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Ingrasso del vitellone piemontese: scelta del foraggio 
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Salve a tutti sono nuovo del forum e inizio ringraziando per le preziose informazioni che ho qui sempre rintracciato.
Sono un giovane perito agrario e lavoro nell'azienda di famiglia che consiste nell'allevamento di vacche piemontesi con vendita in parte di vitelli svezzati e in parte di vitelloni grassi macellati per una cooperativa che li commercializza.
I vitelloni sono allevati a stabulazione libera con mangime e fieno sempre disponibili.
Da quest'anno abbiamo iniziato a produrre pastone integrale di mais conservato in balle fasciate. Nel mangime abbiamo inserito il 60% di pastone, il restante è costituito da un nucleo autoprodotto in azienda.
Questo mangime è caratterizzato da una appetibilità nettamente superiore rispetto a quello utilizzato prima, con la conseguenza che tendono ad abbuffarsi di mangime e snobbare il fieno di primo taglio anche se di buona qualità.
Di conseguenza abbiamo iniziato a dare fieno di secondo taglio che i vitelloni dimostrano di gradire molto di più e di consumare in grande quantità.
Il mio dubbio quindi è se sia meglio per la ruminazione che gli animali assumano poca fibra lunga (maggengo) o una maggiore quantità di fibra corta (agostano). Grazie a tutti quelli che vorranno rispondermi! ;)


30/10/2014, 23:05
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si dice sempre Paese che vai usanza che trovi...

la prima domanda e' perché nn mettere il fieno nel carro unifeed ?

in genere si cerca una fibra più grossolana come il maggengo , paglia , o paitun , per farli ruminare, il 2 e 3° taglio lasciarlo x le vacche come anche l'erba medica.

il pastone fasciato mq va bene in inverno fino a marzo poi e' meglio la farina di mais, che oggi come oggi hai prezzi che ha conviene, dopo tutto ci vanno quasi 2 kg di pastone di spiga x sostituire 1kg di mais , visto e considerato che qui chi fa il apstone di spiga lo fa di 2° raccolto dopo erbaio.

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31/10/2014, 8:07
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Purtroppo non abbiamo un carro unifeed e per il momento altri investimenti ci impediscono di acquistarlo.
La nostra azienda è sita in zona pedemontana in provincia di Cuneo e i terreni sono fortemente argillosi quindi il mais viene seminato sempre in ritardo con il conseguente problema dell'umidità sempre troppo elevata alla trebbiatura; quindi per la nostra azienda, che cerca di autoprodursi il maggior quantitativo possibile di alimenti, è sempre conveniente usare il pastone. Detto ciò mi interessava sapere se il fieno di secondo taglio poteva essere sufficiente per una corretta ruminazione dei vitelloni :)


02/11/2014, 15:36
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no , il 2 taglio io lo sempre e solo dato alle vacche , e qualsiasi alimentarista consiglia o paglia di grano( meglio se fosse di avena cmq) o fieno di loietto oppure negli utimi anni un bel fieno di panìco, o miglio perlato di secondo raccolto

come fai a miscelare il pastone di spiga trinciato col nucleo?

se e' al zona che penso io (in quella zona nn ce una fiera zootecnica a inizio settembre, in prossimita di un santuario?) , la conosco molto bene .

noi anche qui abbimo terreni argillosi , e mettevamo molto mais prima dell'invasione dei cinghiali, ma aravamo in autunno ,iniziando dopo le semine dl grano andando avanti fino a natale

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02/11/2014, 19:22
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Sisi la nostra azienda è molto vicina al santuario, nel monregalese.

Però ci sarebbe sempre il problema della scarsa appetibilità con la paglia.. Il loietto fasciato potrebbe funzionare? O influirebbe negativamente sulla qualità della carne?
Il fieno di panico mi interessa molto, sapreste darmi qualche informazione al riguardo?

Volevo anche sapere se, disponendo di un carro miscelatore, si possa inserire nella razione dei bovini all'ingrasso un fieno fasciato di erbaio di avena veccia e pisello, con lo scopo di abbassare un po la percentuale di soia. Cosa ne pensate? Può essere fattibile? O avrebbe riscontri negativi sulla carne?

Il pastone lo misceliamo al nucleo nei miscelatori verticali, è un lavorone però per adesso funziona


03/11/2014, 23:33
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la apglia ha di buono che bastano 2kg al gg x farli ruminare, poi dipende dall'annata e soprattutto dal tipo di grano , in genere i grani più precoci( tanto x fare un nome, il palesio , o l'ardelor ) producono meno , ma hanno una paglia alimentare più appetita di quella dei grani tardivi più produttivi , ovvio che la qualità della paglia dipende molto dallo stato sanitario della stessa, una paglia attaccata da oidio, fusariosi o ruggine , nn e' molto appetita.
i fasciati li lascerei x le vacche , anche se il titolo della proteina totale potrebbe essere equivalente , e' molto più importante badare alla proteina effettivamente assorbita e metabolizzata dall'animale .
i fasciati di avea( o triticale) veccia pisello , e loietto , danno una bella spinta e' vero, ma stimolano maggiormente la produzione lattea , per cui sarebbero più indicati x le vacche con il vitello sotto , che di un vitellone all'ingrasso , che beneficia maggiormente di f.e. di soya( e visto i prezzi attualmente..) girasole , fave fioccate , e i sottoprodotti dell'estrazione del amido , che attualmente hanno un buon prezzo in relazione alla % di proteine e anche grassi , nn dimentichiamo che anche la crusca ha un buon tenore , quasi al pari dei piselli proteici

u po meno le farine di colza e ravizzone

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04/11/2014, 8:34
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Ma in teoria la soia non è caratterizzata da proteine scarsamente assimilabili (poco bypass) rispetto ad una proteina derivata da un foraggio? Noi per contenere i costi derivati dalla soia utilizziamo un integratore che apporta urea e lieviti saccaromyces, e ci troviamo molto bene.

I sottoprodotti della lavorazione dell'amido sarebbero scarti del mais? Come costi e tenore proteico sai come sono messi? grazie :)


04/11/2014, 14:54
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by pass o meno la fe di soya ti permette di arrivare a delle rese in igm , che altre farine proteiche non permettono, soprattutto se abbinate alle fave fioccate e fe di girasole .


io l'urea lo provata sui vitelloni e lo tolta perché dava troppa dissenteria...

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04/11/2014, 19:56
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Sez. Bovini
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Buongiorno a tutti...sono sempre molto affascinato dalle vostre esperienze, ed è sempre un piacere poter dialogare con voi. Questo argomento poi, quello delle proteine, è sempre estremamente stimolante, anche se talune volte, forse, non troppo chiaro.
La proteina grezza che noi leggiamo sui cartellini dei mangimi o nelle analisi dei nostri foraggi o mangimi semplici viene determinata dall' azoto totale moltiplicato per 6,25 (fattore per passare dalla massa di gruppi amminici a quella di un amminoacido medio).
Ma...le proteine sono molecole più o meno complesse formate da una o più catene amminoacidiche. E sostanzialmente grazie a queste catene amminoacidiche ed grazie alla loro sequenza, che possiamo determinare il valore "biologico" delle proteine stesse. Quindi una proteina non è esattamente uguale all'altra. Nel caso dei bovini, e quindi più o meno di tutti i ruminanti, la faccenda "proteica" si complica. Già perché quello che noi somministriamo ai nostri bovini sono sostanzialmente alimenti che devono o meglio "dovrebbero" fornire tra i vari nutrimenti, anche le proteine necessarie ai complessi e raffinati processi metabolici di mantenimento e sviluppo dei nostri animali, ma purtroppo...non tutte le "proteine" sono disponibili, in quanto soprattutto nel caso delle proteine dei foraggi, (ad esclusione del foraggio di erba medica), sono per lo più legati alla lignina, (frazione fibrosa), e quindi indigeribili per i ruminanti. Quindi una buona parte delle proteine del foraggio, (quelle legate alla lignina), non vengono assimilate e vengono quindi espulse indigerite nelle feci dei nostri animali. Questa è la "famosa" frazione C della proteina secondo la classificazione della Cornell University. Quindi più un foraggio sarà "maturo" quanto più sarà elevata la presenza di LIGNINA e quindi maggiore sarà la sua indigeribilità e non solo quella proteica. Ma ovviamente non basta...il nostro bovino è dotato di un laboratorio soffisticatissimo e raffinatissimo...che contiene oltre due kg. di batteri e funghi che hanno il preciso e mirato compito di "smontare" le proteine ingerite e "ri-costruire" quella proteina ideale che è la PROTEINA BATTERICA che rappresenta l'85% della proteina che utilizza il bovino stesso. Quindi il nostro compito è quello di "fornire" al nostro animale un pool di aminoacidi DISPONIBILI affinché i batteri possano smontarli dalla loro sede originale e...ri-montarli secondo le proprie necessità. Quindi...sperando di NON essere stato noioso e di aver avuto il dono di spiegare un procedimento così complicato in poche righe...NON TUTTA LA PROTEINA GREZZA è utilizzata dell'animale, molta rimane solo... "teorica" in fase di razionamento, e quindi dovremo VERIFICARE gli alimenti somministrati per comprenderne la digeribilità e la presumibile possibilità della loro digestione. Quindi NON sempre una formuletta matematica serve a determinare la digeribilità degli alimenti somministrati. Quindi non è "esattamente corretto" affermare che "per risparmiare" si somministra AZOTO NON-PROTEICO (urea) quindi senza il minimo apporto di amminoacidi, al posto della PROTEINA DELLA SOIA che oltre ad avere un corredo amminoacidico di prim'ordine ha anche una enorme disponibilità ad essere utilizzato vista l'enorme disponibilità delle sue proteine in relazione al bassissimo contenuto in lignina. Ma tuttavia... perché taluni somministrando UREA si possono trovare meglio...poiché i "famosi" batteri ruminali per vivere e riprodursi utilizzano come cibo, oltre a zucchero, anche azoto quindi urea. Vi è da dire che quantità di urea sono normalmente presenti nella saliva, che nella ruminazione è copiosamente prodotta ed avvolge impastandolo il bolo mericico del nostro bovino, ma...qualora i foraggi somministrati siano particolarmente..."maturi" anche se il bovino produrrà più saliva, potrebbe non bastare la dose di azoto in essa contenuta e quindi...dal "laboratorio" ecco arrivare una richiesta di azoto suppletivo. Da ottimo riciclatore il rumine fornirà questo azoto per i suoi batteri prendendolo...dove si trova, vale a dire in "altre" fonti proteiche che verranno quindi...impoverite e distratte da altri scopi a cui sarebbero state designate da colui che alimenta i nostri bovini. Sempre sperando di essere stato chiaro...se fin qui...mi avete seguito...(ve ne sono grato)...immettiamo un altro importante concetto per la digeribilità che è il TRANSITO. Vale a dire...quanto tempo l'alimento rimane a contatto dei batteri ruminali. Ovviamente più questo momento sarà lungo e più i batteri avranno modo di degradarlo. Ogni alimento somministrato ha un suo tempo di "fermentazione" e quindi di "aggressione" da parte dei batteri e quindi più sono "aggredibili" più..."digeribili" . Quindi...più il tempo di "TRANSITO" e quindi di "AGGRESSIONE" dei batteri sarà veloce...in maggior numero e più voraci dovranno essere i batteri ruminali. Quindi più copiosi e ben pasciuti e soprattutto in grado di riprodursi saranno i batteri miglior efficienza ruminale avremo. Una corretta "alimentazione batterica" favorirà quindi una maggiore degradazione degli alimenti somministrati e quindi maggior ASSIMILAZIONE degli alimenti stessi, inoltre non distoglierà proteine "nobili" dedicate allo sviluppo dei nostri animali. Ma il problemi che spesso si incontrano nella somministrazione di urea, dipendono dal non corretto calcolo della reale necessità di urea per i batteri, e molto spesso questo accade perché la fermentazione dell'azoto proveniente dall'urea ha un tempo molto rapido di fermentare ed un lasso di tempo molto...molto breve in cui fermenta. E' il classico fuoco di paglia :lol: . Quindi troppo spesso quando il nostro ruminante ha necessità di quel tipo di azoto...lui ha già esaurito la sua disponibilità e quindi il nostro rumine ha eliminato il suo "eccesso temporaneo" e ricomincerà ad utilizzare proteine nobili per produrre azoto. In commercio esistono anche forme di urea a lento rilascio che possono ovviare a questo "inconveniente del..."fuoco di paglia", ma visto il costo devono essere utilizzati in modo corretto per non perso il valore economico del prodotto che va comunque supportato correttamente. Concetto difficile...da spiegare...spero di esserci riuscito :shock: . Quindi...riassumendo...l'utilizzo della PROTEINA per un ruminante è una cosa dannatamente seria ed impegnativa. Il razionamento deve essere eseguito in modo molto accurato facendo molta attenzione all'utilizzo degli alimenti ed alla loro presunta DIGERIBILITA' e quindi somministrare di conseguenza la PROTEINA che noi e la nostra ESPERIENZA (o quella dell'allevatore ;) ), ci indica correttamente. Ma NON basiamoci MAI sul conto puramente teorico ed analitico. Costruire una razione è un continuo movimento ed un costante inter-agire tra noi gli alimenti ed il rumine. Spero di non essere stato troppo...palloso nel parlare di questo delicato ma importantissimo argomento con l'augurio di essere d'aiuto. ;)

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05/11/2014, 14:19
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Innanzitutto ringrazio davvero tanto per gli interventi che mi hanno chiarito alcune cose di cui non ero a conoscenza (purtroppo l'istituto che ho frequentato era a indirizzo prevalentemente frutticolo, e il libro di zootecnia non sempre è facilmente interpretabile senza spiegazioni!) e aggiungo che mi sono iscritto al forum proprio per imparare e migliorare :)

Se ho capito bene quindi l'urea è utile soprattutto in diete che prevedano l'utilizzo di foraggi fibrosi giusto?

Il mix di farine proteiche di soia girasole e fave ha un effetto sinergico grazie a un più completo corredo amminoacidico?

Sapreste indicarmi delle tabelle che indichino oltre appunto la proteina grezza degli alimenti anche le caratteristiche delle proteine di cui mi avete parlato? grazie ancora! :)


07/11/2014, 0:43
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