23. Una differenza legata a numerosi fattori, non ultimo l’implementazione della biosicurezza che nel Paese del Nord Europa è diventata ormai parte integrante e imprescindibile negli allevamenti.

- Dottor Keller, esistono studi e/o ricerche che hanno permesso di stabilire i benefici economici derivanti dalla scrupolosa applicazione delle norme in materia di biosicurezza?
“Mediamente, investire in biosicurezza in Danimarca comporta un costo iniziale che può variare tra i 60mila e i 70mila euro e una spesa successiva annua che si aggira sui 1.500 euro. Ma l’ingresso in allevamento di malattie come Mycoplasma o Prrs possono richiedere interventi che superano i 15mila euro/anno e addirittura i 30mila se la patologia da combattere è la dissenteria. Se poi si dovesse verificare un’epidemia di febbre suina, il blocco delle esportazioni previsto in questi casi avrebbe conseguenze davvero drammatiche e quantificabili in una perdita di diversi milioni di euro. Il concetto di biosicurezza negli allevamenti danesi è ormai talmente radicato che possiamo vantare l’esistenza di numerose aziende che da 40 anni sono certificate dysentery free e/o indenni da Mycoplasma e Prrs da oltre 20 anni. Questo senza mai limitare la movimentazione degli animali vivi. È evidente, davanti a questi esempi, quali possono essere i benefici derivanti dall’applicazione scrupolosa delle norme previste in materia di biosicurezza”.
Biosicurezza che si traduce inevitabilmente in benessere animale e consumo sempre più razionale e responsabile del farmaco. “Certo – ragiona in conclusione Frede Keller – un percorso che non può prescindere dal tema legato alle vaccinazioni. Da vent’anni negli allevamenti suinicoli danesi si vaccina sistematicamente contro Mycoplasma e da una decina contro Pcv2 con effetti positivi non solo da un punto di vista sanitario ma anche di riduzione del farmaco. Un obiettivo che in Danimarca viene perseguito utilizzando tutti gli strumenti necessari messi a disposizione per un allevamento sempre più sostenibile”.

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03/05/2017, 17:16
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26 maggio 2017

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Compassion in world farming: benessere animale e biosicurezza prima di tutto

Bologna, 9 maggio 2017 - “Per noi il sistema di allevamento più sostenibile è quello che mette al centro il benessere animale. In questo scenario l’adozione delle migliori pratiche di biosicurezza si inserisce come uno degli elementi fondamentali per il raggiungimento dell’obiettivo”. Così Elisa Bianco, Responsabile del settore Alimentare di Compassion in World Farming, protagonista insieme ad altri illustri relatori della Tavola Rotonda organizzata in occasione della Giornata della Suinicoltura, in calendario il 26 maggio 2017 a Montichiari (BS), presso l’hotel Garda a partire dalle ore 9.30 e che ha per titolo: “Biosicurezza e salute animale. Le nuove frontiere della prevenzione in suinicoltura”.
L’evento è stato promosso da Expo Consulting srl di Bologna, società che gestisce e sviluppa format convegnistici innovativi offrendo servizi per fiere, eventi e l’internazionalizzazione delle imprese.
“La qualità di vita, la salute degli animali e la biosicurezza sono aspetti molto importanti a cui noi guardiamo con grande attenzione – puntualizza Elisa Bianco - perché concorrono a ridurre in maniera considerevole lo stress degli animali con indiscutibili benefici anche di carattere sanitario. È infatti scientificamente dimostrato che un animale meno esposto a condizioni di stress durante il suo ciclo vitale avrà meno probabilità di contrarre malattie. È importante però che l’adozione delle pratiche previste in materia di biosicurezza coinvolga tutte le fasi produttive perché come un effetto domino ognuna, dalla nascita fino alla macellazione, ricade su quella successiva”.
- Sempre in materia di biosicurezza quali sono per voi gli aspetti su cui ci si dovrebbe maggiormente concentrare?
“La nostra attenzione e il nostro impegno sono rivolti alle tematiche connesse al benessere animale – risponde la nostra interlocutrice – parliamo allora di ventilazione ambientale, pulizia e presenza di materiali manipolabili appropriati. A proposito di quest’ultimo aspetto il nostro riferimento sono le linee guida stabilite dalla Commissione europea nel 2016 che prevedono il rispetto di quattro aspetti ritenuti consoni a soddisfare i comportamenti naturali del suino, i materiali devono quindi essere masticabili, edibili, spostabili, investigabili”.
- Sono in aumento in Italia gli allevamenti suinicoli che in materia di benessere animale, e quindi anche di biosicurezza, seguono i vostri protocolli. Qual è il trend che state registrando a questo proposito?
“L’attenzione da parte degli allevatori è crescente non solo perché il benessere animale è un tema sempre più sentito dall’opinione pubblica, ma anche perché i riscontri positivi che ne derivano sono evidenti. Il monitoraggio che effettuiamo periodicamente negli allevamenti con cui collaboriamo lo dimostra e il dato registrato rispetto alla ventilazione in porcilaia ne è un esempio concreto. Essa infatti influenza notevolmente la qualità di vita e rappresenta uno degli aspetti fondamentali per gestire animali con la coda lunga i quali, in assenza di condizioni ambientali adeguate alle loro esigenze, tendono a mordersi la coda vicendevolmente. Ebbene, una corretta ventilazione è uno di quegli aspetti da cui non si può pensare di prescindere per ridurre drasticamente i fenomeni di morsicatura”.
- Quando si parla di biosicurezza, benessere animale e prevenzione il discorso cade inevitabilmente sull’uso del farmaco e, di riflesso, sul fenomeno dell’antibioticoresistenza. Qual è a questo proposito la vostra posizione?
“Netta e chiara – sottolinea Elisa Bianco – quando serve il farmaco va utilizzato, su questo non esistono dubbi. Quello che va contrastato è il consumo di massa, che purtroppo nel tempo ha dato origine al fenomeno dell’antibioticoresistenza. La grande questione allora è capire come fare per ridurne l’impiego in allevamento, una strada che può presentare qualche insidia ma che allo stesso tempo deve scongiurare qualsiasi demonizzazione del farmaco. Credo però che tutto questo sarà realizzabile solo se l’intera filiera collaborerà. Si tratta di processi lenti che non possono trovare soluzione dall’oggi al domani, ma con il coinvolgimento di tutti gli anelli produttivi sicuramente sarà possibile raggiungere il miglior obiettivo auspicabile”.

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09/05/2017, 19:52
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Aumenta la redditività degli allevatori,
ma mancano strategie per il futuro del comparto

Bologna, 16 maggio 2017 - Un aumento della redditività, per gli allevatori, che ad aprile ha fatto registrare un +5,2% sul mese precedente, e addirittura un +23,3% se confrontato con lo stesso mese del 2016.
L’indice Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole) conferma ancora una volta il buon andamento del settore suinicolo iniziato ormai un anno fa, spezzando a quanto pare una congiuntura avversa che proseguiva da alcuni anni.
I prezzi dei suini pesanti destinati alle produzioni Dop, Prosciutto crudo di Parma e San Daniele in testa, sempre nello scorso mese di aprile hanno raggiunto sulla piazza di Modena quotazioni di 1,661euro/kg, pari a un +5,3% su marzo e a +35,8% rispetto ad aprile 2016. Tutto bene allora? Non proprio.
“Questo insperato miglioramento della redditività è figlio di una congiuntura favorevole a livello internazionale e non di scelte e/o azioni strategiche messe in atto dal comparto”.
Lo afferma il direttore di Crefis, Gabriele Canali, Consigliere del ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, e uno dei protagonisti alla Tavola Rotonda organizzata in occasione della prossima edizione della Giornata della Suinicoltura, prevista per il 26 maggio 2017 presso l’Hotel Garda di Montichiari (BS), dal titolo “Biosicurezza e salute animale. Le nuove frontiere della prevenzione in suinicoltura”, con inizio fissato per le ore 9.30.
L’evento è organizzato da Expo Consulting srl, società di Bologna che gestisce e sviluppa format convegnistici innovativi offrendo servizi per fiere, eventi e internazionalizzazione delle imprese.
“Proprio per la connotazione che caratterizza questa ripresa della redditività – continua Canali – sarei molto prudente a modificare i livelli produttivi in maniera strutturale perché non vi è certezza sulla durata di questa ripresa, proprio in considerazione della sua origine e di come si è sviluppata; la situazione potrebbe quindi cambiare, anche repentinamente, e non in maniera positiva”.
Una maggiore redditività potrebbe in ogni caso indurre gli allevatori ad affrontare altre tipologie di investimenti aziendali o, meno assillati dalla necessità di far quadrare i conti, spingerli verso la realizzazione della tanto auspicata interprofessione.
“Il momento in effetti è propizio per pensare a una strategia di medio-lungo periodo – sottolinea il direttore di Crefis – ma a parte qualche voce fuori dal coro che al riguardo si interroga, di interprofessione purtroppo nessuno parla, quasi come se il buon andamento economico di questi ultimi tempi anziché motivare la nascita di iniziative strategiche per il futuro le deprimesse. È un paradosso, ma purtroppo nel tempo abbiamo sperimentato quanto sia difficile riuscire a mettere tutta la filiera intorno a un tavolo per discutere e possibilmente attuare progetti concreti che guardino al futuro della suinicoltura italiana con orizzonti di ampio respiro”.
La Spagna, con il notevole impulso alla produzione e all’esportazione che ha saputo imprimere negli ultimi tempi alla sua suinicoltura, potrebbe a questo proposito essere un valido esempio a cui guardare al pari della Danimarca, che da molti anni ha fatto della biosicurezza in allevamento uno dei suoi elementi di forza.
“Certo – puntualizza Canali – spesso, e giustamente, guardiamo agli altri quando propongono modelli positivi che potremmo adottare anche noi. E in effetti la domanda che sorge spontanea è proprio quella: perché noi no? I temi per sviluppare nuove strategie a vantaggio della suinicoltura italiana non mancano. Pensiamo solo alla crescente sensibilità del mercato verso il benessere animale, alle iniziative che a questo riguardo stanno adottando le più importanti catene della Gdo e alle implicazioni che, vere o presunte, potrebbero avere sulla salute umana.
Esiste poi un ulteriore e non secondario aspetto. Sul benessere animale, nei prossimi anni, dalla Ue arriveranno nuove restrizioni. Anticipare questi cambiamenti vorrebbe dire favorire una maggiore efficienza della filiera, soprattutto se ci riferiamo al circuito dei prosciutti Dop, che poggiano le loro basi su Disciplinari ormai datati e rispetto ai quali, con grande pragmatismo, sarebbe il caso di iniziare a pensare a una revisione, non senza realizzare serie indagini di mercato per capire quali sono esattamente le richieste che da esso provengono. I tempi per delineare spazi di innovazione ed efficienza della filiera sono maturi – conclude Canali - ma senza strategie mirate tutto rimarrà un concetto puramente aleatorio”.

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16/05/2017, 18:20
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Spagna, aumenta la produzione suinicola
e la prevenzione in allevamento diventa prioritaria

Bologna, 19 maggio 2017 – Manca ormai solo una settimana alla prossima Giornata della Suinicoltura che si terrà a Montichiari (BS), presso l’hotel Garda a partire dalle ore 9.30.
Il titolo dell’appuntamento è “Biosicurezza e salute animale. Le nuove frontiere della prevenzione in suinicoltura”.
La Giornata della Suinicoltura è organizzata da Expo Consulting srl di Bologna, società che gestisce e sviluppa format convegnistici innovativi offrendo servizi per fiere, eventi e internazionalizzazione delle imprese.
Con la realizzazione di questo appuntamento, Expo Consulting srl ha saputo intercettare un tema di grande attualità per il settore suinicolo in particolare e per la zootecnia in generale, oltre a un bisogno di conoscenza e di approfondimenti che arriva proprio dal mondo produttivo.
La Tavola Rotonda che animerà la Giornata della Suinicoltura vedrà la partecipazione dei più qualificati esperti nazionali ed esteri. Tra essi vi sarà Carlos Piñeiro, medico veterinario spagnolo che fornirà il quadro della situazione esistente nel suo Paese in materia di biosicurezza e prevenzione delle malattie che si possono manifestare in porcilaia.
Dopo la crisi che nel 2008 aveva determinato il crollo dei consumi nazionali di carne suina, la Spagna ha saputo rialzarsi e in pochi anni ha impresso al settore un deciso cambiamento puntando molto sull’export, che inizialmente si è orientato verso la Russia; con l’embargo però, la Cina è diventato il Paese più attrattivo. La produzione spagnola ha iniziato ad aumentare e con essa il numero di scrofe allevate. Solo nel 2015 l’export verso i Paesi terzi ha registrato un incremento del 20% rispetto all’anno precedente e la tendenza per i prossimi 5-10 anni, secondo gli analisti, non cambierà e continuerà a puntare molto sull’export che attualmente, rispetto agli anni Duemila quando i Paesi importatori di carne suina spagnola si contavano sulle dita di una mano, è indirizzato verso oltre un centinaio di Stati.
Un contesto in cui la biosicurezza e la prevenzione diventano ancor più fondamentali. “Certo – dichiara Carlos Piñeiro – da un punto di vista generale la situazione negli allevamenti spagnoli è buona. Gli allevatori hanno ben presente quanto questi due aspetti siano importanti e si muovono di conseguenza per evitare negative ripercussioni economiche aziendali che determinerebbero ricadute davvero disastrose per l’export.
Ovviamente margini di miglioramento esistono sempre, ma posso affermare che riguardo la malattia di Aujeszky siamo ormai vicini all’eradicazione definitiva e le patologie legate all’apparato respiratorio come la Prrs sono abbastanza sotto controllo. La Spagna sta investendo molto sulla formazione degli allevatori perché ritiene sia un elemento fondamentale e in questa direzione si lavora incessantemente sulla biosicurezza che, se ben applicata, è in grado di contrastare efficacemente la diffusione di agenti patogeni in azienda, al pari degli interventi e delle precauzioni da adottare nella fase di movimentazione degli animali. Il grande impulso all’export che la suinicoltura spagnola ha impresso in questi ultimi anni ha messo al centro delle preoccupazioni proprio l’aspetto sanitario dei suini allevati. Non tutti i Paesi importatori hanno le medesime regole e impongono il rispetto delle stesse normative. Questo ha spinto la Spagna ad adottare un sistema produttivo con un controllo sanitario totale in grado di rispettare le normative dei diversi Stati importatori. È uno sforzo notevole – conclude Piñeiro – ma è ineludibile se vogliamo mantenere la leadership raggiunta proprio in questi anni che ci pone in cima all’elenco dei Paesi produttori europei di carne suina superando la Germania e vantando importanti quote di mercato in Cina, Giappone e Corea del Sud”.

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19/05/2017, 11:55
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26 maggio 2017
Hotel Garda - Montichiari (BS)
www.giornatadellasuinicoltura.it
Ore 9.30

Biosicurezza e management,
la grande sfida della suinicoltura moderna

Bologna, 23 maggio 2017 – Biosicurezza interna ed esterna all’allevamento. Vaccinazioni, Management. Benessere animale. Riduzione del farmaco.
Il futuro della suinicoltura non potrà più prescindere da questi aspetti.
E quello che oggi costituisce un percorso di miglioramento costante dovrà diventare la routine.
La partita è di quelle importanti ed è necessario che i protagonisti, gli allevatori, possano contare su momenti specifici di formazione e confronto.
Uno di questi sarà la Giornata della Suinicoltura che si svolgerà venerdì prossimo, 26 maggio, presso l’Hotel Garda di Montichiari (BS), a partire dalle ore 9.30 puntuali, che ha per titolo “Biosicurezza e salute animale. Le nuove frontiere della prevenzione in suinicoltura”.
Un appuntamento organizzato dalla società bolognese Expo Consulting srl, da sempre impegnata a gestire e sviluppare format convegnistici innovativi offrendo servizi per fiere, eventi e internazionalizzazione delle imprese.
A Montichiari si ritroverà il gotha degli esperti, nazionali ed esteri, che dal mondo scientifico a quello economico si occupano di suinicoltura. Loris Alborali, responsabile della Diagnostica presso l’Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna; Gabriele Canali, direttore di Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole) e consigliere del ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina; Stefano Fioni, medico veterinario virologo; Frede Keller, suiatra danese; Carlos Piñeiro, medico veterinario spagnolo; Elisa Bianco, responsabile del settore alimentare di Compassion in world farming (v. programma allegato).
Ognuno, con le rispettive competenze, fornirà un quadro dettagliato di quali devono essere i contorni della suinicoltura moderna, oggi più che mai chiamata a confrontarsi con i temi della sostenibilità, del benessere, della salute animale e umana.
Un ambìto, come è facile intuire, in cui tutti gli aspetti citati all’inizio sono indissolubilmente legati tra loro. Perché quando in allevamento si applicano i più corretti criteri di biosicurezza e si procede con piani vaccinali ad hoc per ogni realtà produttiva le malattie hanno minori chance di diffondersi. E se a questo aggiungiamo condizioni di vita, per gli animali, che rispettano scrupolosamente i dettami previsti dalla normativa sul benessere animale, lo stato sanitario dell’allevamento non può che trarne beneficio, con conseguente riduzione di consumo del farmaco.
Esattamente nel solco di quanto richiede con sempre maggiore insistenza la Ue.
Uno scenario, questo, in cui la figura o meglio la professionalità dell’allevatore è fondamentale.
Ed è proprio in questo contesto che si deve parlare di management.
Da un recente studio condotto per 12 mesi in 232 allevamenti a ciclo chiuso distribuiti tra Belgio, Francia, Germania e Svezia, è emerso che la biosicurezza interna è migliorata laddove si è vaccinato di più. Non solo. Nei casi in cui la biosicurezza è risultata carente l’incidenza delle malattie ha registrato un aumento, mentre la produttività ha subìto una contrazione.
Pertanto, è stata la conclusione dello studio, una corretta biosicurezza non può prescindere dal management, sia in un’ottica di riduzione del farmaco in grado di arginare il fenomeno dell’antibioticoresistenza, sia in quella di garantire un miglioramento dello stato sanitario dei suini allevati, che sfocia in condizioni di miglior benessere e maggiore produttività.
A tutto vantaggio della redditività aziendale.
La Giornata della Suinicoltura in programma il prossimo 26 maggio, rappresenta quindi un’importante occasione, per gli operatori del settore, di sviscerare attraverso la presenza degli esperti gli aspetti che a seconda della propria realtà aziendale richiedono un approfondito chiarimento.
Perché la competitività passa soprattutto da qui.

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23/05/2017, 17:52
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