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Riforma Istituti Tecnici Agrari 
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Riordino istruzione tecnica e professionale - Roma, 28 maggio 2009

Finalmente con il riordino dell'istruzione tecnica e professionale, inizia oggi il processo di riforma della scuola secondaria.
Questa mattina, infatti, dopo 78 anni dall'ultimo riordino datato 1931, il Consiglio dei Ministri ha approvato 2 Regolamenti che riformano gli istituti tecnici e gli istituti professionali.
Le norme introdotte con i nuovi Regolamenti riorganizzano e potenziano questi istituti a partire dall'anno scolastico 2010-2011 come scuole dell'innovazione.
"Il rilancio della cultura tecnica e professionale - ha affermato il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini - è la migliore risposta della scuola alla crisi, perché favorisce la formazione del capitale umano necessario per il rilancio del made in Italy e perché consente una pluralità di scelte formative integrate con la formazione professionale regionale, in contrasto con i rischi di dispersione scolastica.
I nuovi regolamenti vanno in continuità con il già annunciato scopo di rilanciare e potenziare la formazione tecnica e professionale - ha ribadito il ministro - che ha già dato importanti risultati come un aumento del numero degli iscritti già per il prossimo anno, soprattutto nelle regioni con maggiore presenza industriale.
Recenti indagini dimostrano che esiste una domanda di tecnici che è esattamente il doppio dell'offerta (300.000 tecnici richiesti dalle imprese contro i 140.000 attualmente offerti). Iscriversi ai nuovi istituti tecnici e professionali consentirà ai giovani maggiori opportunità occupazionali e una riduzione dei tempi di transizione tra scuola, formazione e lavoro".
Ecco i punti principali:

Riordino degli istituti tecnici

Attualmente in Italia gli istituti tecnici sono 1.800 suddivisi in 10 settori e 39 indirizzi. Le classi dei tecnici sono 40.307 frequentate da 873.522 alunni.
Con il nuovo Regolamento, invece, si è puntato a limitare la frammentazione degli indirizzi, rafforzando il riferimento ad ampie aree scientifiche e tecniche di rilevanza nazionale.

Nuovi istituti tecnici: 2 settori e 11 indirizzi
I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori: economico e tecnologico ed avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).

Nel settore economico sono stati inseriti 2 indirizzi:
1. amministrativo, finanza e marketing;
2. turismo.
Nel settore tecnologico sono stati definiti 9 indirizzi:
1. meccanica, meccatronica ed energia;
2. trasporti e logistica;
3. elettronica ed elettrotecnica;
4. informatica e telecomunicazioni;
5. grafica e comunicazione;
6. chimica, materiali e biotecnologie;
7. sistema moda;
8. agraria e agroindustria;
9. costruzioni, ambiente e territorio.
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti tecnici confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.

Più ore di laboratorio
Il Regolamento prevede, inoltre, lo sviluppo di metodologie innovative basate sulla didattica laboratoriale, ovvero su una metodologia che considera il laboratorio un modo efficace di fare scuola in tutti gli ambiti disciplinari, compresi gli insegnamenti di cultura generale (per esempio. Italiano e storia).

Gli indirizzi del settore tecnologico hanno inoltre i seguenti spazi di insegnamento in laboratorio:
• 264 ore nel biennio;
• 891 ore nel triennio di cui 561 ore in terza e quarta e 330 ore in quinta.

Più autonomia e flessibilità dell'offerta formativa
I nuovi istituti tecnici sono caratterizzati da un'area di istruzione generale comune a tutti e due i percorsi e in distinte aree di indirizzo che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le Regioni e le Parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio. Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese (come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche ecc.)

Ore dedicate alle 2 aree:
AREA ISTRUZIONE GENERALE AREA INDIRIZZO
Primo biennio 660 ore 396 ore
Secondo biennio e quinto anno 495 ore 561 ore

Struttura del percorso didattico
Il percorso didattico degli istituti tecnici è strutturato in:
• un primo biennio, dedicato all'acquisizione dei saperi e delle competenze previsti per l'assolvimento dell'obbligo di istruzione e di apprendimenti che introducono progressivamente agli indirizzi in funzione orientativa;
• un secondo biennio e un quinto anno, che costituiscono un complessivo triennio in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e delle professioni;
• il quinto anno si conclude con l'esame di Stato. Le commissioni giudicatrici possono avvalersi anche di esperti.

Più ingleseInoltre sono state incrementate le ore dello studio della lingua inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere.

Insegnamento di scienze integrate
E' previsto l'insegnamento di scienze integrate, al quale concorrono, nella loro autonomia, le discipline di "Scienze della terra e biologia", di "Fisica" e di "Chimica", con l'obiettivo di potenziare la cultura scientifica secondo una visione sistemica.

Nuovi modelli organizzativi
Il Regolamento prevede l'introduzione di nuovi modelli organizzativi per sostenere il ruolo delle scuole come centri di innovazione, attraverso la costituzione di
• Dipartimenti, quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti per un aggiornamento costante dei percorsi di studio, soprattutto nelle aree di indirizzo;
• l'istituzione di un Comitato tecnico-scientifico, con composizione pariretica di docenti ed esperti, finalizzato a rafforzare il raccordo sinergico tra gli obiettivi educativi della scuola, le innovazioni della ricerca scientifica e tecnologica, le esigenze del territorio e i fabbisogni professionali espressi dal mondo produttivo;
• la realizzazione di un Ufficio tecnico per migliorare l'organizzazione e la funzionalità dei laboratori e la loro sicurezza per le persone e per l'ambiente.
• monitoraggio e valutazione delle innovazioni anche in relazione alle indicazioni dell'Unione europea.

Rafforzato rapporto con il mondo del lavoro e delle professioni
Le norme introdotte hanno come obiettivo la creazione di un raccordo più stretto con il mondo del lavoro e delle professioni, compreso il volontariato e il privato sociale, attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro.
I risultati di apprendimento previsti a conclusione degli istituti tecnici saranno definiti entro il 2009 con uno specifico decreto ministeriale, attraverso il più ampio confronto e il pieno coinvolgimento dei docenti, dei dirigenti e del personale degli istituti tecnici.
Per preparare l'applicazione del Regolamento sono previste misure di accompagnamento con attività di Informazione/formazione del personale scolastico sui contenuti della riforma e con una Campagna di informazione in relazione alle scelte per gli studenti e le famiglie per l'anno scolastico 2010/2011.

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09/06/2009, 17:04
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Cosa ne pensate della Riforma che è appena stata approvata dal Consiglio dei Ministri?
Marco

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09/06/2009, 17:21
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Oggi preferisco non rispondere, ma qualcosa ho già scritto a proposito del commento del ministro dell'agricoltura che ne esaltava le positività, ciao, saluti, Mario


14/06/2009, 19:40
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Mi sono iscritta a questo forum perchè insegno negli istituti agrari da 27 anni e ancora una volta temo che i cambiamenti non terranno conto delle vere esigenze didattiche.
Ho visto in giro nella rete bozze di quadri orario con nomi di materie nuove, di cui non si capiscono i contenuti, chi le insegnerà ecc. Non so se sono fonti attendibili ma la cosa non mi piace per niente.
Quello che mi chiedo è: chi sta decidendo per noi? chi meglio dei docenti può conoscere quello che serve alla nostra scuola?
Come facciamo a far sentire la nostra voce?
Ho tante cose da dire ma per il momento mi limito a lanciare un sasso.
A risentirci


20/06/2009, 19:22
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Carissima Collega,
concordo pienamente con il tuo pensiero. Ritengo sarebbe stato auspicabile un coinvolgimento anche di noi docenti.
Se riesci a sapere qualcosa di più faccelo sapere. Che materie insegni?
Ciao,
Marco

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20/06/2009, 19:59
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Insegno biologia applicata, che prima era fitopatologia. Mi sono abilitata nella classe 87:scienze, fitopatologia ecc, poi cancellata, confluita nella 60, poi privata della fitopatologia. Poi è arrivato il Cerere e sono cambiati i nomi delle materie e via con altre assurdità e complicazioni con cui non voglio annoiare nessuno, ma che sono indice dell'incompetenza e della superficialità di chi decide le cose per noi. Insomma vari pasticci che non devono succedere più ma che temo che se nessuno dice niente succederanno ancora.
Con questo ben venga però una riforma degli istituti tecnici, ma dobbiamo farci sentire.
Grazia


20/06/2009, 20:28
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Conosco la vicenda della tua classe di concorso.
Anch'io non sono nostalgico per principio e non temo i cambiamenti.
Ho ancora speranze che le cose possano migliorare.
Cerchiamo di tenerci informati.
Ciao,
Marco

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20/06/2009, 20:43
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Riduzioni di orari e confusione tra le discipline e gli insegnamenti, capisco che chi muove queste cose ha i suoi interessi, ma che noi rimaniamo indifferenti o quasi, è veramente assurdo, personalmente la vedo la peggiore riforma/taglio/licealizzazione che ci potesse essere, altro che tecnici ben preparati: informi, fumosi, inconsistenti, appena infarinati di agricoltura e poco altro, questo saranno i futuri tecnici, che non avranno nessuna possibilità di condurre una azienda ma neanche un balcone fiorito. Poi avete visto le nuove domande per le supplenze? abbiamo anche un ministero per la semplificazione e invece assolutamente il contrario, poveri ragazzi; che peccato la formazione agraria ben condotta darebbe grandi frutti, invece verrà lasciato tutto all'università con tutti i suoi limiti, ho imparato e formato più nel mio vecchio istituto, che in cinque anni di università e questo sono in molti a confermarlo, non ci siamo, andiamo incontro ad un grande disastro e la colpa è sola nostra che ci facciamo pilotare da chi delle nostre scuole non conosce niente, saluti Mario


21/06/2009, 17:52
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Il punto qualificante è proprio questo: che la formazione tecnica non venga demandata all'università, lasciando perdere tante competenze e strutture presenti negli Istituti agrari.
Marco

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21/06/2009, 18:00
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ciao
avete visto la riforma delle classi di concorso? pare che con la 58 finiscano anche la 74 e poi genio rurale con topografia e costruzioni che prima facevano gli ingegneri.
saluti+
michelangelo


27/06/2009, 20:39
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