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Vari tipi di agricoltura 
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Girovagando in rete ho scoperto (beh..alcuni già li conoscevo) vari approcci e metodi di agricoltura. Semplificando molto, e magari sbagliando, mi sento di fare queste distinzioni, anche in base a quanto attinto:
Convenzionale - Praticata dal dopoguerra, basata sulla chimica e su un approccio molto meccanico-meccanicistico con un uso predatorio del terreno e dell'ambiente (approccio anche distruttivo), tralasciando gli ultimi aspetti (OGM, multinazionali, semi e brevetti e soprattutto profitto a tutti i costi (magari non per il povero agricoltore).
Biologico - Un primo passo verso un maggior rispetto dell'ambiente e utilizzo di prodotti naturali, un po un ritorno all'agricoltura che praticavano i nostri nonni ma con una serie di regole e regolamentazioni redatte da quei geni di Bruxelles da far paura.
Integrata - Possibilmente biologica ma quando serve si usa la chimica di sintesi.
Biodinamica - Un "Biologico" più spinto con una visione d'insieme (come organismo) dell'azienda agricola e l'utilizzo di preparati diciamo "omeopatici" ed una grande attenzione alle influenze lunari ma anche astrali e planetarie. Qui ci avviciniamo a concezioni anche filosofiche e quasi "spirituali".
Sinergica - Non lavorare il terreno (a parte all'inizio per creare i bancali) e grande attenzione alle consociazioni e rotazioni, oltre alla pacciamatura (queste ultime cose direi che le ritroviamo, magari in parte, anche nella biodinamica e un po anche nel biologico).
Simbiontica - Attenzione a nutrire ed arricchire il terreno con l'utilizzo di consociazioni adatte e soprattutto alle micorrize (simbiosi funghi-radici).
Selvatica - Utilizzo esclusivo di semi vecchi (selvatici), con un attenzione particolare ai vari tipi di clima e terreno e a cosa la natura ha programmato quell'ambiente (se un terreno di montagna è adatto a produrre segale perchè terreno povero per equilibrarsi vuole una coltura "ricca" è inutile metterci (non so, la sparo un po cosi) grano duro.
Quantistica - Utilizzo di nuove tecnologie per analisi, osservazione e correzione piante e terreni (ma sempre in modo ecologico), visione tecnologica ma non meccanicistica, integrando anche qui concezioni fisico-filosofiche come ad esempio teoria frattale (microcosmo che riflette in scala il macrocosmo, la cellula è un universo in miniatura).
Ho molto semplificato perchè ci sarebbe molto da parlare dei vari tipi di agricoltura e delle differenze ed affinità tra di loro, sia dal punto di vista applicativo-pratico-tecnico ma anche dal punto di vista filosofico e dal rapporto uomo-natura, ed è proprio per affrontare i vari argomenti sentendo vari pareri, avendo piacere di discuterne con chi, come me, si è appassionato a questi argomenti che lancio questo nuovo post.
Saluti a tutti.


24/03/2017, 0:50
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Non c'è che sposare una dottrina e seguirla. Parliamo di agricoltura estesa o di agricoltura marginale, inteso come piccoli appezzamenti o orti famigliari? e l'equilibrio risorse x bocche da sfamare come lo manteniamo?

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Mettete l'indicazione geografica al profilo sarà utile nelle risposte grazie


24/03/2017, 14:11
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Beh, non è detto che diversi tipi di agricoltura non possano interagire tra loro. Una agricoltura da reddito può utilizzare alcune strategie prese in prestito da altri approcci. Non bisogna chiudere la mente in una scatola, ma provare sempre a cercare soluzioni migliori, caso per caso. Per fare un esempio, si sta provando a seminare i cereali(mais e grano) e soia su terreni poco o nulla lavorati. Il business starebbe in una produzione minore compensata da minori costi di lavorazione e minor carburante per far lavorare il trattore. In alcuni casi funziona, in altri no...

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L'esperto è una persona che ha fatto in un campo molto ristretto tutti i possibili errori.(Niels Bohr)
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24/03/2017, 15:02
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Altra cosa, bisognerebbe superare certi oreconcetti messi in giro da gente che di agricoltura non capisce niente. L'agricoltura convenzionale non è solo quello che scrivi tu. Se è vero che in certe parti del mondo si fanno coltivazioni aggressive, in Italia è un pezzo che è cresciuta la sensibilità verso l'ambiente e ci sono regole ferree riguardo i pesticidi.
Inoltre per quanto riguarda il biologico a mio parere hai espresso un idea piuttosto ingenua. L'agricoltura biologica è altamente tecnologica e pure lì c'è tanta chimica. Ma la chimica non è uno spauracchio se usata bene. Ci sono in giro certe micotossine che si producono naturalmente da far paura. Ma di queste gli ambientalisti non ne parlano, sarebbe controproducente.
Per ora mi fermo qui, buone riflessioni. ..

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24/03/2017, 15:11
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Beh! Milly, si hai ragione, ma infatti ho anche scritto che stavo molto "semplificando" i concetti. Per ogni modello di agricoltura che si può decidere di attuare il discorso è molto più ampio, anche dal punto di vista della tecnica, è vero, c'è molto da riflettere.
La mia è una ricerca fatta non tanto per capire un modello da seguire, nel mio piccolo mi sono già autodisciplinato "biologico" ma con esperimenti anche autodidattici verso una coltivazione più naturale etc..". L'unica cosa che ho abbandonato definitivamente è la chimica di sintesi ma è vero che anche nel biologico in senso lato si usa la chimica (zolfo e rame sono prodotti comunque da industrie chimiche per esempio). Ma è anche vero che posso permetterrmi di sperimentare perchè sono un hobbista, sono autosufficiente solo come produttore di vino mentre per altri prodotti come ortaggi, olio di oliva etc..riesco solo ad integrare un pò, ma la pagnotta quotidiana non la guadagno con l'agricoltura (anche se mi piacerebbe molto).
Tornando ad un discorso più esteso vorrei discutere più sui vari approcci legati a visioni diverse anche del mondo e della società. Ritengo interessante cercare di operare il più naturalmente possibile e riconoscere la natura alla fine più forte di noi, e cambiare un pò il paradigma avendo una visione più di insieme e non cercare di dominarla a tutti i costi (a questo mi riferivo scrivendo di depredare, usare per avere tanto, tutto e subito).
Il mio desiderio è "integrare" anche filosoficamente natura, scienza, tecnica ma portando il tutto dentro una visione più olistica generale.
Di questo mi piacerebbe discutere e sapere cosa ne pensate al riguardo. Per il discorso delle micotossine non ho le competenze necessarie per esprimermi forse, dico solo che un prodotto veramente più naturale e più forte geneticamente (es. da semi antichi) è sicuramente più resistente a qualsiasi agente negativo esterno e quindi più sano.


24/03/2017, 17:31
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A mio modesto parere hai dimenticato l'agricoltura "tradizionale", come si è sempre fatto prima di quella intensiva e
che rappresenta ancora oggi la maggior parte di tutti gli orti coltivati per autoproduzione.
Io sinceramente credo che se non sei in grado di coltivare in modo tradizionale, hai poca e scarsa riuscita in tecniche
varie, che tra l'altro secondo me lasciano il tempo che trovano, anche se possono essere tecniche valide in alcuni casi,
ma non in tutti, per esempio mi piace molto http://www.forumdiagraria.org/il-mio-orto-f89/orto-agroforesta-2017-t108050.html
anche perchè seguo da un pò questa tecnica che non è male a mio parere per risolvere alcune problematiche.

Ciao

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24/03/2017, 20:00
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Sì Jean! Beh..credo che il tradizionale sia comunque sempre la base da cui partire ed imparare per poi poter provare altre esperienze....ma lo considero abbastanza simile al biologico (magari non in senso stretto).Per quanto mi riguarda mi sono imposto di non usare mai diserbanti, concimi chimici e sistemici, per il resto sono aperto a tutti i modi e le prove...anche integrando tra loro. Avevo già visto nella discussione orto metodo fukuoka Rizla e le sue meravigliose colture..mi sembra pratichi un tipo di hagenkultur (non so se ho scritto bene), è sicuramente interessante come altre pratiche tra l'altro! L'importante secondo me è cercare di capire il più possibile il terreno e l'ambiente da cui siamo circondati e poi con le nostre possibilità e limiti assecondarlo venendo incontro alle sue esigenze ed impostare il proprio lavoro di conseguenza.


24/03/2017, 22:56
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C'è una cerra differenza tra l'approccio all'agricoltura hobbistica e professionale. Se nel mio orto non metto insetticidi e e altri prodotti, posso permettermi di buttare o perdere l'insalata o il basilico, nel campo coltivato a mais, dopo che ho speso qualche migliaia di euri per lavorare il campo, integrare la concimazione(oltre lo spandimento del liquame) , seminare e via dicendo, non posso permettermi di perdere il raccolto a causa di una farfallina.
Le micotossine si formano naturalmente su tante derrate alimentari non trattate, perché sono state precedentemente attaccate da insetti, dopo di che si forma la muffa e da qui le tossine.
Purtroppo in allevamento qualche anno fa ho avuto l'esperienza di ricevere del mangime contaminato (siamo ancora a discutere in tribunale per questo) , ti assicuro che è meglio un prodotto trattato (ma nel modo giusto, con i tempi di carenza) , che un prodotto non trattato che presenti muffe. I danni sono immediati e devastanti.
Tu dirai: io guardo se nella mia frutta c'è della muffa! Ma come fai quando hai un silos intero di cereali? Come fai a scartare la pannocchia danneggiata quando passa la mietitrebbia?
Spero di essermi spiegata un po': quello che voglio dire è che servono anche approcci diversi...per causa di forza maggiore. :?

Si è parlato di agricoltura predatoria. A me vengono in mente gli enormi appezzamenti di soia in Brasile della multinazionale Cargill, forse abbattono anche la foresta amazzonica per continuare a coltivare.
In Italia penso agli ultimi anni quando per alimentare gli impianti a biogas si trinciava il mais e il grano verde non lasciando nulla nel campo, nemmeno gli stocchi. Grazie agli eco incentivi dei primi anni fare il biogas era talmente vantaggioso che coltivare la terra o fare allevamento era diventato un puro pretesto. Si costruirono impianti enormi e si finì per affittare anche terreni di altri per alimentare l'impianto. A parte lo scandalo(per me) di buttare materia prima in un impianto che dovrebbe servire solo per produrre energia riciclando i liquami e i rifiuti agricoli , dopo un po'si è capito che i terreni maltrattati in questo modo dopo 4-5 anni diventavano sterili.
Sì, un concime chimico può servire, però deve potersi legare a del materiale organico, possibilmente ricco di microrganismi vivi.
Grazie al cielo i finanziamenti europei sono diminuiti e si costruiscono meno impianti. Ci sono ditte che costruiscono mini impianti a misura dei reflui che un'azienda produce. Il concetto è che non ci si arricchisce ma si sfruttano solo i reflui senza dover cercare altre materie prime in giro, in cambio non si paga più la bolletta elettrica.
Sto uscendo dall'argomento?

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25/03/2017, 9:36
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P.s. se vuoi farti un'idea di cosa sono le micotossine tempo fa ho pubblicato due tabelle. Riguardano nello specifico i suini, però sono validi per tutti. Le derrate per alimentazione umana sono controllatissime, quindi niente paura, però sappi che nel biologico si riscontrano generalmente livelli un poco più alti di micotossine.

suini-f19/produzioni-carni-suine-di-eccellenza-t57185.html

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25/03/2017, 9:43
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Certo Milli, l'approccio all'agricoltura è sicuramente diverso tra chi conduce vigna e orto di famiglia in un pezzettino di terra che consente solo una parte di autosufficienza alimentare limitata ad un numero limitato di prodotti (nel mio caso vino, olio, conserva di pomodoro, un pò di ortaggi di stagione) e chi coltiva e alleva di professione con tutte le difficoltà ed i problemi da affrontare relativi.
Sicuramente avendo più tempo da dedicare a questo hobby e perchè no, maggiore conoscenza, potrei aumentare le quantità prodotte ma questo è un altro discorso.
Io non demonizzo l'utilizzo della chimica nella coltivazione, ho dei vicini che la usano anche per piccoli orti e vigne, anche io lo facevo fino a qualche anno fà, capisco l'importanza di farne un uso consapevole e sono contento che ci siano tanti controlli sui prodotti destinati all'alimentazione.
Non vado certo a dire ai miei vicini non usate concimi chimici o antiparassitari sistemici, ognuno nel suo "orto" fà quello che vuole sperando che sia comunque responsabile, segua le dosi giuste etc.
Per le micotossine vedo che sei preparata e non metto certo in discussione quello che scrivi e le tabelle relative. L'anno scorso ho messo un pò di mais (formenton ottofile tipico della mia zona valle del serchio-garfagnana) ed ero un pò preoccupato proprio per le micotossine perchè il mais so che è particolarmente sensibile a queste. Chiaramente non ho usato niente di chimico (a dire la verità neanche concime) perchè è una qualità "rustica", produce poco (specialmente se come nella scorsa estate la siccità imperversa) ma è sicuramente di qualità, ho raccolto poco ma mi sono fatto delle polente buonissime, insieme al mais ho messo i fagioli (come si faceva tradizionalemte dalle mie parti) e quindi vai con le prove "in questo caso di provata memoria" di consociazione.
Cosa voglio dire, che a livello di chiaccherata amichevole possiamo parlare di "diversi paradigmi" ed era la mia intenzione con questo argomento, a livello pratico e professionale ognuno deve affrontare poi nel modo migliore per lui la propria situazione ed i propri problemi.
Proprio per discutere però, c'è da dire che l'agricoltura e l'allevamento intensivo modello industriale qualche problemino lo ha creato e lo sta creando, i terreni si impoveriscono a causa delle monoculture senza rotazione e quindi c'è sempre il bisogno anno dopo anno di ricorrere alla chimica per produrre. Una maggiore biodiversità gioverebbe sicuramente a tutto l'eco-sistema anche agricolo, ma certo chi fà agricoltura e allevamento di professione dovrebbe essere più tutelato dal sistema, in poche parole dovrebbe guadagnare di più per essere incentivato anche a produrre possibilmente in modo più sostenibile, ma qui si va sul politico-sistema economico con le sue aberrazioni e mi fermo. Mi piace segnalare però che ci sono un pò dappertutto alcuni "pionieri" che sono riusciti a crearsi un mercato e a vivere con modi diversi di fare agricoltura, il primo che mi viene in mente è Harald Gasser che in Alto Adige coltiva più di 400 specie di piante in un piccolo appezzamento.


25/03/2017, 11:50
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