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Si può vivere di solo fieno? 
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Buonasera a tutti,
Arrivo un po'in ritardo sulla conversazione, ma spero di poter chiarire a Seppe89 qualcosa circa l'utilizzo di insilati, come diceva grintosauro indubbiamente dipende dalla qualità del fasciato, ma è vero anche che il fasciato,così come gli altri insilati è conservato per acidificazione da parte di alcuni batteri. Di conseguenza il latte di una vacca alimentata con insilati contiene un numero maggiore di cellule batteriche, ed è per questo ad esempio che il disciplinare del parmigiano non consente l'uso di insilati. Ad ogni buon conto credo che se il latte viene pastorizzato la differenza diventa pressoché irrilevante. Spero di esservi stato utile, e ti faccio gli auguri per questa tua esperienza di allevamento che trovo molto interessante.


07/03/2015, 22:25
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L uso degli insilati porta dietro se varia aspetti e nn si puo generalizzare a un fatto di fermentazioni . Diciamo che sotto le 50uba e sconsigliato

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08/03/2015, 12:49
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Grazie per l'informazione llGalli e per gli auguri, ho bisogno di persone che mi danno coraggio perché quando parlo con altri agricoltori e allevatori cm me mi trattano come se io stessi bestemmiando. Ma io andrò avanti con le mie battaglie e sono sicuro che ci riuscirò.
Grazie ancora a presto.


12/03/2015, 17:17
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Il mondo Unifeed sta cambiando come anche accennato in una altra discussione da Robyvan sul latte nel nord europa dove la base sono gli insilati di erba /erbai e nn di insilato integrale di mais o pastoni di spiga/granella. Quello che fino a 2/3 anni fa era vangelo oggi potrebbe nn andare più bene. Dipende che animale hai davanti. In che stagione sei sopratutto. Ovvio che se hai la fortuna di avere 2 gruppi di animali il primo che pattorisce a ottobre /novrembre e il secondo a gennaio febbraio avrai meno problemi di animali che pattoriscono a giugno luglio

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13/03/2015, 0:17
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Buongiorno a tutti. Vorrei riprendere la discussione sull'alimentazione delle vacche da latte, ora che alla stalla il latte viene venduto sotto costo e la crisi si fa sempre più grave. Oggi il latte, domani i formaggi. Sembra inevitabile. La domanda che pongo è questa: qualcuno di voi ha fatto i conti circa la possibilità di alimentare il bestiame con solo foraggio, eliminando del tutto i mangimi? Certo la conseguenza sarà un calo di produzione del latte, ma facendo i calcoli in termini di risparmio per il mancato acquisto dei mangimi, l'abbattimento conseguenziale dei costi veterinari e l'innalzamento della qualità, forse non converrebbe provarci? Vi prego di rispondermi. Grazie


22/04/2016, 13:18
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mi permetto di fare ua riflessione...gli animali in natura mangerebbero erba...non fieno...
solo fieno non significa per forza tutta salute...


22/04/2016, 15:04
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Salve, vorrei rispondere a giume parlando di una mia esperienza personale. Ho avuto il privilegio di lavorare per sei settimane in un'azienda irlandese di bovine da latte. Sebbene sia un tempo abbastanza breve ho avuto modo di capire il meccanismo aziendale. D'estate le manze erano lasciate al pascolo 24ore al di 7giorni su 7 con 0 integrazioni, e campavano discretamente bene. Le vacche in lattazione erano al pascolo giorno e notte con rotazioni serrate di circa 12ore del pascolo, per una mandria di 300 capi la superficie occupata è considerevole. Inoltre il mangime veniva somministrato comunque alle vacche, perché bisogna tener conto che la capacità d'ingestione di una bovina al pascolo è ridotta rispetto a quella dell'animale stabulato. Le considerazioni che sono riuscito a fare sono che sebbene il costo di allevamento sia ridotto si ha la necessità di enormi spazi da destinare a questo tipo di allevamento, e una distribuzione accorpata. A mio avviso una conversione come sostieni tu per ridurre i costi non è pensabile da noi. Dovrebbe nascere con il preciso intento di fare pascolo come fonte di alimentazione primaria.


22/04/2016, 17:27
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giume ha scritto:
Buongiorno a tutti. Vorrei riprendere la discussione sull'alimentazione delle vacche da latte, ora che alla stalla il latte viene venduto sotto costo e la crisi si fa sempre più grave. Oggi il latte, domani i formaggi. Sembra inevitabile. La domanda che pongo è questa: qualcuno di voi ha fatto i conti circa la possibilità di alimentare il bestiame con solo foraggio, eliminando del tutto i mangimi? Certo la conseguenza sarà un calo di produzione del latte, ma facendo i calcoli in termini di risparmio per il mancato acquisto dei mangimi, l'abbattimento conseguenziale dei costi veterinari e l'innalzamento della qualità, forse non converrebbe provarci? Vi prego di rispondermi. Grazie


io abbasserei le dosi, dando qualcosa in più alla vacche in piena lattazione e sempre meno man mano che calano la produzione. Togliere del tutto il mangime e la farina mi sembra dura. Cmq se togli mangime devi aumentare la medica e cmq avere foraggi di una certa qualità. Si può provare e vedere i risultati


23/04/2016, 11:27
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Pascolo = più parassitosi intestinali e turbe riproduttive.
Difficile capire il momento in cui sverminare quando nn ci sono prodotti efficaci registrati.

Ultimamente qui on zona e'. In aumento l uso di erbai fi grano/orzo/triticale + loietto western quello alto 170cm da insilato.
Fanno un insilati che haun prezzo sull 1,5€ al quintale aggiungono il pastone di pannocchia e fasciato di medica o fieno di medica a seconda del periodo del taglio se ci sono piu o meno le condizioni meteorologiche .
Dopo loietto mettono soya che fanno fioccate col l orzo , e comprano fuori crusca fe. Fi girasole e integratori.

Nn so fino a dove riescono a comprimere i costi marginali x litro di latte
Ma presumo sua una migliore akysrnativa al pascolo che ha due grossi limiti.
Primo : Periodo piovosi..
Secondo il decadimento della qualità del coraggio x sovramaturazipne
e agg terzo frammentazione gondiaria.

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23/04/2016, 11:43
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Buongiorno.
Ringrazio tutti per le risposte ma non ci siamo.
Intendo dire che ho posto una questione che a me sembra nodale in questa situazione di drammatica crisi del settore latte.
Rifaccio la domanda in modo diverso.
Posta la crisi del settore latte e l'impossibilità ad avanti delle aziende con animali geneticamente assai performanti la cui risposta è però assicurata da un'alimentazione fondata essenzialmente dal mangime (mais e soia in modo particolare).
Considerato che il prezzo di vendita alla stalla è fortemente inferiore ai costi per produrre il latte, è ipotizzabile un sistema diverso di produzione che non ci faccia fallire? In altri termini mi chiedo se anziché buttare il latte per strada per protesta, buttassimo il mangime e producessimo di meno utilizzando come alimenti le risorse aziendali (fieno, pascolo, paglia, ecc.) esistenti?
Qual'è la soglia di convenienza ad utilizzare le risorse aziendali e non fallire?
Si consideri che producendo col pascolo, fieno, paglia la qualità del latte aumenterebbe in modo considerevole (pensate al rapporto omega 6 omega 3), diminuirebbero sensibilmente i costi per il veterinario e quelle energetici. Forse dovrebbero diminuire pure il numero delle vacche in azienda per sostenere la capacità del suolo a tutti gli animali presenti in azienda.
Certo è che produrre il latte a 40 centesimi litro e vederselo pagare a 35 significa comunque che il fallimento è dietro l'angolo.
E allora che fare visto che dalla Lituania o dalla Slovenia gli industriali del latte lo comprano a 14, 18 centesimi?
Grazie


24/04/2016, 9:34
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