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	NOVITA' DALLA RICERCA AGRO-ZOOTECNICA 
        
        
            | Autore | Messaggio |  
			| eugenio Sez. Orticoltura 
					Iscritto il: 09/08/2008, 9:24
 Messaggi: 10257
   | Apro questo post nella  speranza che possa interessare a qlcuno. Mi riprometto di aggiornarlo con notizie attinte  da  riviste e atti di convegni specializzati.Inizio con una pagina di segnalazione dei colleghi Maria Teresa Salomoni e Nicola Di Virgilio della regione Emilia Romagna
 
 
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			| 30/12/2010, 12:29 | 
					
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			| eugenio Sez. Orticoltura 
					Iscritto il: 09/08/2008, 9:24
 Messaggi: 10257
   | Come ridurre l’emissione di ammoniaca nell’utilizzo del letameLe aziende zootecniche per la produzione di latte possono ridurredrasticamente le emissioni di ammoniaca, considerata tra i gas ad effetto serra, iniettando il letame direttamente in profondità
 durante la fertilizzazione. Uno studio della durata di quattro anni, infatti, ha verificato che iniettando il letame ad una profondità
 di circa 30 centimetri si riduce del 65% la perdita di azoto nell’aria come ammoniaca: 0,16 milligrammi di azoto per metro
 cubo di aria in meno, rispetto ai sistemi di spandimento o di leggero interramento. L’emissione avviene per la maggior parte solo
 nelle prime ventiquatt’ore dopo l’applicazione. Questa tecnica rende più efficace la fertilizzazione, evitando perdite di azoto per
 volatilizzazione, e riduce l’impatto dell’utilizzo del letame nei confronti dei gas serra.
 Titolo originale: Case Study: seasonal and spatial distribution of ambient ammonia concentrations measured at a large open-lot dairy. Autori: A.B.Leytem
 et al. Fonte: Professional animal scientist, 2009; 25: 786-793.
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			| 30/12/2010, 12:45 | 
					
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			| grintosauro 
					Iscritto il: 01/01/2009, 8:57
 Messaggi: 21981
 Località: chieri (torino)
 Formazione: agrotecnico  specilizzazione zootecnica da carne
   | http://i.ytimg.com/vi/JkRP6QhZjmo/2.jpgci sono gia  ma si puo fare solo x il liquame.. _________________
 Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
 
 
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			| 30/12/2010, 12:53 | 
					
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			| eugenio Sez. Orticoltura 
					Iscritto il: 09/08/2008, 9:24
 Messaggi: 10257
   | Produzione sostenibile del biodiesel dalle alghe possibile in 15 anniIl periodo necessario per una produzione di biodiesel dalle alghe marine, sostenibile sia dal punto di vista economico che delle
 quantità, è di 15 anni, come riportato da uno studio effettuato presso l’università olandese di Wageningen. L’utilizzo delle alghe
 e le innovazioni tecnologiche più recenti dovrebbero triplicare la produzione e ridurre i costi del 90 %.
 Alcune tipologie di alghe accumulano sostanze oleose in modo più efficiente rispetto alle piante. Grazie ai nuovi processi messi
 a punto, l’azoto e il fosforo, utili per il loro sviluppo, potrebbero essere ottenuti da acque di scarico e letame. La quantità di acqua potabile utilizzata è esigua, in quanto è possibile utilizzare anche acqua di mare. L’energia utilizzata è quella del sole. Il risultato è biodiesel e una grande quantità di proteine e ossigeno.
 Titolo originale:An Outlook on Microalgal Biofuels. Autori:Wijffels e Barbosa.
 In Science, 2010; 329 (5993): 796.
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			| 02/01/2011, 11:35 | 
					
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			| grintosauro 
					Iscritto il: 01/01/2009, 8:57
 Messaggi: 21981
 Località: chieri (torino)
 Formazione: agrotecnico  specilizzazione zootecnica da carne
   | io avevo sentito l'uso del giacinto d'acqua nella produzione del metano.. _________________
 Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
 
 
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			| 02/01/2011, 13:57 | 
					
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			| eugenio Sez. Orticoltura 
					Iscritto il: 09/08/2008, 9:24
 Messaggi: 10257
   | IL CRA, INSIEME AL CORPO FORESTALE ED AL CNR PARTECIPA AL PROGETTO FUTMON PER LO STUDIO DEGLI ECOSISTEMI FORESTALI IN RELAZIONE ALL’INQUINAMENTO E AI CAMBIAMENTI CLIMATICI IN CORSO
 I cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico continuano a minacciare le nostre foreste che mostrano preoccupanti segnali di allarme. Circa il 35 per cento degli ecosistemi forestali sono colpiti da agenti biotici (riconducibili a parassiti come funghi, insetti e batteri) e da agenti abiotici, (tra cui i principali riconducibili alle alterazioni climatiche).
 Proprio per questo gli alberi hanno subito una defogliazione superiore al 30 per cento del totale delle piante e una decolorazione di quasi il 10 per cento. Questi i principali risultati del Progetto LIFE+ “FutMon”, approvato e co-finanziato dalla Commissione Europea e finalizzato alla creazione di una rete di monitoraggio a lungo termine sullo stato di salute delle foreste europee, che vede la partecipazione dei maggiori esperti del settore del Corpo forestale dello Stato, del CRA e del CNR.
 Obiettivo fondamentale del progetto è la ristrutturazione, l’armonizzazione e il potenziamento delle Reti Europee di Monitoraggio delle Foreste per migliorarne la rappresentatività e l’efficacia, attraverso la loro integrazione ed ottimizzazione.
 Sotto la lente degli esperti la condizione della vegetazione, delle chiome, il contenuto chimico delle foglie e dei suoli, le variazioni dell’accrescimento degli alberi, le deposizioni atmosferiche, il clima e il microclima, l’ozono e la biodiversità. Insomma un vero e proprio chek-up che consente di conoscere lo stato di salute dei nostri ecosistemi verdi.
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			| 09/01/2011, 12:20 | 
					
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			| Marco Sez. Supporto Didattico 
					Iscritto il: 13/03/2008, 19:23
 Messaggi: 70311
 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
 Formazione: Laurea in Scienze agrarie
   | Interessante questo studio sullo stato degli ecosistemi forestali.Marco
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			| 09/01/2011, 12:27 | 
					
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