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Vorrei informazioni sulla coltivazione del Cardoncello 
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Sez. Funghi
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Un buongiorno a lotus da Raoul...........noi due ci conosciamo e quindi mi permetto di ridare un mio umile parere..........nel meridione d'Italia la maggior parte di coloro che coltivano cardoncello lo fanno con le serre ecologiche e questo lo sappiamo tutti.........il cardoncello è un pleurotus e come tale non ha bisogno di terreno di copertura per fruttificare......in Asia ed in America nessuno usa del terreno di copertura. Li producono morfologicamente diversi( perchè li vogliono così ) ma non è che hanno problemi di batteriosi od altro.........quindi mi domando dov'è il problema? Conosciamo tutti la sensibilità dell'Eryngii nei confronti della batteriosi e di un eventuale tasso di Co2 non confaciente........bisogna avere coraggio e vincere questa paura.........chiaramente si tratterà di mettere a punto intelligentemente il sistema di arieggiamento ovvero il ricambio d'aria a livello di letto di coltivazione ( come te l'avevo già detto telefonicamente ).........i veri passi in avanti nella coltivazione del cardoncello, saranno proprio quelli legati al fatto di utilizzare delle strutture coibentate e climatizzate.....solo in questo modo si avrà la continuità nella produzione e si potrà averli quando gli altri, per il freddo od il caldo, non li potranno avere.........cordiali saluti da Raoul.


26/01/2013, 14:53
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anke senza terriccio la batteriosi ha preso piede nell allevamento...i funghi sono coltivabili senza terriccio m morfologicamente brutti...se poi la morfologia è buona la resa è scarsa...

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26/01/2013, 15:30
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massimo2010 ha scritto:
anke senza terriccio la batteriosi ha preso piede nell allevamento...i funghi sono coltivabili senza terriccio m morfologicamente brutti...se poi la morfologia è buona la resa è scarsa...


quindi tu hai provato personalmente Massimo , a coltivare senza terriccio e la batteriosi ha attaccato comunque?
ma eri in ambiente chiuso e coibentato? o eri all'aperto? (e quindi se eri all'aperto e non avevi il terricio puoi aver beccato la batteriosi dal terreno circostante e la prova non è da ritenere valida credo)

ciao grazie


27/01/2013, 2:16
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si Raoul,
proprio avendo ritenuto validissimi i tuoi consigli e le tue valutazioni,
ho voluto condividere col forum e verificare se qualcuno nel concreto avesse provato di persona,
oppure sempre convinzioni dovute solamente al sentito dire.....

Ps senza nessuna offesa assolutamente amici coltivatori, ma ho visto troppi sentito dire in questo ambiente della coltivazione dei funghi e lo dico compreso me stesso, se non la smettiamo di credere a ciò che ci dicono ed iniziamo a fare test e prove personali su ognuno di noi, non arriveremo da nessuna parte, o meglio ognuno di noi resterà a coltivare sempre alla stessa maniera e mai ci evolveremo tecnologicamente come si fa in ogni settore di produzione, sia agricolo che meccanico o metallurgico e chi più ne ha più ne metta
meditiamo insieme.... ;)


27/01/2013, 2:21
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Penso che tutti o quasi, avrete visto su internet la coltivazione del cardoncello così come viene svolta al di fuori dell'Italia e come ho già detto sopratutto in Asia ed in America. Ma avete visto in quali enormi stanzoni fanno la coltivazione? E la fanno su letti sovrapposti! Capisco pure che loro fanno solo abbozzare i cappelli ma se tale modo di procedere dovesse dare dei problemi di batteriosi( potrebbero anche capitare ma bisogna vedere per quale motivo. L'insorgenza della batteriosi non è solo legata all'eccessiva umidità ambiente.....) o di resa, pensate che lo farebbero? Ritengo proprio di no! Ci sono delle multinazionali che fanno questo lavoro.........si sono attrezzate come si doveva, con delle strutture di coltivazione all'interno delle quali si può governare al meglio tutti i parametri di coltivazione, ed hanno ottimizzato il tutto! Se noi in Italia e sopratutto in meridione, continuiamo a pensare che il cardoncello lo possiamo coltivare solo attraverso l'uso delle serre ecologiche, ovvero se non abbiamo il coraggio di provare le innovazioni, non andremo mai da nessuna parte: lo produrremo sì ma solo quando madre natura ce lo permetterà e sopratutto con sovrapposizioni delle produzioni che andranno sempre a danneggiare tutti i produttori. Capisco pure che per molti produttori le strutture climatizzate possono rappresentare un ostacolo economico insormontabile e quindi ci si debba accontentare delle serre ecologiche. La struttura moderna di coltivazione rappresenta l'unico mezzo per avere un certo tipo di continuità.......... chi se lo può permettere dovrebbe cercare l'nnovazione...................le dicerie servono solo a creare dei dubbi.Però se vogliamo l'innovazione i dubbi e le paure vanno messi da parte e si deve procedere! Sono al corrente di alcuni grossi produttori che stanno cercando di ottimizzare la coltivazione dell'eryngii utilizzando serre moderne attrezzate di caldo/freddo e con varie possibilità di modificare i parametri colturali. Come vedete c'è già qualcuno che si sta movendo in questa direzione.........cordiali saluti da Raoul.


27/01/2013, 12:02
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si raoul ho visto le coltivazioni fuori nazione ma lasciano un pò a desiderare,la ditta ke ha prodotto senza terriccio nn è una nuova arrivata ma e da moltissimi anni ke lavora con funghi e substrato...hanno provato a produrre senza terriccio per ovviare alla batteriosi ma si è presentata cmq e nn ti dico ke odore sgradevolissimo :lol: ....inutile lo pseudomonas è ovunque,bisogna tenerlo a bada...

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27/01/2013, 15:13
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Un buongiorno a Massimo.........penso di sapere a quale azienda tu ti riferisci, ma sappi pure che non cambia il mio punto di vista in merito alla coltivazione del cardoncello senza terreno di copertura........il problema di quella azienda potrebbe essere la mancanza di una corretta impiantistica che permetta, a livello di superfice dei letti di coltivazione, di prevenire la comparsa dello Pseudomonas..........so pure che ha chiesto aiuto ad un mio amico impiantista per cercare di mettere a punto una climatizzazione che possa funzionare.........ci vuole della fantasia! Ma perchè all'estero lo fanno in situazioni ancora peggiori ovvero in celle di coltivazione enormi ed a letti sovrapposti? Probabilmente non c'è ancora una sufficiente conoscenza, padronanza, ceppi, formulazioni ed impiantistica, che permettano di prevenire la comparsa dello Pseudomonas. Probabilmente non siamo ancora all'altezza di gestire la produzione del cardoncello al di fuori della prassi.............prassi che significa doversi sobbarcare ogni tanto e talvolta troppo spesso, la comparsa della batteriosi. Anche nella coltivazione del pleurotus ogni tanto si incappa nella comparsa dello Pseudomonas, pur senza la presenza del terreno di copertura, ed anche qui le cause possono essere tante,come per il cardoncello, ovvero gli arricchimenti del substrato, la predisposizione dei ceppi più meno delicati nei confronti della batteriosi, tenori sbagliati di umidità ambiente , sbalzi di umidità che inducono sui cappelli eccessi di umidità. Rimango della mia convinzione............Raoul.


28/01/2013, 17:30
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Leggendo vari post sul forum e sopratutto guardando certe foto, mi è venuta voglia di provare a coltivare in maniera hobbystica il cardoncello.

Avrei qualche domanda da porre:
1. posso farlo in cantina? La temperatura oscilla tra i 10 ed i 20 gradi ed è al buio salvo quando accendo io la luce (al massimo 30/45 minuti giorno) e salvo una leggera fonte di luce (due lampadine filtrate da un pannello di polistirolo).

2. dove trovo i panetti (ho letto De Biasi, ho visto che anche sulla baia si trova qualcosa, per iniziare ed acquistare 2/3 panetti non vorrei fare spese folli)?

3. il substrato da cosa è composto e come è possibile riprodurlo? Ho trovato i miceli e vorrei provare anche questa strada.

Grazie

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Disponibili uova di: Cocincina (nana e gigante), Moroseta, Robusta Maculata, Brahma, Livorno, Sebright, Olandese nana ciuffata, Padovana nana, Tacchini Crollwitzer, Germani e Anatre corritrici.


01/02/2013, 23:10
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vigna ha scritto:
Proporrei una coltivazione di P. eryngii (cardoncello) nel modo più naturale, cioè inoculando il suo micelio (si può acquistare, ne basta pochi grammi) sulla ferula, sua pianta ospite, la ferula. Questa è una pianta che cresce spontaneamente, a volte anche sui bordi delle strade, ed è quella che spesso viene scambiata per finocchio selvatico. Occorre averle a disposizione, oppure si seminano in proprio. Per inoculare la pianta, in tarda primavera, si procede così: con la lama di un taglierino, sterilizzata con la fiamma di un accendino, si procura un piccolo taglio a mezza luna di un cm. su un lato alla base del fusto, si posa il micelio sulla ferita sempre con il taglierino sterile, si fascia con poco cotone idrofilo bagnato con acqua sterile, e si fascia con la pellicola trasparente da cucina. Se il fungo ha infettato la pianta, questa si secca durante i mesi successivi, ma in autunno dalle sue radici spuntano i cardoncelli. Le annaffiature estive favoriscono la produzione. Cominciate col procurarvi i semi di ferula e il micelio di P. eryngii.
Buon lavoro.


Un saluto a tutti,
dato che qui da me ci sono diverse piante di ferula spontanee, pensavo di inoculare il micelio del cardoncello estratto da un normale pane per la sua coltivazione (del cardoncello) seguendo la procedura indicata da vigna.
E' possibile estrarre il micelio dal pane? Un amico mi aveva consigliato semplicemente di sotterrare il pane esaurito vicino alla pianta di ferla.
Cosa è piu efficace e in che periodo farlo?


11/04/2013, 12:08
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se vuoi avere un risultato in ambito selvatico ti consiglio l'utilizzo di spine inoculate di micelio , se non le trovi in commercio , puoi sempre provare a fartele :D

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tirag a dos
traduzione : spara sul bersaglio


11/04/2013, 22:18
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